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Cronache

L’Italia in ansia per Camilleri, è in gravi condizioni

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L’Italia e’ in ansia per Andrea Camilleri. Lo scrittore siciliano, 93 anni, e’ stato ricoverato alle 9.15 di questa mattina all’ospedale Santo Spirito di Roma dopo che si era sentito male a casa sua. Camilleri si trova nel reparto di rianimazione del nosocomio romano dopo un arresto cardiorespiratorio. Le condizioni sono critiche e la prognosi resta riservata. Lo scrittore e’ attaccato a un macchinario per respirare. Secondo il bollettino medico delle 17, circa 7 ore dopo il ricovero, affidato a Roberto Ricci, direttore del reparto di cardiologia del Santo Spirito, “Camilleri e’ arrivato con un arresto cardiocircolatorio. In pronto soccorso e’ stata praticata la rianimazione cardiorespiratoria che ha permesso il ripristino dell’attivita’ cardiocircolatoria. Lo scrittore e’ in rianimazione con supporto respiratorio meccanico e supporto farmacologico”. Sono in corso ulteriori accertamenti per proseguire l’iter diagnostico e terapeutico. Lo scrittore era reduce da una caduta una ventina di giorni fa circa in casa a seguito della quale aveva riportato una frattura al femore. Da 25 anni lo scrittore racconta le indagini del commissario Montalbano nei volumi pubblicati da Sellerio. Un successo esteso all’acclamata serie tv, 34 episodi interpretati da Luca Zingaretti e diretti da Alberto Sironi. Camillerisi stava preparando per essere per la prima volta alle antiche Terme di Caracalla, il 15 luglio, con lo spettacolo che racconta la sua Autodifesa di Caino. “Se potessi vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio ‘cunto’, passare tra il pubblico con la coppola in mano” ha detto piu’ volte. Oltre a scrivere libri di grande successo di pubblico e critica, Camilleri e’ anche regista, drammaturgo e docente all’accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico. Autore di oltre 100 titoli, Camilleri ha venduto in Italia con i libri pubblicati da Sellerio 25 milioni di copie e con i titoli Mondadori circa 6 milioni di copie. Il Commissario Salvo Montalbano e’ apparso per la prima volta nel 1994 nel romanzo ‘La forma dell’acqua’ e l’ultimo uscito in questi giorni e’ ‘Il cuoco dell’Alcyon’, 27/o romanzo della serie che e’ stata tradotta in 31 lingue e diffusa in 28 paesi. I romanzi hanno tutti lo stesso numero di pagine (180) e la medesima suddivisione in capitoli (10). La serie evento con protagonista Luca Zingaretti e’ stata vista complessivamente da circa 1,2 miliardi di telespettatori. Sono stati realizzati 34 tv movie (tratti da 24 romanzi e 20 racconti) in onda in prima serata su Rai2 (dal 1999 al 2001) e su Rai1 (dal 2002 a oggi). Sui social e’ subito rimbalzato l’hashtag #Camilleri, i messaggi di vicinanza al maestro hanno invaso Twitter. “Caro Maestro, siamo tutti in apprensione per te e siamo vicini alla tua famiglia – scrive su Facebook Ida Carmina, sindaco di Porto Empedocle, dove Camilleri e’ nato il 6 settembre del 1925 – Tu sei il nostro orgoglio, il simbolo di un paese che deve a te il rilancio in una platea mondiale e nella letteratura universale dei suoi difetti ma anche degli innumerevoli pregi”. L’anno scorso aveva fatto il suo ritorno in scena come attore, 70 anni dopo il suo esordio, incantando il Teatro Greco di Siracusa e il pubblico di Rai1 con le sue “Conversazioni con Tiresia”, l’indovino cieco del grande mito greco. Tra i tantissimi messaggi rivolti allo scrittore, quello di Fiorello, siciliano anche lui, che ha usato il dialetto su Twitter per incitarlo: “Avanti maistru… fozza susemini!!!”, “Avanti maestro… forza alziamoci!!!”. “Forza Andrea, siamo tutti con te! #Camilleri, scrive Laura Boldrini, incitamento anche dalla cantante Fiorella Mannoia che allo stesso tempo attacca alcuni odiatori social: “Sentire delle nullita’ gioire per il ricovero di Camilleri, conferma l’inutilita’ delle loro misere vite. Forza Maestro, siamo con te”. E sempre “Forza!” scrive Vauro. I familiari di Camilleri e gli amici piu’ intimi sono rimasti da stamattina all’ospedale, riuniti nel piazzale vicino alla rianimazione dove e’ ricoverato.

