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Cronache

Le radici italiane di Prevost tra Piemonte e Liguria

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Un Papa americano ma con tanto sangue europeo. Una contaminazione di culture e storie che attraversa Italia, Francia e Spagna. Dall’albero genealogico di Leone XIV emergono le sue radici che affondano in una fetta ampia del Vecchio Continente per approdare, poi, negli Stati Uniti. La diretta discendenza di Papa Prevost arriva dalla Louisiana, nel sud-est del continente nord americano. Lì il bisnonno, Jacques Martino, approdò dall’Italia e in particolare dalla Liguria. L’uomo, infatti, era nato a Sanremo nel 1806 per poi decidere di emigrare. Si stabilisce a New Orleans. Sua moglie Martuerite Cadeneth era originaria di East Feliciana, sempre nello stato della Louisiana. Nel 1864 nasce Joseph Martinez, il nonno di Papa Leone.

Nel 1910 l’uomo si trasferisce a Chicago, nell’Illinois. Sua moglie, Suzanne Fontaine, è invece figlia di pasticceri di origini francesi, originaria della Normandia. La nonna del Papa nacque a Le Havre, il porto francese affacciato sull’Atlantico, nel 1894 ed è morta negli Usa, a Detroit, nel 1979. Il papà di Leone XIV è Louis Prevost: classe 1920 si è diplomato al Central Ymca College nel 1943 e si è arruolato nell’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel corso del conflitto ha prestato servizio come tenente di vascello a bordo di una nave nel Mediterraneo. Ha lavorato come sovrintendente delle scuole della periferia sud di Chicago ed è morto nel 1997.

Il cognome Prevost è presente in alcune zona della Francia e anche nel quadrante nord-ovest dell’Italia. Ciò fa supporre che nella famiglia del nuovo Papa possa scorrere anche sangue piemontese che rimanda in particolare al paese di Settimo Rottaro. La madre del Pontefice è Mildred Martinez di origini spagnole e creole. I nonni materni del Papa risiedevano nel Seventh Ward di New Orleans, un quartiere storicamente abitato da neri, prima di trasferirsi a Chicago dove nascerà Mildred. La donna ha studiato biblioteconomia alla DePaul University e nel 1947, a 34 anni, ha conseguito la laurea. Due sue sorelle erano suore. I genitori di Leone XIV hanno avuto tre maschi: Louis Martin, John Joseph e Robert Francis nato a Chicago il 14 settembre del 1955. Dopo avere frequentato una scuola gestita da sacerdoti agostiniani, Prevost si è iscritto alla Villanova University, a Filadelfia. Nel 1977 si laurea in matematica e nello stesso anno entra nel noviziato dell’Ordine di Sant’Agostino, a Saint Louis. Nel 1981 prende voti e a 27 anni, dopo il diploma in Teologia, arriva a Roma per studiare Diritto Canonico. Nel 1982 diventa sacerdote.

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Cronache

Femminicidio di Correggio: confessa l’ex compagno

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Un altro femminicidio scuote l’Italia: a Prato di Correggio, in provincia di Reggio Emilia, Daniela Coman, 47 anni, è stata uccisa dal suo ex compagno Peter Pancaldi, 45 anni. L’uomo ha confessato di averla soffocata nell’abitazione dove si erano incontrati con la scusa di recuperare oggetti personali. Secondo il racconto fornito alla Procura di Reggio Emilia, Pancaldi ha attirato Daniela una seconda volta con il pretesto di restituirle foto del figlio, per poi ucciderla.

Daniela non si è presentata a scuola a prendere il figlio undicenne: a lanciare l’allarme sono stati l’ex marito e la sorella. Pancaldi, che ha problemi di dipendenze e non ha un impiego, ha raccontato di aver agito per vendetta, accusando la vittima di avergli fatto lasciare una precedente compagna che lo aiutava economicamente. L’uomo è ora in carcere, con l’accusa di omicidio premeditato aggravato, poiché commesso su una donna già vittima di atti persecutori.

