C’è il derby lombardo contro il Monza, un inedito per la Serie A, e per l’Atalanta si trasforma in una festa con la ‘manita’. Lo schiaffo, leggi 5 reti, fa male ai biancorossi di Berlusconi e Galliani, mentre la Dea celebra anche il ritorno in Europa. Lo fa assieme al comproprietario Stephen Pagliuca sugli spalti con il presidente Antonio Percassi. Poi c’è Gian Piero Gasperini, espulso come Marlon dall’altra parte, smanioso di sedersi al tavolo dei progetti per l’Atalanta che verrà: infatti non è detto che il tecnico voglia lasciare. C’è anche lo sciopero del tifo in Curva Nord per i primi 20 minuti (cori contro Vlahovic e successiva chiusura del settore), così il gol-rompighiaccio in torsione del triplettista Koopmeiners al 12′ su pallone lungo di Maehle piomba in un quasi silenzio irreale. Poi l’olandese, migliore in campo, raddoppierà alle soglie dell’intervallo recuperando palla e aggirando Di Gregorio al secondo tentativo, firmando poi il terzo personale da 50 metri quasi dalla linea laterale.
Ma è anche la serata degli ex, perché le due reti del Monza vengono segnate da Colpani, ex ragazzo di Zingonia, e da Petagna, un altro che in passato ha onorato la maglia dell’Atalanta e che oggi segna girandosi bene sul lancio di Rovella per il temporaneo 4-2. Dettagli, perché la festa è dei bergamaschi, per il quinto posto che vuol dire Europa League, e per il 3-1 del nuovo fenomeno Hojlund e la giocata d’autore di Muriel che vale il 5-2. In avvio di partita, subito due chances, tra il 4′ e il 6′, quando il disimpegno di Caldirola apre il piatto sinistro a chi schioderà lo score di lì a poco, che in seguito dall’out regala una perla alla fronte dello sbilanciatissimo Scalvini. A ruota Colpani saggia da fuori i riflessi del partente Sportiello (già accordatosi col Milan), giusto a cinque minuti dalla schiacciata vincente dell’olandese.
Al 18′ Toloi asseconda l’inserimento di Ederson chiuso da un destro innocuo. Botta e risposta tra 26′ e 27′, con Hojlund a sterzare sul destro sul la di Pasalic per il tuffo di Di Gregorio e Colpani a fiondarsi in area per il sinistro secco respinto dal portiere di casa prima del tap-in di Carlos Augusto sparato in curva. L’altro ex Pessina evita un gol a 9′ dall’intervallo, ma il raddoppio nel finale conferma le toste qualità del RoboKoop atalantino, uno che sradica palloni, corre e fornisce assist a ripetizione. In avvio di ripresa, prima della magia nel sette dal limite del trequartista monzese Colpani su appoggio di Mota (6′), c’è la sbracciata di Di Gregorio per dire di no a Hojlund (4′).
Dopo un check negativo per un mani di Carlos Augusto (20′) e un fischio in attacco poco gradito, Gasperini dice una parola di troppo a Di Bello (23′) guadagnandosi la standing ovation dei suoi tifosi, ma anche l’espulsione. Un gesto di stizza ai danni del doppiettista di casa costa il rosso alla new entry Marlon, Lookman prova ad aggiustare la mira e il danese insacca in caduta da pochi centimetri tramutando in oro il radente del protagonista della nottata. Tre minuti dopo il pallonetto da casa sua di Koopmeiners, Petagna coglie il secondo punto della bandiera girandosi dal limite e infilando di potenza (37′), mentre alla ‘manita’ pensa poco dopo Muriel, con una stoccata a fil di primo palo al 2′ di recupero.
“Il mio amore per i rossoneri non avrà mai fine e l’opportunità di far parte del loro futuro in modo significativo è qualcosa che avrei solo potuto sognare”. Lo dice Zlatan Ibrahnobic, commentando il suo ritorno al Milan come dirigente. “Sono grato a Gerry Cardinale per avermi messo a disposizione questa opportunità – prosegue Ibra – Questa non è una decisione che prendo alla leggera. Ho pensato a lungo e intensamente ai primi passi della mia carriera post calcio giocato, e non potrei essere più entusiasta di iniziare questo viaggio come membro di RedBird e Milan. Per me e la mia famiglia, questo è davvero un ritorno a casa”
Sorpasso e controsorpasso. Juve e Inter si stuzzicano, si rincorrono e si involano in un testa a testa che potrebbe durare tutta la stagione. I bianconeri tarpano le ali alla riscossa del Napoli relegandolo, per ora, ad una volata Champions che si annuncia super affollata anche per la sorprendente presenza del Bologna di Thiago Motta. L’Inter travolge un’Udinese sempre più deludente, anche con la nuova gestione Cioffi.
E’ pari all’Olimpico tra Roma e Fiorentina, un 1-1 con i giallorossi che chiudono in 9 e i viola che dopo aver rimontato il vantaggio di Lukaku non riescono a concretizzare il dominio del possesso palla. In zona Champions riaffiora l’Atalanta che toglie sicurezza al Milan risucchiandolo all’indietro. Al gruppo delle elette, a cui per il momento si sottrae la Lazio dopo il pari di Verona, si aggiunge spavaldo il Bologna che domina per un tempo col piglio delle grandi in casa del malridotto Salernitanadi Pippo Inzaghi, poi subisce il ritorno dei campani che non riescono però a trovare il pari.
