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Mattarella a Xi: caro presidente, più cooperazione e dialogo sui diritti

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Piu’ cooperazione tra Italia e Cina, ma anche un auspicato confronto sui diritti umani. E scambi e investimenti che siano “a doppio senso, anche sulle idee”. Nella prima giornata del presidente cinese a Roma, la sintonia tra Xi e il capo dello Stato Sergio Mattarella e’ palpabile, tanto che il presidente cinese lo invita a tornare nel suo Paese. E si prodiga in rassicurazioni su un’intesa commerciale che, assicura, sara’ vantaggiosa per tutti. Mattarella non nasconde la soddisfazione per un accordo nel quale ha sempre creduto, ma non si tira indietro sui nodi ancora da sciogliere rispetto alle politiche commerciali dell’Impero Celeste. E le elenca una ad una: i diritti umani, innanzitutto e poi la “leale concorrenza tra le imprese”, la “rimozione delle barriere per i prodotti italiani”, il “rispetto della proprieta’ intellettuale” e la “lotta comune alla contraffazione”. Passano poche ore e arriva l’apprezzamento del vicepremier Matteo Salvini, il piu’ freddo all’interno del governo gialloverde sull’accordo, che si e’ sfilato dalla giornata perche’ “impegnato in Basilicata”. L’incontro con Mattarella e’ stato il momento clou della lunga giornata del presidente cinese, accolto a Roma assieme alla moglie da ‘imperatore’, con imponenti misure di sicurezza, una massiccia scorta in gran parte ‘made in China’, eccezion fatta per il folto gruppo di corazzieri a cavallo che ha vigilato sul suo ingresso al Quirinale. Xi ha risposto a – quasi – tutte le questioni sollevate da Mattarella. Non una parola sui diritti umani, ma la disponibilita’ ad aprire un dialogo. E molte rassicurazioni sul fronte commerciale.

“Tra di noi non c’e’ nessun conflitto di interesse – ha detto – e sappiamo entrambi come rispettare le preoccupazioni della controparte”. E ancora: “Vogliamo consolidare la fiducia politica”, valorizzare “la collaborazione nei trasporti, nei porti, nelle infrastrutture. Siamo disponibili a importare sempre di piu’ prodotti italiani di qualita’”, ha assicurato. “La parte cinese, vuole uno scambio commerciale a due sensi e un flusso degli investimenti a due sensi”, ha aggiunto, mentre Mattarella sottolineava il contributo “cruciale” dell’Italia nella nuova Via della Seta. E sui rapporti con la Cina, nell’arco della giornata, una serie di messaggi incrociati hanno percorso la tratta Roma-Bruxelles. Il memorandum, ha assicurato Mattarella, “rappresenta un interesse anche nell’ambito della strategia Ue”.

L’Italia, ha aggiunto Fico, “si e’ mossa nel quadro giuridico dei principi europei”. E il premier Giuseppe Conte, proprio da Bruxelles, dove era impegnato nel vertice Ue, e’ andato oltre. Convinto che l’Italia, “stia dando un grande contributo” nel rapporto tra Cina e Unione europea, perche’ nell’accordo, che il premier firmera’ domani assieme a Xi, sono stati inseriti “principi europei”, con una serie di modifiche volute da Roma. Mentre Xi ha assicurato di guardare con favore ad un’Europa “unita, stabile e aperta”, da Bruxelles i 27 sono andati avanti nel rapporto con il Dragone, annunciando che l’accordo con Pechino sara’ chiuso nel 2020, ma anche che dal primo aprile scattera’ lo scudo sugli investimenti cinesi in Europa. Oltre alla tappa centrale al Quirinale, salutato ad ogni passaggio da gruppetti di connazionali giunti da tutta Italia, Xi e’ poi andato a Piazza Venezia per deporre una corona, accompagnato dalla ministra della difesa Elisabetta Trenta, prima di incontrare i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati, per poi chiudere in serata con il pranzo di Stato al Quirinale e il concerto alla Cappella Paolina con Andrea Bocelli. Domani la firma degli accordi e, dopo la colazione a Villa Madama, la partenza per Palermo, in omaggio ancora una volta a Mattarella.

