Angelo Pisani, legale napoletano di Diego Armando Maradona nelle vicende legate al Fisco, è convinto che il Pibe de oro poteva “scampare all’ennesimo appuntamento con il destino”. Pisani dice che “si sarebbe salvato con l’amore di suo figlio Diego Junior”. Perchè “da quanto si apprende dai media in Argentina – sostiene Pisani – è morto da solo, incredibile che dormiva da solo senza la presenza e l’affetto di familiari dopo un tale intervento chirurgico “. “Chi gli voleva bene doveva farlo rimanere almeno in clinica per una degenza sicura”. Pisani è l’avvocato-amico che ha salvato Maradona dalle grinfie del Fisco Italiano restituendo al calciatore la possibilità di tornare liberamente in Italia senza il rischio di vedersi strappare gli orecchini o il Rolex dal polso per evasione fiscale. Pisani ha parlato della scelta della politica napoletana di costruire una statua in onore di Maradona e di intitolare a lui lo stadio: “Io penso che la statua e lo stadio siano solo parte di un progetto più ampio. Ho avuto incarico da un comitato di imprenditori di curare l’acquisto della ex centro paradiso di Soccavo per salvarlo dal abbandono e restituirlo ai ragazzi con un museo azzurro. Maradona ancora oggi è una calamita per i giovani ed in una città come Napoli saprà ancora separare il bene dal male: è un uomo carismatico al quale Napoli dovrà rivolgersi anche per iniziative di solidarietà. Mi aspetto anche una Strada nel cuore del centro storico per lui e tante iniziative positive”. L’avvocato Pisani ricorda l’aspetto più importante della vicenda: le ultime ore di vita dell’ex star del Napoli sono la fotografia perfetta dello stato di solitudine dagli affetti e abbandono nel quale purtroppo Maradona viveva. “A Napoli non sarebbe morto da solo a casa. I ritardi dei soccorsi medici saranno accertati, a parlare dovrà esser un medico legale, ma non è normale che nessuno abbia dormito con lui quella sera e dopo l’intervento non stesse almeno con i familiari. Era stato appena operato al cervello: aveva bisogno di avere affetto e calore umano”. “Suo figlio Diego Junior sarebbe stato lì vicino a lui, giorno e notte, purtroppo e’ stato bloccato dal maledetto Covid, altrimenti senza dubbio sarebbe stato accanto a lui e lo avrebbe sommerso di affetto e amore. Da quanto si apprende Non sembra sia andatacosì in Argentina. Diego si è addormentato da solo e non si è capito ancora perché’ e quando sia morto. Occorre massima chiarezza anche per i figli che erano lontani ”.
L’avvocato Pisani ricorda come il grande affetto di Napoli per il calciatore non abbia nulla da invidiare all’amore mostrato da tutta l’Argentina. Per Pisani una singola città di 1 milione di abitanti ha sempre tributato maggiore amore di una nazione intera nei riguardi di Diego. “Napoli è stata l’unica città nella quale Diego è stato sempre felice. “Se penso alla nostra video chiamata mentre correva sul tapis roulant mi viene da piangere, lui si presentava in forma ai tifosi azzurri per non deluderli mai. Dovevamo dimagrire assieme: era la sua scommessa. Mi ha fatto un sorriso così grande che non lo dimenticherò mai e mi gridava “Angelone”. Era lui a chiedere sempre come stessero i suoi tifosi napoletani . Era pieno di amore” e meritava tanto amore. Nessun patrimonio materiale per l’avvocato “vera eredità il brand col suo nome e se sfruttato come fanno Messi e Ronaldo ne arricchirebbe migliaia di eredi”.
