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Mantovano, ‘Sfera Ebbasta esalta il consumo di marijuana’

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“Non è certamente leggera e non fa distendere la marijuana di cui canta Sfera Ebbasta, che ne rivendica l’uso (“fumo erba in quantità”) e l’esalta come nella canzone ‘Notti’ (“sai che non lo faccio per moda, più che altro per bisogno, che ho bisogno di ‘sta roba per non tornare sul fondo”). Non è leggera perchè sul fondo di una discoteca, la Lanterna Azzurra di Corinaldo (Ancona) l’8 dicembre del 2018 sono caduti senza rialzarsi 5 adolescenti ed una madre proprio mentre attendevano l’arrivo di questo rapper. Il rapper era lontano dalla discoteca, quindi nessuna criminalizzazione per l’episodio specifico che fu provocato da un gruppo di giovani che avevano usato spray urticante per commettere rapine”. Lo ha detto il sottosegretario Alfredo Mantovano, in audizione alla commissione parlamentare Infanzia. “Non ho qualificato in termini criminali – ha precisato Mantovano – trapper e rapper, ma nessuno può sottovalutare un effetto condizionante, dovremmo provare a rompere questo circuito vizioso. E’ lo stesso effetto condizionante che in alcuni ambienti del radicalismo islamico fa sì che si sviluppi l’antisemitismo”.

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Economia

Bankitalia, Pil 2024 +0,8%, attenti a equilibrio pensioni

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Si allontana l’obiettivo di crescita fissato dal governo all’1% per quest’anno, e trovare le risorse per la manovra 2025 diventa sempre più complicato. La doccia gelata sulle stime del governo arriva durante le audizioni sul piano strutturale di bilancio in Parlamento: per Bankitalia il Pil del 2024 si fermerà allo 0,8%, e anche per l’Ufficio parlamentare di bilancio l’obiettivo dell’1% diventa più incerto. C’è il contesto esterno, con l’economia mondiale che si raffredda, e c’è la spinta propulsiva post Covid che in Italia si è esaurita. Il quadro indebolito pesa sulla composizione della manovra, e la Banca d’Italia avverte sulle prossime mosse: rendendo strutturali gli sgravi contributivi sul lavoro si mette a rischio l’equilibrio sulle pensioni.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha sempre ritenuto “realistico” l’obiettivo dell’1%. Ma dopo la revisione dei conti economici trimestrali pubblicata venerdì scorso dall’Istat, la Banca d’Italia ha provveduto ad una “correzione meccanica” al ribasso di due decimi di punto percentuale, che comprime il Pil allo 0,8%. Nell’audizione in Parlamento l’Istat spiega che l’Italia è tornata ad una crescita da zerovirgola. “Siamo tornati a una fase di stato stazionario o ‘steady state’ con tassi di crescita abbastanza contenuti che stentano a dimostrare la situazione di un’economia che si sviluppa in forma consistente”, ha detto il direttore per la contabilità dell’Istat, Giovanni Savio, spiegando come “si sono spente” alcune “spinte propulsive” post Covid, e “quindi dobbiamo attendere che ci siano altre forze” a spingere il Pil. Sergio Nicoletti Altimari, capo dipartimento economia e statistica della Banca d’Italia, prova a diradare le nubi parlando dei conti che in corso d’anno “mostrano un andamento incoraggiante”. Ma non basta, e dunque “il programma delineato nel Psb non è esente da rischi”.

Primo, perché il piano conta sulle maggiori entrate attese per il 2024, “con l’assunzione implicita che siano interamente permanenti”. Secondo, perché data “l’elevata incertezza” del quadro macro, “anche piccoli scostamenti dai piani di bilancio potrebbero rendere difficoltoso riportare” il deficit sotto il 3% nel 2026. Inoltre, invita a riflettere sull’intenzione di rendere strutturali gli sgravi contributivi sul lavoro: “Verrebbe meno l’equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni” che “caratterizza il nostro sistema previdenziale e ne rappresenta un punto di forza”.

