“Start Tour 2019, fuori ora le date!” Così Luciano Ligabue ha annunciato attraverso i suoi canali social il nuovo tour in programma la prossima estate. Si tratta di nove date in giro per l’Italia. Si comincia dal Sud con Bari e Messina. Il tour si concluderà dopo un mese a Roma dopo le tappe di Firenze, Milano e Torino.
Ecco le date:
14 giugno – BARI – Stadio San Nicola
17 giugno – MESSINA – Stadio San Filippo
21 giugno – PESCARA – Stadio Adriatico
25 giugno – FIRENZE – Stadio Artemio Franchi
28 giugno – MILANO – Stadio San Siro
2 luglio – TORINO – Stadio Olimpico
6 luglio – BOLOGNA – Stadio Dall’Ara
9 luglio – PADOVA – Stadio Euganeo
12 luglio – ROMA – Stadio Olimpico
“Start” è dodicesimo album di Ligabue ed uscirà l’8 marzo. “Luci d’America” è il singolo anticipato in questi giorni. In una settimana di programmazione il singolo è al vertice della classifica radiofonica (dati diffusi venerdì 18 gennaio da EarOne).
I biglietti per le date dello Start Tour 2019 saranno disponibili in prevendita a partire dalle ore 11 di sabato 26 gennaio e per tutta la giornata di domenica 27 gennaio in prelazione per i soli iscritti al fanclub Bar Mario. Dalle ore 11 di lunedì 28 gennaio, invece, i biglietti saranno disponibili su TicketOne e dalle ore 11.00 di lunedì 4 febbraio nei punti vendita e nelle prevendite abituali.
Start Tour 2019 conta solo nove date. Nell’ultimo tour, il Made in Italy Tour, invece, Ligabue, ha girato l’Italia per nove mesi per un totale di 52 date in tutta Italia – più due all’estero, in Belgio a Bruxelles e a Lugano in Svizzera.
Arriva a sorpresa con un annuncio sui social un altro regalo di Gigi D’Alessio, “Gigi for Xmas, La Festa…”: il raddoppio della data all’Unipol Forum di Milano che arriva alla fine del tour nei Palasport, il 21 dicembre prossimo. Una vera e propria strenna sotto l’albero, per concludere insieme al proprio pubblico un anno di eventi, in piena atmosfera natalizia. Una serata immersa nel clima di Natale, con musica e sorprese: gran finale di un ricco tour invernale che inizierà tra poco più di un mese e toccherà i palazzetti d’Italia. Queste le date di “Gigi Palasport”: 12 e 13 novembre Roma, 22 e 24 novembre Bari, 2 dicembre Firenze, 6 dicembre Padova, 7 dicembre Torino, 11 dicembre Milano, 13 dicembre Bologna, 15 e 16 dicembre Eboli (SA), 21 dicembre Milano.
“Se vi sono mai piaciuti i Coldplay, credo che la vostra canzone preferita della band sia proprio in questo album”. Così parlò Chris Martin: i fan dei Coldplay sono avvertiti. “Moon Music”, il nuovo album dei Coldplay, che arriva dopo il successo del precedente album “Music of the Spheres” e dopo 74 Platini e 14 Ori solo in Italia, per non parlare del tour dell’estate che, in ossequio alla regola in cui nella musica contano innanzitutto i numeri, è il primo della storia ad incassare un miliardo di dollari, battendo il record nientepopodimenoche di Taylor Swift. Per capire meglio la musica di questo album che esprime benissimo la voglia, e, va detto, la straordinaria capacità, di piacere a tutti dei Coldplay, si possono usare ancora le parole di Chris Martin: “Ci sono sfide per ogni essere sulla Terra”, dice.
“Questo album parla di alcune delle nostre sfide personali, ma anche di quelle degli altri. Non c’è mai stato un momento più facile per arrendersi, e quindi questo è un disco che parla di non farlo”. Moon Music è un disco alimentato dalla speranza, dall’ottimismo e, soprattutto, dall’amore. “Più invecchio, più credo che l’amore sia l’unica risposta”, dice Martin. “Ci sono molti tipi diversi di amore, naturalmente. Ma questo album parla di tutti i colori dell’amore. E questo include imparare ad amare se stessi, nonostante tutte le folli voci critiche che abbiamo dentro. Se si riesce a farlo – e a patto che essere se stessi non implichi il tentativo di ferire qualcun altro – credo che sia più facile capire e amare tutti gli altri. In definitiva, vediamo l’amore come un atteggiamento di apertura verso tutte le cose e tutte le persone”.