“Le conflittualità tra familiari sono sempre esistite come in ogni famiglia , non si può parlare , ad oggi, di una battaglia legale per l’eredita’ di Maradona anche perché i suoi figli hanno tutti gli stessi diritti e suo nome, ossia la vera potenzialità e ricchezza. Il suo vero lascito e’ il brand che puo’ nascere dal suo nome, un brand che se fosse stato valorizzato cosi’ come hanno fatto campioni ‘normali’ del calibro di Messi e Ronaldo, avrebbe fruttato patrimonio inesauribile e perpetuo, capace di sostenere anche mille eredi”. Indica nel ‘marchio’ Maradona la vera fonte di ricchezza per gli eredi Angelo Pisani, l’avvocato napoletano di Diego Armando Maradona, ma anche l’amico che gli e’ stato vicino quando ha intrapreso la battaglia legale contro il fisco italiano. Una diatriba da 40 milioni di euro, di fatto gia’ risolta, che la sua morte ha chiuso anticipatamente, prima dell’atto finale in Cassazione, ora inutilmente fissato nel 2021. Secondo Pisani il patrimonio di Diego non e’ cosi’ ricco come qualcuno lascia intendere, ne’ e’ paragonabile a quello degli atleti del calcio dorato di oggi: “Io credo che gli eredi di Diego debbano unirsi e puntare proprio sul suo nome, che di fatto e’ gia’ un brand, come lo sono la sua filosofia di vita e i suoi insegnamenti”. “Maradona – dice ancora il suo avvocato partenopeo – non ha mai sfruttato a pieno la sua immagine, pero’ possono farlo gli eredi, se collaborano. Questa e’ il suo vero lascito: la possibilita’ di organizzare e valorizzare la sua storia”. Comunque, con la crescita del numero degli eredi, secondo Pisani, via via sono cresciuti pure gli interessi sui suoi averi.
“Fino a 20 anni fa il suo patrimonio era gestito dalla moglie Claudia e dalle sue figlie”, ricorda Pisani. “Era Claudia ad amministrare il patrimonio del pibe de oro, quando Maradona guadagnava ingenti quantita’ di denaro nella veste di giocatore piu’ forte del mondo”. Ma, ricorda, “Diego era uno che faceva molti regali, anche parecchio costosi, in particolare alle sue donne alle quali non faceva mancare gioielli, orologi, viaggi e anche altro”. “Negli ultimi anni della sua vita, – fa sapere Pisani – viveva grazie ai benefit che gli venivano messi a disposizione. Dovunque andasse c’era qualcuno che gli faceva dei doni: viaggiava in aereo senza pagare, grazie al fatto che era Diego Maradona. Nei ristoranti mangiava gratis. Ricordo che a Dubai, ogni giorno, c’era qualcuno che si presentava in albergo con un’auto nuova di zecca e con la richiesta di farla provare a Diego, cosicche’ si vedesse che andava in giro con quella vettura. E questo e’ accaduto in Venezuela, quando ando’ da Maduro, a Cuba da Fidel Castro, e in Italia, anzi soprattutto in Italia”. “Sono convinto che se fosse entrato in una banca – conclude il suo avvocato – anche li’ gli avrebbero messo del denaro in mano, solo perche’ era Maradona”.
In occasione del periodo pasquale, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il Ministero della Salute, ha intensificato le attività di controllo sui prodotti tipici della Pasqua, con particolare riferimento a quelli dolciari, al fine di tutelare la salute dei cittadini e a garanzia degli imprenditori onesti che possono subire una concorrenza sleale da chi opera invece in modo illecito.
Le verifiche sulla corretta applicazione delle procedure igieniche e l’impiego di ingredienti sicuri hanno così fatto emergere violazioni relative alla carente pulizia ed igiene degli ambienti di lavorazione e deposito, alla mancata applicazione delle procedute preventive di sicurezza alimentare, all’omessa tracciabilità dei prodotti ed etichettatura irregolare. In alcuni casi sono stati scoperti ingredienti e semilavorati per dolci scaduti di validità e detenuti in ambienti umidi e con infestazioni di roditori.
La campagna ha visto coinvolti a livello nazionale i 38 NAS Carabinieri con oltre 840 ispezioni presso laboratori di produzione ed esercizi di vendita dei tradizionali prodotti dolciari, quali uova di cioccolato e colombe, ma anche verificando la correttezza commerciale e igienica delle materie prime mediante la preventiva vigilanza alle fasi di produzione e fornitura.
Gli esiti conseguiti documentano irregolarità accertate presso 324 strutture ed aziende oggetto di ispezione (pari al 38%), la contestazione di 574 violazioni penali ed amministrative, per un ammontare di 425 mila euro, ed il sequestro di complessive 2 tonnellate di alimenti, per un valore stimato in oltre 267 mila euro. Nel corso degli interventi, sono state individuate, inoltre, anche colombe e uova di cioccolato prodotte industrialmente che, una volta scartate e riconfezionate, venivano vendute come produzione artigianale ad un prezzo superiore. Sono stati 6 i titolari di negozi deferiti all’Autorità giudiziaria per l’ipotesi di tentata frode in commercio, con contestuale sequestro di oltre 300 colombe e uova falsamente dichiarate di “propria produzione”.
