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Politica

Manovra, Meloni detta la linea: “Conti in ordine e aiuti a famiglie e ceto medio, ma niente sprechi”

Vertice a Palazzo Chigi sulla manovra: Meloni fissa i paletti, “deficit sotto il 3% e conti in ordine”. Confronto serrato con Tajani e Salvini su Irpef, pace fiscale e aiuti alle famiglie.

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Il tempo stringe e la manovra economica entra nella sua fase decisiva.
Il vertice di Palazzo Chigi, durato oltre due ore e mezza, ha riunito la premier Giorgia Meloni, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
L’obiettivo: chiudere il testo della legge di bilancio mantenendo in equilibrio le richieste politiche e la tenuta dei conti pubblici.

“Dobbiamo mettere insieme tutte le ipotesi e poi valutare le imprescindibili, sempre con un occhio attento ai conti”, ha ribadito Meloni, confermando che il deficit/Pil non dovrà superare il 3%.

Il rigore di Giorgetti e la linea Meloni: “Deficit sotto il 3%”

Il ministro Giorgetti, vero “alchimista dei numeri”, ha confermato che il governo punta a riportare il rapporto deficit/Pil sotto la soglia europea entro il 2026, con la possibilità di centrare il traguardo già quest’anno.
Un segnale rassicurante ai mercati, mentre in Francia – a 1.100 chilometri di distanza – il debito preoccupa l’Eliseo.

Tajani e Salvini, due visioni sulla manovra

Al tavolo si sono confrontate le diverse anime della maggioranza.
Forza Italia ha insistito per alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio, chiedendo di estendere il taglio Irpef fino ai redditi da 60mila euro, rispetto ai 50mila previsti da Meloni.
Ma la premier frena: “A questi livelli i conti non tornano, il limite resta a 50mila euro”.

La Lega, invece, spinge per una nuova pace fiscale e la rottamazione delle cartelle esattoriali. Anche qui la premier mette paletti:

“Capisco che è una vostra battaglia, ma non può costare un miliardo. Il tempo dei soldi buttati dalla finestra è finito”.

L’ipotesi più accreditata prevede 120 rate uguali in 9 anni, senza sanzioni e interessi.

Pensioni e riforme: la Lega insiste, ma Meloni frena

Altro nodo è quello dei requisiti pensionistici: la Lega vorrebbe congelare l’aumento automatico previsto dal 2027, ma la misura avrebbe un impatto eccessivo sui conti pubblici.
L’alternativa in discussione è un aumento progressivo e selettivo, riservato solo ad alcune categorie.

Famiglie, natalità e sanità: le priorità della premier

Meloni insiste sul sostegno alle famiglie e alla natalità, definendo l’“inverno demografico” una priorità nazionale.
Confermato il congedo parentale facoltativo all’80% dello stipendio per tre mesi e l’idea di un fondo previdenziale per i nuovi nati.

“Bisogna fare in modo che le famiglie sentano il nostro sostegno. E dobbiamo continuare a difendere sanità e potere d’acquisto”, ha detto la premier, con lo sguardo rivolto a Giorgetti.

Si valuta anche un intervento mirato contro il caro-bollette.

Verso il confronto con i sindacati

La giornata di oggi si chiuderà con il Consiglio dei ministri, ma domani a Palazzo Chigi arriveranno i sindacati, compreso il leader della Cgil Maurizio Landini, per conoscere le linee guida della manovra.

Un ministro, lasciando il vertice, ha sintetizzato l’atmosfera con ironia:

“Oggi tutti silenti quanto a dichiarazioni, ma tempo 24 ore e ne vedremo delle belle”.

La sensazione è che la partita della manovra sia appena cominciata — ma con un imperativo non negoziabile: “i conti devono restare in ordine”.

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In Evidenza

La Lega chiede di cancellare l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi

La Lega presenta un emendamento per sopprimere l’aumento della cedolare secca dal 21 al 26% sugli affitti brevi. Copertura prevista: aumento dell’Irap per banche e assicurazioni.

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La Lega punta a sopprimere l’articolo 7 della manovra, quello che prevede l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi dal 21 al 26%. La proposta arriva attraverso un emendamento alla legge di bilancio, presentato con prima firma del capogruppo Massimiliano Romeo.

La proposta di modifica e la copertura economica

Nel testo dell’emendamento, il Carroccio indica una copertura alternativa: aumentare ulteriormente l’Irap per banche e assicurazioni, già ritoccata dalla manovra. L’incremento dell’aliquota, secondo la proposta, passerebbe da 2 a 2,5 punti percentuali.

Il nodo politico

L’intervento apre un fronte dentro la maggioranza sul tema degli affitti brevi, uno dei dossier più sensibili della manovra. La Lega rivendica così una linea netta in difesa dei proprietari e del settore turistico, opponendosi alla stretta fiscale contenuta nel testo del governo.

Prossimi passaggi

La discussione sull’emendamento entrerà nel vivo nei lavori parlamentari sulla legge di bilancio, dove si capirà se la proposta leghista troverà sponda negli alleati o se resterà una battaglia di bandiera.

