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Politica

Meloni: “La sinistra è più fondamentalista di Hamas”. Pd, M5S e Avs insorgono: “Parole inaccettabili, servono toni più bassi”

“La sinistra è più fondamentalista di Hamas”, dichiara Giorgia Meloni a Firenze. Immediate le reazioni di Schlein, Conte e Fratoianni che accusano la premier di esasperare i toni e sviare dai problemi reali del Paese.

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“La sinistra è più fondamentalista di Hamas”.
Le parole pronunciate dalla premier Giorgia Meloni durante il comizio di chiusura della campagna elettorale di Alessandro Tomasi a Firenze accendono la polemica politica e infiammano il confronto tra maggioranza e opposizioni.
La definizione della presidente del Consiglio, che ha paragonato il campo largo a un “Leoncavallo largo”, ha suscitato reazioni durissime da parte di Pd, Movimento Cinque Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, che all’unisono invitano Meloni e il governo ad abbassare i toni.


Le opposizioni: “Parole irresponsabili e divisive”

Da Genova, dove era impegnata al congresso di Area Democratica per la Giustizia, la segretaria del Pd Elly Schlein ha commentato senza esitazioni:
«In una democrazia non si è mai sentito che la presidente del Consiglio desse dei terroristi alle opposizioni. Invito davvero tutti ad abbassare i toni».

Sulla stessa linea il leader del M5S Giuseppe Conte, che ha accusato la premier di avere «scarsa sensibilità istituzionale» e di voler «fomentare lo scontro sociale per poi sottrarsi alle proprie responsabilità».
Per Conte, le parole di Meloni sono «baggianate, stupidaggini irresponsabili» e rappresentano «un tentativo di distrazione di massa»:
«Invece di occuparsi dei problemi reali del Paese, Meloni prova a cambiare argomento. Sono trentuno mesi su trentaquattro che abbiamo un crollo della produzione industriale».


Fratoianni: “Così la premier evita i temi reali”

Il co-portavoce di Avs Nicola Fratoianni ha definito quelle della premier una «scelta precisa e calcolata», volta a sviare l’attenzione dai problemi concreti:
«Meloni evita di parlare dei salari fermi e del costo della vita. Ha perso ogni freno, le è scappata la frizione come si dice in gergo: è qualcosa che non sta da nessuna parte».


Cuperlo: “Una politica che incendia gli animi”

A intervenire anche Gianni Cuperlo del Pd, che ha ricordato lo stile e la responsabilità dei dirigenti della sinistra storica:
«Ho conosciuto uomini che avevano vissuto il carcere e il confino, e che sapevano che il loro compito non era appiccare il fuoco. Oggi, purtroppo, si è perso il senso della misura».


Fontana: “Abbassare il livello dello scontro”

Un appello alla calma arriva infine dal presidente della Camera Lorenzo Fontana, che non entra nel merito politico ma invita tutti a una maggiore sobrietà:
«In questo momento storico è fondamentale abbassare di una tacca il livello delle discussioni».


Nel clima teso che precede il voto in Toscana, le parole della premier alimentano un confronto sempre più aspro.
Ma, come chiedono opposizioni e istituzioni, la politica italiana sembra avere urgente bisogno di ritrovare misura e responsabilità nel linguaggio pubblico.

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In Evidenza

La Lega chiede di cancellare l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi

La Lega presenta un emendamento per sopprimere l’aumento della cedolare secca dal 21 al 26% sugli affitti brevi. Copertura prevista: aumento dell’Irap per banche e assicurazioni.

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La Lega punta a sopprimere l’articolo 7 della manovra, quello che prevede l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi dal 21 al 26%. La proposta arriva attraverso un emendamento alla legge di bilancio, presentato con prima firma del capogruppo Massimiliano Romeo.

La proposta di modifica e la copertura economica

Nel testo dell’emendamento, il Carroccio indica una copertura alternativa: aumentare ulteriormente l’Irap per banche e assicurazioni, già ritoccata dalla manovra. L’incremento dell’aliquota, secondo la proposta, passerebbe da 2 a 2,5 punti percentuali.

Il nodo politico

L’intervento apre un fronte dentro la maggioranza sul tema degli affitti brevi, uno dei dossier più sensibili della manovra. La Lega rivendica così una linea netta in difesa dei proprietari e del settore turistico, opponendosi alla stretta fiscale contenuta nel testo del governo.

Prossimi passaggi

La discussione sull’emendamento entrerà nel vivo nei lavori parlamentari sulla legge di bilancio, dove si capirà se la proposta leghista troverà sponda negli alleati o se resterà una battaglia di bandiera.

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Politica

Dalla pizza alla ceramica: pioggia di micro-emendamenti alla manovra tra musei, fondi culturali e nuove detrazioni

Nella manovra spuntano centinaia di micro-emendamenti: dai musei dedicati a pizza, vino e olio, ai fondi per festival, oratori, archivi storici e restauro di tombe. Una mappa di richieste che attraversa tutti i gruppi politici.

