Lo scudetto a Napoli è come un terremoto. E non è per dire: l’entusiasmo dei tifosi è così forte che gli esperti dell’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ne hanno registrato i picchi. Ma oggi era anche il giorno della processione di San Gennaro, che ha attraversato la città tinta d’azzurro: dopo il miracolo del terzo scudetto, anche quello della liquefazione del sangue si è ripetuto. Insomma, a Napoli la festa continua e domani i tifosi torneranno a festeggiare, dentro e fuori il Maradona, dopo la partita con la Fiorentina.
A circa due chilometri dallo stadio è installata una delle stazioni della rete sismica Ingv, che ha una sensibilità molto elevata ed ha registrato in modo evidente l’esultanza dei tifosi napoletani. In particolare in tre occasioni. C’è stato un picco molto ampio alle 16.22 di domenica 30 aprile che corrisponde al momento del gol che il Napoli ha segnato al 62′ della partita contro la Salernitana. Poi la città “si ferma” in attesa dello scudetto, che non arriva. Bisogna aspettare il 4 maggio, quando due picchi indicano i festeggiamenti durante il gol di Osimhen e nell’immediato dopo partita.
Ma il sismogramma, segnalano gli esperti, evidenzia un netto aumento del rumore di fondo anche “nelle ore successive”, vale a dire durante i festeggiamenti che sono proseguiti fino all’alba. C’è un clima di festa che pervade la città e che, inevitabilmente, ha contagiato nel pomeriggio anche uno degli eventi popolari di maggior richiamo, la processione di San Gennaro, che quest’anno ha unito il sacro del prodigio del sangue e il profano del calcio, con i busti del patrono di Napoli e dei compatroni che hanno hanno sfilato nelle strade e nei vicoli del centro storico tra le centinaia di bandiere e striscioni azzurri che da settimane tappezzano la città.
Anche il vescovo Domenico Battaglia, ha fatto risuonare più volte nella chiesa di Santa Chiara il suo “Forza Napoli!”, che però è soprattutto un’esortazione alla città. Perché “se è vero che lo sport è la metafora della vita – ha detto – allora questo vuol dire che Napoli, e non solo la sua squadra, può vincere”. “Forza Napoli – ha ripetuto mons. Battaglia – mentre gioisci per la vittoria della tua squadra, progetta e sogna vittorie più ampie, quelle che restano non solo nella storia dello sport ma che segnano rivoluzioni pacifiche nella storia di un popolo, insegnando a tutto il mondo che sei molto di più dei pregiudizi con cui ti etichettano”. Ma intanto domani sarà un’altra giornata di baldoria.
Il Napoli incontra alle 18 in casa la Fiorentina e per i tifosi sarà la prima occasione di un incontro ravvicinato con i loro campioni. Maradona al completo da settimane e l’area di Fuorigrotta, dove si trova lo stadio, presidiata dalle forze dell’ordine che cercheranno di contenere l’assalto. Poi la festa si sposterà in città, dove stavolta non è prevista alcuna maxi-isola pedonale. Le autorità sono convinte che tutto filerà liscio, come il giorno della vittoria dello scudetto: solo un altro, innocuo e pacifico, terremoto.