Elly Schlein prova ad unire assicurando che con il leader del M5S Giuseppe Conte e con quello di Azione Carlo Calenda sono “possibili battaglie comuni”, ma il quadro delle alleanze sembra ancora molto difficile da delineare. Significativa in questo senso la dichiarazione del leader 5S Conte che, tra l’altro, mercoledì è atteso a Bruxelles per discutere l’ingresso dei 5S nel gruppo dei Verdi europeo. Incalzato sull’incontro a Firenze tra lui e Schlein contro l’aggressione fascista agli studenti, osserva: “Incontro significativo quello con la Schlein? Ma siete ancora a domenica voi? Guardiamo al futuro..”. E il futuro, al momento, si profila come un cammino irto di ostacoli. Soprattutto alla luce dei nuovi sondaggi che parlano di un sorpasso del Pd sul M5S e in vista del voto delle amministrative del 14-15 maggio. Con tanti temi caldi sui quali confrontarsi: dall’Ucraina, ai migranti, passando per ambiente, riconoscimento dei figli dei gay, sanità e scuola. Proprio su quest’ultima, si registra l’ultima sfida lanciata dai pentastellati al Pd.
L’occasione la offre l’ intervista di Carlo Cottarelli su ‘Libero’ in cui dice di essere d’accordo con il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara sul fatto che gli insegnanti al Nord debbano essere pagati di più di quelli del Sud. I capigruppo M5S in commissione Istruzione di Camera e Senato Anna Laura Orrico e Luca Pirondini contestano la proposta “perché emblema di un sistema scolastico fondato sulle disuguaglianze” e incalzano i Dem: “Dicano se sono d’ accordo con lui o se non sia il caso di prendere le distanze dalle sue parole”. Immediata la risposta della capogruppo al Senato, Simona Malpezzi: la proposta di Valditara è “inaccettabile”, Cottarelli è eletto come indipendente e non parla a nome dei Dem, “spiace che i 5S chiedano chiarimenti su questioni su cui il Pd è sempre stato chiaro”. Ma la polemica non si placa e il Movimento alza la posta. “Bene” che siano contrari a Cottarelli, ma allora sottoscrivano la “nostra mozione a difesa della scuola pubblica”. E tutta una “corsa al rialzo” è anche con il Terzo Polo. Il deputato di Art.1, sostenitore di Schlein, Nicola Stumpo, invita Azione e IV a uscire allo scoperto: “Decidano da che parte stare”.
“Se invece vogliono continuare a giocare una partita di mezzo, continueranno a essere la rete tra i due contendenti, ma non saranno mai in partita”, afferma. “Per ora nessuna alleanza” con il Pd di Schlein, ribatte Mariastella Gelmini (Az) che incalza a sua volta sugli inceneritori (“Schlein dica cosa ne pensa”). “Il volto in piazza a Firenze era quello di Landini,Schlein e Conte”, ricorda , e “noi siamo lontani”. “Io sono per una larga coalizione, che la si smetta di rinfacciarsi di essere fascisti e comunisti”, ribadisce invece Calenda. Ma quella delle alleanze, non è certo l’unica grana con la quale Schlein deve confrontarsi. In vista dell’assetto che si dovrà dare al nuovo Pd, resta intatto il nodo delle correnti. E su questo Stumpo è chiaro: “Nel nuovo partito non ci dovranno essere”. Art.1 si prepara a confluire nel Pd, dice Arturo Scotto “ma non vuol essere in alcun modo l’ennesima corrente”. Anzi. “Noi vogliamo solo dare una mano a costruire il nuovo partito”. Ma il tema si riaffaccia quando si parla del ruolo che Bonaccini giocherà nel partito e della nuova segreteria. Lui starebbe ragionando con i suoi sul da farsi anche nell’eventualità di una vicepresidenza. Ma le carte, in vista dell’assemblea nazionale di domenica, restano coperte. “La nostra preoccupazione non è chiedere posti ma far vivere le nostre idee dentro il Pd” spiega Dario Nardella. Decisamente ottimista il coordinatore della mozione di Schlein, Francesco Boccia: “Elly unirà il partito e Bonaccini sarà il suo primo sostenitore”.