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Forze armate Kiev: sono necessarie decisioni non convenzionali

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“Le battaglie nella città di Pokrovsk, nella provincia di Donetsk, sono eccezionalmente dure e richiedono ai vertici militari ucraini di prendere decisioni non convenzionali”. Lo ha affermato – come riportano i media locali – il comandante delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrskyi, al termine di una visita alla 38/a Brigata di Marina separata, che opera in prima linea in quel settore. Secondo Syrskyi, “l’esercito ucraino è svantaggiato, soprattutto in termini di manodopera: le truppe russe superano in numero le unità ucraine e stanno mandando avanti tutte le forze disponibili”.

Il comandante non ha spiegato quali tipo di decisioni non convenzionali sono necessarie in questa fase del conflitto, ma ha detto che una priorità è di consegnare sufficienti quantità di munizioni alla prima linea. “Bisogna – ha detto – aumentare la resilienza della difesa e distruggere più efficacemente gli occupanti”. Pokrovsk è un importante snodo logistico per le forze ucraine nell’est del paese ed è stata teatro di pesanti combattimenti negli ultimi mesi. Secondo il sito web di monitoraggio Deep State le forze russe stanno avanzando e si trovano ora a soli 3 chilometri dalla città.

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Trapiantato un cuore sempre battente, ‘è la prima volta’

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È già stata una rivoluzione copernicana nella cardiochirurgia mondiale: l’equipe padovana guidata da Gino Gerosa ha effettuato con successo un trapianto di cuore sempre battente, dal prelievo all’impianto. L’intervento è stato eseguito nell’Azienda ospedaliera di Padova su un uomo di 65 anni. “È il primo al mondo a cuore totalmente battente”, ha detto Gerosa. E spiega: “Mentre in un consueto trapianto di cuore, l’organo viene prelevato e impiantato da fermo, in questo caso ha sempre battuto e quindi tutto il trapianto è stato eseguito a cuore battente dal momento del prelievo a quello dell’impianto”. L’operazione è avvenuta due settimane fa, il paziente, che era affetto da una cardiopatia post ischemica, sta bene e prima di Natale, dice l’Azienda ospedaliera, tornerà a casa. Il macchinario usato per l’operazione è quello utilizzato da anni dall’equipe, ha conservato la corretta temperatura e ha perfuso il cuore, allungandone la sopravvivenza dalle quattro ore fino a otto.

“Siamo molto felici in primis per il paziente e soprattutto perchè questo risultato apre la strada a molti altri pazienti – osserva Gerosa – . È una vera e propria rivoluzione perchè proteggiamo al meglio il cuore e le aspettative di vita del paziente che lo riceve”. “Il primo grazie va ai familiari del donatore, poichè senza donazione tutto ciò non sarebbe stato possibile”, aggiunge. “È un lavoro di team che ci porta a segnare una tappa che riporta a Padova al 14 novembre 1985 quando il professor Gallucci fece il primo trapianto in Italia. Nel maggio dell’anno scorso abbiamo realizzato il primo trapianto in Italia da donatore a cuore fermo’, osserva il cardiochirurgo. Sulla scia delle esperienze del professore Joseph Woo, abbiamo scelto quindi di continuare a far battere il cuore che avevamo prelevato, facendolo continuare a battere senza danni da ischemia da perfusione'”. Soddisfatto, per primo il direttore dell’azienda ospedaliera Giuseppe Dal Ben.

“Ancora una volta in azienda ospedaliera arriva un primato mondiale – spiega. È un grande gesto tecnico, un risultato della cardiochirurgia di Padova che viene condiviso con l’azienda ospedaliera e siamo orgogliosi di poter ospitare una eccellenza mondiale di questo livello”. “Gino Gerosa e la sua straordinaria equipe hanno varcato, primi nel mondo, una nuova frontiera della cardiochirurgia e della trapiantistica – commenta il presidente del Veneto Luca Zaia -. E’ stata scritta in Veneto una nuova pagina indelebile della storia internazionale di questa disciplina. Non ci sono più parole – conclude – per esprimere la stima e la gratitudine al Professor Gerosa, a tutti i componenti della sua squadra, e all’Azienda Ospedale Università di Padova”.

