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L’inviato di “Striscia la Notizia” Abete torna alla carica con “4 parcheggianti”: uso l’ironia per segnalare un fenomeno spesso in mano ai clan

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Inviato di Striscia la Notizia dal 2005, Luca Abete è stato fra i primi ad indagare sui roghi di rifiuti tossici smaltiti nella Terra dei Fuochi. È noto al grande pubblico per i suoi servizi satirici, capaci al tempo di intrattenere e denunciare le cose che non funzionano nella nostra terra. Fra i suoi cavalli di battaglia, il tema dei parcheggiatori abusivi che ha contribuito a sdoganare e a portare all’attenzione dei napoletani e del Paese intero. Per i tanti scandali portati alla luce, ha subito reiterate aggressioni ed intimidazioni. In questi giorni Abete è tornato ad affrontare gli abusivi della sosta napoletana con un nuovo episodio di “4 parcheggianti”, ironica rivisitazione del celebre format “4 ristoranti” dello chef Alessandro Borghese.

Come nasce l’idea del format “4 parcheggianti”?

L’idea è nata con gli autori del programma ad inizio stagione. Ci sono fenomeni che affronto ormai da quindici anni e abbiamo sempre il timore che la denuncia reiterata nel tempo su uno stesso tema possa indurre assuefazione nei telespettatori. Da qui la ricerca di una forma nuova per affrontare temi atavici. È nata così l’idea di rivisitare in chiave ironica il format di successo di “4 ristoranti”. La gente ne sta apprezzando la linea provocatoria ed originale, un modo nuovo di denunciare gli illeciti, restando sempre fedeli alla filosofia di Striscia.

Sa se Alessandro Borghese ha visto il format?

Io non ci ho parlato personalmente, però mi hanno riferito che ha visto e ha apprezzato la nostra rivisitazione. Mi piacerebbe coinvolgerlo in una puntata speciale di fine anno in cui andiamo a premiare il “miglior parcheggiatore”, ma temo non sia fattibile. Il nostro obiettivo con questo format non è mutato: divertire e nel contempo denunciare le cose che non vanno stimolando una riflessione. Spesso dopo la messa in onda si muove qualcosa e alcuni dei nostri servizi hanno portato a verifiche e accertamenti da parte delle forze dell’ordine.

Uno degli ultimi servizi sul tema è stato “4 parcheggianti Italia”; quali sono le dimensioni del parcheggio abusivo nel resto del Paese?

Quello del parcheggio abusivo è un fenomeno prettamente meridionale, nato nelle grandi città e radicatosi nel corso degli anni. Oggi permane soprattutto a Napoli e Caserta e nelle rispettive province, ma coinvolge anche altre città del Sud Italia quali Bari, Palermo e Catania. Ci sono poi casi sporadici, magari di stranieri che si posizionano nei parcheggi per racimolare qualche moneta. A Napoli e in un altro paio di città del Mezzogiorno il parcheggio abusivo si svolge in maniera strutturata e orchestrata da un’entità superiore, la criminalità organizzata che si arricchisce anche grazie a questo business. 

Quanto è esteso il controllo dei clan?

Sebbene non manchino anche contesti occasionali e autogestiti, molto spesso il parcheggio abusivo è gestito dai clan con finalità economiche ed occupazionali; il business è infatti anche un modo efficace per fidelizzare tante famiglie che vengono impiegate e si mantengono grazie ai proventi dell’attività illecita. Io ci tengo a sottolineare una cosa: non ho nulla di personale contro il singolo parcheggiatore, cerco sempre di essere rispettoso nei confronti di tutti. Conduco le mie battaglie in nome della legalità. Per farlo, attacco il fenomeno nel suo complesso, non la persona. Ma l’occupazione del territorio e l’estorsione non sono tollerabili nel 2021. Napoli ha un’immagine da difendere, non possiamo restare a guardare.

Com’è cambiata la percezione del fenomeno da parte dei cittadini nel corso degli anni?

Quando iniziai a realizzare i primi servizi sull’argomento, rimasi stupito dall’indifferenza della gente. Sembrava che a Napoli fosse una cosa normale. Io sono partito nel 2006 e ci ho messo anni per scardinare questa mentalità, per far capire che “il povero cristo che deve mettere il piatto a tavola” in realtà si arricchiva illecitamente arrivando ad intascare anche due-tremila euro al mese, lavorando per mezza giornata. Negli ultimi sei sette anni è cresciuta la consapevolezza che questo fenomeno illegale deve essere contrastato.

Che cosa serve secondo lei per eradicare definitivamente la piaga dei parcheggiatori abusivi?

Il problema è che ad oggi mancano delle leggi specifiche. Molti parcheggiatori raccontano di aver accumulato verbali a bizzeffe, ma risultano nullatenenti e questo li rende inattaccabili. Lo stesso Daspo urbano si è rivelato uno strumento insufficiente. Le forze dell’ordine devono fare la loro parte, certo, ma io credo che Napoli abbia bisogno di una riscossa che nasca dal sentimento e dall’azione dei singoli. E questo è anche il mio impegno. Io provo a cambiare le cose ma mi accontento di essere diventato un punto di riferimento per tante persone che sognano una realtà diversa. Far sentire queste persone meno sole è per me già una grandissima gratificazione. La strada intrapresa è quella giusta, al di là dei risultati raggiunti. 

