Emergono nuovi dettagli agghiaccianti sull’omicidio di Kristina Joksimovic, ex Miss Svizzera, uccisa dal marito 41enne, che ha strangolato e smembrato il suo corpo utilizzando un frullatore industriale. La vicenda, avvenuta a Binningen, nel Canton Basilea, ha scosso profondamente l’opinione pubblica, portando alla luce una storia di violenze domestiche non denunciate e di segnali di pericolo ignorati.
Secondo quanto emerso dalla sentenza del Tribunale federale svizzero, pubblicata mercoledì scorso, Kristina aveva già subito numerosi episodi di violenza da parte del marito. La polizia era intervenuta più volte nell’abitazione della coppia, ma non era mai stata presentata una denuncia formale. Gli amici della donna avevano riferito che Kristina era decisa a separarsi dall’uomo, padre delle sue due bambine, ma non ha fatto in tempo a realizzare il suo proposito.
Una spirale di violenza taciuta
Le indagini hanno accertato che il marito aveva già agito violentemente contro Kristina in passato. In particolare, un episodio di aggressione risalente al 14 luglio 2023 aveva richiesto l’intervento della polizia, e gli agenti avevano documentato segni di strangolamento sul corpo della vittima. La donna aveva anche raccontato di essere stata investita dal marito con l’auto, durante un altro episodio di violenza domestica nella loro casa a Berna, rimanendo ferita a un piede.
Nonostante sui social la coppia si mostrasse sorridente e felice, amici e conoscenti hanno rivelato che la loro relazione era in crisi da mesi. Le violenze erano diventate sempre più frequenti dopo la nascita della seconda figlia, ma Kristina, forse per paura o vergogna, non aveva mai sporto denuncia.
Un delitto brutale e pianificato
Il marito di Kristina è stato arrestato nel febbraio scorso. Durante l’interrogatorio, ha inizialmente affermato di aver trovato la moglie morta vicino alle scale della loro casa e di aver smembrato il corpo nella lavanderia in preda al panico. Tuttavia, l’autopsia e le indagini degli inquirenti hanno smentito la sua versione, dimostrando che l’uomo aveva strangolato la moglie e successivamente smembrato il suo corpo in modo metodico, utilizzando un seghetto e delle cesoie.
Dopo aver smembrato il corpo, il marito ha sciolto i resti in una sostanza chimica, utilizzando un frullatore industriale che aveva già acquistato in precedenza e conservato nel seminterrato. Ha poi sostenuto di aver agito per legittima difesa, affermando che la moglie lo aveva minacciato con un coltello durante una lite.
Tuttavia, per gli investigatori, l’uomo ha agito con premeditazione e sangue freddo. Il Tribunale federale svizzero ha sottolineato la sua “notevole predisposizione criminale” e ha descritto i tratti del suo comportamento come “sadico-sociopatici”, evidenziando la mancanza di empatia e la capacità di mantenere una calma inquietante dopo il brutale omicidio.
La vicenda di Kristina Joksimovic è un tragico promemoria delle conseguenze devastanti della violenza domestica e della necessità di prendere sul serio ogni segnale di allarme, per proteggere le vittime prima che sia troppo tardi.