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Cronache

Lotito: confusi strumentalmente politica e privacy

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I presunti tentativi di dossieraggio al centro dell’inchiesta dei pm di Perugia agitano le acque anche nel mondo del calcio e tra i nomi eccellenti finiti sotto i riflettori in queste ore c’è il presidente della Lazio, ex proprietario della Salernitana e senatore di Forza Italia Claudio Lotito. Che reagisce: “confondono strumentalmente il piano politico con dei fatti personali che non hanno nulla a che vedere con la vicenda” dei dossier, dice prima di mandare una nota che smentisce anche il suo legale.

Conoscenze e vicende sul patron biancoceleste emergono in un’indagine nei confronti del presidente della Figc Gabriele Gravina, che sarebbe stata pilotata dai due indagati chiave, il finanziere Pasquale Striano e il sostituto procuratore antimafia Antonio Laudati. Secondo le indagini della procura di Perugia, quell’inchiesta sul numero uno della Federazione sarebbe partita da notizie fornite al tenente della Gdf da un ex collaboratore di Gravina ed ora personaggio vicino a Lotito, ovvero Emanuele Floridi, nell’ambito di alcuni incontri promossi da Laudati e non, come “attestato falsamente” dal pm, dagli elementi informativi provenienti dalla procura di Salerno. Negli uffici della città campana era stato infatti aperto un fascicolo dopo una denuncia sull’acquisto della Salernitana (venduta da Lotito) nel 2021 da parte dell’imprenditore Iervolino.

Ed è in questo groviglio di inchieste che arriva la replica di Lotito, che aggiunge: “Cercano di dire sempre, in tutte le cose ‘amico di Lotito’, ma Floridi è amico di tutti, non solo di Lotito, è amico di tutto il mondo di tutti i presidenti della Lega di serie A”. Il senatore forzista, fa sapere poi il suo legale Gian Michele Gentile, chiede anche di essere ascoltato dai pm di Roma, ai quali intanto è stata trasmessa l’indagine sulle “presunte attività illecite poste in essere da Gabriele Gravina”. L’avvocato sottolinea che l’intenzione del patron biancoceleste è quella di parlare con gli inquirenti in merito al segmento che riguarda la vendita della Salernitana Calcio: “La richiesta di essere ascoltato in procura a Roma non riguarderà certo le presunte accuse a Gravina ma avrà ad oggetto la vicenda della vendita della Salernitana e in particolare i comportamenti messi in atto dai trustee”, ribadisce il legale, aggiungendo che il parlamentare è già stato ascoltato a Perugia e dopo l’atto istruttorio “la Guardia di Finanza ha acquisito la documentazione che abbiamo messo a disposizione”.

Poco dopo però è lo stesso Lotito a smentire il suo legale: “Comprendo che l’escalation mediatica, concernente le attività della procura di Perugia, abbia innescato una caccia allo scoop. Sono tuttavia completamente estraneo alle dichiarazioni che mi verrebbero attribuite su tutti i mezzi di comunicazione, anche per bocca dell’avvocato Gian Michele Gentile, essendo io tra l’altro all’estero per sostenere come mio dovere la Lazio in corsa per la qualificazione in Champions League. Pertanto diffido chiunque a diffondere con ogni mezzo dichiarazioni delle quali non sia stata da me preventivamente confermata la paternità”.

E in merito al fascicolo trasmesso in procura a Roma, che riguarda le accuse rivolte al presidente della Figc (indagine al momento senza indagati o ipotesi di reato), da fonti vicine a via Allegri si apprende che “c’è massima serenità. Ma – si aggiunge – per correttezza istituzionale si ritiene non opportuno sino alla chiusura degli accertamenti della magistratura riferire in sedi diverse fatti che sono oggetto di una verifica giudiziaria e che sono già stati esposti alle competenti autorità”. Gravina, come Lotito e il direttore generale della Lazio Fabiani, sono stati sentiti dai pm di Perugia e i verbali sono stati girati alla procura di Roma, che ha disposto la convocazione di altri testimoni.

