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Cronache

Lui, lei e un cagnolino nero delizioso ovvero i Bonnie e Clyde di Napoli che fanno razzie nei negozi: sulla loro testa ora c’è una taglia

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Chiamiamoli pure i ‘Bonnie e Clyde’ del Vomero. E facciamo finta che qualcuno è sulle loro tracce. Da settimane un ragazzo, una ragazza, una coppia, almeno così si presentano portando al guinzaglio un bel cagnolino di colore nero, entrano nei negozi del quartiere collinare del Vomero e fanno razzie. Senza usare violenza. Senza usare armi se non la loro destrezza. Ecco, diciamo che commettono furti con destrezza. E la destrezza, le loro capacità organizzative criminali per rubare sono eccellenti. Le immagini che vi proponiamo sono dei circuiti di videosorveglianza di alcuni dei negozi che hanno ricevuto la visita della coppia di ladri. Ce le fornisce una battagliera associazione che tutela i consumatori, NoiConsumatori.it. Questa coppia, come avrete modo di vedere, ha sempre modi affabili e gentili. Lei chiede informazioni alla commessa o al proprietario del negozio, lui gironzola tra scaffali e mette in borsa articoli, porta via oggetti di valore o arraffa quel che gli piace. Per quel che ne sappiamo carabinieri e polizia hanno un bel po’ di denunce con tanto di filmati da verificare per provare ad identificare questi due geni del furto.

Angelo Pisani. L’avvocato è il presidente di NoiConsumatori.it

“Quanti furti abbiano fatto non è dato sapere. Diciamo che sono tanti e sono stati tutti più o meno regolarmente denunciati dai negozianti” spiega Angelo Pisani, avvocato e presidente dell’associazione NoiConsumatori. Molti di questi negozianti e tante vittime spogliate anche dei loro oggetti personali si sono rivolti a Noi consumatori perchè da settimane, pur avendo denunciato questa coppia col cagnolino, i furti non si fermano. Anzi, questa coppia è diventata il terrore dei negozianti. E allora all’avvocato Pisani è venuta una idea. Che certo non piacerà a tutti. A noi tocca solo raccontarla. A chi legge il giudizio. Che idea ha avuto, avvocato Pisani? “Una taglia sulle teste dei due ladri, come di tutti quelli che violano la legge in danno di vittime innocenti ” spiega Pisani. Come se fossimo nel Far West? “No, come se fossimo in un Paese civile, normale. Un cittadino denuncia un furto, poi ne viene un altro e denuncia lo stesso furto con le stesse modalità. Poi ne viene ancora un altro e porta le stesse immagini alle forze dell’ordine con la stessa coppia che ruba il telefonino oppure lo zaino o altri oggetti” arringa Pisani. E allora? “E allora molti commercianti che rappresento vorrebbero che queste persone fossero riconosciute e fermate. Tutto qui. Se qualcuno è in grado di aiutarci a trovare queste persone, a darci una mano ad identificarle, noi organizziamo un premio. I negozianti oltre ad affiggere la foto dei ladri all’ingresso dei locali sono disposti a fare un regalo a chi aiuta le forze dell’ordine ad identificare e rintracciare questa gente senza scrupoli che ruba a poveri cittadini . Questa è la taglia. Non cerchiamo due bounty killer per ammazzare persone ma cittadini di buona volontà che diano una mano alle forze dell’ordine per fermare lo stillicidio di furti di Bonnie e Clyde del Vomero” ironizza Pisani. “Tramite social o Whatsapp al 3337176353 valutiamo le segnalazioni di chi gioca con la squadra della legalità. Ovviamente trasmettiamo tutto alle forze dell’ordine, sono loro i dominus della legalità. Noi collaboriamo” conclude Pisani non prima di ringraziarci per la “collaborazione anche di Juorno nel dare una mano pubblicizzando la nostra denuncia e i nostri video”. Amen

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Cronache

Tragedia a Palombaio, anziana investita e uccisa: si costituisce l’automobilista

Tragedia a Palombaio, frazione di Bitonto: un’anziana è morta investita da un’auto. L’automobilista, un 37enne di Mariotto, si è costituito ed è sotto choc. Indaga la polizia locale.