E’ il primo successo esterno dopo sei mesi, ma gli emiliani non conquistavano così tanti punti da 20 anni. Protagonista, con la sua prima doppietta italiana, Joshua Zirkzee, che ha cancellato il ricordo di Arnautovic. Scuola Bayern, olandese 22/enne ha fisico e talento, sta limando a passi poderosi un’iniziale approssimazione in fase conclusiva. Thiago Motta ha trascinando il Bologna in piena zona Champions e ora il prossimo appuntamento con la Roma avrà il sapore del big match. Torna al successo dopo quattro turni il Monza che regola il Genoa nella sfida tra due tecnici emergenti, Palladino e Gilardino. Non si fanno del male Frosinone e Torino in una partita che giustifica le ambizioni delle due squadre.
Lo scudetto sembra ormai una questione privata tra Inter e Juve, una riproposizione del derby d’Italia, si spera, senza i rovinosi veleni di una volta. Nel nuovo secolo, anche per effetto di calciopoli solo tre volte le due squadre sono arrivate ai primi due posti: nel 2002 +7 per la Juve, nel 2009 +10 per l’Inter, e nel 2020 +1 per la Juve nella lunga stagione conclusasi a luglio per il lungo stop per il covid. A Roma e’ match ad alta tensione con vista Champions: apre Lukaku al 5′ su assist di Dybala, poi l’argentino esce per infortunio e la Fiorentina incarta la partita con un possesso palla prolungato ma sterile per tutto il primo tempo.
Nel secondo la squadra di Italiano si fa piu’ intraprendente, decisivo il minuto 21: prima Zalewski si fa espellere per un secondo giallo, poi Martinez Quarta di testa pareggia. In inferiorita’ la Roma si chiude, la Fiorentina si affida a palleggio e palloni in mezzo, poi Lukaku si fa cacciare con un rosso diretto per un fallo duro e in 9 e’ sofferenza fino al 97′: l’1-1 fa la Roma quarta, a 25 punti pari col Bologna che sogna ad occhi aperti.
La squadra di Thiago Motta che rifila due colpi tremendi in 20′ alla Salernitana per poi controllare con calma. Ma alla distanza cala il ritmo degli emiliani e i campani segnano con Simy e mettono in affanno gli ospiti che rischiano di subire il pari. Segna poco ma perde pochissimo (due volte) il Bologna che ha la terza difesa della serie A grazie a Beukema e Calafiori, riciclato per emergenze dalla fascia e ora punto di forza insieme al centrocampista Freuler, al trascinatore Ferguson e al guizzante Saelemaekers, che ha fatto ammonire cinque salernitani (e che avrebbe fatto comodo al Milan).
Adriano Galliani esulta felice perchè il Monza supera di misura il Genoa e si presenterà in grande fiducia all’amarcord del prossimo turno col Milan in affanno, e con Pioli di nuovo sotto accusa. Retegui sbaglia un’occasione ghiotta e verso lo scadere Dany Mota segna un gol da tre punti. Mastica amaro Gilardino, forse un pari avrebbe fotografato meglio l’incontro. Più divertente la sfida tra Frosinone e Torino, ci sono un’occasione sbagliata da Kaio Jorge e un palo di Ilic. Zapata non ha ripetuto la super prova con l’Atalanta ed è finita 0-0.
Filippo Inzaghi aveva definito la disfatta di Firenze soltanto un incidente di percorso. Ma la Salernitana, nel match casalingo contro il Bologna, riesce addirittura a fare peggio, incassando una sconfitta pesantissima (1-2) che mette fortemente a rischio la corsa salvezza dei granata e, probabilmente, anche la panchina del tecnico.
Continua, invece, il momento magico della squadra di Thiago Motta che centra la prima vittoria in trasferta della stagione e, in attesa di Roma-Fiorentina, aggancia il quarto posto in classifica. Sotto gli occhi del governatore campano Vincenzo De Luca, i rossoblù ipotecano il successo già nei primi venti minuti, sfruttando l’approccio da incubo dei padroni di casa e legittimando il vantaggio senza alcun problema. Basti pensare che dopo i primi 45′ il dato del possesso palla recita un implacabile 70-30 in favore degli ospiti che partono con il morale a mille, riuscendo a trasformare in energie positive la rabbia incamerata nel finale di gara a Lecce.
Bastano meno dieci minuti al solito Zirkzee per sbloccare il risultato: Costil respinge male un tiro dal limite di Moro sul quale s’avventa l’olandese che tutto solo deposita la sfera alle spalle di Costil. La Salernitana è in bambola e il Bologna ne approfitta: al 20′ Lovato – che era stato rilanciato da Inzaghi nel trio difensivo con Gyomber e Pirola – sbaglia un incredibile retropassaggio, lanciando a rete Zirkzee che salta Costil in uscita e trova la doppietta.
L’Arechi, che fino a quel punto non aveva smesso di sostenere la Salernitana, inizia a fischiare, chiedendo di più ai propri calciatori. Reazione che fatica ad arrivare. I granata la mettono sul piano nervoso ma riescono a ricavarne solamente una serie di ammonizioni. L’unico squillo capita sul piede di Dia che da buona posizione calcia a volo ma il suo tiro viene murato da Kristiansen. Inzaghi prova a ridisegnare la Salernitana, passando dal 3-4-2-1 al 4-2-3-1 con gli innesti di Tchaouna e Mazzocchi per Lovato e Mazzocchi.
Il Bologna controlla e nei secondi 45′, pur abbassando i ritmi, riesce a gestire il risultato senza affanni. E al 20′ ha la palla del tris: Ferguson, lanciato da Zirkzee, calcia in porta, Costil devia e con l’aiuto del palo riesce ad evitare lo 0-3. L’Arechi si “spegne” e dalla Curva Sud, in forma di protesta, vengono rimossi anche gli striscioni e le bandiere dei gruppi ultras. Nel momento più difficile dal punto di vista ambientale la Salernitanariapre la partita con Simy. E all’ultimo respiro ha la palla del pari con Pirola che di testa colpisce a lato.