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Cronache

l’ex giudice Bellomo 9 ore davanti al Gip si difende: i racconti delle vittime sono falsi

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Ha documentato con mail e sms che i racconti di alcune sue presunte vittime “non rispondevano alla realta’ dei fatti”. Francesco Bellomo, l’ex giudice barese del Consiglio di Stato agli arresti domiciliari dal 9 luglio per presunti maltrattamenti su quattro donne, tre ex borsiste e una ricercatrice della sua Scuola di Formazione per la preparazione al concorso in magistratura, ed estorsione ad un’altra ex corsista, ha risposto per piu’ di nove ore alle domande del gip del Tribunale di Bari, Antonella Cafagna, durante l’interrogatorio di garanzia. “Ha dato tutti i suoi chiarimenti, contrastato in modo molto rigoroso e documentato tutte le accuse che gli vengono rivolte” ha detto lasciando il palazzo di Giustizia di Bari l’avvocato Beniamino Migliucci, difensore di Bellomo con Gianluca D’Oria. Le prove della sua innocenza, sms e mail, sono contenute in una memoria difensiva che e’ stata depositata al termine dell’interrogatorio, insieme alla richiesta di revoca della misura cautelare. I legali hanno ribadito che “non sussiste alcun reato” e, di conseguenza, “non vi sono esigenze cautelari in questo momento, tanto piu’ che le indagini, per quel che abbiamo appreso dal fascicolo, sarebbero terminate nell’aprile del 2018, la richiesta della misura cautelare e’ del marzo 2019, sono passati tanti mesi e quindi secondo noi diventa anche un po’ un’anomalia che abbiamo segnalato”. Stando alle indagini della Procura di Bari, coordinate dall’aggiunto Roberto Rossi e dal sostituto Daniela Chimienti, Bellomo, destituito nel gennaio 2018, avrebbe vessato alcune corsiste della sua Scuola a partire almeno dal 2011. Alle donne, con le quali aveva anche relazioni intime, avrebbe imposto rigidi codici di comportamento e ‘dress code’, fino a controllarne profili social e frequentazioni. Oltre ad aver negato di aver commesso maltrattamenti, ne’ l’estorsione a una corsista costringendola a lasciare il lavoro di conduttrice in una tv, Bellomo ha respinto le accuse di calunnia e minacce all’attuale premier Giuseppe Conte, che nel 2017 era presidente della commissione disciplinare chiamata a giudicare Bellomo. I legali hanno eccepito anche la “improcedibilita’ e di conseguenza la inutilizzabilita’” dei documenti informatici sequestrati nei giorni scorsi in computer e telefoni “perche’ trattasi a nostro avviso – hanno spiegato – di un sequestro che non si sarebbe dovuto eseguire perche’ abbondantemente fuori dal termine di indagine”.

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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