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Economia

Le valutazioni di Fitch tranquillizzano i mercati, nonostante le polemiche sulle elezioni paventate

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Se ha sollevato il vespaio politico con la visione di vicine elezioni anticipate, la scelta di Fitch di non toccare il rating sull’Italia tranquillizza i mercati. La vedono cosi’ operatori di Borsa e analisti rimasti in zona Piazza Affari per preparare l’avvio delle settimana finanziaria. E mettono in luce il vero fatto importante: a giudizio BBB invariato, l’agenzia statunitense non ha toccato nemmeno l’outlook, che da negativo sarebbe potuto passare a ‘credit watch’, con introduzione di un taglio del rating a breve. Una piccola sorpresa, con la speranza che la pressione sui titoli di Stato non torni eccessiva, visto che dal 31 gennaio il rendimento del Btp a dieci anni e’ risalito del 10% a quota 2,84%, non lontano dalla soglia psicologica del 3%. I timori sono soprattutto sulla revisione fortemente in calo delle previsioni per l’economia italiana. Fitch stima infatti per quest’anno una crescita dello 0,3%, da un aumento dell’1,2% previsto lo scorso agosto. Poco consolante anche lo 0,6% per il 2020. Numeri molto lontani da quelli del governo, con l’agenzia statunitense che prevede una risalita del deficit al 2,3% del Pil quest’anno e al 2,7% nel 2020, senza l’aumento dell’Iva. Ecco che allora si guarda alle prossime scadenze.

Il 15 marzo e’ atteso il giudizio sull’Italia di Moody’s ma non sono previste novita’ sul rating dopo il downgrade di ottobre. Il 26 aprile tocca a Standard & Poor’s che ha l’outlook in negativo, ma la prima data importante del prossimo futuro e’ quella del 7 marzo, quando e’ in agenda il meeting della Bce, con l’attesa su un piano di prosecuzione dei finanziamenti agevolati alle banche (Tltro) perche’ possano erogare piu’ crediti al sistema economico. Il mancato taglio del rating evita anche che gli istituti italiani non possano dare in garanzia i Btp per i prestiti erogati da Francoforte. In ogni caso l’avvio dei mercati lunedi’ e’ visto positivo e in ‘suplace’ fino a martedi’, quando il presidente della Fed Powell terra’ l’audizione semestrale sulla politica monetaria al Senato statunitense. Perche’ e’ oltreoceano che guardano gli operatori, a partire dal fatto che Stati Uniti e Cina hanno deciso di estendere i negoziati sul commercio in corso a Washington. E la scommessa, anzi la quasi certezza, e’ che la data del primo marzo per la scadenza della tregua tra Pechino e Trump sara’ rinviata. In ballo ci sono 200 miliardi di importazioni statunitensi dalla Cina che potrebbero avere un aumento dei dazi dal 10 al 25% e, soprattutto, la possibilita’ di un accordo stabile. Abbastanza per pesare su tutti i mercati finanziari mondiali.

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Economia

Media, la Cina rimanda negli Usa gli aerei Boeing

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Le compagnie aeree cinesi hanno iniziato a rispedire gli aerei Boeing negli Usa, con un 737 Max atterrato sabato a Seattle presso l’hub del gruppo. Lo riporta la Fox, citando Reuters, secondo cui il primo rientro è avvenuto dopo che la Cina ha ordinato alle sue compagnie aeree di non accettare altre consegne di aerei Boeing, nell’ambito delle ritorsioni di Pechino contro i dazi Usa saliti al 145% sull’import dei beni made in China. Tuttavia, tre 737 Max 8, in preparazione al centro Boeing di Zhoushan per due vettori aerei cinesi, sarebbero stati richiamati negli Usa la scorsa settimana, secondo l’agenzia di news The Air Current.

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Ambiente

Efficienza energetica e valore degli immobili: in Italia cresce la consapevolezza, ma resta indietro il 75% del patrimonio edilizio

Ristrutturare conviene: +43% di valore per gli immobili efficienti. Risparmi per le famiglie fino a 19 miliardi l’anno.

