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Mattarella incontra la speaker della Camera Nancy Pelosi e difende il legame Usa-Ue

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Il capo dello Stato Sergio Mattarella incontra l’altra faccia dell’America, quella delle istituzioni e dei Democratici. A Capitol hill, sede del Parlamento, il presidente Mattarella incontra la speaker della Camera Nancy Pelosi. Dopo la giornata sui generis di ieri, tra tensioni sui dazi ed esuberanza di un incontenibile Donald Trump concentrato sui propri guai con l’Ucrainagate e le accuse democratiche sulla Siria, il secondo giorno della visita del presidente della Repubblica in Usa e’ un ideale colloquio con l’altra meta’ di un paese diviso. Un paese la cui economia corre ma che si prepara a vedere il suo comandante in capo messo sotto inchiesta, per la terza volta nella storia; una vicenda che ovviamente non viene mai affrontata nei colloqui dei diversi leader americani con il presidente della Repubblica.

E intanto i risultati del faccia a faccia di ieri con Trump cominciano a farsi tangibili se il consigliere economico, Larry Kudlow, spiega che “Trump ha detto che esaminera’” le istanze dell’Italia, che vorrebbe scongiurare le tariffe anche perche’ Roma non e’ direttamente coinvolta negli aiuti di stato al consorzio Airbus e comunque non mettera’ dazi sulle auto. Nulla di deciso ancora, ma “ci sono sei mesi per negoziare”. Il colloquio di oggi per il Capo dello Stato e’ stato sicuramente piu’ morbido: molte le convergenze con la leader democratica, a cominciare dalla centralita’ del rapporto transatlantico che Trump mette in secondo piano. Se ieri Trump ha definito senza molta diplomazia l’avversaria “nervosa” e “politica di serie oggi Mattarella ha parlato di lei con grande cortesia come una donna dalla “forza gentile”, ricordando la sua origine italiana.

 

Ma soprattutto la unita’ di vedute si e’ registrata sui temi fondanti i rapporti tra i due Paesi: la comune partecipazione alla Nato e il rapporto tra Usa e Ue. Quest’ultimo e’ stato nuovamente difeso dal Capo dello Stato, dopo gli attacchi di ieri di Trump, che lo ha definito “un asse fondamentale per la stabilita’ globale”. Quanto alla Nato, dopo le sollecitazioni a maggiori contributi italiani giunti dall’amministrazione Usa, Mattarella ha voluto ricordare che l’Italia, dopo il doloroso 11 settembre, ha affiancato le truppe americane in Afghanistan con il secondo contingente piu’ numeroso della Alleanza. Ma il discorso si allarga ai valori fondamentali del rapporto tra le due sponde dell’Atlantico, basato su storia, democrazia, rapporti tra istituzioni e Parlamenti, legami umani. Connessioni antiche che vanno rispettate e “protette da ogni minaccia”, superando quindi gli interessi di ogni singola nazione, anche la piu’ grande, per tutelare l’equilibrio collettivo e dare prospettive di “pace e sviluppo” a ognuno. Domani il capo dello Stato sara’ a San Francisco per una visita alla Silicon valley, all’universita’ di Stanford che ospitera’ il forum italia-Usa sull’innovazione e a due startup ideate da due giovani italiani.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Esteri

Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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