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Margaret Atwood, a Gilead è il momento delle purghe

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 E’ stato un po’ “come essere in una spy story: con nomi in codice, numeri segreti” per Margaret Atwood, alla quale “piacciono molto queste cose”, nei giorni che hanno preceduto il lancio mondiale de ‘I Testamenti’. Il seguito de Il Racconto dell’ancella, che e’ stato scritto in molti luoghi e arriva oggi in libreria – in Italia per Ponte alle Grazie nella traduzione di Guido Calza – doveva restare coperto dal segreto fino al 10 settembre, ma il riserbo e’ stato rotto da Amazon che per errore ha fatto circolare alcune copie infiammando poco prima dell’uscita la curiosita’ dei lettori.

“L’alone di segretezza intorno al libro e’ legato al fatto che ci sono stati dei tentativi di furto del manoscritto. Spedendo false e-mail hanno provato a ottenere copie digitali del romanzo durante la lavorazione. Fortunatamente questa volta non ci sono riusciti. Non sono riusciti neanche a rubare dagli stampatori, come fecero per Harry Potter” spiega la scrittrice, ospite di un solo evento pubblico in Italia al Festivaletteratura di Mantova, nel giorno in cui finalmente si puo’ tenere fra le mani l’evento letterario dell’anno. Ne ‘I Testamenti’ – che arriva 34 anni dopo ‘Il racconto dell’Ancella’ da cui e’ stata tratta una premiatissima serie tv distribuita in Italia da Timvision – a Gilead si apre il periodo delle purghe. “Ci troviamo 15, 16 anni nel futuro rispetto al mondo dell’Ancella, dunque abbiamo a che fare con persone che erano molto giovani nel primo libro, una di loro non era neppure ancora nata nel primo capitolo. In particolare il personaggio di zia Lydia, che e’ vista solo a distanza e dal di fuori nel primo romanzo, qui e’ narrata dall’interno e ha sedici anni in piu'” racconta la scrittrice, 79 anni, piu’ volte candidata al Nobel. Nel libro piu’ atteso dell’anno “il regime di Gilead si e’ evoluto: non e’ piu’ all’inizio, ma nel periodo di mezzo. E i regimi nel periodo intermedio sono molto diversi da quelli al principio, se durano.

La Rivoluzione Francese e’ passata direttamente al Terrore, senza attraversare un periodo intermedio, per esempio. La Rivoluzione Americana e’ passata dal momento rivoluzionario a vincere la Rivoluzione. E ora che cosa facciamo?” dice la Atwood ridendo. “La Rivoluzione Sovietica – prosegue la scrittrice – passo’ dalla vittoria bolscevica, in cui uccisero i menscevichi. Poi ebbero un breve periodo di pace e progresso. Ma poi vennero le purghe di Stalin. Uno schema tipico del culto del Millenarismo: si prospetta un’eta’ dell’oro, ci si arma e si fa fuori un sacco di gente, poi pero’ dov’e’ l’eta’ dell’oro, sembra che non arrivi. Ecco che deve essere colpa di qualcuno. Ma, siccome i nemici esterni sono stati tutti uccisi, bisogna trovare un nemico interno. Da qui il tempo delle purghe. Questo e’ un po’ quello che propongo per il regime di Gilead, anche se sono ancora in guerra, stanno attraversando un periodo di mezzo che apre al momento delle purghe, il momento in cui si eliminano i rivali interni”. Ancora prima di arrivare in libreria con le 502 pagine de ‘I Testamenti’ la Atwood era gia’ finalista al Booker Prize. “Non si scrive per vincere i premi. Certo sono una cosa molto carina” dice l’autrice. “Prima di tutto vengono le domande che i lettori mi hanno fatto nel corso degli anni su quale sarebbe stato il destino del regime di Gilead. E le domande sono cambiate nel corso del tempo, anche rispetto alle trasformazioni del mondo avvenute intorno a noi: nel passato sembrava che Gilead fosse un mondo lontano dal nostro, invece di recente abbiamo avuto l’impressione di avvicinarci pericolosamente a quel modello. Dunque era giunto il momento di rivisitare quell’universo. Ero molto interessata a capire come un regime del genere potesse finire” spiega la scrittrice. Inoltre, “sappiamo dalla Storia che a un certo punto, in questo tipo di regimi, le persone, dall’interno, si rivoltano e ne minano le fondamenta. Ero interessata specialmente al personaggio di zia Lydia che nel primo romanzo era vista solamente dal di fuori. Non sapevamo molto di lei. Che cosa poteva voler dire essere dentro la sua mente e adottare il suo punto di vista? Una posizione sempre molto pericolosa, per una donna, la sua, in un regime come quello”. A narrare sono tre voci di donne e del futuro del genere femminile la Atwood dice, citando l’Eta’ del Bronzo e le Amazzoni, “in merito alle diseguaglianze di genere, le cose non sono sempre state allo stesso modo, e dunque non e’ detto che le cose vadano sempre in una certa direzione”.