Anche per la Corte dei Conti il governo ha davanti a sé un arduo compito. Il percorso del Psb è “impegnativo” e nella manovra “saranno necessarie scelte difficili sull’allocazione delle risorse”, spiegano i giudici contabili al Parlamento. Non si potrà fare a meno, però, di pensare alla sanità, perché per tagliare le liste d’attesa e i tempi al pronto soccorso è indispensabile investire “per superare le carenze di personale, soprattutto infermieristico, che rappresenta al momento il principale deficit”. Inoltre bisogna dare certezza e stabilità al settore della previdenza, “dopo gli interventi temporanei che lo hanno contrassegnato negli ultimi cinque anni”, cercando di “garantire una maggiore flessibilità in uscita”.

L’Upb punta il dito, oltre che sull’incertezza del quadro macro, anche sulla carenza di informazioni sulle coperture perché, al di là di 9 miliardi in deficit, il Psb fornisce solo indicazioni “generiche”. Gli enti locali, ancora non toccati da alcuna nessuna ipotesi di taglio per reperire risorse, mettono le mani avanti. Per i Comuni qualunque richiesta di contributo per il risanamento della finanza pubblica diventerebbe “estremamente gravosa”. Mentre le Regioni vogliono rassicurazioni sul tema “per ora congelato” della riduzione delle aliquote Irpef da 4 a 3, che avrebbe un impatto di circa un miliardo sull’addizionale delle regioni a statuto ordinario e di circa 400 milioni per quelle a statuto speciale. Dubbi ai quali risponderà domani il ministro Giorgetti che chiuderà il ciclo di audizioni sul Psb in Parlamento.

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Esteri

Saied rieletto presidente in Tunisia con quasi il 90% dei voti

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Saied presidente Tunisia

Kais Saied, il 66enne docente di diritto costituzionale salito al potere come sedicente difensore della Tunisia da asseriti complotti interni ed esteri, ha conquistato un secondo mandato presidenziale. Un voto scontato – vista l’esclusione di quasi tutti gli avversari – che ha visto il presidente, accusato da più parti di “deriva autoritaria”, incassare l’89,2% dei consensi secondo la società Sigma Conseil. Un dato che probabilmente non si discosterà di molto dai risultati ufficiali. Una vittoria schiacciante che gli è stata però consegnata da una minoranza del popolo tunisino: solo il 27,7% si è recato alle urne, secondo l’autorità elettorale Isie. E’ il dato più basso dall’avvento della democrazia nel 2011.

Addirittura i giovani, che si erano fortemente mobilitati cinque anni fa, hanno disertato le urne, con un 6% di votanti nella fascia di età tra i 18 e i 35 anni, rispetto al 65% nella fascia tra i 36 e i 60 anni, sempre secondo l’Isie. Solo due concorrenti — figure di secondo piano — erano stati autorizzati a candidarsi sui 17 aspiranti candidati iniziali, dopo l’eliminazione dei rivali più temibili. Ayachi Zammel, un industriale liberale di 47 anni sconosciuto al grande pubblico fino a poco tempo fa, ha ottenuto il 6,9%, mentre l’altro candidato, Zouhair Maghzaoui, 59 anni, ex deputato della sinistra panarabista, ha ottenuto un misero 3,9%. Zammel, oltretutto, non ha potuto fare campagna elettorale poiché è incarcerato da inizio settembre ed è già stato condannato tre volte a oltre 14 anni di prigione per presunte falsificazioni delle firme a sostegno della sua candidatura.

Ong tunisine e internazionali hanno denunciato già in campagna elettorale l’Isie “che ha perso la sua indipendenza” e un processo “manipolato a favore di Saied”. E’ stato infatti questo organismo a escludere quasi tutti i potenziali avversari dalla corsa elettorale. L’ascesa di Saied, nel 2019, era stata sostenuta da molti tunisini – prese il 73% dei voti con un’affluenza del 58% – stanchi dei continui e sterili conflitti parlamentari e delle difficoltà economiche, che il presidente aveva attribuito regolarmente ai “politici corrotti” finanziati da “potenze straniere”, dominatori del decennio democratico, prendendo di mira soprattutto il movimento islamico-conservatore Ennahdha. Ma invece di rilanciare la crescita per combattere una disoccupazione endemica che alimenta i flussi migratori verso l’Europa, il presidente ha dedicato la sua energia, secondo l’opposizione e le ong, a reprimere la società civile in una “deriva autoritaria”.