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Cronache

‘Nuova ondata di raid in Iran, distrutto aeroporto Tabriz’

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L’esercito israeliano ha lanciato un’altra ondata di attacchi in Iran. Secondo quanto si apprende da fonti militari, l’aeronautica ha distrutto l’aeroporto di Tabriz, in Iran nord-occidentale.

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Maria Rosaria Boccia indagata per falso e truffa sulla laurea: lei replica e annuncia querele

La Procura di Napoli indaga Maria Rosaria Boccia per falso e plagio sulla tesi di laurea. L’imprenditrice replica: “Persecuzione mediatica, querelo tutti”.

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La Procura di Napoli ha iscritto l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia nel registro degli indagati con le ipotesi di reato di falso, truffa e falsa attribuzione di valori altrui. Al centro dell’inchiesta, l’autenticità della sua laurea in Economia e Management e il presunto plagio della tesi finale. L’indagine, riportata oggi da “Il Mattino” e “la Repubblica”, si basa su un esposto presentato dall’università telematica Pegaso, dove Boccia si è laureata nel 2021 con 91/110.

Accertamenti in tre università

I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli hanno eseguito acquisizioni documentali presso gli atenei Parthenope, Pegaso e Luiss. In particolare, all’atto dell’iscrizione alla Pegaso, Boccia avrebbe presentato un’autocertificazione non firmata per il riconoscimento di alcuni esami sostenuti in precedenza alla Parthenope. La denuncia dell’università riguarda inoltre il presunto plagio di una tesi presentata da una studentessa della Luiss nel 2019: entrambi gli elaborati sarebbero risultati sovrapponibili secondo un software antiplagio, in seguito a un servizio televisivo andato in onda il 9 settembre 2024 su Rete 4.

Le accuse: documentazione irregolare e tesi sospetta

Secondo le verifiche interne, Pegaso avrebbe accolto l’autocertificazione della Boccia senza accertare con l’ateneo di provenienza l’effettivo superamento degli esami. Contestualmente, l’elaborato finale della laurea è stato ritenuto troppo simile a quello già discusso da un’altra studentessa della Luiss, dal titolo “Il Sistema Sanitario Nazionale: luci e ombre di un’eccellenza italiana stretta dai vincoli della finanza pubblica”.

Boccia si difende: “Persecuzione mediatica”

L’imprenditrice ha replicato annunciando querele contro testate e giornalisti: «Sono vittima di una persecuzione mediatica. Hanno diffuso notizie false e manipolate su di me». Boccia denuncia inoltre un “silenzio assordante” su un’indagine per stalking che vedrebbe coinvolto l’ex ministro Gennaro Sangiuliano, a cui la donna è stata legata da una collaborazione. «Come mai la stampa si accanisce contro di me mentre tace su un’inchiesta tuttora aperta su Sangiuliano?», si chiede.

Ha annunciato esposti all’Ordine dei Giornalisti e alle procure competenti, accusando i media di agire «non per libertà di stampa ma per complicità». «Vedremo se questa volta qualcuno avrà il coraggio di raccontare anche quello che è stato tenuto nascosto», conclude.


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Sanità siciliana, dieci misure cautelari per appalti truccati e corruzione

Svelato un sistema criminale tra pubblici dirigenti, imprenditori e lobbisti: “Una sanità malata di corruzione”.