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Arriva stretta Ue su Pornhub e altri 2 siti per adulti

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Scatta anche per Pornhub e per altre due note piattaforme per adulti come Stripchat e Xvideos la stretta europea sull’online, imposta dalla legge sui servizi digitali, il Digital services Act (Dsa). Dovranno presentare valutazioni del rischio, adottare misure di mitigazione per affrontare i rischi sistemici legati alla fornitura dei servizi e rispettare altri obblighi di trasparenza, pubblicità inclusa, dando l’acceso ai propri dati ai ricercatori. La Dsa ha obblighi rafforzati per quelle che vengono designate come piattaforme online molto grandi. Non solo Twitter, TikTok e Zalando, dunque ma anche Pornhub e le altre due: e forse nulla più dell’obbligo di sottostare alla Dsa dà una misura di quanto sia diffuso il porno online.

Le regole si applicano alle grandi piattaforme indicate ai sensi del Dsa quattro mesi dopo la notifica legale della loro designazione. Così le disposizioni aggiuntive per Pornhub e Stripchat entreranno in vigore il 21 aprile, mentre due giorni dopo per XVideos. Le piattaforme designate devono garantire spazi online più sicuri e trasparenti. Identificare e affrontare in modo efficace i rischi sistemici, in particolare quando si tratta di mitigare i rischi per il benessere dei minori, l’amplificazione di contenuti illegali, i sistemi di raccomandazione, ecc.

Nel caso dei tre siti porno in questione l’esecutivo europeo ha già sottolineato che verranno monitorati con particolare attenzione gli obblighi e le misure volte a protezione dei minori e per affrontare la diffusione di contenuti illegali. Pornhub dichiara sul proprio sito 100 miliardi di video visualizzati all’anno, oltre 100 milioni di visite giornaliere e 36 miliardi l’anno. A fine gennaio stimava di avere ai sensi della Dsa 32 milioni di utenti attivi mensili, mentre Stripchat sul proprio sito ne indica 31,8 milioni (a febbraio 2023). Tutte e tre le piattaforme comunque secondo l’analisi della Commissione superano i 45 milioni di utenti mensili. Le aziende che non rispettano i nuovi obblighi rischiano sanzioni fino a 6% del fatturato globale, ma si può arrivare anche alla messa al bando per i recidivi.

La Dsa ha indicato le prime 19 grandi piattaforme ad aprile del 2023, chiedendo loro dal febbraio di quest’anno di essere pienamente allineate alla riforma. Il riassetto è andato quasi in parallelo alla legge sui mercati digitali Dma, pensata più a protezione del consumatore e delle aziende più piccole, mentre il Dsa punta a limitare gli illeciti online, le fake news, violazioni della privacy e a tutelare i minori.

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Ergastolo ad amanti diabolici, uccisero marito di lei

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Il corpo della vittima non è mai stato trovato, ma questo non è bastato ai due amanti diabolici a evitare l’ergastolo. La corte d’assise di Palermo, presieduta da Sergio Gulotta, ha condannato al carcere a vita Luana Cammalleri e Pietro Ferrara, accusati di aver ucciso l’ex marito della donna, Carlo La Duca, e di averne poi fatto sparire il cadavere. Un giallo ambientato a Cerda, centro agricolo del palermitano conosciuto per la Targa Florio, la corsa automobilistica più antica del mondo che si snoda sul percorso delle Madonie, e per le sue coltivazioni di carciofi. Carlo La Duca, imprenditore agricolo locale, sparì nel nulla il 19 gennaio del 2019 dopo essere uscito da casa alle 8.07 per recarsi a Cinisi, dove ad attenderlo c’era la sua nuova compagna. Dovevano trascorrere insieme il fine settimana, non si sarebbero mai incontrati.

Durante il tragitto la vittima si fermò in un terreno di proprietà di Ferrara, che riteneva il suo “migliore amico”, nella borgata palermitana di Ciaculli. È qui, tra gli agrumeti un tempo feudo di boss mafiosi come Michele Greco, che secondo la ricostruzione dell’accusa La Duca sarebbe stato ucciso. In che modo i due imputati si sarebbero disfatti del corpo resta tuttora uno dei misteri del processo. Alle 10.48 l’auto dell’imprenditore ripartì. Secondo i pm l’uomo era già morto; a guidare era Ferrara. Dietro, in una Fiat Punto bianca, ci sarebbe stata Luana Cammalleri, l’ex moglie che avrebbe partecipato al delitto. Il tragitto della Volkswagen dell’imprenditore fu seguito grazie al Gps installato sulla vettura trovata abbandonata in via Salvatore Minutilla, nel rione periferico di Cardillo, dall’altra parte della città. L’accusa ha sostenuto che ad uccidere l’imprenditore sarebbero stati i due amanti, anche se non è mai stato trovato il cadavere dell’uomo, nonostante le ricerche, nè è stato chiarito il movente del delitto. I parenti della vittima e la nuova compagna si erano costituiti parte civile.