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In Italia, tre edifici su quattro restano in classi energetiche basse, nonostante il miglioramento registrato tra il 2018 e il 2023, con un aumento degli immobili in classe A dal 8% al 15%. Lo rivela l’ultima analisi della Community Smart Building di Teha Group, che mette in luce le gravi conseguenze in termini economici, ambientali e sociali legate al ritardo del Paese nell’efficientamento del parco immobiliare.

Gli immobili efficienti conquistano il mercato

Il mercato immobiliare premia sempre di più l’efficienza energetica. Le compravendite di edifici nuovi in classe A o B sono passate dal 49% al 70% in dieci anni, mentre quelle di immobili ristrutturati ad alta efficienza sono salite dal 7% al 38%. Di conseguenza, anche il valore medio di mercato cresce:

  • 2.316 euro/m² per edifici ristrutturati

  • 1.615 euro/m² per edifici abitabili

  • 1.290 euro/m² per edifici da ristrutturare

Un divario che evidenzia la valorizzazione degli immobili smart e sostenibili, capaci di coniugare risparmio energetico e riduzione dell’impatto ambientale.

Povertà energetica: 5,3 milioni di italiani in difficoltà

Nonostante gli sforzi, l’Italia resta tra i Paesi UE più colpiti dalla povertà energetica, con l’8,8% delle famiglie che non riesce a riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Un dato preoccupante, legato all’elevata percentuale di edifici inefficienti e ai costi energetici crescenti, aggravati da redditi insufficienti.

L’efficienza come opportunità economica

Secondo l’analisi del Teha Group, l’efficientamento energetico degli edifici può ridurre i consumi energetici fino al 29% e quelli idrici fino al 5%, generando un risparmio netto stimato tra i 17 e i 19 miliardi di euro annui per famiglie e sistema economico.

Benedetta Brioschi, responsabile della Community Smart Building, sottolinea:
“Il rinnovamento green e smart degli edifici è una necessità, ma anche una grande opportunità. Il Real Estate si sta già muovendo, ma servono ulteriori investimenti pubblici e privati per accelerare il cambiamento”.

Serve un’azione condivisa tra istituzioni, imprese e cittadini

Il report invita a superare il modello del solo pensiero (“think tank”) e diventare un “act tank”, in grado di influenzare concretamente le scelte dei policy maker. La collaborazione tra governo, aziende e cittadini è essenziale per trasformare il patrimonio immobiliare italiano in una leva di sostenibilità e benessere diffuso.

(La foto in evidenza è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)

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Economia

Caltagirone: l’operazione Natixis smantella Generali

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“Generali dopo l’affaire Natixis sarà una società diversa e gli effettivi centri decisionali si trasferiranno altrove”. Lo dice, intervistato dal Sole 24 Ore, Francesco Gaetano Caltagirone (foto Imagoeconomica in evidenza). Per l’imprenditore l’asse con Natixis non ha vantaggi economici, anzi va a “smantellare” Generali. “Tutte le persone ragionevoli sono preoccupate – dice – È difficile con poche parole dare una spiegazione: provo a enunciare qualche argomento principale. Anzitutto non c’è una valida ragione economica, sottolineo economica per fare l’operazione. Inoltre, per non duplicare i costi, checché ne dicano gli interessati, si deve smantellare un’organizzazione che finora ha funzionato, costruita in quasi due secoli”. Secondo Caltagirone, “sarà un fatto irreversibile. Sarà impossibile esercitare una effettiva selezione e il controllo sugli investimenti e sulle attese di redditività. La cosa peggiore – prosegue – si affievolirà il controllo dei rischi. Ricordo che le masse di denaro sono degli assicurati e non di Generali. Per non parlare dell’effettivo indirizzo politico degli investimenti e sottolineo effettivo. Le scelte di un colosso come Generali hanno anche un rilevante effetto sociale”. Poi sottolinea: “Da ultimo non capisco perché il management non abbia cercato di fare progetti congiunti con partner italiani”.

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