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Mascherine sui mezzi, verso proroga fino a settembre

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Proroga dell’obbligo di utilizzo delle mascherine sui mezzi di trasporto fino a settembre. E’ questo l’orientamento che si sta delineando in questa ore in vista del Consiglio dei ministri che dovrebbe svolgersi domani, con il previsto via libera alla norma che sancira’ invece lo stop ai dispositivi di protezione ai prossimi esami di maturita’ e terza media. Un orientamento, quello ipotizzato per i mezzi di trasporto, confermato dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa e che si ispira ad un approccio di prudenza al quale invita anche l’Europa. Le mascherine dunque, ha chiarito Costa, dovrebbero restare obbligatorie fino a settembre anche in ospedali e Rsa, oltre che sui trasporti, ovvero “luoghi piu’ affollati e dove ci vuole ancora un po’ di prudenza”. L’obbligo per l’utilizzo di questi dispositivi, previsto dall’ordinanza del ministero della Salute dello scorso aprile, scadra’ domani 15 giugno e, eccetto la piu’ che probabile proroga per i trasporti, dal 16 giugno si dovrebbe invece poter dire addio alle mascherine nei teatri, cinema ed eventi sportivi al chiuso. “In queste ore il Governo dovra’ prendere una decisione sull’obbligo di mascherina. A titolo personale, auspico che, nel decidere, si tenga conto delle tante persone fragili che devono prendere treni, aerei, mezzi pubblici”, ha affermato la deputata Lisa Noja, capogruppo in Commissione Affari Sociali. Insomma, in molti ribadiscono l’invito alla cautela. A partire dalla commissaria alla Salute Ue Stella Kyriakides che, su twitter, avverte che “anche se il Covid-19 non e’ piu’ in primo piano, la pandemia non e’ finita. Dobbiamo essere pronti per i prossimi mesi – sottolinea -. Continueremo a lavorare con e per conto dei nostri Stati membri per garantire forniture di vaccini adeguate alle loro esigenze, compresi potenziali vaccini adattati”. Per questo, ha annunciato, “abbiamo chiesto all’Ema e all’Ecdc di aggiornare le raccomandazioni sulle dosi booster in vista del periodo invernale e ci aspettiamo che ci sia bisogno di ulteriori dosi booster soprattutto per gruppi piu’ vulnerabili”. Inoltre, lo sviluppo di vaccini adattati alle varianti “e’ in corso” e “insieme all’Ema siamo in dialogo continuo con gli sviluppatori per poter garantire la loro autorizzazione in vista dell’autunno”, ha assicurato. Cio’ anche a fronte di uno scenario epidemiologico in evoluzione, in cui e’ atteso un aumento dei contagi per effetto delle sottovarianti di Omicron BA.4 e BA.5 in Europa. Il “vantaggio di crescita riportato per BA.4 e BA.5 – mette in allerta il Centro europeo per il controllo delle malattie Ecdc – suggerisce che queste varianti diventeranno dominanti in tutta l’Ue probabilmente con conseguente aumento dei casi di Covid nelle prossime settimane”, ma “non ci sono prove” che “siano associate a una maggiore gravita’ dell’infezione”. Tuttavia, afferma l’Ecdc, “come nelle ondate precedenti, un aumento complessivo dei casi puo’ comportare un aumento di ricoveri ordinari, di quelli in terapia intensiva e di decessi”. Insomma, la minaccia del virus SarsCoV2 e’ ancora presente, sia pure con trend discendenti, come confermano per l’Italia i dati odierni del bollettino del ministero della salute. Sono infatti 39.474 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore (ieri 10.371) e le vittime sono 73, in aumento rispetto alle 41 di ieri. Il tasso di positivita’ e’ al 17,3%, in crescita. E sono 183 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 10 in meno di ieri, mentre i ricoverati nei reparti ordinari sono 4.199 (-11). Intanto, la Commissione Europea ha accolto con favore l’accordo politico provvisorio raggiunto dal Parlamento europeo e dal Consiglio sulla proroga di un anno del certificato Covid digitale dell’Ue (green pass) in seguito alla proposta della Commissione. La proroga consentira’ di continuare a utilizzare il proprio certificato, la cui scadenza era inizialmente prevista per il 30 giugno, per viaggiare in Ue laddove richiesto, oltre che nel caso in cui l’aumento delle infezioni costringesse gli Stati a reintrodurre temporaneamente delle restrizioni.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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