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Cronache

Madre si addormenta mentre allatta, morto il neonato

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E’ l’incubo che spesso assale le mamme nei primi giorni di vita del loro bambino, quando hai davanti una responsabilità a volte difficile da gestire: cercare di pensare a tutti gli eventuali pericoli per allontanarli. Ma a volte gli incubi diventano realtà. Ed è quello che è successo ad una mamma e al suo bambino di appena tre giorni, morto sembra schiacciato dalla donna che si è addormentata mentre lo allattava. Teatro della tragedia il reparto di ginecologia dell’ospedale romano Pertini, nella notte tra il 7 e l’8 gennaio. La Procura di Roma ora ha aperto un fascicolo di indagine con l’ipotesi di reato di omicidio colposo in relazione alla morte del neonato.

I pm hanno disposto l’autopsia. Secondo il protocollo il personale dell’ospedale avrebbe dovuto sorvegliare che il neonato venisse riportato in culla dopo l’allattamento. Lo prevedono le regole e gli accordi proprio per evitare i danni collaterali del co-sleeping, considerato tra le principali cause di morte dei neonati.

Quello che i pm della procura romana dovranno stabilire se corrisponda a verità quanto raccontato fino a questo momento e cioè che la donna avrebbe preso il piccolo in braccio nel tardo pomeriggio e l’infermiera in servizio si sarebbe accorta solo dopo la mezzanotte della tragedia. In sostanza la verifica della magistratura è volta a chiarire se si siano violati i protocolli e se vi siano state nelle negligenze.

“La condivisione del letto è uno dei fattori di rischio per quanto riguarda la morte improvvisa e inaspettata del lattante (da 0 a 12 mesi)”, scrive in una nota Unimamma.it “L’American Academy of Pediatrics, a questo proposito, spiegano ancora da Unimamma.it, raccomanda per il sonno del neonato un ambiente sicuro, al fine di ridurre i pericoli.

Nello specifico, attraverso le raccomandazioni del 2022, consiglia: il coricamento in posizione supina, l’uso di una superficie di riposo solida e non inclinata, la condivisione della stanza ma non del letto. È dunque consigliabile, idealmente per i primi sei mesi, che i neonati dormano nella stanza dei genitori, vicino al loro letto, ma su una superficie separata e adeguata all’età e alle dimensioni del piccolo.

Bisogna considerare che l’ente americano si è espresso come rispettoso della necessità o della scelta genitoriale di condividere il letto con il bambino, tuttavia, sulla base dei dati disponibili, non raccomanda questa pratica in nessuna circostanza.

Come nella situazione verificatasi a Roma, la condivisione del letto può avvenire involontariamente se i genitori si addormentano mentre alimentano il bambino, o in momenti di particolare stanchezza. Soprattutto nei bambini di età inferiore a 4 mesi è, dunque, fondamentale che i genitori siano particolarmente vigili per evitare colpi di sonno. A questo proposito è fondamentale ribadire l’importanza di una rete di supporto attorno a chi accudisce un neonato, dal momento che, in una fase così delicata, la stanchezza può prendere il sopravvento in ogni momento”.

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Morto l’avvocato Giovanni Bosco, arrestato oggi dalla Gdf

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È morto l’avvocato Giovanni Bosco, arrestato questa mattina dai finanzieri della Compagnia di Magenta insieme ad altri tre, tra cui Antonino Carollo, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Milano per bancarotta, reati fiscali e riciclaggio. Il legale 67enne, cognato di Paolo Errante Parino, ha accusato un malore ed è morto nel pomeriggio all’ospedale di Magenta. Secondo quanto emerso dalle indagini dei pm Bruna Albertini e Simona Ferraiuolo, Bosco era a capo di un sistema fraudolento che, con l’ausilio di professionisti e collaboratori come appunto Carollo, avrebbe avuto lo scopo di evadere il fisco, aggirare i creditori e consentire il riciclaggio di denaro di derivazione illecita.

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Camorra: clan minorenni in Quartieri Spagnoli Napoli, 3 arresti

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Un vero mini-clan, con tanto di summit e azioni intimidatorie. Tutto formato da minorenni dei Quartieri spagnoli di Napoli. E’ la scoperta di una indagine dela polizia che ha portato a una misura di custodia cautelare del gip partenopeo con il carcere nei confronti di tre ragazzi, ritenuti vicini ai Di Biasi, meglio conosciuti come Faiano, e indagati, a vario titolo, di lesioni personali, porto e detenzione di armi da fuoco, violenza privata, rapina, reati tutti aggravati anche dalle modalita’ mafiose. Il provvedimento nasce dalle indagini sul ferimento a colpi d’arma da fuoco di Vincenzo Masiello il 5 novembre 2022.

L’agguato e’ da ricondurre alla mira espansionistica di un gruppo di giovanissimi ambiziosi che volevano ritagliarsi il loro spazio all’interno delle dinamiche criminali dei Quartieri Spagnoli. La vittima, attualmente detenuta, e’ da considerarsi elemento di spicco della camorra del quartiere. Durante le indagini e’ emerso che il nascente gruppo criminale e’ dedito a reati contro il patrimonio, ha un’ampia disponibilita’ di armi, ha stabilito la sua base operativa in vico Lungo San Matteo che e’ controllato militarmente. Gli indagati costantemente armati di pistola, per evitare attacchi da componenti di altri gruppi antagonisti, hanno in piu’ occasioni perquisito le persone che, in particolare nelle ore notturne, transitavano nella loro zona di influenza.

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Pizzaiolo ucciso: risate e gesti a fine udienza tra gli imputati

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Risate e gesti anche quello delle manette, a fine udienza, tra gli imputati al processo in corso a NAPOLI sull’omicidio di Francesco Pio Maimone, l’aspirante pizzaiolo ucciso nelle prime ore del 20 marzo 2023 sul lungomare di NAPOLI da un proiettile vagante esploso al culmine di una lite scoppiata solo per un pestone su un paio di scarpe griffate a cui la vittima era estranee. Il comportamento di alcuni degli accusati – collegati in video conferenza dalle carceri dove sono detenuti – non è passato inosservato in aula, quando ormai l’udienza, particolarmente importante quella di oggi, si era ormai conclusa. Oggi, infatti, per la prima volta uno dei testimoni, un amico della vittima, che era lì e nelle cui braccia Maimone è spirato, ha indicato colui che ha sparato, puntando il dito verso il riquadro del monitor in cui c’era Francesco Pio Valda.

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