A causa di gravi situazioni igieniche e strutturali sono stati disposti 15 provvedimenti di chiusura o sospensione delle attività commerciali e produttive, stimate in un valore economico superiore a 5 milioni di euro.
Tra le situazioni più significative accertate dai NAS si evidenziano:
Nas Brescia
Nel corso del controllo presso una pasticceria della provincia di Bergamo sono stati rinvenuti, all’interno del laboratorio, 70 kg di cioccolato e 90 kg di prodotti dolciari con data di scadenza
superata, anche da alcuni anni, e con indicazioni non conformi in ordine agli ingredienti usati per la produzione. Contestate violazioni amministrative per un importo di 3.500 euro.
Nas Roma
A seguito dei controlli svolti presso due laboratori di pasticceria della provincia di Roma, sono stati deferiti in stato di libertà i titolari di entrambe le attività per aver posto in commercio prodotti dolciari tradizionali pasquali (colombe e uova di Pasqua) di produzione industriale artatamente etichettati e dichiarati come prodotti gastronomici artigianali. Riscontrate altresì, a vario titolo, carenti condizioni igieniche e strutturali e la mancata attuazione del manuale HACCP. Sequestrate 33 confezioni di colombe e 15 uova di cioccolato pasquali ed elevate sanzioni per un importo complessivo di 4.000 euro.
Nas Caserta
A seguito delle verifiche eseguite presso 2 pasticcerie ed una fabbrica di cioccolato della provincia di Caserta, sono stati sequestrati complessivamente 580 kg di prodotti tipici delle festività pasquali, poiché non sottoposti al piano di rintracciabilità alimentare.
Nas Catania
Controllati 2 laboratori di pasticceria ed un’industria alimentare della provincia di Catania, con conseguente sequestro di complessivi 1.415 kg di preparati e basi per prodotti dolciari in parte scaduti, privi di etichettatura e tracciabilità, ed in parte stoccati in un locale/deposito con gravi carenze igienico-sanitarie per presenza di escrementi di roditori.
In relazione alla descrizione di specifici interventi operati dai NAS nel presente comunicato stampa, le persone deferite all’autorità giudiziaria sono da ritenersi presunti innocenti fino a un definitivo accertamento di colpevolezza in successiva sede processuale.
Un 49enne marocchino, condannato per l’omicidio della moglie, è stato espulso dall’Italia e accompagnato alla frontiera aerea di Venezia e rimpatriato in Marocco con un volo diretto a Casablanca. Il provvedimento è stato disposto dal questore di Padova Marco Odorisio. Entrato in Italia ad aprile 2010 per ricongiungimento familiare con la moglie, nel 2011 era stato arrestato dalla squadra Mobile per omicidio doloso in quanto, al culmine di un litigio con la coniuge, all’interno della propria abitazione, nonostante la presenza della figlia allora di 7 anni, l’uomo aveva ucciso la compagna con 12 colpi contundenti e 42 coltellate. Il marocchino era stato condannato dalla Corte d’Assile d’Appello di Venezia alla pena di 14 anni e 8 mesi di reclusione.
Scarcerato lo scorso agosto, irregolare sul territorio nazionale e ritenuto pericoloso socialmente, lo straniero è stato collocato e trattenuto, con provvedimento del questore, presso il Centro di Permanenza per i Rimpatri di Milano dove, dopo due giorni, ha formalizzato istanza di Protezione Internazionale.
A settembre del 2023 è stato dimesso dal Cpa milanese perché il Giudice del Tribunale di Milano non aveva convalidato il provvedimento di trattenimento per richiedenti asilo in quanto la domanda di protezione internazionale presentata dal 49enne non è stata ritenuta strumentale a fine di evitare o ritardare il provvedimento di espulsione. l 49enne è stato poi rintracciato nel padovano dopo la sua uscita dal Cpr, e portato al Centro di Permanenza per i Rimpatri di Gorizia, dove è stato raggiunto dal provvedimento di espulsione dopo che la polizia si era consultata con il Console del Regno del Marocco presso il Consolato di Verona
Queste sono le ultime immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza della Stazione Centrale di Milano in possesso della Procura della Repubblica di Lecco diffuse dai Carabinieri che ritraggono Edoardo Galli mentre cammina sul binario dove è giunto il treno proveniente da Morbegno e mentre transita in uscita dai tornelli di sicurezza lo scorso 21 marzo.
Dopo questi istanti – spiega la nota della Procura- non ci sono, al momento, ulteriori riprese che lo ritraggono dialogare o in compagnia di altre persone ovvero nei pressi di esercizi commerciali.