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Cronache

Omicidio di Fregene, fermata la nuora: è indiziata del delitto ma si proclama innocente

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Nella villetta sul litorale di Fregene dove viveva Stefania Camboni, 58 anni, si consuma un delitto brutale. La donna viene trovata senza vita dal figlio, rientrato dal lavoro alle 7 del mattino. Il corpo è riverso sul letto, colpito da 15 coltellate, per lo più all’addome e una alla gola. La villetta, che la vittima condivideva con il figlio e la nuora Giada Crescenzi, mostra segni di una presunta effrazione: inferriata divelta, porta aperta, portafoglio in strada.

Ma qualcosa nei racconti dei due giovani non torna. Le discrepanze nelle loro versioni, soprattutto riguardo alla presenza di sangue, e alcune ricerche fatte su internet dal cellulare di Giada Crescenzi – come “come togliere il sangue dal materasso” e “come avvelenare una persona” – hanno portato la Procura di Civitavecchia a disporre il fermo per la trentenne, che oggi si dichiara innocente.

“È molto provata ma determinata a confermare la sua estraneità davanti al giudice”, afferma la sua legale, l’avvocata Anna Maria Anselmi. La difesa sostiene che la donna, dopo aver cenato con la suocera e il compagno, era andata a dormire indossando i tappi per le orecchie, come ogni sera. Quanto alle ricerche su internet, l’avvocato spiega che erano legate a mestruazioni e a metodi per eliminare piante infestanti in giardino. Gli inquirenti ipotizzano anche la simulazione di una rapina e stanno vagliando messaggi social in cui Giada cercava una nuova sistemazione abitativa per sé e il compagno, segno possibile di un clima familiare teso.

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Cronache

‘Chi meritava di morire?’.Sondaggio choc sui femminicidi

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Il sondaggio choc in un gruppo whatsapp di una scuola superiore di Bassano del Grappa (Vicenza) propone di “votare” quale vittima di femminicidio “meritasse di più” di morire, tra Giulia Tramontano, Mariella Anastasi e Giulia Cecchettin. A scoprirlo è stata l’emittente Rete Veneta, e la schermata della chat è stata diffusa dall’associazione Women For Freedom provocando un mare di indignazione, dolore e interrogativi sui social e non solo. Qualche studente avrebbe partecipato al sondaggio, qualche altro avrebbe fatto lo screenshot.

Il giovane autore, resosi conto della gravità del gesto, ha diffuso una lettera attraverso l’avvocato Aldo Benato nella quale chiede scusa per quello che ha scritto. “Capisco il dolore, la rabbia e l’indignazione che ho provocato e, purtroppo, non ho giustificazioni né spiegazioni. Mi ci sono voluti pochi secondi per capire la gravità delle mie parole – si legge nella missiva – ma quando i miei genitori hanno appreso il fatto e ho visto l’espressione sconcertata sui loro visi, ho compreso la vera portata di ciò che avevo scritto: ho pensato a come avrebbero potuto sentirsi i genitori di quelle donne, i loro familiari e i loro amici, leggendo un simile messaggio scritto da qualcuno che nemmeno le conosceva e mi si è gelato il sangue nelle vene. Sono mortificato”.

Il ragazzo, spiega il suo avvocato, al momento si trova “al centro di un’ondata di denigrazione e odio online che potrebbe metterlo in serio pericolo”. Sulla vicenda sono intervenuti il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e la sottosegretaria Paola Frassinetti, per i quali quanto scritto nella chat non solo “è agghiacciante”, ma “lascia molta amarezza e dimostra un alto grado di immaturità e di insensibilità. La scuola – dice il ministro – saprà prendere i provvedimenti opportuni non solo per sanzionare comportamenti così gravi, ma anche per richiamare alla cultura del rispetto”. Il sondaggio, evidenzia anche la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella “sorprende e addolora. Perché arrivare a scherzare su tragedie del genere senza percepire istintivamente il senso del limite e la consapevolezza dell’orrore dà l’idea di un’assuefazione radicata che bisogna invece sradicare”.

Parole di sdegno e di preoccupazione sono state espresse dal governatore del Veneto Luca Zaia e dagli esponenti di tutti i partiti politici. “Non serve solo la rabbia – scrive Women for Freedom che ha reso noto la chat – serve anche il coraggio di guardarci dentro. Di chiederci come mai un adolescente oggi si sente legittimato a scherzare su un femminicidio. Cosa non stiamo insegnando, trasmettendo, proteggendo? si chiede Luisa Rizzon, presidente dell’associazione.

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