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Ranucci: l’audio di Report incriminato non ha nulla di privato

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Gli attacchi dopo l’ultima puntata di Report? “Rispetto le critiche fatte ma non le condivido, devo dire che non so se è stato visto il servizio nella sua completezza, era un servizio per la prima volta raccontava, attraverso una cronistoria, un fatto che ha destato interesse internazionale”. Lo dice a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, il conduttore di Report Sigfrido Ranucci, intervistato da Giorgio Lauro. “Gli audio hanno un pregio, vale a dire ricostruire i fatti attraverso le parole dei protagonisti. L’audio ‘incriminato’ non ha nulla di privato, ne ho parlato anche con Sangiuliano, a cui mi lega un rapporto di amicizia, e anche lui non mi ha mai posto il problema. E voglio dare la mia solidarietà a Luca Bertazzoni che è stato sommerso da critiche indegne”. Si è molto parlato però di audio rubati. “Rubato è un aggettivo sbagliato – ha detto a Un Giorno da Pecora Ranucci -, nessuno ha rubato nulla, nella fattispecie è stato Sangiuliano che ha chiamato la signora Boccia”. Se mi sono pentito di aver mandato in onda qualcuna delle telefonate dell’ultima puntata di Report? “No, si poteva discutere sulla sensibilità di mandare in onda la voce della signora Corsini, sul valore del contenuto nessuno credo possa avere dei dubbi”. “Ma sulla sensibilità, che è un fatto individuale, voglio dire anche un’altra cosa”. Quale? “Ho visto tante voci sollevarsi dentro la Rai e fuori. Ma quando la scorsa settimana alla redazione di Report e al sottoscritto sono arrivate delle minacce di morte con cui ci auguravano di fare la fine della redazione di Charlie Hebdo – ha sottolineato il giornalista a Un Giorno da Pecora – io queste voci solidali non le ho sentite”.

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‘Testamento Losito falso’, ex compagno già a processo

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Nuovo colpo di scena attorno alla morte dello sceneggiatore Teodosio Losito, trovato senza vita nella sua villa di Zagarolo a gennaio 2019. Il testamento in cui avrebbe scritto di voler lasciare l’eredità al compagno Alberto Tarallo è ritenuto “falso”. A stabilirlo la perizia calligrafica sul documento depositata ieri. Secondo la grafologa incaricata dai magistrati la non autenticità risulterebbe “in primo luogo dai confronti con le firme autenticate avute in esame”. L’esito dell’accertamento tecnico, dunque, confermerebbe la tesi della Procura di Roma: l’ex compagno di Losito, il produttore televisivo Tarallo, è a giudizio proprio con l’accusa di avere falsificato le ultime volontà dello sceneggiatore. Le indagini scattarono nel 2021 con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio dopo un esposto presentato dai familiari dello sceneggiatore 53enne, morto suicida nella sua abitazione alle porte della capitale. Al centro del procedimento anche le dichiarazioni degli attori Adua Del Vesco e Massimiliano Morra che nel corso del reality Grande Fratello parlarono dell’esistenza di una presunta setta segreta a cui sarebbe stato legato Losito. I pm ascoltarono diversi personaggi del mondo dello spettacolo su quelle frasi: da Gabriel Garko a Eva Grimaldi, da Francesco Testi fino alla stessa Del Vesco. Tarallo fu indagato per istigazione al suicidio e fu oggetto di acquisizioni documentali da parte della guardia di finanza su disposizione dei magistrati di piazzale Clodio. Ma la sua posizione fu archiviata dagli stessi pm. Il compagno di Losito, tuttavia, è stato poi indagato proprio a causa del testamento con le ultime volontà dello sceneggiatore. Secondo i pm, il documento sarebbe stato falsificato. Per questo motivo fu disposto un sequestro preventivo di cinque milioni di euro nei suoi confronti. A marzo 2022, sulla base di un ricorso presentato dal legale del produttore fondatore della società Ares, il Tribunale del Riesame ha sbloccato il maxi sequestro che riguardava auto, immobili e terreni, tornati dunque nella piena disponibilità di Tarallo. Il dissequestro è stato poi confermato dalla Cassazione. La nuova perizia, però, potrebbe cambiare nuovamente la situazione.

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Ira di Zelensky, ‘spero che Orban non chiami anche Assad’

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“Ci auguriamo tutti che almeno Viktor Orban non chiami Assad a Mosca per ascoltare anche lui le sue lezioni lunghe un’ora”. Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo la telefonata del premier ungherese con Vladimir Putin. “Nessuno dovrebbe promuovere la propria immagine a spese dell’unità; tutti dovrebbero concentrarsi sul successo condiviso. L’unità in Europa è sempre stata la chiave per ottenerlo. Non si può discutere della guerra della Russia contro l’Ucraina senza l’Ucraina. Sono grato a Donald Trump e a molti leader Ue con cui stiamo già lavorando per trovare soluzioni giuste e forti per una vera pace”. “È assolutamente chiaro che per raggiungere una pace vera e garantire la sicurezza sono necessari la determinazione dell’America, l’unità dell’Europa e l’impegno incrollabile di tutti i partner nei confronti degli scopi e dei principi della Carta delle Nazioni Unite”, ha aggiunto Zelensky.

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