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Quasi seimila emendamenti alla manovra: dietro ai grandi temi finanziari, i senatori hanno presentato una galassia di micro-richieste legate ai territori. Anche quest’anno spuntano proposte per musei, fondi culturali, detrazioni e contributi destinati alle realtà locali.

I musei “iconici” chiesti dalla Lega

La Lega, con la firma del presidente della commissione Finanze Massimo Garavaglia, propone tre musei dedicati a simboli del patrimonio italiano: la pizza a Napoli, il vino a Verona e l’olio nel Gargano. Costo stimato: 6 milioni di euro nel 2026.
Dal Carroccio arriva anche la richiesta di 5 milioni nel 2028 per celebrare l’anniversario del Teatro alla Scala e 1 milione l’anno per sostenere la Nuova Orchestra Alessandro Scarlatti di Napoli, proposta condivisa anche dal Pd.

Le priorità di FdI

Fratelli d’Italia punta su Umbria Jazz, chiedendo 150mila euro per il 2026, e sul Museo di fotografia contemporanea con un emendamento da 1 milione.
Il partito propone inoltre 30mila euro annui per consentire al ministero del Turismo di aderire all’Associazione “Vie e Cammini di San Francesco”, un milione l’anno per l’Associazione italiana città della ceramica e un fondo da 8 milioni l’anno per la “cultura terapeutica e la cura sociale” rivolto ai lavoratori dello spettacolo.

Le richieste di Forza Italia

Tra gli emendamenti azzurri spicca la proposta di introdurre una detrazione del 36% per il restauro e la ristrutturazione di tombe, cappelle e sepolcri. Claudio Lotito presenta un emendamento per creare un “Nuovo polo culturale Dante e Beatrice” con uno stanziamento di 500mila euro.

Le proposte del Partito Democratico

Il Pd, con il senatore Antonio Nicita, chiede 100mila euro l’anno per sostenere la Fondazione archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico di Roma.

La memoria secondo il M5S

Il Movimento 5 Stelle, con il senatore Luca Pirondini, propone un fondo da 1 milione per il 2026 per valorizzare la memoria di chi contribuì alla rinascita democratica dell’Italia.

Cosa sopravviverà

Martedì maggioranza e opposizione selezioneranno i cosiddetti “segnalati”, l’unico gruppo di emendamenti destinato a sopravvivere alla scrematura. Molte proposte resteranno fuori, ma una parte potrebbe trovare copertura nel tesoretto da 100 milioni l’anno destinato proprio alle modifiche parlamentari, o nelle risorse dei singoli ministeri.

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Politica

Schlein vede Prodi e rilancia la rotta del Pd

Schlein incontra Prodi dopo l’assemblea Pd a Bologna. Ruffini riunisce 600 persone a Roma per i comitati Più Uno e richiama lo spirito dell’Ulivo.

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Dopo l’assemblea degli amministratori Pd a Bologna, Elly Schlein ha fatto visita a Romano Prodi. «Io ascolto sempre con grande attenzione il Professore», ha spiegato in tv, raccontando l’incontro e sottolineando il valore dei messaggi lanciati da Prodi sul Corriere: servono idee coraggiose e leadership capaci di parlare al Paese senza inseguire radicalismi.

La rotta del Pd secondo Schlein

In tv la segretaria dem ha ribadito la linea del partito: mettere al centro i problemi concreti, puntare su misure come asili nido gratis e trasporto pubblico gratuito, valorizzare il lavoro già svolto dai sindaci. «Quando la sinistra mette al centro i problemi, torna la fiducia e torna a vincere», ha spiegato Schlein.

La novità del centrosinistra: nasce Più Uno

Sempre ieri si è svolta a Roma la prima assemblea dei promotori dei comitati Più Uno di Ernesto Maria Ruffini. Prodi ha detto di «seguire con interesse» il progetto, che punta a diventare un movimento nazionale: oltre 600 i partecipanti arrivati da tutta Italia, 300 comitati già nati in tutte le regioni.

In prima fila diversi protagonisti della politica: Vincenzo Spadafora, Chiara Gribaudo, Bruno Tabacci, Elio Vito e Giuseppe Sangiorgi.

Ruffini: «Non siamo la stampella del centrosinistra»

Ruffini ha chiarito che Più Uno non vuole essere una nuova gamba del campo largo né un partito personale. «Il Pd non può delegare a un soggetto esterno il compito di rappresentare il riformismo», ha detto.

Il suo obiettivo è più ambizioso: tornare allo spirito dell’Ulivo. «Era la straordinaria idea del moderno centrosinistra, capace di superare le appartenenze e restituire un orizzonte comune. Quella intuizione consentì di battere la destra due volte, con Romano Prodi».

Un richiamo politico e culturale che arriva proprio mentre la segretaria dem cerca di consolidare la rotta del Pd, con l’attenzione vigile del Professore.

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