Gentile direttore, la rivoluzione per il Sud inizia dal lavoro. Queste parole sono risuonate più volte in questi anni come un proclama. Adesso è un’affermazione, resa vera dalle misure che abbiamo inserito nella legge di bilancio e diventate concrete grazie al cosiddetto “decretone“. Infatti ci sarà un doppio bonus per le imprese del Sud che assumono.
In poche parole in tutte le regioni del Sud ci potranno essere tantissime assunzioni a tempo indeterminato che saranno a costo zero da 5 a 18 mesi. E’ un momento favorevole alla creazione di nuovi posti di lavoro quello che stiamo vivendo al Sud. E grazie anche al nuovo Fondo Nazionale Innovazione è un momento favorevole per avviare un’impresa e farsi finanziare delle idee. In sintesi è un buon momento per un giovane del Sud per cercare o creare lavoro. Abbiamo creato le condizioni affinchè questo fosse possibile. Questo non risolve i problemi del Sud in un colpo solo, ma è la scintilla che mancava per far esplodere le nostre intelligenze, le nostre competenze, le nostre eccellenze. Se dalla scintilla nascerà una fiammella che poi si trasformerà in un fuoco sempre alimentato, dipenderà dalla nostra volontà e dalla nostra capacità. Una cosa è certa: è il momento buono. Forse lo stavate aspettando o forse no, ma è arrivato. E’ ora di capire quali siano i vantaggi fiscali per le assunzioni previste dal doppio bonus. Ma andiamo con ordine.
La misura più imponente inserita nella manovra è il Reddito di Cittadinanza che come vedremo è una misura di politica attiva del lavoro e di welfare per il cittadino e le famiglie. Una misura imponente che ci mette perlomeno in pari con l’Europa. Questa misura esiste già in tutto il Continente, la sola Germania spende 50 miliardi di euro per la misura omologa. I dati dimostrano che dove esiste il Reddito di Cittadinanza il tasso di disoccupazione è più basso e cresce l’occupazione. Così sarà anche in Italia. Il Reddito di Cittadinanza coincide con il ritorno dello Stato Sociale nel nostro Paese. Le politiche di austerity imposte dall’Europa e eseguite dai precedenti governi hanno mortificato la sanità, l’istruzione, le imprese. Il numero di poveri si è moltiplicato negli ultimi 10 anni e ormai sono all’ordine del giorno i casi delle persone che rinunciano alle cure per mancanza di denaro o che non hanno i soldi neppure per accendere il riscaldamento. Tutto questo deve finire. Ed è a questo che serve il reddito di Cittadinanza che si rivolge a una platea di 5 milioni di persone e la pensione di cittadinanza che si rivolge a 500.000 italiani, quelli che hanno meno di tutti, i più deboli.
Ma il Reddito di Cittadinanza non è solo una carta prepagata. Il Reddito di Cittadinanza serve per far incontrare domanda e offerta di lavoro e serve per incoraggiare gli imprenditori ad assumere. Il meccanismo che abbiamo trovato è semplice. Il Reddito di Cittadinanza prevede che le aziende che offrono un lavoro ai cittadini che ne possono beneficiare, abbiano diritto ad un incentivo che va da un minimo di cinque fino ad un massimo di 18 mesi dell’assegno previsto per quelle persone. Nel caso di uno che prima non aveva reddito, un importo pari a 780 euro. Questo avverrà in tutta Italia, ma al Sud questa misura si potrà agganciare (raddoppiando) a un’altra misura di iniziativa del ministro del Sud Barbara Lezzi. Si tratta della decontribuzione al 100% dagli oneri Inps, sul 2019 e il 2020, per quelle imprese che nel Sud assumeranno con contratti stabili under35 o cittadini disoccupati da più di 6 mesi. In sostanza: per le imprese che già accedono alla decontribuzione dagli oneri Inps subentrerà anche il credito di imposta per la parte residua di beneficio maturata dal neo assunto. Morale della favola: un imprenditore del Sud che assumerà un percettore di Reddito di Cittadinanza ad aprile 2019, pagherà zero euro di tasse su quel lavoratore fino a ottobre 2020. In pratica ogni assunto al sud porta in dote all’azienda da un minimo di 18.000 euro fino a 30.000 euro. Questo è un segno concreto, l’inizio di un percorso nuovo per il Sud del Paese.
La manovra che abbiamo approvato, il Reddito di Cittadinanza, la Pensione di Cittadinanza, Quota 100 per chi è stato tenuto a lavorare dalla Fornero, sono misure importanti per tutta l’Italia. Servono per far stare meglio le persone, per garantire a tutti una qualità della vita migliore e una serenità maggiore per affrontare il futuro. Non risolvono tutti i problemi degli italiani, ma affrontano quelli più gravi, quelli di chi sta peggio, di chi non ha niente o quasi. E’ l’inizio tangibile del cambiamento che per anni abbiamo atteso. C’è ancora tanto da fare per la sanità (dobbiamo togliere i manager nominati dalla politica), per la scuola (smantellare la “buona scuola” a partire dalle classi pollaio e assumiamo più insegnanti), per uno sviluppo che crei posti di lavoro e che sia finalmente sostenibile. Abbiamo altri 4 anni davanti a noi ed è a questo che ci dedicheremo. Perchè è possibile farlo, perchè tutto si può fare come abbiamo dimostrato con il Reddito di Cittadinanza che secondo tantissimi era assolutamente irrealizzabile. E invece eccolo qua, con in dote incentivi all’occupazione come mai prima. Inoltre la battaglia contro i privilegi non è ancora conclusa, ci sono ancora tanti sprechi da tagliare. Nel 2019 taglieremo finalmente lo stipendio a tutti i parlamentari e taglieremo il numero dei parlamentari: avremo più di 300 onorevoli in meno da sfamare con grandi risparmi che potremo investire per far stare meglio chi ne ha più bisogno.
