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Esteri

L’uragano Dorian spaventa la Florida, Trump dichiara lo stato di emergenza

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Supermercati presi d’assalto, code agli aeroporti e benzinai quasi a secco. La Florida, in stato di emergenza, si prepara alla furia di Dorian, l’uragano “mostro”, probabilmente il peggiore ad abbattersi sullo Stato dal 1992, ovvero dalla devastazione di Andrew. “Dobbiamo essere pronti a tutto”, ha avvertito il governatore Ron DeSantis, mettendo in guardia su possibili blackout e disagi prima ancora che Dorian tocchi terra. Al momento l’uragano di categoria 2 e’ a 1.000 chilometri dalle coste della Florida, verso la quale marcia diretto, rafforzandosi sempre di piu’. Dovrebbe arrivarci lunedi’ mattina. La sua velocita’ e’ pero’ rallentata e questo preoccupa ancora di piu’ perche’ lascia presagire un periodo prolungato di forti venti e piogge, aumentando i rischi per la popolazione. E aumentando probabilmente anche la conta dei danni, stimati al momento fra i 18 e i 20 miliardi di dollari. La guardia nazionale e’ gia’ al lavoro con 2.500 uomini, 15 squadre di soccorsi specializzate nella ricerca dei dispersi sono pronte a entrare all’opera. Circa 860.000 bottiglie d’acqua sono gia’ state consegnate nelle contee piu’ a rischio, e 1,8 milioni di pasti sono pronti ad essere distribuiti. A breve saranno disponibili anche gli aiuti federali. Donald Trump ha infatti dichiarato lo stato di emergenza per la Florida, aprendo di fatto la strada agli aiuti del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale e della Fema, la protezione civile americana, gia’ prima che l’uragano tocchi terra. Per fronteggiare quella che si preannuncia come una potenziale catastrofe il presidente americano ha cancellato anche il previsto viaggio in Polonia per l’ottantesimo anniversario della Seconda guerra mondiale, dove inviera’ al suo posto il vice presidente Mike Pence.

Per Trump la Florida e’ uno stato cruciale nella mappa elettorale: conquistarlo nel 2020 potrebbe regalargli altri quattro anni alla Casa Bianca. Ma a questo si aggiungono le preoccupazioni per le proprieta’ della Trump Organization nello stato: in tutto sono nove quelle sulla traiettoria di Dorian. E fra le piu’ a rischio c’e’ proprio Mar-a-Lago, la Casa Bianca d’inverno. Dorian infatti dovrebbe toccare terra, a meno di cambi di rotta, a un centinaio di chilometri da West Palm Beach. E dovrebbe farlo come categoria 4, al pieno della sua forza. “Sto facendo il tifo affinche’ Dorian colpisca direttamente Mar-a-Lago!”, ha twittato polemicamente l’ex premier canadese Kim Campbell. I residenti intanto si preparano. I grandi magazzini Costco sono presi d’assalto per le attrezzature per la messa in sicurezza delle case. Lunghe file nei supermercati, dove gli scaffali sono quasi vuoti e alcuni dei maggiori punti vendita hanno gia’ terminato le scorte di acqua. A preoccupare pero’ e’ la benzina che scarseggia quando ancora nessuna evacuazione e’ stata ordinata. Prima di creare ancora piu’ panico, le autorita’ stanno attendendo informazioni piu’ precise sulla traiettoria dell’uragano: solo quando saranno disponibili maggiori dettagli verra’ definito il piano di evacuazioni, che si danno comunque per scontate. “I residenti devono avere pronto il proprio piano per gli uragani, informarsi sulle zone ed ascoltare le indicazioni delle autorita’”, ha avvertito l’Hurricane Nazional Center. Ritwittando la Fema, anche Trump ha esortato a “prepararsi”. A tremare per l’arrivo di Dorian sono poi le Bahamas, dove per i vacanzieri di fine estate e’ corsa contro il tempo per lasciare le isole e mettersi al riparo, anche perche’ di sole nelle prossime ore il servizio meteorologico ne prevede ben poco.(

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La Svizzera insiste, ‘pronti a ospitare Trump-Putin’

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Dopo la Slovacchia si fanno avanti Serbia e soprattutto Svizzera: è ormai partita la corsa per ospitare quello che si configura come il faccia a faccia più atteso degli ultimi anni, il vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin. L’appuntamento è tutt’altro che fissato e vede per ora il disaccordo dell’Ue, ma entrambi i presidenti hanno dato la propria disponibilità. “Lo stiamo organizzando”, ha anticipato Trump pochi giorni fa mentre il Cremlino ha confermato che non ci sono “condizioni preliminari” per l’avvio del dialogo. In questo contesto il luogo dell’incontro appare una scelta cruciale. E la Svizzera, forte della sua neutralità e di un passato che l’ha vista teatro di alcuni dei principali vertici della storia recente, si è fatta avanti.

