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Tecnologia

L’intelligenza artificiale diventa storico dell’arte e decifra la Pala di Gand

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L’intelligenza artificiale diventa storico dell’arte e decifra le immagini ai raggi X della piu’ celebre pala d’altare del ‘400, quella di Gand, sopravvissuta al sequestro dei nazisti, nella vicenda narrata anche dal film Monuments Men di George Clooney. E’ riuscita infatti a separare e a rendere leggibili le immagini che erano sovrapposte e incomprensibili perche’ le tavole dell’opera sono dipinte su entrambi i lati. Il risultato, pubblicato sulla rivista Science Advances, si deve ai ricercatori guidati da Zahra Sabetsarvestani, dell’University College London, e Barak Sober, dell’americana Duke University. La tecnica e’ stata testata sui pannelli che raffigurano Adamo ed Eva del famoso Polittico della cattedrale di San Bavone, a Gand, in Belgio, dipinto dai fratelli Jan e Hubert van Eyck. Il capolavoro era composto in origine da dodici pannelli di legno (uno di essi e’ stato rubato un secolo fa e mai piu’ ritrovato), otto dei quali dipinti anche sul lato posteriore, in maniera da essere visibili quando il polittico e’ chiuso. La tecnica di immagine ai raggi X su dipinti come questi produce immagini sovrapposte che sono difficili da decifrare. Per separarle e renderle leggibili, i ricercatori hanno usato un algoritmo di intelligenza artificiale che era stato in precedenza addestrato sulle immagini a colori naturali di ciascuno dei lati dei pannelli. Dopo questo processo di apprendimento l’algoritmo ha analizzato le immagini a raggi X del dipinto, scomponendole e ottenendo immagini perfettamente separate. Adesso sara’ compito dei critici dell’arte studiarle per cercare dettagli nascosti nell’opera, nuove informazioni sullo stile degli artisti, nonche’ eventuali danni subiti nel corso del tempo e durante il sequestro da parte dei nazisti nel 1942, che nascosero il Polittico in una miniera di sale in attesa di portarla al museo mai nato di Hitler. In quel luogo fu poi ritrovata dal programma “Monuments, Fine Arts, and Archives” che ha ispirato il film di Clooney, organizzato dagli Alleati durante la Seconda guerra mondiale per proteggere i tesori dell’arte nelle zone di guerra. “L’applicazione dell’intelligenza artificiale nell’elaborazione delle immagini a raggi X fornisce strumenti molto utili per decifrare immagini tecniche complesse” ha rilevato Helene Dubois, a capo del Progetto di conservazione della pala d’altare di Gand, dell’Istituto reale belga per i beni culturali. In particolare, ha aggiunto, queste immagini aiuteranno a comprendere meglio la tecnica dei fratelli Van Eyck, nonche’ l’eventuale presenza di debolezze strutturali dei supporti in legno dell’opera.

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In Evidenza

Google aprirà l’utilizzo dell’IA generativa per le immagini

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Google apre l’uso dell’intelligenza artificiale generativa per le immagini. Dal 15 maggio permetterà a tutti di usare le opzioni di IA generativa nell’app Foto, che ad oggi erano a pagamento o legate all’uso di uno smartphone della sua serie Pixel. Sarà possibile eliminare elementi indesiderati dalle immagini, renderle più nitide e migliorare la luce nei ritratti. La mossa dovrebbe arrivare all’indomani della conferenza degli sviluppatori del colosso tecnologico, prevista il 14 maggio, che si presuppone spingerà sempre di più sull’intelligenza artificiale. Intanto l’aumento su larga scala di applicazioni che rendono semplice l’editing di foto e video con l’intelligenza artificiale – come il software Sora di OpenAi, la casa madre di ChatGpt – fa crescere secondo gli esperti i rischi per i cosiddetti deepfake, i contenuti digitali fasulli. In un’intervista alla Cnbc, alcuni manager della compagnia digitale Okta e dell’azienda di cybersecurity Crowdstrike hanno sottolineato la necessità che i big della tecnologia aumentino l’attenzione sul tema, anche in vista dei tanti appuntamenti elettorali. “Vedremo sicuramente più deepfake durante il processo elettorale. Servirà applicare misure perché tutti possano verificare l’autenticità di qualcosa, prima di condividerlo”, afferma Todd McKinnon, Ceo di Okta.