La mamma di Lo Duca, Concetta Grispino, dopo la sentenza è scoppiata in lacrime. “Ci sono due bambini senza un padre. Assassini, l’hanno studiato, adesso devono soffrire in carcere”. “L’ho detto fin dal primo momento che erano stati loro – ha aggiunto la donna -, si fingevano amici e invece…. Mio figlio non me lo restituirà più nessuno. Perché, perché? Mio figlio non aveva nemici, lo stimavano tutti, tutti. Sono cinque anni che non lo vedo e non lo vedrò più”.

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Voto di scambio e corruzione, bufera su Regione Sicilia

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Uno scambio di favori per ottenere voti per l’allora candidata del Pd alle elezioni europee del 2020, Caterina Chinnici, totalmente estranea all’inchiesta, ma anche contatti con due Carabinieri per acquisire informazioni riservate su eventuali indagini a suo carico e bonifiche tecniche nei locali della sua segreteria. Sono le accuse contestate dalla Procura di Catania – nell’ambito di un’inchiesta che ha portato a undici misure cautelari – al vice presidente e assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana, Luca Sammartino, all’epoca dei fatti deputato regionale del Partito democratico.

L’uomo forte della Lega nell’isola, eletto con circa 21mila preferenze alle regionali del 2022, il secondo più votato in Sicilia, è stato sospeso da incarichi pubblici per un anno dal gip Carla Aurora Valenti. La giudice, pur sottolineando la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e che a suo carico pendono altri procedimenti per reati in materia elettorale, non ha accolto la richiesta di arresti domiciliari della Procura. Il parlamentare si è detto “sereno e certo che emergerà la totale estraneità ai fatti, risalenti a cinque anni fa e che con stupore leggo mi vengono contestati”.

Sammartino si è dimesso dagli incarichi di governo che sono assunti ad interim dal governatore Renato Schifani che ha ribadito “piena fiducia nella magistratura” e ricordato che Sammartino ha “ricoperto il suo doppio ruolo istituzionale con decoro, lealtà e trasparenza”. “Tra il 2015 e il 2018 Sammartino non era con la Lega: le indagini sono state chiuse nel 2021, ma solo oggi arrivano i provvedimenti, guarda caso a un mese dalle Europee, mi chiedo perché arrivino ora”, si chiede il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa. Per i componenti del M5s in commissione Giustizia dall’inchiesta emerge “un quadro sconcertante” e “la risposta del governo è un costante lavoro di smantellamento degli strumenti di contrasto a queste e altre forme di malaffare”. Il leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, attacca il vicepremier: “noi non raccattiamo ‘feccia politica’ pur di avere voti come ha fatto Matteo Salvini”.

La senatrice Enza Rando, responsabile Legalità del Pd, sottolinea “la necessità di alzare il livello di guardia e di mettere al centro dell’azione politica etica pubblica e antimafia sociale”. Sul caso si è già attivata la commissione parlamentare Antimafia che ha disposto l’acquisizione degli atti dell’inchiesta. Sammartino è indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta ‘Pandora’ su presunte infiltrazioni mafiose di corruzione nel Comune di Tremestieri Etneo il cui sindaco, Santi Rando, un poliziotto da anni in aspettativa, è stato arrestato per scambio elettorale politico-mafioso. In carcere, con la stessa accusa, è stato condotto dai Carabinieri del comando provinciale di Catania anche Pietro Alfio Cosentino, ritenuto il referente del clan Santapaola-Ercolano a Tremestieri Etneo che si sarebbe “adoperato per garantire il rispetto di precisi accordi elettorali propedeutici all’elezione” di Rando.

Ai domiciliari Giovanni Naccarato, dirigente del Comune, l’architetto Puccio Monaco, all’epoca dei fatti consulente a titolo gratuito del sindaco, l’ingegnere Paolo Di Loreto e lo storico consigliere d’opposizione Mario Ronsisvalle poi transitato tra i sostenitori di Rando alle amministrative del 2021. Rando e Ronsisvalle sono stati sospesi dell’incarico di amministratori dal prefetto di Catania. L’accusa a Sammartino, oggi alla Lega, ma con un passato in Udc, Pd e Italia Viva, è di avere favorito Ronsisvalle, proprietario di una farmacia a Tremestieri Etneo: si sarebbe impegnato nell’impedire l’apertura a un suo concorrente, intervenendo al Comune.

In cambio avrebbe ottenuto l’appoggio elettorale per la candidata alle europee che lui sosteneva nel 2020 per il Pd, Caterina Chinnici, totalmente estranea all’inchiesta. Sammartino, all’epoca, spiegava che bisognava “dare un messaggio in Sicilia” perché “c’è un degrado culturale infinito” e “l’occasione può essere il voto per le europee”, con il “sostegno a Caterina Chinnici”. Un magistrato, spiegava l’allora deputato del Partito democratico, che “ha una storia, ha un significato, è la Sicilia che non abbassa la testa, che ormai siamo diventati terra di… per i leghisti che ci devono venire a raccontare a noi siciliani come funziona il mondo”. Secondo il pentito, Silvio Corra, Sammartino nel 2015 avrebbe incontrato, una-due volte, esponenti di spicco del clan Santapaola.

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