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Economia

Matera 2019: il boom turistico è arrivato un anno prima

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Un successo che ha mosso i primi passi cinque anni fa, che si e’ poi gia’ concretizzato in pieno con 12 mesi di anticipo ma che, con alcuni piccoli accorgimenti, potra’ sicuramente riguardare anche il futuro. Nel 2014 Matera fu designata Capitale europea della Cultura 2019, oggi un’indagine della Cna turismo e commercio ha certificato che, per la Citta’ dei Sassi, il boom turistico e’ stato gia’ registrato nel 2018, con un eccellente +20% di arrivi rispetto al 2017. In un convegno che si e’ tenuto nel complesso “Le Monacelle”, in pieno centro storico, con vista sui Sassi, la Cna ha quindi analizzato i dati del 2018, ma soprattutto ha indicato la “ricetta” per i prossimi anni: c’e’ bisogno di un turismo di continuita’ e destagionalizzato. Di certo, un determinante contributo potra’ arrivare anche dall’agente segreto piu’ famoso del mondo: dalla meta’ di agosto e per circa un mese la produzione sara’ a Matera per le riprese del 25/o episodio della saga di James Bond, in uscita mondiale nell’aprile 2020. Tornando al 2018, invece, l’indagine Cna ha permesso di scoprire che “gli arrivi complessivi negli esercizi ricettivi di Matera sono ammontati a oltre 614mila”, con l’incremento di quasi il 20% rispetto al 2017. Le presenze registrate sono state 1,86 milioni, con un aumento del 5,8%.

Il punto, pero’, forse piu’ importante e’ un altro. E’ stato infatti giudicato “davvero rimarchevole il contributo dei turisti stranieri alla crescita: +22,47% i loro arrivi, +15,47% le presenze”. Nel 2018, rispetto al 2017, gli arrivi di turisti italiani hanno comunque “fatto segnare un aumento di quasi il 19%, mentre le presenze sono aumentate del 4,64%”. Tra i flussi dall’estero “significativo” il dato dei visitatori dagli Stati Uniti: oltre 14mila (+42%) con quasi 29mila presenze, “che hanno permesso agli Usa di scalzare la Francia dal primo posto. In crescita del 45% gli arrivi dal Belgio e del 35% quelli dall’Australia”. Ad attirare italiani e stranieri, secondo la Cna, “oltre alle bellezze di questa meraviglia fino a poco tempo fa quasi sconosciuta, la possibilita’ di fare turismo esperienziale, un fenomeno in crescita e in via di riconoscimento legislativo nella delega al governo in materia di turismo, gia’ approvata alla Camera”.

E per il futuro che si puo’ fare? Destagionalizzare deve diventare la parola d’ordine. Anche perche’ Matera e’ ormai considerata una citta’ d’arte, proprio come Firenze, Roma o Venezia. Tre citta’ citate non a caso, perche’ Matera ha senza alcun dubbio le potenzialita’ turistiche per diventare “il grande catalizzatore” di tutto il Mezzogiorno, come hanno sottolineato il presidente e il coordinatore nazionale di Cna turismo e commercio, Luca Tonini e Cristiano Tomei. Per farlo, pero’, ci sara’ bisogno di fare progressi sul tema dell’accessibilita’: ovvero “potenziare – attraverso l’utilizzo di soluzioni tecnologiche sostenibili – la fruibilita’ delle destinazioni che caratterizzano il territorio”.

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Dl Pnrr diventa legge con fiducia, scontro su consultori

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Tra mille polemiche e una maggioranza sempre più lontana dall’opposizione, passa al Senato con 95 sì, 68 no e un astenuto il decreto che contiene misure aggiuntive per l’applicazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il provvedimento, che aveva già ricevuto il via libera dalla Camera il 18 aprile, diventa così legge. Ma lo scontro in Aula è aspro soprattutto su alcune misure come quella che consente alle associazioni Pro-Vita di entrare a pieno titolo nell’ organizzazione dei Consultori. Per le senatrici Valeria Valente (Pd) e Alessandra Maiorino (M5S) si tratta, in realtà, di un “attacco bello e buono” alla legge e di “una mano tesa” agli “antiabortisti”. E questo, incalza Tino Magni (Avs), “nella convinzione patriarcale che le donne non siano capaci di scegliere liberamente, che non siano capaci di autodeterminarsi”.

Ma a far discutere c’è anche la norma che dà lo stipendio a Renato Brunetta – già professore in pensione, ex ministro ed ex parlamentare – da presidente del Cnel. Gli interventi più duri su questo fronte sono quelli di Alessandra Maiorino e di Matteo Renzi, anche se quest’ultimo, alla fine, non vota, così come il leader di Azione, Carlo Calenda. Secondo la senatrice del M5S si tratta di “una ricompensa” data a Brunetta per “aver smontato”, come Cnel, “il reddito di cittadinanza”. Mentre il fondatore di Italia Viva parla direttamente di “marchettificio” visto che con questo decreto non solo “si viola la legge Madia” per garantire lo stipendio al presidente del Cnel “con i soldi dei nostri figli”, “ma si prevedono anche molte assunzioni” che nulla c’entrano con il testo. Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNNR, Raffaele Fitto, prova in tutti i modi a difendere il decreto in Aula assicurando che si tratta di un testo sul quale “c’è già stato un ampio confronto in Europa”, che contiene “misure” adeguate e che “non toglie 1 euro alla sanità”, ma l’opposizione continua ad attaccare “soprattutto sui tempi” ristrettissimi che al Senato sono stati concessi per esaminare il provvedimento.