“Dopo il vertice di Bürgenstock, l’Ucraina, la Russia e gli Stati Uniti sono stati regolarmente informati della nostra disponibilità a sostenere qualsiasi sforzo diplomatico per stabilire la pace”, ha spiegato al quotidiano elvetico Le Temps Nicolas Bideau, portavoce del Ministero degli Esteri di Berna, aggiungendo che le autorità elvetiche, oltre a mettere a disposizione il loro territorio, non svolgeranno alcun ruolo nell’iniziativa. Poche ore dopo è stato il presidente serbo Alexandar Vucic ad uscire allo scoperto, dicendosi interessato a ospitare il vertice tra il futuro presidente americano e lo Zar.

“La Serbia ha uno dei più alti livelli di sostegno a Trump tra i Paesi europei, pur mantenendo un forte favore pubblico per Putin, il che potrebbe renderla un terreno neutrale adatto per un incontro di così alto profilo”, ha sottolineato Vucic, che nei giorni scorsi ha invece protestato contro il presidente Joe Biden per le sanzioni imposte da Washington al gruppo petrolifero serbo Nis. Svizzera e Serbia si aggiungono alla Slovacchia, che a fine dicembre – dopo la visita del primo ministro Robert Fico a Mosca – si era proposta per prima per ospitare i colloqui di pace sulla guerra in Ucraina. Tutti e tre i Paesi, c’è da dire, aderiscono alla Corte Penale Internazionale che il 17 marzo del 2023 ha spiccato un mandato di arresto internazionale proprio per Putin, per i crimini di guerra in Ucraina.

La corsa ad ospitare il faccia a faccia è, in ogni caso, un chiaro indizio che, per Volodymyr Zelensky, molto potrebbe cambiare dopo il 20 gennaio. Nonostante la cattura dei due soldati nordcoreani (che Kiev ha proposto di scambiare con i prigionieri ucraini in mano ai russi), non sono settimane semplici per il presidente ucraino, che affronta crescenti criticità sul terreno. Mosca ha annunciato di aver conquistato due villaggi, uno nella regione di Kharkiv e l’altro nell’Oblast di Donetsk.

A Pokrovsk, città militarmente strategica del Dombass, l’esercito ucraino ha ammesso che la situazione è difficile e che il nemico, ormai alle porte, ha isolato il centro abitato rispetto all’esterno. Il presidente ucraino continua a ricevere il fermo sostegno dell’Ue e lo stesso è accaduto nel corso della sua recente visita a Roma, ma l’arrivo di Trump darà forza a chi, come Ungheria e Slovacchia, vuole la fine della guerra. E in Germania, la costante crescita di AfD in vista del voto del 23 febbraio rappresenta un altro, funesto, campanello d’allarme per Kiev.

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Italiano catturato in Ucraina: il caso del pizzaiolo napoletano arruolato nell’esercito russo

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Un caso singolare e controverso scuote il conflitto in Ucraina: Gianni Cenni, un pizzaiolo napoletano di 51 anni, è stato catturato dalle forze speciali ucraine nella regione di Donbass, dove combatteva come volontario nell’esercito russo. Secondo i documenti rilasciati dal ministero della Difesa russo, Cenni si sarebbe arruolato il 13 novembre 2024 nel I° reggimento corazzato, unità militare 58198.

La cattura sarebbe avvenuta tra il 7 e l’8 gennaio, in una missione di ricognizione oltre le linee nemiche tra Kupyansk e la regione di Lugansk. La notizia ha sollevato interrogativi sulla presenza di cittadini italiani tra i combattenti stranieri arruolati nelle forze russe.

