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Marcell Jacobs abdica con onore, nei 100 il nuovo re è Lyles: ma la mia carriera non è finita

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Usain Bolt rimane nell’Olimpo, Marcell Jacobs è solo quinto ma con onore nella sua seconda finale dei Giochi, questa volta in uno stadio stracolmo, ribollente di passione ed entusiasmo. Correre veloce come mai aveva fatto quest’anno, in 9″85, non basta all’italiano per salire sul podio dei 100, tantomeno per fare come ‘Il Lampo’ ovvero confermarsi campione olimpico. Così, dopo aver abdicato, lascia mestamente la pista dello Stade de France toccandosi più volte dietro la coscia sinistra. A vincere è stato il suo rivale più accreditato, in quanto campione mondiale in carica, quel Noah Lyles istrione nato che mentre saltella per la pazza gioia viene applaudito dall’attrice Sharon Stone che in tribuna si alza in piedi per lui.

Lyles, in 9″79, ha vinto al fotofinish su quello che finora a Parigi aveva corso meglio, ovvero il giamaicano Kishane Thompson allenato da Stephen Francis che rese grande Asafa Powell e ora guida questo altro campione che fa i 100 in meno di 42 passi e sul lanciato è davvero bello da vedere. Peccato per lui che il divo Lyles lo abbia battuto di un soffio. Ma è Jacobs l’uomo del giorno, il più acclamato alla presentazione sia della sua semifinale che della sfida per le medaglie, e la sua corsa verso il podio risulta vana. Non gli basta avere uno dei migliori tempi di reazione allo sparo, e poi spingere come un matto per battere almeno Fred Kerley (alla fine bronzo), come successe a Tokyo, e nemmeno l’eterno piazzato Akani Simbine, sudafricano che mette in bacheca un’altra medaglia di cartone. Jacobs si consola con l’orgoglio del campione che comunque non ha abbassato la guardia, ha dato tutto, e cambiato vita andando in Florida, e ora cercherà di rifarsi nella staffetta, problemi fisici permettendo.

Dalla zona della gara Marcell è andato via zoppicando vistosamente, ma ha cercato di tranquillizzare tutti dicendo che “è solo un crampo”. “Credevo nella medaglia, ma non ho rimpianti – ha tenuto ad aggiungere -perche’ ho dato tutto. Gli altri andavano fortissimo. Mi dispiace perche’ volevo festeggiare con tutti gli italiani unaltro oro, ma la carriera di Jacobs non finisce qui”. La speranza è di rifarsi con la staffetta, dove nel caso non riuscisse a recuperare dall’infortunio probabile l’iungresso nel quartetto di Ali. In precedenza la giornata dell’atletica azzurra, nonostante la qualificazione di Pietro Arese alla finale dei 1500 metri, non era stata troppo favorevole per via delle notizie sullo stato di salute di Gianmarco Tamberi.

Le ha diffuse il diretto interessato, che si stava allenando nel centro tecnico di Formia e avrebbe dovuto essere da oggi a Parigi. Invece prima “una fitta lancinante al fianco” e poi la scoperta di un probabile calcolo renale e la febbre a 38.8 lo hanno costretto a rimandare la partenza. Non è certo un buon viatico per ‘Gimbo’, in queste ore costretto a letto. Ma lui ha giurato che sarà comunque, in pedana e a ogni costo, in vista delle qualificazioni dell’alto di mercoledì prossimo, dalle 10.05. E a proposito, nella finale di questa gara al femminile, spettacolo vero per il duello fra l’ucraina primatista mondiale Yaroslava Mahuchikh e l’australiana Nicola Olyslagers. Ma, oltre al talento, anche la motivazione di chi non salta solo per se stessa ma anche per una nazione intera non poteva che avere la meglio: Yaroslava, fuggita da casa perché la linea del fronte distava meno di cento chilometri, rappresenta l’Ucraina “che non si arrende mai, e un popolo che lotta in mille modi contro ogni difficoltà”. A dimostrarlo, se ancora ce ne fosse stato bisogno, arrivano anche il bronzo, sempre nell’alto donne, di Iryna Gershchenko e quello nel martello di Mykhaylo Kokhan, perchè questo oltre al giorno di Lyles lo è stato anche dell’Ucraina.

