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Liste attesa, governo potrà intervenire su inadempienze

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Fumata bianca in Conferenza Stato-Regioni sul decreto che regola i poteri sostitutivi riguardo alle liste d’attesa: il ministero della Salute, attraverso l’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria, potrà assumere i poteri se le Regioni dovessero risultare inadempienti. Negli ultimi mesi il provvedimento aveva visto una forte contrapposizione tra il Governo e le Regioni. La nuova formulazione chiarisce il perimetro dell’esercizio del potere sostitutivo che può scattare su singoli atti o provvedimenti, considerati necessari per abbattere le liste d’attesa, e definisce una tempistica chiara per la fase di contradditorio tra ministero della Salute e Regioni sia per quella di esecuzione. In caso di ritardi o mancanze, l’Organismo segnalerà formalmente la criticità alla Regione interessata e al ministro della Salute, dando un primo termine di 30 giorni per le controdeduzioni. Se le risposte saranno assenti o insufficienti, scatterà un secondo termine (60 o 90 giorni) per sanare le criticità.

Trascorso anche questo periodo senza alcun esito, l’Organismo potrà adottare direttamente i provvedimenti necessari oppure indicare alla Regione le linee operative da seguire, verificandone l’attuazione. Nel caso il Ruas (Registro unico delle associazioni della salute) non venga nominato, sarà l’Organismo a procedere direttamente, individuando nel Direttore regionale della sanità il soggetto idoneo. “L’Intesa raggiunta oggi è l’esito di una collaborazione proficua, caratterizzata da una fase di confronti continui con il ministero della Salute che hanno reso possibile condividere le procedure e le modalità funzionali all’obiettivo di tutti: abbattere le liste di attesa e garantire ai cittadini l’accesso alle cure. Ringrazio pertanto il Ministro Schillaci e resto fiducioso che il metodo della collaborazione sia quello giusto per affrontare i temi ancora aperti e destinati a incidere sul futuro del Servizio sanitario nazionale”, commenta il presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome, Massimiliano Fedriga. Tutte le attività svolte con i poteri sostitutivi dovranno essere dettagliatamente documentate in una relazione da inviare sia alla Regione inadempiente che al ministero della Salute. La relazione conterrà l’elenco degli atti adottati, le eventuali verifiche svolte sul campo, l’assistenza fornita dai carabinieri del Nas e il dettaglio delle spese sostenute. Infine, entro il 10 gennaio di ogni anno l’Organismo dovrà produrre una relazione generale sulle attività svolte nel corso dell’anno.

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Regionalismi in tensione: Giani sfida Schlein, De Luca ferma su Fico

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Oggi pomeriggio Eugenio Giani varcherà il portone del Nazareno per un faccia a faccia con Elly Schlein, deciso a difendere la sua ricandidatura alla guida della Toscana. Ma il vero scontro interno al PD è anche in Campania, dove Vincenzo De Luca continua a frenare sull’ipotesi Fico.

La sfida toscana

Mentre Schlein cerca di mantenere il controllo delle scelte territoriali, Giani ha deciso di passare al contrattacco, forte di quanto previsto dallo statuto del partito: un presidente al primo mandato può essere escluso solo attraverso primarie — cui può partecipare — o con il voto contrario del 60% della Direzione regionale. Così il 9 luglio ha formalizzato la sua candidatura, prima a voce, poi via PEC, infine pubblicamente.

Il sospetto al Nazareno è che Schlein voglia approfittare del veto del M5S su Giani per spingere nomi più vicini alla sua linea: Emiliano Fossi, segretario regionale, o Marco Furfaro. Ma Giani non ha intenzione di fare un passo indietro e ha già pronte 120 firme per chiedere la convocazione della Direzione regionale, spingendo sul fattore tempo: le elezioni sono fissate per il 12 ottobre e il calendario incombe.

Il gelo campano

In Campania la situazione è altrettanto tesa. Dopo la cena con Giuseppe Conte, De Luca ha chiarito che non c’è alcun via libera su Roberto Fico e ha preteso che si parta da un confronto programmatico con l’intera coalizione, prima di affrontare i nomi. Il governatore non intende lasciare a Schlein la regia della partita né vuole che Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli e sostenitore di Fico, si affermi come federatore del centrosinistra in vista delle Politiche.

La sfida di De Luca è dunque doppia: contro il vertice del partito nazionale e contro la manovra napoletana, che punta a creare un nuovo baricentro politico nel Sud.

Anche in Puglia fibrillazioni interne

Altro fronte di tensione per Schlein è la Puglia, dove la segretaria vorrebbe contenere l’influenza di Michele Emiliano e Antonio Decaro. L’obiettivo è chiaro: ridurre il potere dei “governatori forti” e rafforzare una nuova classe dirigente legata alla linea nazionale del partito.

Centrodestra in cerca di equilibrio

Ma anche nel centrodestra non regna la serenità. Mercoledì Giorgia Meloni ha convocato a Palazzo Chigi Tajani, Salvini e Lupi per iniziare a discutere le candidature per le prossime Regionali, a partire dal Veneto. Una riunione che rivela la difficoltà di trovare un accordo anche tra alleati di governo, a dimostrazione di quanto il 2025 sarà un anno politicamente decisivo per gli equilibri nazionali.

