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Tecnologia

Luna, i protagonisti della missione Apollo 11

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I nomi di Neil Armstrong, Michael Collins e Buzz Aldrin sono i piu’ celebri dell’impresa che ha portato l’uomo a camminare sulla Luna, con la missione Apollo 11, ma i protagonisti della missione sono stati in realta’ centinaia. Neil Armstrong, nato il 5 agosto 1930 nell’Ohio e morto il 25 agosto 2012, e’ stato il primo uomo a mettere piede sulla Luna. Ex pilota di jet per la marina militare americana nella guerra di Corea, era ingegnere aeronautico e pilota civile. Era andato per la prima volta nello spazio nel marzo 1966, con la missione Gemini 8. Michael Collins, nato il 31 ottobre 1930 a Roma, ha pilotato il modulo di comando della missione Apollo 11. Selezionato dalla Nasa come astronauta nel 1963, era andato nello spazio per la prima volta nel luglio 1966, con la missione Gemini 10. Buzz Aldrin e’ nato il 20 gennaio 1930 ed e’ stato il secondo uomo a camminare sulla Luna. Dopo aver partecipato alla guerra di Corea, ha ottenuto un dottorato in Astronautica presso il Massachusetts Institute of Technology (Mit). Oltre alla missione Apollo 11, ha partecipato alla Gemini 12 nel novembre 1966, dove ha compiuto anche una passeggiata spaziale. Fra gli altri protagonisti dello sbarco sulla Luna, alcuni sono celebri, come il presidente degli Stati Uniti John Kennedy, che il 25 maggio 1961 aveva annunciato il progetto di portare uomini sulla Luna prima della fine del decennio. Fu pero’ Richard Nixon a vedere il sogno concretizzarsi durante la sua presidenza e la sua firma era accanto a quella degli astronauti, sulla targa che la missione Apollo 11 lascio’ sul suolo lunare. L’allunaggio era stato il realizzarsi di un sogno anche per Werner Von Braun, padre del programma Apollo, cosi’ come quello della sua squadra dell’Agenzia per i missili balistici dell’ esercito e poi del Centro per il volo spaziale Marshall di Huntsville. Hanno avuto un ruolo di primo piano anche ingegneri e tecnici del Kennedy Space Center di Cape Canaveral, la base da cui partirono le missioni Apollo: per loro il programma e il suo finanziamento senza precedenti furono una boccata d’ossigeno, dopo le delusioni per il fallimento di tanti esperimenti. Il programma Apollo coinvolse anche numerose aziende, come Boeing, North American Rockwell, Mc Donnell-Douglas.

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In Evidenza

Google aprirà l’utilizzo dell’IA generativa per le immagini

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Google apre l’uso dell’intelligenza artificiale generativa per le immagini. Dal 15 maggio permetterà a tutti di usare le opzioni di IA generativa nell’app Foto, che ad oggi erano a pagamento o legate all’uso di uno smartphone della sua serie Pixel. Sarà possibile eliminare elementi indesiderati dalle immagini, renderle più nitide e migliorare la luce nei ritratti. La mossa dovrebbe arrivare all’indomani della conferenza degli sviluppatori del colosso tecnologico, prevista il 14 maggio, che si presuppone spingerà sempre di più sull’intelligenza artificiale. Intanto l’aumento su larga scala di applicazioni che rendono semplice l’editing di foto e video con l’intelligenza artificiale – come il software Sora di OpenAi, la casa madre di ChatGpt – fa crescere secondo gli esperti i rischi per i cosiddetti deepfake, i contenuti digitali fasulli. In un’intervista alla Cnbc, alcuni manager della compagnia digitale Okta e dell’azienda di cybersecurity Crowdstrike hanno sottolineato la necessità che i big della tecnologia aumentino l’attenzione sul tema, anche in vista dei tanti appuntamenti elettorali. “Vedremo sicuramente più deepfake durante il processo elettorale. Servirà applicare misure perché tutti possano verificare l’autenticità di qualcosa, prima di condividerlo”, afferma Todd McKinnon, Ceo di Okta.