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Felipe di Spagna in Aula, Mattarella punto di riferimento

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Un discorso mai formale, dal timbro progressista che non ci si sarebbe aspettato da un monarca, seppur costituzionale. Un intervento solenne al Parlamento italiano, decisamente politico, con il quale re Felipe VI ha affrontato tutti i temi più caldi della politica europea partendo da un pubblico riconoscimento dell’autorevolezza del presidente della Repubblica: voglio ringraziarlo, ha subito premesso parlando in italiano, “per la sensibilità verso la Spagna, per aver sempre trovato nel presidente della Repubblica i consigli. Lo sapete meglio di me, è un punto di riferimento per l’Italia e gli italiani, nonché per molti capi di stato tra cui ci sono io”. La cerimonia a Montecitorio è stato il momento centrale della visita di Stato del sovrano che è stato accompagnato in tutti i suoi appuntamenti dalla moglie Letizia.

Se il Re ha impressionato per la chiarezza delle sue prese di posizione, dall’Europa alla Nato, la consorte ha rubato l’attenzione dei cittadini e dei media: la sua eleganza – amplificata da diversi cambi di abiti in poche ore – è stata immortalata dai fotografi con centinaia di scatti visti e rivisti sui social. D’altronde la storica simpatia italo-spagnola era stata ben interpretata sin dalla mattina dallo stesso Mattarella che aveva parlato di relazioni bilaterali “straordinarie”. Concetto subito ricambiato dal re che, come ancor di più il padre Juan Carlos, ha un debole per l’Italia: “venire in visita di Stato in Italia è qualcosa di molto speciale, non è una visita qualsiasi, i nostri Paesi – ha sottolineato – hanno relazioni intense e sono molto amici”. La grande sintonia politica tra Mattarella e il re è apparsa subito evidente.

Se il capo dello Stato ha definito “ineluttabile” la necessità di riforme profonde per le istituzioni europee, il sovrano gli ha fatto specchio in Aula confermando la ferrea visione euro-atlantica di Roma e Madrid spiegando ai parlamentari che “la nuova Commissione deve orientare l’Unione verso il futuro, garantire la competitività globale e scommettere su un nuovo mercato interno”. Ma non solo. Dopo aver citato De Gasperi (“il futuro si può costruire solo con l’applicazione metodica del metodo democratico”), re Felipe ha lodato l’opera di due italiani ben presenti nelle dinamiche europee: Mario draghi ed Enrico Letta. Per poi chiudere con un riferimento alle radici antifasciste che ci legano: “siamo due Paesi che hanno una chiara consapevolezza del passato, in particolare del fatto che c’è un passato che non deve e non può ripetersi neanche per scherzo”.

Fin qui il Quirinale, che Felipe e Letizia ritrovano in serata per una cena di Stato offerta dal presidente. A pranzo entra in scena la premier che riceve i due ospiti nella residenza governativa di villa Doria Pamphili per un pranzo di lavoro. Giorgia Meloni li ha accompagnati a visitare i giardini della residenza, con il celebre labirinto di siepi. Poi le foto di rito e qualche imbarazzo di cerimoniale sul posto da prendere davanti ai fotografi: ci pensa il sovrano e risolvere le cose mettendosi alla sinistra della premier e collocando la moglie alla destra. Non poteva mancare infine un omaggio alla città, a quella Roma che re Felipe definisce “una delle principali culle della nostra civiltà” che “appartiene ed è sempre appartenuta al nostro immaginario collettivo europeo”. Quindi l’entrata in Campidoglio con gli squilli di tromba dei Fedeli di Vitorchiano in abiti storici, l’immancabile affaccio sul balcone con vista sui Fori e il regalo della Lupa da parte del padrone di casa, il sindaco Roberto Gualtieri. Giovedì si cambia scenario ma non sarà meno spettacolare: i sovrani di Spagna si spostano a Napoli. Prima una colazione di saluto con il presidente a villa Rosebery a Posillipo. Poi una Lectio magistralis di re Felipe IV al San Carlo, dove, in occasione degli 800 anni dell’Università Federico II, gli sarà conferita una laurea ad honorem in Scienze sociali e statistiche.

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