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Politica

Dalla pizza alla ceramica: pioggia di micro-emendamenti alla manovra tra musei, fondi culturali e nuove detrazioni

Nella manovra spuntano centinaia di micro-emendamenti: dai musei dedicati a pizza, vino e olio, ai fondi per festival, oratori, archivi storici e restauro di tombe. Una mappa di richieste che attraversa tutti i gruppi politici.

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Quasi seimila emendamenti alla manovra: dietro ai grandi temi finanziari, i senatori hanno presentato una galassia di micro-richieste legate ai territori. Anche quest’anno spuntano proposte per musei, fondi culturali, detrazioni e contributi destinati alle realtà locali.

I musei “iconici” chiesti dalla Lega

La Lega, con la firma del presidente della commissione Finanze Massimo Garavaglia, propone tre musei dedicati a simboli del patrimonio italiano: la pizza a Napoli, il vino a Verona e l’olio nel Gargano. Costo stimato: 6 milioni di euro nel 2026.
Dal Carroccio arriva anche la richiesta di 5 milioni nel 2028 per celebrare l’anniversario del Teatro alla Scala e 1 milione l’anno per sostenere la Nuova Orchestra Alessandro Scarlatti di Napoli, proposta condivisa anche dal Pd.

Le priorità di FdI

Fratelli d’Italia punta su Umbria Jazz, chiedendo 150mila euro per il 2026, e sul Museo di fotografia contemporanea con un emendamento da 1 milione.
Il partito propone inoltre 30mila euro annui per consentire al ministero del Turismo di aderire all’Associazione “Vie e Cammini di San Francesco”, un milione l’anno per l’Associazione italiana città della ceramica e un fondo da 8 milioni l’anno per la “cultura terapeutica e la cura sociale” rivolto ai lavoratori dello spettacolo.

Le richieste di Forza Italia

Tra gli emendamenti azzurri spicca la proposta di introdurre una detrazione del 36% per il restauro e la ristrutturazione di tombe, cappelle e sepolcri. Claudio Lotito presenta un emendamento per creare un “Nuovo polo culturale Dante e Beatrice” con uno stanziamento di 500mila euro.

Le proposte del Partito Democratico

Il Pd, con il senatore Antonio Nicita, chiede 100mila euro l’anno per sostenere la Fondazione archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico di Roma.

La memoria secondo il M5S

Il Movimento 5 Stelle, con il senatore Luca Pirondini, propone un fondo da 1 milione per il 2026 per valorizzare la memoria di chi contribuì alla rinascita democratica dell’Italia.

Cosa sopravviverà

Martedì maggioranza e opposizione selezioneranno i cosiddetti “segnalati”, l’unico gruppo di emendamenti destinato a sopravvivere alla scrematura. Molte proposte resteranno fuori, ma una parte potrebbe trovare copertura nel tesoretto da 100 milioni l’anno destinato proprio alle modifiche parlamentari, o nelle risorse dei singoli ministeri.

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Politica

Schlein vede Prodi e rilancia la rotta del Pd

Schlein incontra Prodi dopo l’assemblea Pd a Bologna. Ruffini riunisce 600 persone a Roma per i comitati Più Uno e richiama lo spirito dell’Ulivo.

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Dopo l’assemblea degli amministratori Pd a Bologna, Elly Schlein ha fatto visita a Romano Prodi. «Io ascolto sempre con grande attenzione il Professore», ha spiegato in tv, raccontando l’incontro e sottolineando il valore dei messaggi lanciati da Prodi sul Corriere: servono idee coraggiose e leadership capaci di parlare al Paese senza inseguire radicalismi.

La rotta del Pd secondo Schlein

In tv la segretaria dem ha ribadito la linea del partito: mettere al centro i problemi concreti, puntare su misure come asili nido gratis e trasporto pubblico gratuito, valorizzare il lavoro già svolto dai sindaci. «Quando la sinistra mette al centro i problemi, torna la fiducia e torna a vincere», ha spiegato Schlein.

La novità del centrosinistra: nasce Più Uno

Sempre ieri si è svolta a Roma la prima assemblea dei promotori dei comitati Più Uno di Ernesto Maria Ruffini. Prodi ha detto di «seguire con interesse» il progetto, che punta a diventare un movimento nazionale: oltre 600 i partecipanti arrivati da tutta Italia, 300 comitati già nati in tutte le regioni.

In prima fila diversi protagonisti della politica: Vincenzo Spadafora, Chiara Gribaudo, Bruno Tabacci, Elio Vito e Giuseppe Sangiorgi.

Ruffini: «Non siamo la stampella del centrosinistra»

Ruffini ha chiarito che Più Uno non vuole essere una nuova gamba del campo largo né un partito personale. «Il Pd non può delegare a un soggetto esterno il compito di rappresentare il riformismo», ha detto.

Il suo obiettivo è più ambizioso: tornare allo spirito dell’Ulivo. «Era la straordinaria idea del moderno centrosinistra, capace di superare le appartenenze e restituire un orizzonte comune. Quella intuizione consentì di battere la destra due volte, con Romano Prodi».

Un richiamo politico e culturale che arriva proprio mentre la segretaria dem cerca di consolidare la rotta del Pd, con l’attenzione vigile del Professore.

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