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Le truppe Usa via dall’Afghanistan entro l’11 settembre

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ESERCITO-USA

Joe Biden ha deciso di ritirare le truppe americane dall’Afghanistan entro il prossimo 11 settembre, 20 anni dopo l’attacco di Al Qaida alle Torri Gemelle che trascino’ gli Stati Uniti nella guerra piu’ lunga della loro storia. La mossa, che secondo i media Usa dovrebbe essere annunciata nelle prossime ore, significa che i soldati statunitensi e della coalizione resteranno oltre la data del primo maggio, ossia la scadenza negoziata dall’amministrazione Trump per l’uscita completa delle forze straniere dal Paese. I talebani hanno minacciato nuovi attacchi contro le truppe Usa e Nato se non sara’ rispettato il termine concordato ma resta da vedere ora se attueranno rappresaglie di fronte ad un ritiro spalmato solo su qualche mese in piu’. La decisione ha cambiato i programmi del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che anziche’ rientrare a Roma dopo i due giorni di visita a Washington volera’ direttamente a Bruxelles per partecipare ad una riunione ristretta e straordinaria dei Paesi framework sull’Afghanistan. Altrettanto ha gia’ fatto il segretario di Stato Antony Blinken, con cui il capo della diplomazia italiana si era incontrato lunedi’ discutendo in modo particolare anche questo dossier. “Aspettatevi un annuncio Usa a breve”, aveva anticipato Di Maio, sottolineando la volonta’ comune di una decisione condivisa tra alleati (“siamo entrati insieme, usciremo insieme”). A Bruxelles Blinken e il capo del Pentagono Lloyd Austin informeranno gli altri partner della Nato, a partire dalla Germania, che ha il secondo maggior contingente in Afghanistan. E proprio oggi Di Maio ha ribadito il saldo impegno dell’Italia verso il multilateralismo, l’Alleanza Atlantica e la sicurezza globale aprendo nella capitale Usa le celebrazioni virtuali per i 160 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti. In Afghanistan al momento ci sono circa 3000 soldati americani e 7000 della coalizione, in gran parte truppe di Paesi Nato come l’Italia (che schiera fino a 800 militari).

La mossa di Biden porra’ fine ad una guerra costata finora migliaia di miliardi di dollari, oltre 2300 militari Usa morti e 20 mila feriti, ed almeno 100 mila civili afghani uccisi. Il presidente Usa aveva gia’ ammesso che sarebbe stato “difficile” rispettare la scadenza del primo maggio e ha voluto posticiparla di alcuni mesi per far decollare gli sforzi di dialogo tra i talebani e il governo di Kabul, finora falliti. La sua scelta era ardua. Con un’opinione pubblica e una significativa fetta bipartisan del Congresso che premono per il ritiro, rimanere ancora a lungo significava potenziali problemi politici a casa e nuovi pericoli di attentati alla forze Usa da parte dei talebani. Ma anche un’uscita affrettata avrebbe potuto minare i pur modesti risultati ottenuti in questi 20 anni. Biden ha optato quindi per un compromesso, non esente da rischi, ma coerente anche con la necessita’ di puntare l’attenzione su altre priorita’ e minacce, come la Cina, l’Iran, la Russia. Proprio oggi il presidente ha chiamato Vladimir Putin e lo ha messo in guardia che gli Usa “agiranno fermamente in difesa dei loro interessi nazionali in risposta alle azioni russe, come le intrusioni cybernetiche e le interferenze nelle elezioni”, ammonendolo a ridurre le tensioni con l’Ucraina dopo il rafforzamento delle truppe in Crimea e al confine. Ma gli ha anche proposto un incontro nei prossimi mesi in un Paese terzo per discutere l’intera gamma dei problemi comuni.

“L’Afghanistan ora non si eleva piu’ al livello delle altre minacce”, ha spiegato una fonte dell’amministrazione al Washington Post. “Eravamo andati in Afghanistan nel 2001 per un obiettivo particolare: fare giustizia contro gli autori dell’attacco dell’11 settembre e annientare i terroristi che cercavano di usare quel Paese come rifugio sicuro. Lo abbiamo raggiunto qualche anno fa”, ha ammesso un’altra fonte del governo. Ora gli Usa hanno come ultime leve con i talebani premere per la liberazione di circa 7000 prigionieri nelle prigioni di Kabul e la revoca delle sanzioni Onu. E sperare nella conferenza di pace sull’Afghanistan tra il governo afghano e i Talebani, che si terra’ a Istanbul dal 24 aprile al 4 maggio. Finora sono stati invitati 21 Paesi (tra cui l’Italia), oltre a Ue, Nato e Organizzazione della cooperazione islamica (Oci).