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Economia

Big tecnologia spingono su chip, linfa vitale del’IA

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I big della tecnologia spingono sui chip, linfa vitale dell’intelligenza artificiale e della crescita economica. Google e Intel rilanciano con delle novità, mentre i futuri processori di Apple potrebbero essere Made in Usa. La sfida dei colossi è ridurre la dipendenza da altre aziende per alimentare carichi di lavoro di IA e per il cloud. Solo pochi giorni fa il forte terremoto a Taiwan ha tenuto col fiato sospeso il mondo tecnologico per la chiusura temporanea di Tsmc, il gigante dei microprocessori a contratto che ha in mano il 70% della produzione globale. Nelle scorse ore Google ha rivelato i piani per un nuovo processore basato su tecnologia Arm, che punta su consumi energetici più bassi.

Si chiama Axion e offre prestazioni migliori del 30% rispetto agli altri chip con architettura Arm. Sarà disponibile per i servizi cloud che le aziende possono noleggiare e utilizzare, dagli annunci su YouTube all’analisi dei big data. “Diventare una grande azienda di hardware è molto diverso dal diventare una grande azienda di cloud o un grande organizzatore dell’informazione mondiale”, ha detto al Wall Street Journal Amin Vahdat, dirigente responsabile delle operazioni interne sui chip di Google. L’annuncio arriva dopo che Microsoft mesi fa ha rivelato i propri microprocessori personalizzati progettati per la sua infrastruttura cloud e per addestrare modelli linguistici di grandi dimensioni. Anche Amazon offre server basati su tecnologia Arm tramite i propri chip personalizzati.

L’obiettivo di queste aziende è ridurre la propria dipendenza da partner come Intel e Nvidia, competendo sui chip personalizzati che riescono a smaltire grandi carichi di lavoro sull’IA e il cloud. Nella sfida degli annunci incrociati, anche Intel ha svelato nelle ultime ore una nuova versione del suo chip acceleratore di intelligenza artificiale. Si chiama Gaudi 3 e promette prestazioni di calcolo doppie. L’azienda californiana punta a diventare un’alternativa a Nvidia che nel 2023 ha controllato l’83% del mercato dei chip per data center e che ha segnato una ultima trimestrale record. Nvidia, tra l’altro, meno di un mese fa ha lanciato nuovi prodotti nel corso di un evento definito dagli esperti la Woodstock dell’IA.

Nella ‘Chip war’, come recita il titolo del saggio dello storico dell’economia Chris Miller che racconta la trasformazione del semiconduttore in una componente essenziale della vita contemporanea, alla competizione tecnologica si innestano battaglie geopolitiche. Pochi giorni fa la Cina ha introdotto nuove rigide linee guida che porteranno alla graduale eliminazione dei microchip Usa di Intel e Amd da computer e server governativi, per adottare soluzioni autarchiche. Mentre l’8 aprile il governo statunitense ha deciso di investire fino a 6,6 miliardi di dollari nel gigante taiwanese dei chip Tsmc – fornitore di Apple – che costruirà una terza fabbrica di semiconduttori in Arizona. Le due strutture già programmate dovrebbero iniziare a produrre nel 2025 e nel 2028. “Un nuovo capitolo per l’industria americana dei semiconduttori”, ha affermato l’amministrazione Biden. Alla luce di questo importante impegno è possibile che in futuro Cupertino potrebbe cambiare la sua catena di fornitura dei chip, sfruttando proprio questi nuovi impianti negli Stati Uniti.

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In Evidenza

Accesso under14 a IA solo con consenso dei genitori

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L’accesso alle tecnologie di intelligenza artificiale dei minori di 14 anni “esige il consenso di chi esercita la responsabilità genitoriale”. Lo si legge nella bozza del ddl sull’IA. “Il minore di anni diciotto che abbia compiuto quattordici anni, può esprimere il proprio consenso per il trattamento dei dati personali connessi all’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale” a patto che sia chiaro nelle informazioni il trattamento lecito, corretto e trasparente dei dati.

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