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I Sentieri del Bello

Mariaceleste, top manager del Gruppo Alilauro: così voglio innovare nel solco della tradizione

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Mariaceleste Lauro, 26 anni, Ceo del Gruppo Alilauro Spa. È  stata indicata dal magazine Forbes tra i 100 top manager d’Italia. L’impegno più importante assunto? Vuole innovare  l’azienda di famiglia senza dimenticare la tradizione, punta a renderla tra le compagnie di navigazione tecnologicamente più all’avanguardia d’Europa. Siamo in un periodo di profondi cambiamenti storici, economici e sociali. Siamo in un’era di grandi trasformazioni e la giovanissima top manager ischitana non vuole perdere nessuno degli appuntamenti con il futuro.  L’abbiamo incontrata e abbiamo provato a capire come affronta le sfide del lavoro come giovane, donna, madre e manager. Quattro ruoli da recitare nessuno dei quali è facile in un Paese come l’Italia.

Lei è il nuovo volto del gruppo Lauro. Ci può spiegare il suo percorso professionale in azienda? Com’è diventata Ceo?

Lo dico spesso: le nostre storie valgono. Ed è il nostro percorso di vita a definire chi siamo: dobbiamo proteggerle. Ogni esperienza, ogni situazione lavorativa, ogni singolo stage, ogni incontro, persino ogni fallimento ci forma. Perché quando non sappiamo fare nulla, dobbiamo fare tutto. Comprendere le dinamiche lavorative è fondamentale. Anche per questo è giusto iniziare dai lavori considerati più umili e poco richiesti. Soltanto così puoi capire realmente quale possa essere la tua strada. E con me è accaduto esattamente così: ho iniziato giovanissima su una banchina, tra le hostess, senza corsie preferenziali. Ho voluto rimboccarmi le maniche, con umiltà, dialogando in modo genuino con tutti i collaboratori e i membri dell’equipaggio, uno per uno, al loro pari. E così ho capito che non esistono lavori migliori di altri. Ogni mansione è fondamentale per il corretto funzionamento delle aziende. Lavorare sodo è fondamentale, sporcarsi le mani è il miglior modo per partire, comprendere i processi di una realtà aziendale, mettersi nei panni di tutti. E provare a migliorare lo status quo. Abbiamo formato squadre, ed insieme a questo percorso di cambiamento abbiamo compreso che fosse indispensabile un customer service, per tendere una mano alla clientela del gruppo. Abbiamo iniziato a capire che potesse essere importante immaginare un punto di riferimento nei vari porti, e così a Napoli è nato il nostro hub. Ho un cognome da cui derivano grandi responsabilità ma ho voluto attraversare tutti gli step necessari, e oggi questa è la mia forza, soprattutto nel rapporto con i collaboratori.

È stata costretta a rinunciare a qualcosa della sua vita per diventare manager o ha vissuto pienamente come donna, mamma e lavoratrice?
Ognuno di noi quando intraprende un percorso compie delle scelte. E non sono mai scelte definitive. Si può tornare indietro, riannodare il nastro, cambiare strada. Io ho scelto di portare avanti un sogno, il mio sogno, il sogno di mio nonno Agostino e di mio padre Salvatore. Con sacrificio e passione. Ho rinunciato a molto – penso in particolare alla spensieratezza dei vent’anni e a cosa ha significato bruciare le tappe – ma così ho avuto la fortuna di comprendere alcune dinamiche prima del tempo, prima dei miei coetanei. La cosa fondamentale è svegliarsi tutti i giorni ed essere convinti che quello che si sta facendo sia la cosa giusta. Da qualche anno condivido con mia sorella Mariasole la governance. È stimolante crescere insieme a tutti i membri della squadra. Siamo giovanissime, ma infinitamente fiere e grate di come l’azienda si stia trasformando. Abbiamo affrontato molte difficoltà soprattutto nell’ultimo periodo, ma abbiamo compreso che a volte non è ciò che vinci, ma ciò che proteggi che è la cosa più importante.

Lei è anche una giovane mamma, quanti sacrifici ha dovuto sopportare per coniugare un ruolo così assorbente di genitore con quello di manager di un’azienda?

Generare, crescere ed educare un figlio sono eventi che rivoluzionano letteralmente la vita di una persona, mettendola di fronte a responsabilità, impegni, aspettative, illusioni e delusioni, rinunce e scelte, in un continuo processo di adattamento e accomodamento reciproco. Essere madre ti mette in costante discussione: sarà mia figlia a dire se sono stata una splendida madre. Questo percorso richiede un equilibrio non comune, soprattutto in un Paese come l’Italia, che non agevola il percorso di chi non rinuncia a una delle due opzioni, tra carriera e maternità. Ecco, questa è una delle mie sfide: fare in modo che nell’impresa di domani le donne riescano a portare avanti con serenità ed equilibrio le loro aspettative di donne e mamme senza dover fare i salti mortali per diventare mamme. Io oggi sono una mamma orgogliosa, ma anche una donna appassionata del proprio lavoro, una sorella, una figlia: non accetto le etichette, non rifuggo le responsabilità. Questo vorrei che comprendesse mia figlia: forse non avrà avuto una mamma onnipresente, ma ha una mamma felice, che non rinuncia ai propri sogni, e che ama raccontarle del suo lavoro, della sua passione e della storia della nostra famiglia che ogni giorno continuano a scrivere. Vorrei che sapesse che è molto difficile, ma abbiamo a disposizione tutti gli ostacoli del mondo per dimostrare che sia anche possibile. 

