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Meloni al summit di Parigi. Salvini, ‘aiutiamo Trump’

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Questa volta le riflessioni sono durate solo un paio di giorni, a differenza di una settimana fa, quando Giorgia Meloni ha deciso poche ore prima di partecipare alla videocall dei ‘volenterosi’ convocata da Londra. Il prossimo summit, organizzato da Emmanuel Macron giovedì a Parigi, è entrato così nell’agenda della premier, come “riunione sulla pace e la sicurezza dell’Ucraina”. E al momento resta all’insegna della cautela la posizione italiana. Sia perché lo scenario è in rapida evoluzione, da ultimo con l’ipotesi dell’adesione della Cina alla coalizione. Sia perché gli equilibri interni al governo restano delicati, soprattutto per l’attivismo di Matteo Salvini che frena su riarmo e invio di militari.

È l’azione di Donald Trump la chiave che ricorre nei discorsi del vicepremier. “In due mesi sta facendo più per la pace di quello che altri hanno fatto in anni. Dobbiamo stare vicini a questo rinnovato clima di disarmo e pacificazione, bisogna aiutare, accompagnare questo benedetto processo di pace, senza parlare di carri armati o 800 miliardi…”, chiarisce Salvini in videocollegamento con la Scuola di formazione politica del suo partito, prima di liquidare come “surreali” le ricostruzioni dell’irritazione di Meloni per l’iniziativa solitaria della telefonata con il vicepresidente JD Vance: “Gli Usa – spiega il ministro dei Trasporti – hanno un piano da mille miliardi di dollari di investimenti sulla rete ferroviaria e stradale, ho il dovere di fare l’interesse nazionale italiano”. Nessuna “guerra”, assicura, “a chi fa più telefonate negli Stati Uniti”. Da Palazzo Chigi, però, non arrivano smentite. E Antonio Tajani ribadisce che “la politica estera la fa il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri: il resto sono iniziative legittime personali”.

Ancora più gelido verso la Lega è Manfred Weber, leader del Ppe, la famiglia europea di FI: “Preoccupa che Salvini e gli altri patrioti ammirino Trump, perché Trump ora vuole imporre i dazi contro i prodotti europei. Bisogna smettere di seguire i populisti” sulla questione del riarmo, “poiché l’Italia – avendo una industria della difesa molto forte – potrebbe fare molto profitto”. La strategia di Meloni finora è stata all’insegna della cautela e di un complesso equilibrismo fra Bruxelles e Washington, tanto sul dossier ucraino quanto sui dazi. In attesa della visita alla Casa Bianca, la rapidità con cui gli scenari internazionali mutano avvicina il momento di mosse delicate. In vista del summit di Parigi, le diplomazie italiane sono al lavoro per inquadrare la portata dell’ipotesi di un ingresso di Pechino nella coalizione dei volenterosi, e capire la posizione degli alleati, Usa in primis.

Ma anche per decriptare un eventuale messaggio dietro la mossa cinese, nell’intricata partita geopolitica che si gioca sull’Ucraina. Tra l’altro, il presidente del Senato Ignazio La Russa nelle prossime sta per iniziare una missione in Cina, dove incontrerà anche il vicepresidente della Repubblica Popolare, Han Zheng, tre mesi fa fra gli ospiti della cerimonia di insediamento di Trump. In linea di principio un coinvolgimento cinese non sarebbe negativo, si ragiona in ambienti di governo, ma gli interrogativi sono tali e tanti che non consentono ora valutazioni concrete.

Di certo per Roma è positivo che non si parli più solo di una forza europea di interposizione in Ucraina. Il ministro della Difesa Guido Crosetto si è detto “contento”, perché “dopo solo tre mesi che lo dico in ogni sede hanno preso atto che l’unica soluzione possibile sia l’Onu o comunque una forza multinazionale”. Il che, ha chiarito, “non significa missione Onu in senso stretto, ma anche solo sotto ‘l’egida’ dell’Onu. Possono apparire sofismi da diplomatici, non lo sono”. Non è escluso un vertice fra Meloni, Tajani e Salvini nei prossimi giorni, in vista del summit a Parigi. Alla premier, è il ragionamento che circola fra i leghisti, “chiediamo di rispettare la risoluzione votata in Parlamento, e l’invio di truppe non è all’ordine del giorno”.