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Tragedia questa sera a Palombaio, frazione di Bitonto (Bari), dove un’anziana è morta dopo essere stata investita da un’auto mentre attraversava corso Vittorio Emanuele. L’impatto è stato violentissimo e per la donna, nonostante i soccorsi immediati del 118, non c’è stato nulla da fare: è deceduta sul colpo.


L’automobilista si è costituito

Poche ore dopo l’incidente, si è costituito alla polizia locale l’automobilista coinvolto: si tratta di un uomo di 37 anni, residente nella vicina frazione di Mariotto.
Agli agenti avrebbe raccontato di stare tornando a casa dopo il lavoro e di non essersi accorto della presenza della donna al centro della carreggiata.

L’uomo, apparso visibilmente sotto choc, è ora a disposizione degli investigatori, che stanno valutando la sua posizione e ricostruendo con precisione la dinamica dell’impatto.


Indagini in corso

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti gli agenti della polizia locale di Bitonto, che hanno effettuato i rilievi per chiarire le cause della tragedia e verificare eventuali responsabilità.
Non si esclude che la scarsa visibilità o una distrazione possano aver contribuito all’investimento mortale.

L’intera comunità di Palombaio è sotto choc per l’accaduto, in attesa di conoscere l’identità della vittima e gli sviluppi delle indagini.

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Cronache

Sparatoria contro l’auto dell’allenatore Calabro, indagati il calciatore Leonardo Perez e il cognato consigliere regionale Mauro Vizzino

Indagati per minacce il calciatore Leonardo Perez e il cognato, il consigliere regionale pugliese Mauro Vizzino, per i colpi esplosi contro l’auto dell’allenatore Antonio Calabro nel 2023.

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Un’inchiesta della Procura di Lecce ha portato alla chiusura delle indagini su un episodio avvenuto nella notte tra il 22 e il 23 febbraio 2023 a Melendugno, quando furono esplosi colpi di arma da fuoco contro l’auto di Antonio Calabro, allora allenatore della Virtus Francavilla, oggi tecnico della Carrarese in Serie B.

Secondo gli inquirenti, il mandante morale dell’intimidazione sarebbe stato Leonardo Perez, 36 anni, attaccante del Casarano con un passato in Serie B, che avrebbe agito per vendicarsi del poco impiego in campionato. A istigarlo, secondo la ricostruzione della Procura, sarebbe stato il cognato Mauro Vizzino, consigliere regionale pugliese e presidente della Commissione Sanità, rieletto nella coalizione di centrosinistra a sostegno di Michele Emiliano.


Vizzino: “Sono totalmente estraneo ai fatti”

Entrambi, originari di Mesagne (Brindisi), sono accusati di minacce. Gli esecutori materiali del gesto restano ignoti.
Vizzino, impegnato nella campagna elettorale per le regionali in Puglia con la lista Per la Puglia, ha negato ogni coinvolgimento:

“Scopro dagli organi di stampa la notizia della mia iscrizione nel registro degli indagati. Non ho ricevuto alcuna comunicazione giudiziaria, ma posso affermare senza possibilità di smentita di essere totalmente estraneo alla vicenda.”

Il consigliere ha parlato di un’inchiesta “che ha dell’incredibile” e ha ribadito che continuerà il suo impegno politico “con ancora più convinzione e forza”.


Le indagini e la riapertura del caso

In un primo momento la Procura aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo, che vedeva indagato solo Perez. Ma il gipha disposto un supplemento di indagini, che ha portato a nuovi accertamenti e all’iscrizione di Vizzino nel registro degli indagati.

L’atto di chiusura dell’inchiesta, notificato in queste ore, precede di norma la richiesta di rinvio a giudizio.
Il movente, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe una ripicca sportiva: Perez avrebbe reagito al mancato utilizzo da parte dell’allenatore con un atto intimidatorio, avvalendosi del sostegno del cognato.


Le reazioni politiche

Sulla vicenda è intervenuto anche Antonio Decaro, candidato del fronte progressista alle elezioni regionali pugliesi:

“Mauro Vizzino è considerato da tutti una brava persona. Spero che possa chiarire la sua posizione quando ci sarà la documentazione a disposizione.”

