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Maurito Icardi, un 2019 da dimenticare e un futuro da scrivere per il campione ripudiato dall’Inter

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Un 2019 da dimenticare per Mauro Icardi. L’Inter evita lo psicodramma con l’Empoli grazie a Nainggolan – che riscatta con un comodo piatto destro il proprio flop e manda la squadra del suo mentore Spalletti (all’ultima da allenatore nerazzurro) in Champions – ma l’argentino non smette di far discutere: al 16′ della ripresa sbaglia il rigore che avrebbe regalato il 2-0 e l’assoluta tranquillita’ all’Inter e così, all’uscita dal campo per la sostituzione, viene duramente contestato da tutto San Siro, diventando bersaglio della frustrazione dei tifosi che non hanno mai digerito la querelle sulla fascia da capitano tolta dal club con un tweet e la successiva telenovela – comprensiva di una lunga ed estenuante trattativa con di mezzo l’avvocato Nicoletti – per farlo rientrare in gruppo. Icardi e’ reietto dai suoi stessi tifosi che erano soliti osannarlo, un nemico del popolo nerazzurro che lo invita ad andarsene con insulti brutali (”sei un figlio di put”). E’ la fine di una storia d’amore tormentata?

Domanda lecita, dopo 124 gol ma appena 11 in questo campionato. Il finale resta tutto da scrivere ma l’ambiente che si respira attorno a Icardi e’ una polveriera pronta ad esplodere. Il numero 9 – attraverso le dichiarazioni della moglie-agente e per mezzo dei social – conferma la propria ferrea volonta’ di ”restare all’Inter”, quella che definisce ”la sua famiglia; ma la societa’ potrebbe essere di parere diverso, soprattutto se alla porta dovesse presentarsi un’offerta sostanziosa. A dare l’ultima parola sara’ probabilmente Antonio Conte, imminente il suo annuncio come nuovo tecnico. Se l’ex ct – che e’ solito preferire centravanti piu’ di manovra, alla Dzeko o alla Lukaku, piuttosto che realizzatori puri – lo riterra’ utile al progetto e non vedra’ in cio’ che circonda Icardi un danno per la stabilita’ emotiva dell’ambiente Inter, non e’ esclusa una clamorosa permanenza. Piu’ facile, pero’, accada il contrario, complice anche questo ultimo strappo da parte di tutto San Siro.

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Compravendita di Manolas, chiusa indagine su De Laurentiis

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La Procura di Roma ha proceduto alla chiusura del fascicolo di indagine a carico del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis (nella foto Imagoeconomica in evidenza), in cui si contesta il reato di falso in bilancio in relazione alla compravendita dalla Roma del difensore Kostas Manolas nell’estate del 2019. La nuova accusa rientra nell’indagine su presunte plusvalenze fittizie intorno all’acquisto dell’attaccante Victor Osimhen nel 2020 dalla squadra francese del Lille. Per questa ultima accusa i pm capitolini avevano proceduto alla chiusura delle indagini nel gennaio scorso. I legali del patron del Napoli, gli avvocati Lorenzo Contrada e Fabio Fulgeri, annunciamo che il loro assistito sarà pronto a farsi ascoltare dagli inquirenti “per chiarire l’intera vicenda”.

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Lazio avanti tutta, batte il Cagliari e sale al 3° posto

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Missione compiuta per la Lazio che, seppur con qualche patema di troppo, batte il Cagliari 2-1 agguantando il terzo posto in classifica – in coabitazione con Fiorentina e Atalanta – portandosi a soli tre punti dal Napoli capolista. La serata inizia alla grande per Baroni, premiato come miglior allenatore del mese di ottobre, che schiera ancora Noslin al posto di Zaccagni nel tridente dietro la punta Castellanos.

Dall’altra parte Nicola risponde con Piccoli in avanti e Luvumbo a cercare di mettere in crisi la difesa laziale con le sue accelerazioni. Sembra tutto facile per la Lazio che mette subito la partita in discesa sfruttando la respinta maldestra di Scuffet, sulla punizione calciata da Pellegrini, grazie alla quale Dia può ribadire in rete senza sforzi. Il vantaggio sembra l’anticamera alla goleada, sensazione acuita dai primi minuti in cui la squadra di Baroni sembra padrona. Ad incrinare quella sensazione, però, ci pensa il palo, che respinge la conclusione dai 25 metri di Castellanos.

Da lì il Cagliari inizia a prendere coraggio, Luvumbo trova spazi sulla sinistra e proprio dai piedi dell’angolano arriva il pareggio grazie a un destro sporco che trova la sfortunata deviazione di Gila ad impedire l’intervento a Provedel e regalare il gol del pari alla squadra di Nicola che va all’intervallo sull’1-1. Nella ripresa Baroni prova a mischiare le carte togliendo Noslin per Vecino, si passa al 4-3-3. E la grande occasione arriva proprio con l’uruguaiano che, dopo il salvataggio di Luperto sul colpo di testa di Castellanos, gira a colpo sicuro trovando però ancora il corpo del numero 6 cagliaritano, confermando così come la serata non sia delle più fortunate per la Lazio. Baroni prova a pescare il jolly inserendo Pedro, Castellanos va ancora vicino al gol con un destro al volo che sfiora il palo senza però trovare il bersaglio grosso.

