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Esteri

L’India accelera e sorpassa la Cina prima del previsto

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L’India corre e supera la Cina prima del previsto. L’annuncio dello storico sorpasso in termini di popolazione previsto per l’estate prossima è stato corretto dall’Onu: avverrà la prossima settimana. E il subcontinente, con quasi 1,43 miliardi di persone, sarà la nazione più affollata del pianeta. La Terra del Dragone perde così il primo posto e scende di un gradino dal 1950, quando le Nazioni Unite hanno iniziato a tenere i registri della popolazione globale. Secondo i dati a disposizione, l’India supera la Cina grazie non solo alla rapida crescita della sua popolazione, ma anche per via del calo di nascite registrato dal gigante asiatico.

Considerato il Paese più popoloso al mondo dalla caduta dell’Impero Romano nel V secolo d.C., la Cina dovrebbe assistere a un decremento delle nascite costante fino a raggiungere circa un miliardo di persone entro la fine di questo secolo, secondo le proiezioni dell’Onu. Mentre l’India continuerà a crescere nei prossimi decenni, raggiungendo il picco di 1,7 miliardi entro il 2064: oggi in media nascono 86.000 bambini indiani al giorno contro i 49.400 cinesi.

Per la Cina, il declino è fortemente legato al mantenimento a partire dagli anni ’80 di una rigida politica del figlio unico per le coppie sposate, terminata solo nel 2016. Inoltre, il calo delle nascite è attribuito anche all’aumento del costo della vita e all’elevato numero di donne cinesi che entrano nel mondo del lavoro e mettono al primo posto un’istruzione superiore e non più famiglia e figli. Il record indiano, al di là dei numeri in sé, rappresenta ora una sfida su cui il primo ministro Narendra Modi dovrà lavorare, per offrire lavoro ai milioni di giovani che ogni anno si affacciano sul mercato. Nel frattempo, l’economia cinese è sempre più in difficoltà nel coprire i posti di lavoro a causa dell’invecchiamento della popolazione.

Non solo: le severe leggi perseguite per decenni da Pechino, inclusi gli aborti forzati, le sterilizzazioni e la preferenza per il figlio unico maschio ha portato a un enorme squilibrio di genere: gli uomini cinesi superano le donne di circa 32 milioni. “Come può ora il Paese sostenere i tassi di natalità, con milioni di donne scomparse?”, si è chiesta la giornalista americana di origine malese Mei Fong, vincitrice del premio Pulitzer per il suo libro ‘One Child’.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Esteri

Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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