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Onorevoli morosi, un buco nelle casse dei partiti

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Onorevoli morosi, che non pagano le quote dovute ai propri partiti: il problema è ricorrente nei bilanci del 2024 di diverse forze politiche, da Forza Italia al Pd, passando per il M5s. Mentre è in controtendenza Sinistra italiana, che vede aumentare i contributi dei propri parlamentari (da 204 mila a 281 mila euro), tutti tra i 42 mila e i 55 mila euro. Il M5s, che ha un avanzo di oltre 2 milioni di euro, iscrive a bilancio 2,8 milioni di euro di crediti verso parlamentari e consiglieri regionali, e 1,4 milioni per indennità di fine mandato. Come “leva per la riscossione dei contributi”, il tesoriere Claudio Cominardi, nella relazione, richiama la regolarità contributiva come “requisito fondamentale per concorrere ed eventualmente mantenere il ruolo nelle cariche associative”.

Rispetto al 2023, per il Pd cala di 55 mila euro la voce crediti verso senatori e deputati, a 441 mila euro. Come spiega la relazione al rendiconto (in avanzo di 650mila euro, con l’incasso record di 10,2 milioni dal 2xmille), “è continuata l’azione di recupero” verso eletti nelle varie legislature, con 9 azioni giudiziarie aperte e 4 accordi transattivi. Anche nel bilancio di Europa verde si prevede un ricorso per decreto ingiuntivo per mancato pagamento spontaneo dei contributi associativi contro Eleonora Evi, deputata passata l’anno scorso fra i dem.

Mentre aumentano di 2 milioni i contributi da terzi e di oltre 300 mila euro le quote associative, la “discontinuità dei versamenti” dovuti “da parte di alcuni eletti” è un aspetto critico del rendiconto di FI (disavanzo di 307 mila euro e un passivo di 90 milioni che continua a essere garantito dagli eredi di Silvio Berlusconi): “Occorrerà adottare decisioni più rigorose per ottenere i pagamenti”, si legge nella relazione, “anche facendo leva” sulle norme interne che per i morosi prevedono ineleggibilità e decadenza dagli incarichi nel partito. I versamenti degli eletti sono in calo anche per +Europa, da 28.530 a 22.950. In FdI i contributi dei parlamentari nazionali ed europei sono volontari, e il bilancio (in disavanzo di 681 mila euro, a fronte di un avanzo di 4,9 milioni di euro nel 2023) registra un calo delle erogazioni liberali (da 3,9 a 2,7 milioni) e delle quote associative annuali (da 2,8 a 2,3 milioni). Nel bilancio 2024 in disavanzo di per 1,4 milioni, anche per la Lega calano le contribuzioni da persone fisiche e giuridiche (da 4,5 a 3,8 milioni), mentre aumentano le quote associative (da 58.624 a 63.227 euro).

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Maxi ricorso sui vitalizi, giovedì la sentenza

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E’ prevista per giovedì prossimo la sentenza del Collegio d’appello di Montecitorio sul taglio dei vitalizi, oggetto di un maxi ricorso da parte di circa 900 ex deputati che chiedono di rivedere la delibera del 2018 sugli assegni. Il “tribunale” di secondo grado interno alla Camera, presieduto da Ylenia Lucaselli (Fdi), è composto da altri quattro deputati (Ingrid Bisa della Lega, Pietro Pittalis di Fi, Marco Lacarra del Pd e Vittoria Baldino di M5s) tutti avvocati, ed ha un ruolo giurisdizionale e non politico. La decisione giunge dopo una lunga istruttoria – partita un anno fa – che ha registrato un’accelerazione nelle ultime due settimane. Ad argomentare le proprie ragioni gli avvocati dei ricorrenti, principalmente ex deputati anagraficamente più giovani di quelli che nel 2022 hanno beneficiato di una sentenza che di fatto ha azzerato per loro la delibera Fico.

Quest’ultima stabiliva che il vitalizio – su suggerimento dell’allora presidente dell’Inps Tito Boeri – fosse calcolato con criteri contributivi: in pratica l’assegno veniva ricalcolato sulla base di coefficienti in cui rientravano non solo il monte dei contributi versati, ma anche gli anni in cui si era beneficiato di un assegno. Un taglio che, dall’oggi al domani, è arrivato anche al 90%. “Il ricorso riguarda una minoranza che subisce ancora un trattamento fortemente discriminato rispetto alla maggioranza dei deputati e a tutti i senatori per i quali dagli organi del Senato è stato applicato il principio costituzionale della legittima aspettativa”, ha lamentato l’Associazione degli ex parlamentari che respinge con forza le accuse di “casta” e di “assalti alla diligenza” prospettando anzi, grazie alle sue proposte relative agli adeguamenti derivanti dall’aumento, risparmi “notevoli” per le casse della Camera.

Tra coloro che lamentano i tagli, molti sono i nomi noti e vanno da Paolo Guzzanti a Ilona Staller, dagli ex sindaci di Napoli Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino all’ex primo cittadino di Imperia, ora alla guida della Provincia del ponente ligure, Claudio Scajola, fino a Fabrizio Cicchitto, Claudio Martelli, Margherita Boniver. La lista, lunga, vede tra i ricorrenti anche Italo Bocchino, Mario Landolfi, Gianni Alemanno, ma anche Mario Capanna, l’ex magistrata Tiziana Maiolo, l’ex olimpionica Manuela Di Centa, l’ex vicepresidente del Csm Michele Vietti, Giovanna Melandri e Angelino Alfano.

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