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Semifinali Vuitton Cup, Luna Rossa 2-0 agli americani

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La semifinale, al meglio delle 9 regate, della Louis Vuitton Cup contro American Magic è cominciata più che bene per Luna Rossa. Infatti l’equipaggio dell’imbarcazione italiana ‘targata’ Prada e Pirelli ha vinto le prime due regate del torneo di selezione che stabilirà l’avversaria di Emirates Team New Zealand per l’America’s Cup. Lo ha fatto di un soffio, visto che in entrambi i casi è arrivata sul traguardo con una manciata di secondi sui rivali: 7 nel primo caso e 18 nel secondo. Sempre oggi, primo doppio ‘match’, e primo doppio successo, di Ineos Britannia su Alinghi. Le due sfide del via hanno visto Luna Rossa partire male, rimontare a cominciare dal terzo lato e poi imporsi sul traguardo di pochi metri.

Nella prima prova a dare il successo allo scafo italiano è stata la sua velocità impressionante, sicuramente superiore a quella della barca americana, che le ha permesso di mettere sotto pressione gli avversari rimontando lo svantaggio iniziale calcolabile in circa trecento metri. Il sorpasso è arrivato alla terza bolina, poi l’imbarcazione italiana è arrivata al gate 5 con 22 secondi di vantaggio e ha contenuto il tentativo di rimonta dell’equipaggio statunitense nella poppa conclusiva. La seconda ‘manche’ è stata tiratissima fino al traguardo, e si è svolta in condizioni meteo insidiose e vento in calo sui 9-10 nodi. Il Team Prada Pirelli, che ha sorpassato American Magic alla seconda bolina, ha poi avuto la meglio in volata dopo un match race combattuto e incerto che ha visto diversi scambi di posizione tra le due imbarcazioni.

“La velocità è un buon segnale, ma abbiamo anche regatato bene e fatto delle cose giuste – il commento del timoniere Francesco Bruni -: li abbiamo portati a prendere delle decisioni difficili. Loro hanno commesso degli errori e noi ne abbiamo approfittato”. Sulla velocità delle barche, Bruni sottolinea che “Luna Rossa non va sicuramente male e peggio degli americani, ma oggi era una giornata che si decideva sui salti di vento e l’intensità di vento. Sicuramente adesso non abbiamo più il vantaggio del doppio timoniere (lui e Spithill ndr), una novità che avevamo portato noi e ora non possiamo più essere esclusivi in quello. Ma credo che abbiamo comunque ampi margini di miglioramento”. Ora, dopo questo doppio successo, Luna Rossa vede già la finale della LV Cup? “Ora dobbiamo pensare a questa semifinale e guardare solo agli americani – la risposta di Bruni -. Non lo sapevo neanche che Ineos aveva vinto due regate oggi”.

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F1: altro show di Leclerc in Ferrari, quarta pole di fila a Baku

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Chi pensava che la vittoria a Monza fosse soltanto un episodio si sbaglia: la Ferrari e Charles Leclerc hanno dominato le prove del Gran Premio dell’Azerbaigian, conquistando la pole position a Baku, la quarta di fila per il pilota monegasco su questo tracciato, la terza della stagione. Una festa quasi completa per la Rossa con il terzo posto di Carlos Sainz, preceduto soltanto dalla McLaren di Oscar Piastri (si tratta della stessa griglia di partenza vista quest’anno a Montecarlo: in quella occasione il monegasco ha vinto precedendo proprio l’australiano e lo spagnolo).

A Baku in numeri sono dalla parte di Leclerc. Il ferrarista fa poker con il tempo di 1:41.365 e per la Ferrari è la quinta pole su questo tracciato. Il monegasco può approfittare anche del momento non positivo di Max Verstappen con la Red Bull. L’olandese è soltanto sesto preceduto dal compagno di squadra Sergio Peres, quinto, e dalla Mercedes di George Russell. Addirittura 17mo Lando Norris con la McLaren rimasto vittima di una bandiera bianca che ne ha condizionato il giro lanciato. Tra le sorprese delle qualifiche c’è sicuramente l’argentino Franco Colapinto che, al suo secondo gran premio su una Formula 1, ha centrato la Q3 con la Williams e si è poi piazzato nono davanti al compagno di squadra Alexander Albon. Settima la Mercedes di Lewis Hamilton, davanti all’Aston Martin di Fernando Alonso.

