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Cronache

Mattarella ricorda Falcone e sprona a ‘chiudere’ sulla riforma della giustizia

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Ha scelto l’aula bunker dell’Ucciardone, – il luogo simbolo del riscatto dello Stato nella lotta alla mafia – per spronare le forze politiche, e non solo quelle, ad affrontare con decisione la riforma della giustizia. Compreso l’assetto del Csm, spina nel fianco per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ne e’ la massima autorita’ e che vede ancora non risolta la spirale di crisi aperta dal caso Palamara e proseguita adesso con l’affaire Amara.

Nel 29esimo anniversario della strage di Capaci, Mattarella ha ricordato le vittime – il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani – e la necessita’ di “tenere sempre alta e vigile l’attenzione” contro i clan mafiosi. Il ‘Colle’ non ha pero’ tralasciato di richiamare le forze politiche e tutti gli attori istituzionali cui spetta di dotare il Paese di una giustizia adeguata agli standard Ue, pena la perdita dei 191 mld del Recovery Fund, a chiudere il cerchio sui progetti cui lavora la ministra Guardasigilli Marta Cartabia.

Il Presidente Sergio Mattarella al carcere dell’Ucciardone. (foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Il tempo stringe, ci sono a malapena tre mesi per stare al passo della road map del cammino di ‘ripresa’ e fissare nuove regole per i processi civili e penali, e per l’organo di autogoverno di giudici e pm che continua ad alimentare filoni di inchiesta negli uffici di varie Procure. “La credibilita’ della magistratura e la capacita di riscuotere fiducia e’ imprescindibile per lo svolgimento della vita della Repubblica: gli strumenti non mancano, – ha sottolineato il Presidente Mattarella – si prosegua, rapidamente e rigorosamente, a fare luce su dubbi, ombre, sospetti, su responsabilita’. Si affrontino sollecitamente e in maniera incisiva i progetti di riforma nelle sedi cui questo compito e’ affidato dalla Costituzione”.

Il Presidente Sergio Mattarella al carcere dell’Ucciardone. (foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Le chat di Palamara che hanno riflesso una immagine sconfortante del ‘correntismo’ estremo e le ‘fughe’ dei verbali segreti di Amara, sono state – anche se non esplicitamente – ben presenti nelle parole, meglio nei moniti, pronunciati dal Presidente della Repubblica che ha reso omaggio anche al giudice Paolo Borsellino e ai caduti di Via d’Amelio. “Sentimenti di contrapposizione, contese, polemiche all’interno della magistratura – ha rilevato Mattarella – minano il prestigio e l’autorevolezza dell’organo giudiziario”. “Anche il solo dubbio – ha proseguito il Presidente della Repubblica – che la giustizia possa non essere, sempre, esercitata esclusivamente in base alla legge provoca turbamento. Se la Magistratura perdesse credibilita’ agli occhi della pubblica opinione, s’indebolirebbe anche la lotta al crimine e alla mafia”. “Vorrei ribadire qui, oggi, quanto gia’ detto nel giugno 2019 al Csm e nel giugno 2020 al Quirinale – ha concluso Mattarella -: la credibilita’ della magistratura e la sua capacita’ di riscuotere fiducia sono imprescindibili per il funzionamento del sistema costituzionale e per il positivo svolgimento della vita della Repubblica”.

Il Presidente Sergio Mattarella al carcere dell’Ucciardone. (foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

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Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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