Il caso, esploso a pochi giorni dal voto, scuote la campagna elettorale pugliese e riporta l’attenzione su un episodio violento che, a oltre due anni di distanza, continua a sollevare interrogativi e tensioni tra sport e politica.

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Azzardo in Italia, l’altra pandemia: 18 milioni di giocatori e 20 milioni di “vittime passive”

In Italia 18 milioni di persone hanno giocato d’azzardo nell’ultimo anno e 2,9 milioni sono a rischio patologico. Secondo Libera, 4 italiani su 10 sono “vittime passive” e le mafie continuano a guadagnare miliardi dal gioco legale e illegale.

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Sono almeno 18 milioni gli italiani che nell’ultimo anno hanno tentato la fortuna con videopoker, slot-machine, gratta e vinci, bingo e scommesse online. Un fenomeno imponente che coinvolge quasi un terzo della popolazione adulta.
Dietro la speranza di cambiare vita si nasconde però una piaga sociale: 1 milione e mezzo di giocatori patologici (pari al 3% della popolazione maggiorenne) e 1 milione e 400 mila persone a rischio moderato. In totale, 2,9 milioni di cittadiniprigionieri dell’azzardo.

Per ogni giocatore malato, ci sono sette persone indirettamente coinvolte: familiari, amici, colleghi. In tutto, oltre 20 milioni di italiani, il 40% della popolazione, vittime di quello che Libera definisce “azzardo passivo”.
Secondo il dossier dell’associazione, la perdita di qualità della vita per chi è toccato dal fenomeno — tra stress, debiti, isolamento e rottura dei legami familiari — equivale a 7,6 punti percentuali.


Il business dell’azzardo: 157 miliardi nel 2024

Il nuovo dossier di Libera fotografa un Paese che spende sempre di più per scommettere.
Nel 2024, le entrate del gioco legale hanno toccato quota 157 miliardi e 453 milioni di euro, con un incremento del 6,6% rispetto al 2023.
Un boom alimentato soprattutto dal gioco online, con quasi 16 milioni di conti attivi presso i concessionari digitali, contro gli 11 milioni del 2020.


Quando il gioco diventa terreno di mafia

L’azzardo non è solo una dipendenza: è anche un affare criminale.
Dal 2010 al 2024, le relazioni della Direzione Nazionale Antimafia e della Direzione Investigativa Antimafia hanno censito 147 clan mafiosi coinvolti nel business del gioco — legale e illegale — in 16 regioni e con 25 procure antimafiaimpegnate nelle indagini.

Al “tavolo verde” siedono sempre le stesse famiglie: Casalesi, Mallardo, Santapaola, Condello, Mancuso, Labate, Lo Piccolo, Capriati.
La Campania guida la classifica con 40 clan, seguita da Calabria (39), Sicilia (38), Lazio (24) e Puglia (22).
Nel Nord Italia, Liguria e Piemonte contano 9 organizzazioni ciascuna.

Libera sottolinea come il fenomeno non sia solo italiano: anche la mafia cinese, albanese e turca è coinvolta nella gestione delle piattaforme online e nel riciclaggio dei proventi.


Luigi Ciotti: “Dietro ogni slot ci sono persone in difficoltà”

Il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, ha commentato con amarezza i dati del dossier:
«Il nostro Paese è in bilico: da un lato la voglia di riscatto e di benessere, dall’altro un meccanismo che specula sulla vita delle persone. Dietro ogni slot, ogni gratta e vinci o piattaforma online ci sono esseri umani in difficoltà. Ci sono adolescenti che scommettono di nascosto, anziani che si giocano la pensione, famiglie che si sfaldano nel silenzio. Dobbiamo smascherare l’inganno».


L’azzardo come emergenza sociale

Il gioco, legale o clandestino, è diventato una delle più gravi emergenze sociali del Paese.
Un sistema che promette fortuna ma produce povertà, che genera miliardi di euro di profitti — anche per la criminalità organizzata — e lascia dietro di sé un esercito di persone ferite, indebitate, isolate.
Come scrive Libera nel dossier, “non si tratta solo di numeri, ma di vite umane: di padri, madri, figli e nonni che si perdono tra le luci fredde delle slot e le illusioni del guadagno facile”.

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