Via libera dei Paesi Ue all’introduzione dei dazi aggiuntivi definitivi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi in risposta ai maxi sussidi sleali elargiti da Pechino. Lo si apprende da fonti europee a margine del voto a Bruxelles.
La votazione si è tenuta nel contesto del Comitato difesa commerciale (Tdi), composto per lo più da funzionari dei singoli governi e non dai Rappresentanti Permanenti. Tecnicamente il via libera si configura come una ‘no opinion’: la maggioranza qualificata per bocciare la proposta della Commissione sui dazi non è stata raggiunto e questo comporta che l’esecutivo Ue può approvare i dazi anti-Cina. Sulla proposta della Commissione di introdurre i nuovi dazi dieci Paesi si sono espressi a favore, cinque hanno votato contro e dodici sono stati gli astenuti. Numeri che non hanno permesso di raggiungere quindi la maggioranza qualificata necessaria per stoppare il testo. La Commissione quindi potrà procedere quando riterrà opportuno.
Le nazioni musulmane hanno un “nemico comune” e devono “cingere una cintura di difesa” dall’Afghanistan allo Yemen e dall’Iran a Gaza e al Libano. Lo afferma il leader supremo iraniano Ali Khamenei mentre presiede le preghiere del venerdì in Iran per la prima volta in cinque anni. Lo riporta Sky News. La Guida Suprema ha aggiunto che l’attacco del 7 ottobre di Hamas contro Israele, “è stato un atto legittimo, così come l’attacco dell’Iran al Paese questa settimana”. Il raid missilistico è la “punizione minima” per i crimini di Israele, ha affermato Khamenei.
“Il brillante attacco dell’Iran – ha affermato la Guida Suprema citato dalla TV di Stato – è stata la minima punizione per i crimini senza precedenti del regime lupesco e assetato di sangue che è il cane rabbioso degli Stati Uniti nella regione. L’Iran continuerà ad adempiere al suo dovere né con fretta né con ritardo. I nostri responsabili politici e militari agiranno con logica e saggezza”.
Gli ultimi dati di ascolto sono chiari: 535.000 telespettatori e uno share del 2,7%. La nuova avventura di Amadeus sul Nove continua a essere accidentata, con numeri che non raggiungono neppure le previsioni più prudenti. Tuttavia, nonostante i risultati preoccupanti, in Warner Bros. Discovery negano categoricamente ogni ipotesi di cancellazione o spostamento del programma. Il sostegno ad Amadeus è totale, e le riflessioni attuali sono orientate verso miglioramenti del format piuttosto che cambiamenti drastici.
I motivi della crisi e le possibili soluzioni
Uno dei problemi principali risiede nella mancata risposta del pubblico abitudinario di Rai1, che sembra poco propenso a cambiare canale. Il pubblico del Nove è infatti molto diverso da quello nazionalpopolare di Rai1, a cui Amadeus era abituato. Inoltre, il conduttore si trova di fronte a un formato che non ha la stessa forza e familiarità per gli spettatori del canale. Sanremo fa storia a sé, ma i game show non fanno parte del DNA del Nove, e questa transizione non è stata facile.
Amadeus sa di dover apportare il suo valore aggiunto al programma, ma è consapevole che il successo in televisione richiede tempo e costanza. Il conduttore rimane fiducioso, consapevole che anche in passato ha vissuto momenti difficili da cui è riuscito a risollevarsi. Nel frattempo, continua a lavorare sul programma, pensando a come renderlo più adatto al pubblico di nicchia del Nove.
Le riflessioni sulla Corrida e il futuro
Nel frattempo, Amadeus deve pensare anche al prossimo progetto: la Corrida, che dovrebbe andare in onda in prima serata a fine ottobre. Anche qui, però, sorgono delle perplessità. Il format, seppur storico e apprezzato, sembra essere più adatto al pubblico di Rai1 che a quello del Nove. Il rischio di portare un programma “datato” su una rete che punta a un pubblico diverso potrebbe rivelarsi un suicidio televisivo.
Amadeus e la decisione di lasciare la Rai
La decisione di lasciare la Rai non è stata economica. Amadeus stesso ha dichiarato che le offerte contrattuali ricevute da Rai e Warner Bros. Discovery erano simili in termini di cifre e durata, ma qualcosa di affettivo si era rotto. Il conduttore aveva bisogno di una nuova sfida, ma ora deve fare i conti con un pubblico difficile da conquistare.
Conclusioni: un futuro ancora incerto
Sebbene i numeri attuali non siano incoraggianti, Amadeus non si arrende. La sua carriera ha dimostrato che può risollevarsi da momenti difficili e che la televisione è una maratona, non una corsa veloce. Con l’arrivo della Corrida, l’attenzione sarà su come il conduttore saprà reinventarsi e adattare i suoi progetti a un pubblico diverso.