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Commissione d’inchiesta in visita a Casamicciola ed a Napoli

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Mercoledì 25 e giovedì 26 giugno, la Commissione Parlamentare di Inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico, presieduta da Pino Bicchielli, sarà in missione a Casamicciola, a Napoli e nei Campi Flegrei e svolgerà audizioni di sindaci e rappresentanti istituzionali, secondo il seguente programma. Mercoledì 25 al Comune di Casamicciola Terme: ore 12.15 audizione Commissario straordinario per la ricostruzione a Ischia, Giovanni Legnini; ore 12.45 audizione Sindaco di Casamicciola, Giuseppe Ferrandino; ore 14.15 sopralluogo alla zona colpita dalla frana del 26 novembre 2022. Al termine è previsto un punto stampa. Giovedì 26 in Prefettura a Napoli: audizioni dei sindaci dei Comuni interessati dal rischio sismico (ore 10 Sindaco di Napoli e della Città Metropolitana, Gaetano Manfredi; ore 10.45 Sindaco di Pozzuoli Luigi Manzoni; ore 11.15 Sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione. Alle ore 11.45 è previsto un punto stampa. Alle ore 12 seguiranno le audizioni del Vicepresidente della Giunta Regionale della Campania con delega all’Ambiente, Fulvio Bonavitacola; ore 12.30 Assessore all’urbanistica e governo del territorio, Bruno Discepolo; ore 13 Segretario generale Autorità di bacino dell’Appennino meridionale, Vera Corbelli; ore 13.30 Commissario Straordinario per i Campi Flegrei, Fulvio Maria Soccodato. Alle ore 15 partenza dalla Prefettura per i sopralluoghi nei Comuni di Bacoli e Pozzuoli. L’ultimo appuntamento è in programma alle ore 18 e prevede la visita dell’Osservatorio vesuviano (sede operativa).

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Emiliano diventerà padre a 65 anni con la nuova compagna

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, diventerà nuovamente padre con la sua nuova compagna, con cui convive da qualche tempo. Il governatore pugliese, che compirà 66 anni a luglio, ha già avuto tre figli dalla sua ex moglie ed è anche nonno. La notizia si è diffusa negli ambienti della politica locale. “Non ho nulla da nascondere ma nulla da comunicare”, ha solo commentato. La nascita del bimbo sarebbe prevista a settembre.

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Nomine sanità in Campania, De Luca prepara la nuova mappa dei vertici tra conferme e avvicendamenti

In arrivo i nuovi manager di 15 Asl e ospedali. Attesa per il Ruggi, il Pascale e la Napoli 1. In arrivo i nuovi manager per 15 aziende sanitarie e ospedaliere in Campania. Conferme per D’Amore e Iervolino, in uscita Longo, Verdoliva e Pizzuti.

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Scatta il conto alla rovescia per il rinnovo dei vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere della Campania. Dopo la proroga triennale concessa a Nino Postiglione al vertice dell’Unità di Tutela della Salute della Regione grazie alle norme del PNRR e all’innalzamento del limite d’età a 70 anni, il presidente Vincenzo De Luca è pronto a firmare le nuove nomine. Saranno 15 le poltrone da assegnare su 17 aziende, con due sole eccezioni: il Santobono e il San Sebastiano di Caserta.

Continuità e nuove rotazioni

De Luca punta sulla continuità gestionale per completare i progetti sanitari già avviati. Secondo quanto trapela, dovrebbero essere confermati:

  • Anna Iervolino all’Azienda ospedaliera dei Colli

  • Antonio D’Amore al Cardarelli

  • Mario Iervolino alla Asl Napoli 2 Nord

  • Giuseppe Russo alla Asl Napoli 3 Sud

Saranno invece costretti al passo indietro per raggiunti limiti di età:

  • Giuseppe Longo (Federico II)

  • Ferdinando Russo (Vanvitelli)

  • Renato Pizzuti (Moscati di Avellino)

  • Vincenzo D’Amato (Ruggi di Salerno), dimessosi con sei mesi di anticipo

Al Pascale, dove Attilio Bianchi ha già lasciato l’incarico, il direttore sanitario Maurizio Di Mauro potrebbe assumere la guida in via definitiva o essere destinato alla Vanvitelli, dove ha già operato.

Chi entra e chi cambia incarico

Tra i manager in uscita per il limite dei due mandati:

  • Genny Volpe (Asl Benevento)

  • Ciro Verdoliva, per cui si ipotizza un incarico al Ruggi di Salerno, dove dovrà guidare la realizzazione del nuovo ospedale, replicando quanto fatto con l’Ospedale del Mare a Napoli.

Alla Asl Napoli 1, dove si apre una nuova fase, prende quota il nome di Antonio D’Urso, attuale dg dell’Azienda USL Toscana e vicepresidente Fiaso. A Napoli potrebbe ricomporsi la coppia con Antonio D’Amore, che ricopre lo stesso ruolo nella federazione nazionale delle aziende sanitarie.

I nomi che circolano per i nuovi incarichi

  • Per il Policlinico Federico II: Ugo Trama, attuale responsabile regionale della spesa farmaceutica

  • Per il Moscati di Avellino: Elvira Bianco

  • Per la Asl di Benevento: Monica Vanni, attuale direttrice sanitaria della Napoli 2

Resta massima l’attenzione anche per il Pascale, il San Pio di Benevento, la Asl di Salerno e i due Policlinici universitari, per cui si attendono le scelte definitive nei prossimi giorni. Una partita delicata che disegnerà il futuro della governance sanitaria in Campania per i prossimi anni.

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