Ecco, per Martin “tutti i colori dell’amore” può significare anche fare musica che possa piacere a più gente possibile, una volta si sarebbe detto per tutti i gusti: basta pensare che tra le collaborazioni ci sono Jay Z, le Little Simz come Brian Eno, c’è un campionamento della scrittrice e attivista Maya Angelou, poetessa di memorie e difensore dei diritti civili, senza dimenticare i due figli di Martin, Apple e Moses. Prodotto da Rik Simpson e Max Martin, “Moon Music” è un concept album dedicato alla connessione umana con il cosmo, raccontata attraverso i temi dell’amore, speranza, meraviglia esistenziale. Si apre con la title track, una ballata piano e voce con una lunga intro strumentale ed effetti sonici. “feelslikeimfallinginlove” è il singolo che spiega tutto: un brano pop facile facile e cantabilissimo scritto con il contributo di Apple Martin, figlia di Chris, e Max Martin.
Un bel salto nel kitsch è “We Pray”, scritto con Jay Z e Davide Rossi e con ospiti Little Simz, Burna Boy, Elyanna & Tini, mentre c’è spazio per il pop funk targato Nile Rodgers con “Good Feelings”, Victoria Canal, cantautrice spagnola nata senza l’avambraccio che ha imparato a suonare e a cantare e ha cantato “Paradise” con i Coldplay a Glastonbury. Prima di “One World”, il brano conclusivo, dove c’è Brian Eno, a dare autorevolezza al progetto, c’è spazio per “All My Love”, una ballata furbescamente maccartiano firmata an che da Moses Martin. “Moon Music” è un album a impatto zero: ogni copia contiene nove bottiglie di plastica Pet riciclata recuperate dai rifiuti post-consumo.
Dopo anni di false partenze e animosità tra i membri della band, i Pink Floyd hanno venduto la loro musica registrata e i diritti sull’immagine a Sony Music per circa 400 milioni di dollari. Lo ha appreso il Financial Times confermato da Variety. L’accordo, che non copre le parole delle canzoni della leggendaria band britannica di The Wall e The Dark Side of the Moon ma include, secondo Variety, le iconiche copertine degli album disegnate da Storm Thorgerson, è stato concluso a dispetto dei pessimi rapporti tra Rogers Waters, uno dei fondatori nel 1965, e David Gilmour, entrato nel 1967. Pesavano – e pesano ancora – le parole di Waters contro Israele e a favore della Russia di Putin dopo l’invasione dell’Ucraina.
L’intesa, conclusa mentre la situazione in Medio Oriente ha raggiunto nuovi apici di violenza, espone Sony Music a critiche, secondo Variety. Ne beneficeranno, oltre a Waters e Gilmour, anche il batterista Nick Mason e gli eredi del tastierista Richard Wright e del cantautore Roger “Syd” Barrett, oltre a Gilmour e Waters. Il catalogo dei Pink Floyd include alcuni dei brani più ascoltati degli ultimi 50 anni come Money, Wish You Were Here e Another Brick in the Wall. Con quello dei Queen, venduto a Sony Music a giugno per un miliardo di dollari, era rimasto tra i pochi ancora sul mercato e sicuramente tra i più ostici per i negoziatori, ritardato oltre che dai dissidi tra la band, da questioni fiscali e dal valore della sterlina. Recentemente Gilmour aveva detto a Rolling Stone di essere interessato a vendere non tanto per ragioni finanziarie, “quanto per mettere la parola fine a tutte le liti che comportano le decisioni comuni”. Questo, aveva aggiunto, “sarebbe il mio sogno”.
Della vendita della musica dei Pink Floyd si parla da anni con altri aspiranti acquirenti come Hipgnosis, Warner Music e Bmg che nel 2022 si erano dati battaglia senza esito. Ora Sony ha finalmente avuto la meglio. Il colosso giapponese che ha già comprato i diritti di Bruce Springsteen e Bob Dylan, ha di recente ricevuto una iniezione di fondi da 700 milioni di dollari dal gruppo di private equity Apollo con l’obiettivo di allargare la sua presenza nel settore della musica ‘vintage’.
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