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Voto di scambio e corruzione, bufera su Regione Sicilia

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Uno scambio di favori per ottenere voti per l’allora candidata del Pd alle elezioni europee del 2020, Caterina Chinnici, totalmente estranea all’inchiesta, ma anche contatti con due Carabinieri per acquisire informazioni riservate su eventuali indagini a suo carico e bonifiche tecniche nei locali della sua segreteria. Sono le accuse contestate dalla Procura di Catania – nell’ambito di un’inchiesta che ha portato a undici misure cautelari – al vice presidente e assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana, Luca Sammartino, all’epoca dei fatti deputato regionale del Partito democratico.

L’uomo forte della Lega nell’isola, eletto con circa 21mila preferenze alle regionali del 2022, il secondo più votato in Sicilia, è stato sospeso da incarichi pubblici per un anno dal gip Carla Aurora Valenti. La giudice, pur sottolineando la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e che a suo carico pendono altri procedimenti per reati in materia elettorale, non ha accolto la richiesta di arresti domiciliari della Procura. Il parlamentare si è detto “sereno e certo che emergerà la totale estraneità ai fatti, risalenti a cinque anni fa e che con stupore leggo mi vengono contestati”.

Sammartino si è dimesso dagli incarichi di governo che sono assunti ad interim dal governatore Renato Schifani che ha ribadito “piena fiducia nella magistratura” e ricordato che Sammartino ha “ricoperto il suo doppio ruolo istituzionale con decoro, lealtà e trasparenza”. “Tra il 2015 e il 2018 Sammartino non era con la Lega: le indagini sono state chiuse nel 2021, ma solo oggi arrivano i provvedimenti, guarda caso a un mese dalle Europee, mi chiedo perché arrivino ora”, si chiede il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa. Per i componenti del M5s in commissione Giustizia dall’inchiesta emerge “un quadro sconcertante” e “la risposta del governo è un costante lavoro di smantellamento degli strumenti di contrasto a queste e altre forme di malaffare”. Il leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, attacca il vicepremier: “noi non raccattiamo ‘feccia politica’ pur di avere voti come ha fatto Matteo Salvini”.

La senatrice Enza Rando, responsabile Legalità del Pd, sottolinea “la necessità di alzare il livello di guardia e di mettere al centro dell’azione politica etica pubblica e antimafia sociale”. Sul caso si è già attivata la commissione parlamentare Antimafia che ha disposto l’acquisizione degli atti dell’inchiesta. Sammartino è indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta ‘Pandora’ su presunte infiltrazioni mafiose di corruzione nel Comune di Tremestieri Etneo il cui sindaco, Santi Rando, un poliziotto da anni in aspettativa, è stato arrestato per scambio elettorale politico-mafioso. In carcere, con la stessa accusa, è stato condotto dai Carabinieri del comando provinciale di Catania anche Pietro Alfio Cosentino, ritenuto il referente del clan Santapaola-Ercolano a Tremestieri Etneo che si sarebbe “adoperato per garantire il rispetto di precisi accordi elettorali propedeutici all’elezione” di Rando.

Ai domiciliari Giovanni Naccarato, dirigente del Comune, l’architetto Puccio Monaco, all’epoca dei fatti consulente a titolo gratuito del sindaco, l’ingegnere Paolo Di Loreto e lo storico consigliere d’opposizione Mario Ronsisvalle poi transitato tra i sostenitori di Rando alle amministrative del 2021. Rando e Ronsisvalle sono stati sospesi dell’incarico di amministratori dal prefetto di Catania. L’accusa a Sammartino, oggi alla Lega, ma con un passato in Udc, Pd e Italia Viva, è di avere favorito Ronsisvalle, proprietario di una farmacia a Tremestieri Etneo: si sarebbe impegnato nell’impedire l’apertura a un suo concorrente, intervenendo al Comune.

In cambio avrebbe ottenuto l’appoggio elettorale per la candidata alle europee che lui sosteneva nel 2020 per il Pd, Caterina Chinnici, totalmente estranea all’inchiesta. Sammartino, all’epoca, spiegava che bisognava “dare un messaggio in Sicilia” perché “c’è un degrado culturale infinito” e “l’occasione può essere il voto per le europee”, con il “sostegno a Caterina Chinnici”. Un magistrato, spiegava l’allora deputato del Partito democratico, che “ha una storia, ha un significato, è la Sicilia che non abbassa la testa, che ormai siamo diventati terra di… per i leghisti che ci devono venire a raccontare a noi siciliani come funziona il mondo”. Secondo il pentito, Silvio Corra, Sammartino nel 2015 avrebbe incontrato, una-due volte, esponenti di spicco del clan Santapaola.

