Alleati per contratto, appena escono fuori da quel che è stato pattuito ci sono contrasti durissimi. L’ultimo scontro al calor bianco tra Lega e M5S è sulla prescrizione. Il Carroccio vuole fiaccare l’emendamento dei 5S al disegno di legge Anticorruzione. E lo fa con Giulia Bongiorno, ministro per la Pubblica amministrazione. Per lei “bloccare la prescrizione dopo il primo grado è come mettere una bomba atomica nel processo penale, non posso accettarlo”. Giulia Bongiorno è ministro, un eccellente avvocato e persona riflessiva, non poteva non sapere o capire che cosa avrebbe provocato quella dichiarazione.
Quella di Bongiorno sembra una dichiarazione di guerra ai 5 Stelle.
Salvini e Bongiorno. Grande feeling tra il leader della Lega e la ministra
A risponderle ci pensa il ministro Alfonso Bonafede, con nota stampa: “Stimo Bongiorno, ma sulla prescrizione si sbaglia. La bomba atomica che rischia di esplodere è la rabbia dei cittadini di fronte all’impunità” scrive Bonafede. Che poi, sempre rivolto alla sua “amica e collega”, chiede: “Chi va a spiegare ai familiari delle vittime della strage di Viareggio che il tempo è scaduto per i primi due reati e non avranno una giustizia piena? Vale per loro come per il processo Eternit, il terremoto de L’Aquila, l’inquinamento dell’ impianto di Marghera”.
E poi la chiosa, che è un pugno: “È finita l’era dei furbi e dei loro azzeccagarbugli che mirano a farla franca, con la riforma gli unici a dover temere sono i colpevoli”. A conferma del fatto che lo scontro è pesante tra Lega e M5S arrivano le dichiarazioni del senatore Gianluigi Paragone, che accusa: “Se c’è qualche nostalgico degli accordi con Berlusconi, Cesaro e compagnia varia, ce lo faccia sapere apertamente”. Luigi Di Maio, prima ancora del litigio Bongiorno/Bonafede c’era stato l’avvertimento di Di Maio all’alleato leghista: “Esiste un contratto di governo e va rispettato, se c’è chi dubita è un rischio per tutti”. Insomma il vicepremier nonchè capo politico del M5S pare abbia capito che l’eccesso di buona educazione e bon ton politico, la sua responsabilità di governo faccia a pugni con le continue fughe in avanti della Lega su molti capitoli seri dell’azione di Governo.
Luigi Di Maio con il premier Conte e i minsitri Fraccaro e Bonafede. Il M5S prova a serrare i ranghi a rispondere alle provocazioni dell’alleato per forza leghista
Insomma Di Maio ha capito che dalla Lega occorre farsi rispettare “mettendo i temi del Movimento al centro del dibattito politico”. E la prescrizione è un tema dei 5 Stelle finito nel contratto con una formulazione assai vaga. E infatti ora i leghisti puntano a fermare l’emendamento calato dal M5S nel ddl spazzacorrotti, per riportare il tema al tavolo di governo. E ridiscuterlo. Matteo Salvini, dopo aver letto le dichiarazioni di guerra di alcuni dei suoi principali collaboratori contro l’emendamento spazzacorrotti dei 5 Stelle, interviene per raffreddare il clima, almeno così sembra di voler fare, anche se a giudicare dal contenuto delle sue dichiarazioni siamo ancora alla guerra fredda. Salvi sostiene che con il M5S si lavora bene e che davanti ci sono importanti cose da fare a breve: “Legittima difesa, reddito di reinserimento al lavoro, stop sbarchi, riforma della Fornero”. Di questi tre pilastri del contratto di Governo solo il Reddito di Cittadinanza è un cavallo di battaglia del M5S e Salvini gli cambia nome e prova a fiaccarne (lo fanno i suoi da giorni) l’efficacia e a fare sponda col ministro del Tesoro Giovanni Tria che continua a far sapere che ci sono preoccupazioni per le coperture.
Un Yildiz ‘mondiale’ trascina la Juventus, che batte 4-1 i marocchini del Wydad AC e, dopo il 5-0 contro l’Al Ail, è a punteggio pieno nel Gruppo G del Mondiale per Club: per gli ottavi manca solo la matematica. Il numero 10 è il ‘man of the match’ ed anche il capocannoniere del torneo: propizia il vantaggio iniziale, una autorete, e segna due gol d’autore che permettono ai bianconeri di proseguire l’avventura americana a punteggio pieno e di vedere la qualificazione al turno successivo.
Un’altra buona prestazione, impreziosita anche dal rigore realizzato allo scadere da Vlahovic, che fa ben sperare i tifosi bianconeri per il proseguimento della competizione. Sotto la leggera pioggia di Philadelphia la Juventus, in campo con la stessa formazione dell’esordio, parte subito forte. Dopo poco più di un quarto d’ora la squadra di Tudor è già in vantaggio di due reti, grazie all’autorete di Boutouil al 6′, che devia in rete una conclusione di Yildiz dopo una bella combinazione con Thuram, e al gol del tedesco naturalizzato turco al 16′. Un potente destro dal limite dell’area, di controbalzo, che si incassa sotto l’incrocio dei pali dopo la bella percussione dalla sinistra di Cambiaso.
