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Libia, accordo a Ginevra per rafforzare la tregua in atto tra eserciti di Haftar e Serraj

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I due schieramenti in lotta in Libia per il controllo di Tripoli hanno raggiunto, con la mediazione dell’Onu a Ginevra, un accordo di principio per consolidare la tregua concordata alla conferenza di Berlino il mese scorso e poi violata a piu’ riprese. Ma, come ha avvertito il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, in Libia manca in maniera ‘scandalosa’ la volonta’ di rispettare gli accordi. Le forze del generale Khalifa Haftar e formalmente anche quelle sotto il precario controllo del premier Fayez al-Sarraj hanno accettato di trasformare la cosiddetta “tregua” in corso in un “cessate il fuoco permanente”. Come annunciato dall’Onu nelle ultime ore, l’intesa e’ giunta dalla prima riunione, svoltasi lunedi’, del Comitato militare composto da cinque delegati dei due schieramenti, il cosiddetto “5+5”. In pratica, affrontando una “lunga lista” di questioni, e’ “stato adottato” il “principio” di “trasformare questa tregua in un vero accordo su un cessate il fuoco duraturo”, ha annunciato l’inviato speciale delle Nazioni Unite nel tormentato Paese nordafricano, Ghassan Salame’, il quale ha avvertito pero’ che “si tratta ora di sapere quali siano le condizioni”. A smorzare possibili entusiasmi sono venute inoltre le parole di Guterres che si e’ detto “molto frustrato” per lo “scandalo” che avviene in Libia: pur ammettendo che quella venuta dall’incontro 5+5 di Ginevra e’ “una buona notizia” e si spera ora “in qualche risultato”, il segretario generale dell’Onu ha sottolineato come quello che accade in Libia sia “totalmente inaccettabile” e “tutti gli impegni” di Berlino sembra “siano stati presi senza la reale volonta’ di rispettarli”. Insomma non c’e’ “alcuno stop rilevante nelle violazioni dell’embargo sulle armi” e “la tregua viene violata” in modo clamoroso. Come sempre in tutta la crisi libica, il problema e’ la sua policentricita’ e abbondanza di variabili determinata da potenze straniere, milizie e tribu’. Nelle ultime ore e’ venuto l’annuncio di un raid aereo delle forze di Haftar contro blindati “a sud di Zamzam”, una localita’ interna a circa 250 km in linea d’aria da Misurata. Secondo un media, si tratterebbe di un attacco contro la brigata “Somoud” del falco misuratino Salah Badi che ha appena dichiarato di non voler rispettare la tregua concordata alla conferenza di Berlino e ha esortato altre milizie a seguirlo. In particolare Badi starebbe muovendo la sua milizia, una delle piu’ forti in Libia, verso Abugrein: ossia verso un fronte in cui le forze di Haftar stanno attaccano Misurata, la potente alleata di Sarraj a Tripoli ma che ora deve pensare anche a difendere se stessa. Almeno sul fronte delle potenze coinvolte nella crisi libica, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avuto parole concilianti affermando che “continueremo a sostenere il processo politico” sebbene “insieme al governo di accordo nazionale” e quindi ben schierato con Sarraj al punto di aver inviato decine consiglieri militari. Uomini che in parte dovrebbero essere senza volto perche’ dei servizi segreti di Ankara ma che l’ufficio stampa di Haftar ha smascherato pubblicando nomi e anche foto di una decina di loro.

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Zelensky ringrazia il Senato americano: un aiuto vitale

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato il Senato americano per aver approvato 61 miliardi di dollari in aiuti militari ed economici al suo Paese. “Sono grato al Senato degli Stati Uniti per aver approvato un aiuto vitale per l’Ucraina”, ha scritto Zelensky sui social media poco dopo l’ok al massiccio pacchetto di aiuti per Kiev.