Sui parcheggiatori ha girato negli anni tantissimi servizi. Ricorda qualche aneddoto in particolare?

A Napoli tante persone lasciano addirittura le chiavi dell’auto al parcheggiatore. Alcuni anni fa decidemmo quindi di fare un esperimento: provare a rubare l’auto ai parcheggiatori. Un nostro complice lasciava auto e chiavi in mano all’abusivo; poco più tardi mandavamo un’altra persona a riprendere la macchina. Il parcheggiatore, ignaro del fatto che non si trattava del legittimo proprietario, lo lasciava andare senza problemi. Durante uno di quei servizi, mi beccai pure uno schiaffone da parte di un abusivo che perse le staffe. Un’altra volta documentammo la sosta selvaggia all’esterno del Palapartenope, in occasione di un concerto di Pino Daniele. Ci accorgemmo che gli abusivi si stavano accordando con i vigili urbani sulla zona in cui avrebbero potuto agire indisturbati. Un episodio che dà la misura di come allora veniva percepito il fenomeno, che era tollerato finanche da chi avrebbe dovuto combatterlo. Nel tempo le cose sono cambiate anche grazie ai nostri servizi. 

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Omicidio Ciatti, definitiva condanna a 23 anni di carcere per Rassoul Bissoultanov

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Definitiva la condanna a 23 anni di carcere per Rassoul Bissoultanov, il cittadino ceceno accusato di aver pestato e ucciso Niccolò Ciatti nell’agosto 2017 fuori ad una discoteca di Lloret de Mar in Spagna. Lo hanno deciso i giudici della Cassazione recependo le richieste della procura generale. Bissoultanov, accusato di omicidio volontario, è attualmente latitante.

“Credo sia sia stata riconosciuta la colpevolezza di Bissoultanov. Questo è il primo passo ma adesso va ricercato affinché vada in carcere perché purtroppo Niccolo’ non può fare quello che fa lui e non è giusto”. Così Luigi Ciatti, padre di Niccolò, commentando la decisione della Cassazione.

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Capri blindata per il G7 Esteri, 1.400 uomini per la sicurezza e spazio aereo chiuso

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Sarà la solita bellissima Capri insolitamente blindata quella che si appresta ad accogliere i ministri degli esteri dei sette paesi del G7: circa 1400 uomini delle forze dell’ordine che in queste ore stanno raggiungendo l’isola dovranno garantire la sicurezza dell’evento. Un contingente di cui fanno parte anche gli specialisti delle bonifiche da ordigni esplosivi e che verrà replicato in tutti e tre i giorni del vertice. L’Arma dei Carabinieri è presente in forze con donne e uomini dispiegati ovunque sull’isola. Molti anche in abiti borghesi per assicurare serenità anche ai residenti e ai turisti presenti sull’isola.

Diverse le misure adottate, anche in relazione alla situazione in Medioriente: lo spazio aereo sull’isola sarà chiuso e protetto da un dispositivo idoneo a scongiurare eventuali minacce dal cielo, così come il mare sarà sorvegliato dalle motovedette della Guardia di Finanza con uomini armati a bordo.

La stessa Guardia Costiera e la Capitaneria di Porto si occuperanno della sicurezza del porto commerciale. In tutta l’area dell’isola saranno disseminate le unità sanitarie di emergenza della Polizia di Stato. Pronti ad entrare in azione anche i subacquei dei vigili del fuoco. Durante la manifestazione divieto di attracco per i turisti nel porto di Marina Grande.

Anche la Grotta Azzurra, monumento simbolo dell’isola, sarà presidiata da una motonave della Capitaneria di Porto. In campo anche i motociclisti di carabinieri e polizia e gli uomini dei reparti antisommossa: verrà effettuato dalle forze dell’ordine un filtraggio dinamico sugli arrivi in collaborazione con la polizia locale e le altre forze dell’ordine territoriali.

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Schianto sulla Statale 100, muoiono mamma e figlio di 12 anni

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Tragico schianto sulla statale 100 Taranto-Bari, all’altezza dello svincolo per San Basilio, poco distante dal ristorante Sala Azzurra. In seguito allo scontro fra un’auto e un tir, hanno perso la vita una donna e suo figlio di 12 anni mentre il padre, che guidava la vettura, è stato trasportato in codice rosso all’ospedale Santissima Annunziata. Le sue condizioni, a quanto si apprende, sono gravi. Ferito anche l’autista del camion, ricoverato all’ospedale di Castellaneta. Sul posto il 118, i carabinieri di Massafra e i vigili del fuoco.

Secondo una prima ricostruzione, sembra che il tir, che viaggiava in direzione Taranto, si sia scontrato frontalmente con un Suv Ford che procedeva nella direzione opposta e a bordo del quale viaggiava la famiglia, originaria di Palagiano. L’impatto è stato violentissimo e si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco per estrarre le due vittime dalle lamiere. Definite critiche anche le condizioni del conducente del Suv, di 37 anni, trasportato d’urgenza all’ospedale di Taranto. La strada è stata temporanemante chiusa al traffico veicolare.

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