Tutto facile, ma al 25′ gli avversari la riaprono con il sudafricano Lorch, che sorprende la difesa bianconera e sul filo del fuorigioco batte Di Gregorio in uscita con uno scavetto, dopo il bel passaggio filtrante dell’ex Verona e Fiorentina Amrabat. Colpiscono in contropiede i marocchini, che non riescono però a tornare in partita. La Juventus non cambia infatti atteggiamento e continua a macinare gioco. Quantità, ma anche grande qualità, soprattutto sulla fascia sinistra, dove il Casablanca è costretto alle maniere forti per fermare le giocate dell’ispiratissimo Yildiz. Nella ripresa iniziano i cambi, ma lo spartito è sempre lo stesso. Soltanto il palo nega al 12′ la gioia del gol a Cambiaso, ma l’appuntamento con la rete è soltanto rimandato di una manciata di minuti.
A segnare la rete del 3-1 è di nuovo Yldiz, con una giocata che fa impazzire lo stadio: Kolo Muani, in ombra rispetto al resto della squadra, vede l’inserimento del 2005, che dopo una sterzata al centro punisce Benabid con un rasoterra a giro imprendibile. Esulta in panchina Tudor, che oltre alle motivazioni sembra aver dato un gioco e una precisa fisionomia alla Juventus, che in pieno recupero segna la nona rete in due partite con Vlahovic. Sacrosanto il rigore concesso per il fallo di Ferreira sull’attaccante, che dal dischetto non sbaglia e fissa il punteggio finale sul 4-1. In attesa della sfida contro il Manchester City, la Juve vede gli ottavi di finale con una prova di forza e qualità. E puo’ dare sostegno alle parole dell’ad Scanavino prima della partita: “La Juve dovra’ essere competitiva per lo scudetto”.
Secondo quanto riportato dal sito Amwaj.media, vicino a un think tank guidato da un analista iraniano con base nel Regno Unito, gli Stati Uniti avrebbero avvertito preventivamente l’Iran degli attacchi avvenuti il 21 giugno. Lo ha riferito una fonte politica iraniana di alto rango, rimasta anonima, che ha confermato l’avvenuta comunicazione da parte dell’amministrazione Trump.
L’intento della Casa Bianca sarebbe stato quello di chiarire la natura mirata dell’azione militare, per evitare una reazione spropositata da parte della Repubblica islamica. Secondo la fonte citata da Amwaj, gli Stati Uniti hanno precisato di non voler innescare uno scontro militare su larga scala ma di voler colpire esclusivamente tre obiettivi nucleari specifici: i siti di Fordow, Isfahan e Natanz.
La strategia Usa: colpire e disinnescare
L’indiscrezione apre scenari interessanti sulla strategia americana: l’intenzione di agire sì con fermezza, ma senza provocare una guerra diretta. Il messaggio a Teheran sarebbe stato una sorta di “avviso diplomatico” finalizzato a preservare un canale di comunicazione, nonostante le tensioni. Non è chiaro se l’avvertimento sia stato trasmesso direttamente o attraverso intermedi diplomatici.
Il contenuto della comunicazione e la scelta di bersagli altamente simbolici e sensibili – i siti nucleari – indicano un’azione mirata più sul piano del messaggio politico-militare che su quello della distruzione strategica.
Inizia la lunga ondata di caldo africano: 35-38°C su tante città Roma, domenica 22 giugno 2025 Dopo gli ultimi e forti temporali che hanno colpito parte delle nostre regioni, lo scenario meteorologico sul nostro Paese è destinato a cambiare; l’anticiclone africano scalpita sempre più e, nel corso della prossima settimana, tornerà a imporsi con prepotenza con il suo carico di caldo rovente. Mattia Gussoni, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma l’arrivo di una nuova fase meteo climatica anomala che avrà delle conseguenze dirette su buona parte del bacino del Mediterraneo con temperature ben oltre le medie attese in questo periodo.
La causa di questa impennata dei valori termici va ricercata nella zona da cui partiranno le masse d’aria: l’arroventato deserto del Sahara (zone interne di Marocco, Algeria e Tunisia) già in questi giorni registra temperature con punte di 46-48°C. Il clima della zona tra il Tropico del Cancro e i 37° di latitudine Nord (la fascia più settentrionale dell’Africa) prende il nome di ‘clima subtropicale’: per questo motivo si parla di ondata di caldo dalle caratteristiche subtropicali. Da Domenica 22 giugno questa bolla calda si espanderà verso il bacino del Mediterraneo e l’Europa provocando, oltre ad una maggior stabilità atmosferica con tanto sole, anche un deciso aumento delle temperature.
Queste condizioni ci terranno compagnia anche nel corso della prossima settimana quando il caldo anomalo si farà sentire in particolare sulle pianure del Nord e sulle regioni tirreniche dove i valori termici si porteranno diffusamente oltre i 34-36°C durante le ore pomeridiane. In Sardegna, Puglia e Basilicata si potranno toccare punte massime fino a 42°C.
Le ondate di caldo, un tempo considerate eccezionali, oggi si presentano con cadenza settimanale e colpiscono con maggiore intensità e durata: un recente studio de iLMeteo.it ha confermato che la stagione estiva dura ormai 4 o 5 mesi con afa e caldo a tratti insopportabile, dal sapore più tropicale che europeo. Negli anni ’70-’80 in molte aree d’Italia si contavano 10-15 giorni di ‘caldo intenso’ all’anno, cioè giornate con Temperatura Percepita >=32°C (combinazione di temperatura dell’aria, velocità del vento e umidità) e/o con Temperatura >=35°C. Oggi, in media, se ne contano 35-40 o più, con punte superiori in aree urbane e nelle regioni del Centro Sud o della Pianura Padana.