Filippo ed Elisabetta protagonisti dell’ultimo addio, gli altri a far da contorno. E’ un funerale intimo ma solenne – nel rispetto delle restrizioni dovute al Covid e dei desideri del defunto – quello che la regina ha disposto fin nel piu’ piccolo dettaglio per congedarsi, alla soglia dei 95 anni, dal suo consorte di oltre 7 decenni, dal padre dei suoi figli, dal consigliere imprescindibile: “my strength and stay”, come ebbe a riconoscergli pubblicamente in occasione delle nozze d’oro del 1997, la sua “forza” e il suo “punto fermo”. Un tributo a una vita durata quasi un secolo che coinvolge la nazione e naturalmente il cuore della famiglia reale; senza voler lasciare tuttavia il minimo spazio a distrazioni, curiosita’ o clamori mediatici, come dimostra la scelta deliberata di confinare in quale modo in terza fila – e di separare – gli attesissimi nipoti William e Harry: al primo rendezvous dopo lo strappo da casa Windsor di quest’ultimo e il traumatico trasferimento negli Usa. Il cerimoniale e’ stato vagliato con cura da Sua Maesta’ prima d’essere annunciato. Come gia’ si sapeva, e come prescritto nelle ultime volonta’ del duca di Edimburgo, non sara’ un funerale di Stato. Ma le forme saranno onorate tutte, anche se gli 800 ospiti a cui la corte prevedeva di dar spazio vengono ridotti a una trentina dalle precauzioni imposte dalla pandemia. Niente Boris Johnson, 14esimo primo ministro del regno di Elisabetta (e Filippo) iniziato quando a Downing Street sedeva Winston Churchill, che ha rinunciato per consentire l’ingresso di qualche familiare in piu’; e che si ripromette di osservare davanti alla tv il minuto di silenzio nazionale previsto in coincidenza con l’inizio della cerimonia, alle 15 locali. Ci saranno invece gli affetti piu’ cari al duca: con i 4 figli messi dietro la sovrana – solitaria nel suo dolore e protetta dalla bolla di distanziamento delle regole Covid – ma davanti ai nipoti e a tutti gli altri, secondo una scala di priorita’ in cui il legame familiare diretto fa premio sulla sola linea di successione al trono. Il feretro, avvolto nello stendardo personale di Filippo e sormontato dalla sua spada e dal suo berretto da ufficiale della Royal Navy e veterano della Seconda Guerra Mondiale, sara’ trasferito in corteo nel breve tragitto fra il castello di Windsor e l’adiacente cappella di St George – dove la regina rimarra’ ad attendere – a bordo di una Land Rover modificata a mo’ di eccentrico carro funebre dal duca in persona: con alla testa l’erede al trono Carlo e la principessa Anna, secondogenita della coppia reale, alle loro spalle gli altri figli, Andrea ed Edoardo, e piu’ indietro i figli di Carlo e Diana, William e Harry, destinati infine a prender posto nella cappella separati dal cugino piu’ anziano: Peter Phillips, primogenito di Anna. La bara sara’ quindi deposta sul catafalco da un’unita’ dei Royal Marines, mentre in chiesa, con i due concelebranti (il rettore di Windsor e l’arciverscovo anglicano di Canterbury, Justin Welby) saranno ammessi anche, oltre ai consorti di figli e nipoti, qualche cugino, tre discendenti tedeschi delle sorelle di Filippo, due figli della principessa Margaret (defunta sorella di Elisabetta), la contessa Mountbatten (compagna di corse in calesse dello scomparso), il segretario personale Archie Miller Bakewell, e quattro cantori. Nessun altro: tutti distanziati di due metri gli uni dagli altri, salvo le coppie conviventi, e tutti con la mascherina a coprire i volti. Tra i presenti pure un aristocratico di padre italiano, Edoardo Mapelli Mozzi, neosposo di una delle nipoti della coppia reale, Beatrice di York. Assenti invece, come largamente annunciato, sia la chiacchierata consorte di Harry, Meghan Markle, duchessa di Sussex, rimasta a Los Angeles ufficialmente su indicazione medica poiche’ in stato di gravidanza avanzata, sia Sarah Ferguson, moglie divorziata di Andrea. Nelle parole del generale Nick Carter, capo di stato maggiore della Difesa di Sua Maesta’, l’obiettivo e’ una cerimonia “senza fronzoli”, improntata “alla precisione militare” nello stile di Prince Philip. Ma prim’ancora, come ha notato l’arcivescovo Welby, si tratta del momento comune a tanti che la regina Elisabetta attende per compiere, con “la straordinaria dignita’ e lo straordinario coraggio di sempre”, un atto umano “molto profondo: dire addio all’uomo della sua vita”. (