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Un comitato d’affari criminale avrebbe gestito per anni gli appalti della sanità siciliana, pilotando gare per un valore complessivo di 130 milioni di euro. È quanto emerge dall’inchiesta condotta dalla Procura di Palermo, che ha ottenuto dal Gip l’emissione di dieci misure cautelari nei confronti di dirigenti pubblici, imprenditori, lobbisti e collaboratori, legati da rapporti di contiguità con esponenti politici di rilievo.

Secondo gli inquirenti, la sanità pubblica in Sicilia sarebbe “affetta da una corruzione sistemica”, come definito nel provvedimento firmato dal giudice per le indagini preliminari, su richiesta dei pm coordinati dal procuratore Maurizio de Lucia. Le indagini sono state condotte dalle Fiamme Gialle del comando provinciale di Palermo, già protagoniste di una maxi inchiesta degli anni scorsi sempre sullo stesso filone.

Gare truccate e bandi su misura per le imprese “amiche”

Dall’inchiesta emergono condotte gravissime: capitolati d’appalto costruiti ad hoc su indicazioni degli imprenditori interessati, bande annullate se ritenute non favorevoli e documentazione riservata consegnata in anticipo dai dirigenti pubblici ai loro referenti privati.

A questo si aggiungono tentativi di influenzare la composizione delle commissioni aggiudicatrici, nominando membri considerati “affidabili”, e un sistema ben collaudato di tangenti legate al valore delle commesse, spesso mascherate da finti contratti di consulenza o assunzioni di familiari.

Le accuse e le misure cautelari

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di corruzione, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e frode fiscale legata all’uso di fatture per operazioni inesistenti.

Le misure cautelari emesse vanno dagli arresti domiciliari, agli obblighi di dimora, fino ai provvedimenti interdittivie all’obbligo di firma presso le forze dell’ordine. La normativa attuale ha previsto anche interrogatori preventivi obbligatori per tutti gli indagati.

Un sistema criminale che minaccia il diritto alla salute

Questa inchiesta riaccende i riflettori su un settore fondamentale, quello della sanità pubblica, da troppo tempo vulnerabile a logiche clientelari e corrotte. Un sistema che, secondo la Procura, mina non solo la trasparenza della spesa pubblica, ma anche la qualità dell’assistenza sanitaria e la fiducia dei cittadini nello Stato.

Figura chiave dell’ultimo capitolo dell’indagine della procura di Palermo sulle gare truccate nella sanità siciliana è Antonino Maria Sciacchitano detto “Ninni”, commercialista, componente del collegio sindacale dell’ospedale Civico e dell’Asp di Palermo, consulente dell’Asp di Caltanissetta per le problematiche contabili, presidente di valutazione dei manager della sanità pubblica, Proprio presso il suo studio, nelle settimane scorse, nel corso di una perquisizione, sono stati trovati 44 mila euro in contanti oltre a 3mila euro scoperti durante una perquisizione personale. Altri personaggi importanti dell’indagine sono l’imprenditore Giovanni Cino, vicinissimo a Sciacchitano, e il faccendiere campano Catello Cacace.

A Sciacchitano e Cacace il gip ha dato i domiciliari. Cino ha l’obbligo di dimora. Secondo gli inquirenti, le gare sarebbero state gestite illecitamente da una struttura piramidale che al suo apice vedeva proprio Sciacchitano, per l’accusa” in grado di coagulare intorno a sé faccendieri, funzionari pubblici e imprenditori scelti perchè in grado di assicurare la miglior sintesi possibile fra istanze dell’imprenditoria e velleità di carrierismo e arricchimento illecito di pubblici dipendenti infedeli”. Sciacchitano era affiancato da Giovanni Cino e Catello Cacace che lo aiutavano nella cura delle relazioni create e alimentate con i funzionari pubblici e sul versante delle imprese, “per strutturare intese fra aziende in grado di creare realtà economiche tanto solide da poter partecipare ai bandi garantendo la credibilità e i requisiti economico-patrimoniali necessari”, dicono gli inquirenti.

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