Dalla primavera del 2023, infatti, più di una ventina di oppositori, tra cui il leader di Ennahdha Rached Ghannouchi, sono stati incarcerati. Negli ultimi mesi, anche sindacalisti, avvocati, commentatori politici e difensori dei diritti dei migranti si sono ritrovati in prigione. E ora in molti temono che le cose possano addirittura peggiorrare, visto che Saied ha già annunciato di voler “proseguire la rivoluzione del 2011”: “Costruiremo come vuole la gente e ripuliremo il Paese da tutti i corrotti e dai cospiratori, e non esagero quando dico cospiratori”, ha detto trionfante dopo l’uscita degli exit poll.

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Economia

Rinascente si allarga nell’ex Odeon con 600 assunzioni

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L’ex cinema Odeon cambia volto e diventa un nuovo polo del beauty targato Rinascente. Si chiamerà Rinascente Odeon beauty hall lo spazio che verrà inaugurato a maggio 2027 nella struttura dello storico ex cinema-teatro meneghino. Saranno Kryalos Sgr, in qualità di gestore del Fondo Aedison e Rinascente a ristrutturare l’edificio, con un investimento complessivo di 40 milioni di euro. Ulteriori dieci milioni arriveranno dai brand che saranno presenti nello spazio, per un totale compreso tra i 50 e i 55 milioni. Sono attesi oltre 3 milioni di visitatori e un turnover di circa 80 milioni di euro già dal primo anno di apertura. La superficie di oltre tremila metri quadrati sarà occupata dai corner di oltre 300 brand, cabine estetiche e circa 700 metri quadrati destinati al food, con un bar al piano terra e un ristorante posizionato al terzo piano.

Il progetto architettonico sarà curato dallo studio Marco Costanzi Architects, mentre della riqualificazione si occuperà la società di progettazione integrata Progetto Cmr. A mitigare i dispiaceri dei milanesi affezionati, non mancherà uno spazio riservato al cinema. Come ha spiegato l’amministratore delegato di Rinascente Pierluigi Cocchini, infatti, il piano interrato sarà destinato all’apertura di 4 o 5 nuove sale. “A oggi non abbiamo ancora definito né operatore né offerta”, ha chiarito. “Auspichiamo di trovare un operatore di qualità che possa pianificare una programmazione per il maggior numero di fruitori”, ha aggiunto. Il progetto non coinvolgerà comunque solo l’ex area del cinema, ma anche anche gli spazi e le vie adiacenti per dare vita al Rinascente-district tra via Santa Radegonda, via Agnello e corso Vittorio Emanuele.

La nuova apertura porterà con sé anche il restyling del piano terra del main building di Rinascente, che sarà completamente dedicato agli accessori, all’orologeria di lusso e gioielleria. Lo spazio porterà a circa 350 nuove assunzioni nel primo anno, seguite da ulteriori ampliamenti fino a un totale di fino a 600-650 nuovi posti nei suoi primi tre anni di vita. La riqualificazione darà a Rinascente a un’ulteriore spinta nei comparti beauty, accessori e gioielli, per cui ci si aspetta un raddoppio del giro d’affari già nel primo anno. Il segmento beauty dovrebbe passare da 45 a 80 milioni di fatturato, per poi crescere a oltre 100, mentre gli accessori che oggi valgono circa 200 milioni, dovrebbero posizionarsi a oltre 350 milioni. Guardando al 2024 il gruppo è fiducioso di chiudere l’anno con un nuovo record di fatturato, dopo aver superato il miliardo di euro nel 2023.

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