Fino a pochi giorni fa, Nicola Salvati era un perfetto sconosciuto fuori dagli ambienti politici ristretti del Pd campano. Un commercialista riservato, mai una dichiarazione pubblica, sempre in giacca e cravatta, seduto ai margini delle riunioni della direzione regionale del partito. Un uomo di numeri e conti, più che di parole e strategie. Ma oggi, il suo nome è diventato il centro di un terremoto politico e giudiziario: agli arresti domiciliari, insieme al padre Giuseppe, con accuse pesantissime: associazione per delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso in atto pubblico e autoriciclaggio.
L’inchiesta: il business dei permessi di soggiorno
Le indagini della Procura di Salerno ricostruiscono una doppia vita di Salvati. Di giorno, un rispettato professionistacon un ruolo chiave nel Pd campano, di notte (metaforicamente parlando), al centro di un presunto sistema di gestione illecita di permessi di soggiorno. Un meccanismo che passava per il click day, la procedura prevista dalla legge per regolarizzare l’ingresso dei migranti, e che sarebbe stato trasformato in un business.
Secondo l’accusa, chi voleva un permesso di soggiorno doveva pagare fino a 7.000 euro. Un giro d’affari enorme, con almeno 2.000 pratiche sospette finite sotto la lente degli inquirenti. Un ruolo che il giudice per le indagini preliminari ha definito “attivo, consapevole e costante”, tanto da far emergere il sospetto che Salvati fosse un perno dell’organizzazione.
Un profilo politico nell’ombra: l’uomo del Pd che tutti vogliono dimenticare
La reazione del Partito Democratico non si è fatta attendere. Salvati è stato sospeso con effetto immediato, e in molti hanno preso le distanze. Ma il suo percorso politico non è secondario: è stato vicesindaco di Poggiomarino sotto l’amministrazione di Leo Annunziata, fedelissimo di Vincenzo De Luca, ed è legato a Mario Casillo, il consigliere regionale più votato del Pd in Campania.
Eppure, la sua nomina a tesoriere regionale del partito non è stata una scelta di De Luca, ma è stata confermata da ben due commissari, inviati da Roma per “risanare” il Pd campano:
- Francesco Boccia, all’epoca in quota Enrico Letta.
- Antonio Misiani (foto Imagoeconomica), scelto direttamente da Elly Schlein.
Oggi, nel partito nessuno vuole ricordarlo, ma la sua posizione era frutto di una continuità politica trasversale.
Uno scandalo che divide: la sinistra lo cancella, la destra lo usa
Se per il Pd Salvati è già un uomo da dimenticare, nel centrodestra invece il suo caso è diventato un’arma politica. La destra lo sta utilizzando come un contrappeso al caso Almasri, il libico scarcerato per decorrenza dei termini che ha infiammato il dibattito sull’immigrazione.
Per Fratelli d’Italia e Lega, il caso Salvati è la prova dell’ipocrisia della sinistra sul tema dei migranti. Ma davvero Salvati era un personaggio così rilevante? Oppure, come scrive qualcuno tra i dem, era solo un piccolo ingranaggio di un meccanismo molto più grande?
Un Pd campano sempre più nel caos
Lo scandalo Salvati si inserisce in un contesto già esplosivo per il Pd campano. Il partito è ancora scosso dalle inchieste su Antonio Poziello (ex sindaco di Giugliano arrestato per scambio elettorale politico-mafioso), Franco Alfieri (ai domiciliari, ma ancora presidente della Provincia di Salerno) e altri esponenti vicini a De Luca.
“C’è una questione morale e va affrontata prima che intervenga la magistratura”, ha dichiarato Sandro Ruotolo, responsabile Informazione e Cultura del Pd.
Il problema, però, è che la magistratura è già intervenuta, e il Pd campano si ritrova senza una leadership chiara e con un commissario, Antonio Misiani, sempre più contestato.
Conclusione: un partito senza pace
Il Pd in Campania sembra essere finito in un vortice senza fine, tra commissariamenti, faide interne, scandali e guerre di potere. Il caso Salvati è solo l’ultimo tassello di una crisi profonda, che rischia di travolgere non solo il partito locale, ma anche i vertici nazionali.
Mentre a Napoli si cerca una via d’uscita, Roma non può più ignorare il problema. Quanto ancora potrà reggere il Pd campano prima di un definitivo crollo?