Dalle parole ai fatti: dopo una settimana di fuoco in cui sono state le dichiarazioni dei politici ad animare il ‘caso Bari’, oggi è il giorno in cui la commissione del Viminale ha iniziato ufficialmente a sfogliare le decine di migliaia di pagine dell’indagine sul voto di scambio tra politica e mafia alle elezioni comunali del 2019: i tre commissari dovranno verificare la presunta esistenza di infiltrazioni della criminalità organizzata ed eventualmente sciogliere il consiglio comunale.
Lavoro che durerà diverso tempo e le cui procedure sono state illustrate dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al Consiglio dei ministri: nell’informativa ai colleghi di governo, il titolare del Viminale ha illustrato il tema degli accessi ai Comuni e dello scioglimento degli enti locali, con una ricognizione sui provvedimenti adottati negli ultimi anni. E ha ricostruito il ‘caso Bari’. Il ministro ha infatti ricordato che al ministero è stata ricevuta sia una delegazione di parlamentari di centrodestra sia il sindaco Decaro al quale nei giorni successivi è stato anche anticipato, “per correttezza”, la decisione di avviare l’accesso ispettivo.
Quanto ai 3 membri della Commissione, Piantedosi ha sottolineato che si tratta di persone con “esperienza specifiche in tema di prevenzione e contrasto alle infiltrazioni mafiose”. E con i commissari nella sede del Comune, Decaro ha pubblicato un video su Facebook nel quale controlla lo stato dell’asfalto e, con le mani in una pozzanghera, afferma: “Si vede che sto per tornare al mio lavoro fra qualche giorno, che è quello di occuparmi di strade”.
Decaro è infatti è un ingegnere dell’Anas e ha cominciato la sua carriera come assessore alla Mobilità, ma non tornerà in azienda visto che, l’ha annunciato la leader Dem Schlein, sarà candidato alle Europee. Proprio al periodo all’Anas, circa 18 anni fa, risalirebbe il suo presunto incontro con la sorella di un boss, che ha scatenato nuove e accese polemiche. Sono invece state licenziate le due vigilesse coinvolte nell’indagine e che avrebbero chiesto aiuto a un fedelissimo del clan mafioso Parisi, Fabio Fiore (ex autista del boss di Japigia ‘Savinuccio’), per punire una persona che, dopo aver ignorato un semaforo rosso, le avrebbe insultate. Il lavoro dei commissari ministeriali non sarà facile. In un ufficio della prefettura stanno leggendo il voluminoso fascicolo della Dda.
Al suo interno ci sono le accuse che hanno portato il 26 febbraio all’arresto di 130 persone, tra cui la consigliera comunale Carmen Lorusso e suo marito Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale. Anche l’amministrazione comunale ha prodotto un dossier di migliaia di pagine con tutte le attività antimafia del Comune guidato dal sindaco che per questo vive sotto scorta da nove anni. La commissione potrà chiedere altra documentazione e fare audizioni.
I tre commissari hanno tre mesi di tempo, prorogabili a sei, per fare una relazione da consegnare al prefetto che, solo a quel punto, dovrà tirare le conclusioni e formulare una proposta al ministro dell’Interno. Un eventuale scioglimento dovrà essere disposto con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell’Interno, previa deliberazione del Consiglio dei ministri entro tre mesi dalla trasmissione della relazione. Un eventuale scioglimento, quindi, andrebbe a colpire il nuovo consiglio comunale per il quale si vota l’8 e il 9 giugno prossimi.