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Cronache

L’Ordine dei giornalisti approva il nuovo Codice deontologico

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Il consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha approvato all’unanimità il nuovo Codice deontologico delle giornaliste e dei giornalisti che sostituisce il Testo Unico dei doveri del giornalista. “Frutto di un lavoro complesso – si spiega in una nota -, durato un lungo periodo durante il quale la commissione giuridica presieduta da Enrico Romagnoli, si è confrontata enti, sindacati e associazioni che negli anni hanno collaborato con l’Ordine siglando carte importanti che sono state inglobate in questo nuovo codice”. Questo nuovo codice, che entrerà in vigore dal primo giugno 2025, “è un documento sintetico – prosegue la nota dell’Ordine -, molto più agile che raccoglie le regole che i giornalisti sono tenuti a rispettare. Il Codice aggiorna il quadro storico delle regole della professione e introduce importanti innovazioni, a cominciare dalle regole sull’intelligenza artificiale”. “Un grande lavoro che la Commissione ha condiviso con tutto il Consiglio nazionale – si sottolinea ancora -. Le carte deontologiche sono così storicizzate e continueranno ad essere la cornice del nuovo Codice deontologico, fornendo così approfondimenti per un approccio più responsabile nei confronti del cittadino. Fino al 31 maggio 2025 resterà in vigore l’attuale Testo unico della deontologia”.

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Cronache

Avvocato Pittelli resta libero, respinta istanza Dda Catanzaro

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Rimane in libertà l’avvocato Giancarlo Pittelli, ex parlamentare, condannato dal Tribunale di Vibo Valentia a 11 anni di reclusione nell’ambito del processo Rinascita Scott. La seconda sezione penale del Tribunale di Catanzaro ha infatti rigettato la richiesta di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei suoi confronti avanzata dalla Dda del capoluogo calabrese. Tra le ragioni che hanno portato il collegio a non accogliere la richiesta vi è il fatto che a Pittelli è stato ritenuto concorrente esterno del sodalizio di ‘ndrangheta orbitante intorno alla famiglia Mancuso fino a dicembre 2019 e ‘non vi sono elementi da cui desumere la permanenza, ad oggi, da parte di Pittelli’ e di un concreto, specifico consapevole e volontario contributo alla consorteria. Nell’ordinanza si specifica che quella che difetta è la prova di una attuale, perdurante pericolosità sociale di Pittelli – difeso dal professore Franco Carlo Coppi e dagli avvocati Guido Contestabile, Sergio Rotundo, Giandomenico Caiazza e Francesco Gambardella – nel suo ruolo di concorrente esterno.

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Cronache

Fieg, destinare a giornali quota risorse per cinema e spettacolo

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“Riteniamo sia da superare la periodicità degli interventi di sostegno e potenziamento delle pagine culturali dei quotidiani con un’integrazione della norma che renda strutturale la previsione degli interventi per gli anni successivi al 2025” e che si debba “destinare una percentuale minima, di almeno il 2%, delle risorse destinate annualmente al sostegno del cinema degli spettacoli dal vivo per ampliare l’offerta culturale dei quotidiani, così da assicurare la necessaria copertura informativa al complesso dell’attività di cinema, spettacoli e cultura”. Lo ha detto il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, intervenendo in Commissione Cultura della Camera dove sono in corso le audizioni sul decreto Cultura. Riffeser ha comunque giudicato il decreto “un primo provvedimento sperimentale che può sicuramente dare un contributo al settore molto in difficoltà com’è quello della carta stampata e che ha indotto molti editori a ridurre foliazioni e contenuti”.

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Cronache

Madre Trentini: Alberto una pedina, è ostaggio di Caracas

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“Siamo molto provati. Non sento mio figlio da due mesi, da quando lo hanno portato via. Lui ora è ostaggio di quel Paese, ma è solo una pedina. Bisogna forzare il silenzio su questa vicenda, forse l’interrogazione parlamentare ha cominciato a smuovere le coscienze”. Così al telefono con la madre di Alberto Trentini, Armanda. Il cooperante italiano è stato arrestato in Venezuela lo scorso 15 novembre e da allora non si hanno più notizie.

“Dal 15 novembre scorso, quando Alberto è partito, siamo nel silenzio. Sessanta giorni, e sessanta notti, senza avere una notizia, io e mio marito siamo nell’angoscia”, continua la madre di Alberto Trentini. “Mio figlio – spiega – era solito durante ogni sua missione mandarci un messaggio e la localizzazione del luogo in cui arrivava. Questa volta non abbiamo saputo niente. E’ un figlio speciale, siamo disperati. E’ speciale per tutto quello che ha fatto in questi anni, aiutando gli altri. Mi diceva sempre che la più grande soddisfazione era vedere il sorriso delle persone che aiutava, gente, i caminantes in fuga dal Venezuela che arrivavano da loro con le scarpe sbriciolate”.

 

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