A trovare la giocata decisiva, però, è Pellegrini che, in area, anticipa Zortea e conquista il rigore che Zaccagni, appena entrato, trasforma bagnando nella miglior maniera possibile il suo ritorno in campo dopo la gastroenterite che lo aveva fatto rimanere fuori contro Genoa e Como. Al Cagliari saltano i nervi, nel giro di pochi secondi Mina prende il secondo giallo che lo fa espellere, Adopo, già ammonito, protesta e segue così il compagno negli spogliatoi in anticipo rispetto alla fine del match. E’ il segnale della resa per il Cagliari, che in 9 contro 11, non riesce più a proporre gioco, la Lazio può amministrare e strappare un’altra vittoria che proietta i biancocelesti al terzo posto insieme ad Atalanta e Fiorentina permettendo alla truppa di Baroni di sognare in grande. Mentre Nicola e i suoi non riescono ad allontanarsi dalla zona calda subendo la terza sconfitta consecutiva.

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Napoli ko, l’Inter è a-1. E l’Atalanta non si ferma più

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Troppa Atalanta per il Napoli. La capolista, dopo avere disposto del Milan, si inchina alla grande qualità del gruppo forgiato da Gasperini, e in classifica si prepara una sorta di ricongiungimento visto che tutte le altre big, in attesa di Inter e Lazio, vincono. Lookman e Retegui sovrastano Lukaku e Kvara, e l’Atalanta infila la quinta vittoria consecutiva. Al secondo posto, a una sola lunghezza dal Napoli, c’è l’Inger, che nel match serale domina contro il Venezia, in particolare nella ripresa, ma segna solo un gol, con Lautaro Martinez di testa su cross di Dimarco. Simone Inzaghi tira un sospiro di sollievo per la rete del pari dei lagunari al 97′, che viene annullata per un ‘mani’ dopo consulto fra l’arbitro Ferrieri Caputi e il Var.

Intanto con il successo al Maradona l’Atalanta è al terzo posto, con 22 punti, raggiunta dalla Fiorentina, che a volte maramaldeggia con le avversarie (Lecce e Roma), a volte conclude con vittorie di misura, che portano il totale a sette consecutive. A Torino decide Kean, su un errore della difesa, e per i granata i tempi si fanno cupi. La Roma continua ad annaspare e alla fine va a picco a Verona, dopo avere recuperato i primi due vantaggi dei veneti . E’ Harroui a regalare tre punti ai veneti nel recupero, che potrebbero preludere a un nuovo cambio di panchina fra i giallorossi. Per Juric e’ un colpo tremendo che allontana la zona Europa e potrebbe essere il capolinea della sua avventura romana. Per i veneti in crisi una poderosa boccata di ossigeno.

Quando il gioco si fa duro le grandi emergono contro avversarie di livello inferiori, a differenza delle prime giornate: ai successi di Bologna, Juve e Milan si aggiungono quelli di Atalanta e Fiorentina. La Juve ha convinto piu’ del Milan, che si e’ imposto tra le proteste del Monza per un gol annullato che ha creato perplessita’, e il gruppo che aspira all’Europa rimescola un po’ le carte. Juventus e Milan inseguono, oltre l’Atalanta (e in attesa del posticipo di domani della Lazio), avanza anche la lanciata Fiorentina che Palladino ha inquadrato con perizia mettendo al posto giusto le tessere di un mercato effervescente, perfino in assenza dell’acquisto piu’ atteso, Gudmundsson. Nessuna recriminazione invece per il Napoli.

Conte, che temeva la sfida, alla fine riconosce la superiorita’ avversaria, frutto di anni di lavoro di Gasperini. Il meccanismo della Dea e’ talmente oliato che, cambiando i titolari, il prodotto non cambia, anche con Scamacca e Scalvini in infermeria da tempo. Gasp toglie riferimenti con De Ketelaere a svariare, pronto a lasciare spazio per Pasalic e Lookman, che risulta devastante come nella finale di Europa League. L’1-2 del nigeriano sottrae certezza alla capolista, McTominay coglie un palo, Lukaku e Kavara non incidono. Alla fine entra Retegui che timbra l’11/o centro in 11 gare, bottino inimmaginabile, e che fa felice anche Spalletti. Per il Napoli il tonfo odierno puo’ essere una fase di crescita come quello iniziale col Verona. E alle porte c’e’ la sfida con l’Inter al Meazza.

Per il Torino e’ la quinta sconfitta in sei gare, un brusco ritorno alla realta’ per Vanoli, che aveva cominciato con ottimi risultati. La forza della Fiorentina e’ ora anche quella di vincere, come a Genova, le gare equilibrate. Un pari annunciato viene spazzato via da un errore di Maripan che tituba su una lunga rimessa di Ranieri, Kean non perdona il difensore e tocca in porta. I granata premono, prendono un clamoroso palo con Pedersen, ma i viola gestiscono il vantaggio e fanno sognare i propri tifosi. Emozioni a raffica al Bentegodi in un mix di errori e colpi a effetto. Tutto nasce da uno sbaglio grossolano di Zalewski che regala un pallone a Tengsted che lo finalizza da attaccante di razza. Il polacco si riscatta parzialmente servendo un assist per il pari di tacco di Soule’, che si sblocca. Ma il Verona di astuzia raddoppia: blocco sospetto di Kastanos a Svilar, su angolo spizzata vincente di Magnani. Nella ripresa la Roma ringhia e pareggia col quarto gol di Dovbyk su azione veloce di Kone e cross di Celik. In fase di recupero pero’ Harroui trova il colpo del ko, poi Montipo’ salva su Dybala. Roma a picco, rilancio per il Verona.

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