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Economia

Big tecnologia spingono su chip, linfa vitale del’IA

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I big della tecnologia spingono sui chip, linfa vitale dell’intelligenza artificiale e della crescita economica. Google e Intel rilanciano con delle novità, mentre i futuri processori di Apple potrebbero essere Made in Usa. La sfida dei colossi è ridurre la dipendenza da altre aziende per alimentare carichi di lavoro di IA e per il cloud. Solo pochi giorni fa il forte terremoto a Taiwan ha tenuto col fiato sospeso il mondo tecnologico per la chiusura temporanea di Tsmc, il gigante dei microprocessori a contratto che ha in mano il 70% della produzione globale. Nelle scorse ore Google ha rivelato i piani per un nuovo processore basato su tecnologia Arm, che punta su consumi energetici più bassi.

Si chiama Axion e offre prestazioni migliori del 30% rispetto agli altri chip con architettura Arm. Sarà disponibile per i servizi cloud che le aziende possono noleggiare e utilizzare, dagli annunci su YouTube all’analisi dei big data. “Diventare una grande azienda di hardware è molto diverso dal diventare una grande azienda di cloud o un grande organizzatore dell’informazione mondiale”, ha detto al Wall Street Journal Amin Vahdat, dirigente responsabile delle operazioni interne sui chip di Google. L’annuncio arriva dopo che Microsoft mesi fa ha rivelato i propri microprocessori personalizzati progettati per la sua infrastruttura cloud e per addestrare modelli linguistici di grandi dimensioni. Anche Amazon offre server basati su tecnologia Arm tramite i propri chip personalizzati.

L’obiettivo di queste aziende è ridurre la propria dipendenza da partner come Intel e Nvidia, competendo sui chip personalizzati che riescono a smaltire grandi carichi di lavoro sull’IA e il cloud. Nella sfida degli annunci incrociati, anche Intel ha svelato nelle ultime ore una nuova versione del suo chip acceleratore di intelligenza artificiale. Si chiama Gaudi 3 e promette prestazioni di calcolo doppie. L’azienda californiana punta a diventare un’alternativa a Nvidia che nel 2023 ha controllato l’83% del mercato dei chip per data center e che ha segnato una ultima trimestrale record. Nvidia, tra l’altro, meno di un mese fa ha lanciato nuovi prodotti nel corso di un evento definito dagli esperti la Woodstock dell’IA.

Nella ‘Chip war’, come recita il titolo del saggio dello storico dell’economia Chris Miller che racconta la trasformazione del semiconduttore in una componente essenziale della vita contemporanea, alla competizione tecnologica si innestano battaglie geopolitiche. Pochi giorni fa la Cina ha introdotto nuove rigide linee guida che porteranno alla graduale eliminazione dei microchip Usa di Intel e Amd da computer e server governativi, per adottare soluzioni autarchiche. Mentre l’8 aprile il governo statunitense ha deciso di investire fino a 6,6 miliardi di dollari nel gigante taiwanese dei chip Tsmc – fornitore di Apple – che costruirà una terza fabbrica di semiconduttori in Arizona. Le due strutture già programmate dovrebbero iniziare a produrre nel 2025 e nel 2028. “Un nuovo capitolo per l’industria americana dei semiconduttori”, ha affermato l’amministrazione Biden. Alla luce di questo importante impegno è possibile che in futuro Cupertino potrebbe cambiare la sua catena di fornitura dei chip, sfruttando proprio questi nuovi impianti negli Stati Uniti.

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In Evidenza

Accesso under14 a IA solo con consenso dei genitori

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L’accesso alle tecnologie di intelligenza artificiale dei minori di 14 anni “esige il consenso di chi esercita la responsabilità genitoriale”. Lo si legge nella bozza del ddl sull’IA. “Il minore di anni diciotto che abbia compiuto quattordici anni, può esprimere il proprio consenso per il trattamento dei dati personali connessi all’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale” a patto che sia chiaro nelle informazioni il trattamento lecito, corretto e trasparente dei dati.

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