Quali sono state le prime soddisfazioni e i primi risultati che ha conseguito una volta raggiunto il vertice dell’azienda?

Nessun dubbio: vedere tanti giovani ai vertici, abbassare sensibilmente l’età media dell’organico, assottigliare il ‘gender gap’ fino ad annullarlo. Abbiamo assunto il più giovane comandante d’armamento nel golfo di Napoli, abbiamo avuto il coraggio di favorire un ricambio generazionale veloce. Dando le opportunità a tanti giovani talenti. Questo è stato illuminante e fortificante. Le cose possono davvero cambiare. Con il tempo, e con le persone giuste, ogni cosa si trasforma, anche un’azienda storica come la nostra. Chi non evolve, scompare. La verità è che le aziende sono processi imperfetti, fatte di persone imperfette: bisogna partire dal presupposto che la perfezione è irraggiungibile. Ma bisogna tendere al meglio, tutti i giorni, e farlo insieme. Per quello ricerchiamo da sempre talenti imperfetti per un’azienda imperfetta. L’inclusione è un atto di civiltà. E cerchiamo di farlo da sempre. Quest’anno assumeremo un ragazzo con la sindrome di down tramite il Progetto Più, ideato da una mia collega, Carla Recupito, che permetterà ai ragazzi di introdursi in modo del tutto naturale nel mondo del lavoro.

Ecosostenibilità, qual è la sua visione in merito? Quali sono i progetti futuri ai quali la sua azienda sta lavorando?

Abbiamo iniziato a investire con convinzione nell’ecosostenibilità già da diversi anni, provvedendo al refitting della flotta: oggi le nostre navi hanno meno emissioni e disturbano meno gli ecosistemi. Puntiamo da sempre sui “corridoi blu” che sono la scelta più veloce ed ecologica da sempre. Il settore marittimo produce il 3% di emissioni globali. Gli armatori da tempo stanno cercando soluzioni che permettano di abbandonare i combustibili fossili, per passare a combustibili alternativi. Stiamo studiando le energie verdi, dall’elettrico all’idrogeno, certi che nuove pagine siano dietro l’angolo e ci consentano presto di navigare da e per le isole senza alcun impatto per l’ambiente. Soluzioni che potrebbero variare tra navi da crociera, RORo pax e Unità veloci. È pur vero però, che attualmente non esistono soluzioni immediate. La vera sfida infatti non si giocherà sulle navi ma sui porti e le infrastrutture. Siamo stati apripista, in questo, e non intendiamo fermarci. Anche se La sostenibilità va intesa a 360 gradi. Parliamo poco di Sostenibilità etica, morale ed economica. E, in quanto imprenditori, abbiamo il dovere morale di procedere in tal senso. Educare i clienti al cambiamento, è anche una nostra responsabilità. Ognuno di noi è fondamentale per questa nuova rivoluzione.

Cosa pensa si possa migliorare nei trasporti marittimi in genere ed in particolare da e per Ischia e le isole del golfo?

Deve cambiare tanto, non lo nego. Ma partendo da un presupposto: al mare bisogna portare rispetto. Va alimentata, tramandata e insegnata la cultura del mare. Soprattutto su un isola. Come? Anzitutto non equiparando i trasporti marittimi a quelli terrestri: sono universi differenti, con regolamentazioni differenti. Gli aliscafi non sono tram o funicolari. Non tutti hanno chiaro questo distinguo. Quello in cui stiamo investendo e su cui puntiamo da qualche anno é l’accoglienza in quanto nuova esperienza: dopo la palazzina di Napoli, creeremo una sala d’attesa confortevole a Ischia. Le persone ricercano l’unicità e le emozioni che si porteranno una volta tornati a casa. Noi puntiamo sulla nostra storia che ci rende unici. Sulla cultura del servizio che stiamo cercando di ampliare a 360 gradi. Aggiungeremo servizi al viaggio, che consideriamo sempre un’esperienza. C’è tanto da lavorare, ma siamo in un momento unico. Abbiamo la possibilità di rivoluzionare per sempre il concetto del viaggio. E abbiamo in serbo sorprese straordinarie.

È ottimista quest’anno sul ritorno dei turisti ?

Le previsioni sono ottime, si annunciano numeri – in termini di flussi turistici – persino superiori al 2019, considerato un anno straordinario. La gente ha voglia di viaggiare, dopo aver superato la complessa pagina della pandemia e ne abbiamo avuto contezza già dall’ultima fase della primavera. Quel che possiamo dire è che si viaggerà sempre più per leisure che per lavoro. La nostra sfida è quella di far trovare al viaggiatore le condizioni ideali per farlo nel modo più efficiente e confortevole possibile, vincendo così anche la sfida della concorrenza, che nell’era del turismo globale è sempre più agguerrita.

Ultima domanda: uno sguardo al lavoro giovanile. In base alla sua esperienza di vita e professionale, cosa si sente di consigliare a chi si sta affacciando proprio ora al mondo del lavoro?

Non è semplice dare consigli: ognuno di noi è differente. I nostri vissuti, le nostre storie fanno di noi persone animate da obiettivi e stimoli diversi. Quel che posso dire è che le passioni e i sogni vanno assecondati, senza se e senza ma. Tenacia e passione: mai accontentarsi. Evolversi nella ricerca di un equilibrio complesso, quasi irraggiungibile. Ma farlo ci rende vivi. E mai arrendersi. E per farlo bisogna avere coraggio. Non abbiate paura di essere ciò che siete.

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