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L’Italia in zona gialla tutta a spasso, allarme assembramenti e contagi ovunque da Milano a Canicattì

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L’Italia che entra in zona gialla ritrova il piacere del caffe’ al bar, dell’aperitivo e di un pranzo al ristorante. Da oggi in Lombardia, Piemonte, Calabria e Basilicata sono tornati a risollevare la serranda bar, pub e ristoranti fino alle 18: una situazione che, sommata allo shopping natalizio, ha pero’ fatto scattare l’allarme assembramenti, con folla in molte citta’ italiane, da nord a sud. A poco sono servite le raccomandazioni arrivate dalle istituzioni locali come quella del governatore lombardo Attilio Fontana (“Meno sono le restrizioni piu’ deve essere alta l’attenzione quotidiana”), o i veri e propri appelli, come quello dell’assessore alla Sanita’ della Regione Lazio Alessio D’Amato che ha ricordato che “va mantenuta una linea di rigore” altrimenti “una terza ondata sara’ inevitabile”. Troppa la voglia di tornare al ristorante o semplicemente di girare per le vie delle citta’ nella penultima domenica prima di Natale quasi ovunque di bel tempo.

 

Ma ora difficilmente il governo potra’ ignorare le immagini delle folle viste un po’ in tutta Italia nel considerare eventuali deroghe alle norme sugli spostamenti previste per le feste, con il Pd che sollecita “l’adozione di nuove misure che garantiscano il contenimento dei contagi” ed il M5s che condivide l’ipotesi di una ulteriore stretta: la linea deve essere, dicono i pentastellati, quella “del rigore e della fermezza” e le eventuali deroghe potranno riguardare solo gli spostamenti tra i piccoli comuni limitrofi. Per fare un punto della situazione il premier Conte, il ministro Boccia e i capidelegazione si sono riuniti in un vertice in serata. Quasi 18mila nuovi casi e 500 decessi anche oggi certificano una forte presenza del virus in Italia, ma le nuove liberta’ riconquistate soprattutto nelle regioni appena diventate gialle hanno fatto dimenticare a tanti i numeri della pandemia. E cosi’ a Milano il centro citta’ e’ stato letteralmente preso d’assalto dalle persone, complice anche la bella giornata di sole dopo tanti giorni di pioggia, che sia al mattino che al pomeriggio si sono riversate nelle strade a passeggio, a fare shopping, con code fuori dai negozi dei marchi di lusso, e coda anche per prendere il primo aperitivo dopo tanto tempo. Come allo storico locale in Galleria Vittorio Emanuele II, il Camparino, dove i milanesi si sono messi in fila per bere l’aperitivo nel primo giorno di riapertura dei bar. Anche il Piemonte stamattina si e’ svegliato giallo e allo storico ‘Caffe’ Torino’, in piazza San Carlo, i tavolini erano al completo. Per le strade del centro c’era grande folla e gia’ alle 11 si faceva fatica a camminare, con i negozi presi d’assalto. Code di auto, ingorghi e parcheggi tutti pieni con qualche assembramento davanti ai negozi delle catene di abbigliamento, ma ovunque accesso disciplinato, e tante prenotazioni nei ristoranti riaperti dopo settimane.

 

A Roma, dove stamani ha riaperto lo storico mercato di Porta Portese, nel tardo pomeriggio e’ stata chiusa per troppa folla l’area di Fontana di Trevi. Affollate le strade del centro, traffico, file davanti ai mega store e controlli a tappeto. “Ciascuno di noi ha un ruolo determinante, contrastiamo il virus con forza e responsabilita’. Non abbassiamo la guardia”, e’ l’appello della sindaca Virginia Raggi. Le stesse scene, con strade piene per lo shopping e gente a passeggio, si sono viste un po’ in tutte le citta’ italiane, da Napoli a Bologna, e questo ha portato ad intensificare i controlli. Il Viminale ha reso noto che sono state 80.285 le persone controllate sabato nell’ambito delle verifiche per il rispetto delle restrizioni anti Covid. Le sanzioni sono scattate per 1.058 persone, mentre 15 sono state denunciate per violazione della quarantena. Sono state invece 14.712 le verifiche sulle attivita’ commerciali, che hanno portato alla sanzione per 62 esercenti e alla chiusura di 32 attivita’. Di fronte a una situazione che rischia di andare fuori controllo, e’ duro il richiamo di Gino Strada: “Vedo – dice il fondatore di Emergency – un Paese superficiale perche’ si dimentica che ogni giorno abbiamo centinaia di morti. Questo non viene considerato con il dovuto rispetto e la dovuta attenzione”.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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