Su una pista dove contano molto le capacità di tenuta dei piloti, Leclerc sa di giocarsi una buona chance per il prosieguo della stagione. “Baku è una delle mie piste preferite ma non è stato un weekend facile – spiega – L’incidente nelle prove non mi ha fatto perdere fiducia anche se poi ho dovuto recuperare tempo. L’importante però era stare il più lontano possibile dai muri. La macchina mi ha dato buone sensazioni. E stare in pole è fantastico”. “Sainz terzo? E’ il miglior risultato al quale ci potevamo auspicare – continua il pilota monegasco – La gara sarà molto lunga. In passato siamo stati bravi in qualifica e meno in gara. Ma quest’anno abbiamo una macchina forte in gara quindi possiamo farcela. Voglio finire il lavoro in gara”. Poi un passaggio sulla vittoria a Monza.

“Ogni gara bisogna resettare rispetto a quelle precedenti e lo abbiamo fatto”, conclude Leclerc. Un pensiero condiviso dal compagno di squadra Carlos Sainz: “Penso che abbiamo avuto qualifiche solide e ci siamo messi in buone condizioni per domani – spiega lo spagnolo – In genere questa pista non mi piace e sono contento del terzo posto anche perché il mio passo gara è buono”. Tra i due ferraristi c’è la McLaren di Oscar Piastri a poco più di tre decimi dal monegasco: “Questa è una pista che premia il rischio. Non sono riuscito a sfruttare al massimo la prima parte della pista. Penso che da questa posizione di partenza si può lottare per la vittoria ma è difficile sorpassare chi ti precede”, conclude sapendo però che rispetto al Gran Premio di Montecarlo qui le occasioni sono più numerose.

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Conte parte con il nuovo Napoli, Lukaku guida l’attacco

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Scelta ampia e squadra completa per Antonio Conte che domani comincia a Cagliari la sua vera stagione, con il mercato chiuso e i giocatori nuovi che si stanno inserendo nel Napolirivoluzionato che De Laurentiis gli ha affidato per rinascere. Conte ha avuto poco tempo per abituare gli scozzesi McTominay e Gilmour agli automatismi del suo gioco, visto che i due hanno passato le ultime due settimane praticamente tutte con la nazionale, ma il tecnico ha avuto ottimi segnali sulla loro forma dalla Nations League, nonostante le sconfitte di misura contro Polonia e Portogallo.

I due stanno lavorando con intensità nei primi giorni di Castel Volturno e McTominay ha già delle chances di entrare in campo dal 1′ o nella seconda parte del match a Cagliari al posto di Anguissa, il centrocampista che spesso non partecipa al meglio alla velocità di contenimento e offensiva del centrocampo. Conte ci pensa, come riflette sul ballottaggio tra Politano, ancora favorito, e Neres, il brasiliano che è rimasto a Napoli in questo periodo e nei due spezzoni precedenti ha dimostrato di dare una qualità di invenzioni in più alle spalle della punta. Scelte da fare che intanto non sembrano coinvolgere Kvaratskhelia che si sta allenando con la squadra e dovrebbe essere in buone condizioni dopo la botta che ha ricevuto in campo con la Georgia.

Davanti contro il Cagliari è pronto a giocare Romelu Lukaku, che ha studiato bene il gioco nel Napoli di Conte, un allenatore che conosce dall’Inter e con cui ha un legame che lo ha convinto a venire al Napoli, rinunciando a ricche offerte in Premier. Lukaku ha segnato il suo primo gol azzurro contro il Parma, aprendo la rimonta e ora vuole davvero diventare il punt di riferimento in attacco della squadra azzurra: Lukaku finora ha segnato 100 gol in Italia tra Inter, Roma e la rete contro il Parma e vuole ricominciare il nuovo conto dei gol contro un Cagliari che è partito lento ma ha una difesa che tiene. Due punti finora per i sardi con due pareggi, ma solo due gol subito in tre match, tenendo sullo 0-0 la Roma nell’ultimo turno.

Conte ha studiato la squadra di Nicola e vuole un Napoli che sappia attaccare con fantasia, rompendo l’equilibrio della difesa sarda e regalando una domenica da sogno ai tifosi azzurri che saranno a Cagliari, in una rivalità tra le due tifoserie che negli ultimi mesi si è affievolita, in particolare dopo i tanti messaggi di solidarietà degli ultras del Napoli per la morte dell’idolo sardo Gigi Riva. L’obiettivo forte per il Napoli è raggiungere la terza vittoria consecutiva in una fila di successi che manca dal febbraio del 2023, quando la squadra vinse otto match consecutivi in campionato. Le chances ci sono e Conte vuole davvero una risposta dai nuovi arrivati e da chi già era in azzurro ma sa di non avere più un posto da titolare assicurato.

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