“Ringrazio il leader della maggioranza Chuck Schumer e il leader repubblicano Mitch McConnell per la loro forte leadership nel portare avanti questa legislazione bipartisan, così come tutti i senatori degli Stati Uniti su entrambi i lati della navata che hanno votato a favore”, ha continuato il presidente ucraino. “Apprezzo ugualmente il sostegno del presidente Biden e non vedo l’ora che il disegno di legge venga firmato presto e che il prossimo pacchetto di aiuti militari corrisponda alla risolutezza che vedo sempre nei nostri negoziati”, ha aggiunto Zelensky. “Le capacità a lungo raggio, l’artiglieria e la difesa aerea dell’Ucraina sono strumenti fondamentali per ripristinare prima la pace giusta”, secondo il presidente. Gli Stati Uniti sono stati il principale sostenitore militare di Kiev nella sua guerra contro la Russia, ma il nuovo pacchetto di aiuti che include forniture militari vitali era rimasto bloccato per mesi al Congresso americano. L’esercito ucraino si trova ad affrontare una grave carenza di armi e di nuove reclute, mentre Mosca esercita una pressione costante da est.

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Mosca, annullata la marcia della Vittoria

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Mosca e altre città russe hanno annullato la marcia della Vittoria del 9 maggio per ragioni di sicurezza. Lo ha riferito la Tass citando la co-presidente del quartier generale del movimento Elena Tsunayeva. “A causa delle minacce esistenti alla pubblica sicurezza, il quartier generale del Reggimento Immortale russo ha deciso di annullare la marcia del Reggimento Immortale del 2024”, ha spiegato Tsunayeva in conferenza stampa aggiungendo che quest’anno i festeggiamenti del 9 maggio assumeranno la forma di altri eventi.

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Cina: infondate le accuse Usa di supporto militare a Mosca

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La Cina ha definito “infondate le accuse degli Usa sul sostegno militare” di Pechino alla Russia, impegnata nella sua guerra contro l’Ucraina. E’ quanto ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, nell’imminenza della visita del segretario di Stato americano Antony Blinken.

Gli Stati Uniti, ha aggiunto Wang nel briefing quotidiano, “hanno presentato una legge sugli aiuti su larga scala per l’Ucraina, lanciando allo stesso tempo accuse infondate contro il normale commercio tra Cina e Russia. Questo tipo di approccio è estremamente ipocrita e del tutto irresponsabile, e la Cina vi si oppone con fermezza”. Sulla questione ucraina, “la Cina ha sempre mantenuto una posizione obiettiva e giusta, ha sostenuto attivamente i colloqui di pace e ha spinto per la soluzione politica”, ha rincarato Wang, per il quale Pechino “implementa costantemente le normative sull’esportazione di beni a duplice uso.

La Cina non è né artefice né parte della crisi ucraina e non ha mai gettato benzina sul fuoco e per questo con accetteremo che altri scarichino la responsabilità o diano la colpa a noi”. Negli ultimi anni, in particolare dall’aggressione di Mosca all’Ucraina di febbraio 2022, Cina e Russia hanno intensificato la cooperazione economica e i contatti diplomatici, portando la loro partnership strategica a livelli elevati, mai raggiunti prima. Pechino ha rivendicato un ruolo neutrale nel conflitto ucraino, ma evitato condanne di Mosca e ha offerto sostegno diplomatico ed economico, facendo schizzare l’interscambio commerciale nel 2023 al record di 240 miliardi di dollari.

Prima dell’imminente visita in Cina del 24-26 aprile, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha detto che Pechino sta indirettamente alimentando la guerra in Ucraina con la fornitura di componenti a Mosca usati per espandere le sue capacità militari. “Quando si tratta della base industriale della difesa russa, il principale contributore in questo momento è la Cina”, ha detto Blinken venerdì, dopo l’incontro ministeriale del G7 a Capri, aggiungendo che ciò “permette alla Russia di continuare l’aggressione contro l’Ucraina”.

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