Così, mentre la ministra per il Turismo, Daniela Santanché, elogia la “riforma epocale per le guide turistiche” contenuta nel decreto, il segretario della Cgil, Maurizio Landini, presente al presidio organizzato dalla Cgil davanti a Palazzo Madama contro il provvedimento, accusa direttamente il governo “di un disegno autoritario” contro il quale invita tutti “a scendere in piazza”. Nel Senato, dove nel frattempo si apprende che il 6 maggio arriverà la statua sulla maternità dell’artista Vera Omodeo, che il Comune di Milano aveva rifiutato, il dibattito non si placa fino al momento del voto. Il presidente dell’Udc Antonio De Poli difende la norma sui consultori osservando come non sia “un reato aiutare le donne a scegliere la Vita”, mentre la senatrice del M5S Ketty Damante non ha dubbi: “Il decreto è solo un modo per il governo di provare a nascondere il totale fallimento nella gestione del Piano”. “Stiamo attentissimi quando in futuro l’Ue ci proporrà altre forme di debito – dichiara il leghista Claudio Borghi – perché le sirene hanno già iniziato a suonare e questo lo dico anche agli alleati”.

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Bonus 100 euro in tredicesima per redditi fino 28mila euro

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Un’indennità fino a 100 euro nelle tredicesime dei lavoratori con reddito fino a 28mila euro con moglie e almeno un figlio, anche se nato fuori del matrimonio riconosciuto, adottivo o affidato. Lo prevede una nuova bozza del decreto legislativo Irpef-Ires atteso oggi in consiglio dei ministri. Il bonus, si spiega nella bozza della relazione illustrativa, “a causa della limitatezza delle risorse disponibili” sarà corrisposto per il solo 2024 “ai lavoratori che si trovano in condizioni economiche di particolare disagio, anche in considerazione della presenza, nel nucleo familiare, di familiari a carico fiscalmente”.

– Con l’articolo 4 del decreto, che prevede ‘disposizioni in materia di benefici corrisposti in occasione dell’erogazione della tredicesima’, si stabilisce che, “in attesa che sia introdotto un regime fiscale sostitutivo” per i redditi da lavoro dipendente, “per ragioni di semplificazione normativa” si mantiene “l’ordinario regime di tassazione delle tredicesime e prevedendo, nel contempo, la restituzione, sotto forma di indennità, di un importo che non potrà essere superiore a 100 euro, importo corrispondente al maggior prelievo tributario che si verifica rispetto all’applicazione di un’imposta sostitutiva”, si spiega nella bozza della relazione illustrativa.

Per beneficiare dell’indennità il lavoratore deve trovarsi nelle seguenti condizioni: deve possedere un reddito complessivo nell’anno non superiore a 28.000 euro; deve avere un coniuge e almeno un figlio, anche se nato fuori del matrimonio riconosciuto, adottivo o affidato, che si trovano nelle condizioni reddituali previste dall’articolo 12, comma 2, del TUIR (reddito complessivo non superiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili, limite elevato a 4mila euro per i figli fino a 24 anni); deve avere capienza fiscale con riferimento ai redditi di lavoro dipendente percepiti. L’ammontare dell’indennità andrà definita con un decreto del ministero dell’economia e delle finanze, da adottarsi entro il 15 novembre 2024, sulla base delle maggiori entrate erariali derivanti dall’attuazione del concordato preventivo biennale delle Partite Iva.

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Rfi, accordo quadro da 390 milioni per lavori riqualificazione

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Abbattimento delle barriere architettoniche, interventi di manutenzione dei sottopassi già esistenti, inserimento di nuovi ascensori e restyling interni agli edifici di stazione. Sono alcune delle azioni previste all’interno dell’Accordo Quadro relativo al bando di gara pubblicato da Rete Ferroviaria Italiana, società capofila del Polo Infrastrutture del gruppo Fs, per la progettazione esecutiva e la realizzazione di lavori di manutenzione straordinaria nelle stazioni distribuite sull’intero territorio nazionale. Gli interventi sono suddivisi in 10 lotti del valore complessivo di circa 390 milioni di euro.

Lo rende noto la società. Tra le attività previste l’adeguamento di pensiline esistenti o installazione di nuove, l’innalzamento dei marciapiedi ferroviari allo standard europeo H55 e loro ripavimentazione e sistemi di orientamento per le persone con disabilità visive. Le attività rientrano nel più ampio Piano Integrato Stazioni (Pis) avviato da Rfi per la riqualificazione di oltre 600 stazioni su tutto il territorio nazionale; tra queste, quelle a maggiore rilevanza trasportistica, che intercettano oltre il 90% del totale dei passeggeri, ma anche stazioni medio – piccole di particolare rilevanza in relazione alle molteplici richieste espresse dalla collettività e dagli stakeholder istituzionali, spiega Rfi, che tra la fine del 2022 e i primi mesi del 2024 ha pubblicato gare per l’esecuzione dei lavori di riqualificazione delle stazioni di importo complessivamente pari a circa 1,6 miliardi aggiudicandone 12 per circa 1,2 miliardi.

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