Dalla pizzeria al fronte: chi è Gianni Cenni

Originario del Napoletano, Cenni ha un passato legato alla ristorazione, con esperienze lavorative in Finlandia e in Russia. Nel ristorante italiano “Anima”, situato a Samara sul fiume Volga, Cenni aveva lavorato come pizzaiolo fino a circa un anno fa, secondo quanto riferito dal console onorario italiano a Samara, Gianguido Breddo. “Era un dipendente con un carattere sopra le righe. Sapere che si è arruolato non mi sorprende”, ha commentato Breddo, ricordando la passione di Cenni per la cucina.

Alcuni video pubblicati sui social media del ristorante e della Scuola di cucina italiana di Samara lo ritraggono in una masterclass di pizza tenutasi il 15 giugno 2023. Questi contenuti lo mostrano come un professionista dedito alla sua arte culinaria, ma rivelano anche un aspetto controverso: una foto del 2015, pubblicata prima dell’invasione del Donbass, lo ritrae con una maglietta che celebra il presidente russo Vladimir Putin.

Il contestato passato e le ragioni di una scelta

Le ragioni che hanno spinto Cenni ad arruolarsi nell’esercito russo restano incerte. Come sottolineano gli esperti, molti stranieri che si uniscono ai ranghi russi lo fanno principalmente per motivi economici. Il salario e i benefici offerti ai volontari stranieri potrebbero aver avuto un ruolo determinante nella decisione del pizzaiolo napoletano di abbandonare la sua professione per combattere.

Tuttavia, il passato di Cenni non sembra rivelare alcun coinvolgimento ideologico particolare. L’ammirazione mostrata per Putin potrebbe essere stata più simbolica che politica, ma resta un tema di riflessione sull’influenza del contesto sociale e lavorativo nella sua decisione di unirsi all’esercito russo.

La reazione della diplomazia italiana

La cattura di Gianni Cenni getta luce su una vicenda complessa, intrecciata con questioni geopolitiche e personali. Ora detenuto a Kiev, il pizzaiolo napoletano è sotto la custodia del Servizio di sicurezza ucraino (SBU), che ha avviato interrogatori per chiarire le motivazioni e le circostanze del suo arruolamento.

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Soldati nordcoreani catturati in Ucraina: la denuncia del presidente Zelensky

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rilasciato una dichiarazione che solleva interrogativi importanti sull’espansione del conflitto in Ucraina. Due soldati nordcoreani sono stati catturati nella regione di Kursk dalle Forze armate ucraine, un episodio che conferma, secondo Kiev, il coinvolgimento diretto della Corea del Nord nel conflitto a fianco della Russia.

La cattura e il trattamento dei prigionieri

“I nostri soldati hanno catturato personale militare nordcoreano nella regione di Kursk. Due soldati, sebbene feriti, sono sopravvissuti e sono stati trasportati a Kiev, dove ora stanno comunicando con il Servizio di sicurezza dell’Ucraina”, ha dichiarato Zelensky. I prigionieri, in conformità con le leggi internazionali e gli standard umanitari, stanno ricevendo tutte le cure mediche necessarie.

Il presidente ucraino ha sottolineato la difficoltà di questa operazione: “Le forze russe e altro personale militare nordcoreano solitamente giustiziano i feriti per cancellare ogni prova del coinvolgimento della Corea del Nord nella guerra contro l’Ucraina”.

Un’operazione di successo e un messaggio al mondo

La cattura è stata possibile grazie agli sforzi del Gruppo tattico n. 84 delle Forze per operazioni speciali delle Forze armate ucraine e dei paracadutisti. “Sono grato ai soldati che hanno compiuto questa missione cruciale”, ha aggiunto Zelensky.

Inoltre, il presidente ha dato istruzioni affinché i giornalisti possano accedere ai due prigionieri nordcoreani: “Il mondo deve sapere la verità su ciò che sta accadendo”. Questo passo mira a garantire trasparenza e a svelare il ruolo della Corea del Nord nella guerra, una questione che potrebbe avere ripercussioni diplomatiche significative.

Implicazioni internazionali

La notizia della presenza di soldati nordcoreani sul fronte ucraino rappresenta un nuovo sviluppo nella guerra in corso. Il coinvolgimento diretto della Corea del Nord potrebbe portare a ulteriori tensioni tra Kiev e Mosca, oltre che a un’intensificazione delle critiche internazionali contro Pyongyang.

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