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Colpì il compagno a volto provocandone la morte, condannata

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Al culmine di una lite scoppiata in strada e poi continuata in casa, colpì alla testa con un oggetto il compagno, provocandone poi la morte. Per questo motivo il gup del tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) Alessia Stadio ha condannato, al termine del processo abbreviato, ad otto anni di carcere per omicidio preterintenzionale la 46enne Rosanna Oliviero. Vittima dell’aggressione, avvenuta a Vairano Patenora il 12 giugno dello scorso anno, il compagno di 44 anni Rino Pezzullo, che morì all’ospedale Cardarelli di Napoli dopo cinque giorni di agonia.

Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere – sostituto Giacomo Urbano – che ha chiesto la condanna dell’imputata (difesa da Massimo Caiano), Pezzullo è deceduto per le conseguenze di un violento colpo al volto sferrato dalla donna, che gli provocò la frattura delle ossa nasali e lo fece cadere a terra all’indietro, circostanza che gli causò un forte trauma cranico con emorragia interna; determinante la relazione medico-legale realizzata dal consulente nominato dalla Procura. Dalle indagini realizzate è emerso che la coppia litigò in modo acceso mentre erano in auto per le strade di Vairano, poi la discussione proseguì in casa di Pezzullo. La Oliviero chiamò il 118, e ai sanitari spiegò che il compagno aveva avuto un malore; Pezzullo fu portato in ospedale, decedendo dopo qualche giorno.

Dopo la morte del 44enne, i carabinieri si presentarono a casa della donna, sospettando che le cose non fossero andate come la 46enne aveva raccontato, anche perché la Oliviero presentava un’ecchimosi alla bocca compatibile con un litigio; i militari sequestrarono l’abitazione della vittima e l’auto dove i due avevano litigato, acquisirono immagini da telecamere di videosorveglianza e testimonianze e ricostruirono l’accaduto. Al processo si sono costituite come parte civile le cinque sorelle di Pezzullo, assistite da Ernesto De Angelis.

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Nadal torna e vince a Barcellona, Cobolli ko

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Sarà per merito della “amata” terra rossa oppure perché a Barcellona il tifo degli spettatori sul campo centrale che porta il suo nome lo ha spinto oltre i propri effettivi limiti ma il Rafa Nadal visto in campo nel torneo catalano ha impressionato per una buona tenuta fisica. La tecnica, ovviamente, non era in discussione. L’avversario – vittima sacrificale che il sorteggio ha posto sul cammino del maiorchino – è stato Flavio Cobolli che si impegnato al massimo ma poco ha potuto contro il maiorchino: 6-2, 6-3 il punteggio finale. Sono passati 681 giorni dall’ultima partita giocata sulla terra battuta da Nadal.

Era la finale del Roland Garros 2022. Da allora, a vederlo giocare con racchetta e palline, sembra che siano passati pochi giorni e che non sia cambiato nulla. In realtà, ci sono stati un’operazione, mesi di sofferenza, il tentativo di rientrare in campo in Australia e durissime settimane di lavoro. Il risultato, però, sembra arrivare: lo spagnolo, ex numero 1 del mondo, sembra aver recuperato lo smalto perduto. Ma la contro verifica arriverà dall’esito del suo prossimo impegno a Barcellona: il suo avversario è Alex de Minaur, testa di serie numero 4 ed in grande spolvero negli ultimi mesi.

Nel bilancio degli scontri diretti il maiorchino è avanti 3-1 e, inoltre, a Barcellona ha anche un record personale positivo: 67 partite vinte e il trofeo portato a casa ben 12 volte. Ma quella catalana sarà tutta un’altra partita. Sarà anche un test per capire se la preparazione in vista del Roland Garros e delle Olimpiadi – i due veri obiettivi dell’ex numero 1 – sta andando come previsto. “È sempre più difficile giocare di nuovo dopo un infortunio”, le parole di Nadal dopo la vittoria. “Soprattutto alla mia età, è ancora più difficile”, ha aggiunto. Nell’incontro con Cobolli sono arrivate conferme: buone percentuali delle battuta e delle risposte sulla seconda contro l’italiano che ricopre comunque il numero 62 della classifica mondiale.

Per il suo nuovo esordio Nadal ha indossato un inedito completo lilla con fascia e polsini arancioni. Gli spalti sono pieni, evento raro per il primo turno di un torneo ma l’opportunità di vedere Nadal in campo ha portato molte persone allo stadio. Cobolli appare emozionato ma parte bene. Nadal, però, è in gran forma e alla terza occasione firma il primo allungo: 3-1. Il divario nel punteggio si amplia e il primo set si chiude velocemente sul 6-2. Nel secondo set non c’è alcun calo fisico del maiorchino. Si parte subito con un 2-0. Poi un contro-break di Cobolli ma la gara prosegue senza particolari scossoni e Nadal chiude sul 6-3 tra le ovazioni del pubblico amico.

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