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Cronache

Le bombe non chiudono Sorbillo, la pizzeria riapre lunedì. Il pizzaiolo: ho aiutato decine di giovani di questi vicoli, basta intimidazioni

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Sorbillo riapre lunedì 21 gennaio. Gli operai stanno mettendo a posto il cancello d’ingresso in ferro e la porta in legno. Entro domenica notte sarà tutto pronto. Dentro la pizzeria è già tutto ripulito. Vetri già sistemati. Stoviglie rotte ricomprate. Il forno è bello e pronto a sfornare pizze. Anche il sistema di videosorveglianza è pronto. In via Tribunali lunedì, per l’occasione della riapertura della pizzeria, ci saranno le telecamere del NYT (New York Times). Non sarà una pubblicità bellissima per Napoli, e però con Sorbillo si potrà, presumiamo, raccontare la voglia di restare, di ricominciare e di non darla vinta a chi mette le bombe. Che siano bombe carta, bombe dinamite o bombe al plastico importa poco. Son bombe.

Mario Granieri. Il pizzaiolo di Forcella minacciato dalla camorra a Forcella

La notizia della riapertura in tempi record l’ha data proprio Gino Sorbillo davanti alla sua pizzeria in via Tribunali. Qui si sono dati appuntamento, accanto a Gino Sorbillo, rappresentanti delle istituzioni, commercianti della zona, esponenti delle forze dell’ordine e gente comune. All’esterno della porta della pizzeria c’è fisso un cartello che dice: ‘Chi tocca la pizza, tocca tutta Napoli #iostoconsorbillo’. I partecipanti alla manifestazione hanno esposto cartelli in cui si afferma: ‘Napoli non abbassa la testa’. Ma la manifestazione non si è fermata davanti alla pizzeria Sorbillo. Gino, accompagnato dai partecipanti, ha attraversato in una sorta di corteo via dei Tribunali fino ad arrivare a Forcella per testimoniare la sua vicinanza a Mario Granieri, titolare della pizzeria ‘Terra mia’, contro il cui locale sono stati esplosi lo scorso 4 gennaio colpi di pistola a cui hanno fatto seguito minacce.

Molto amareggiato Gino Sorbillo anche per le polemiche scaturite dall’incontro chiesto dal ministro Matteo Salvini e svoltosi per ragioni di sicurezza in una saletta dello scalo militare di Capodichino. “In Campania se fai bene impresa sei un camorrista e se invece denunci, anche attraverso i social, minacce, bombe o proiettili ti attiri le invidie. Questa bomba sta suscitando invidia e significa che siamo alla frutta” ha detto Gino Sorbillo, che poi ha riferito che, dopo l’incendio che devastò il piano terra del locale cinque anni fa, ”ci sono stati atti vandalici, tentativi di intrusione, ma non avrei mai immaginato che qualcuno potesse mettere una bomba”. Un fatto per cui, ha affermato il pizzaiolo, “restano perplessità, amarezza, sconforto e desolazione ma da cui traggo una carica nuova per fare ancora meglio le cose nel servizio, nell’offerta, nella rete con gli altri commercianti”. E in questa direzione, Sorbillo ha partecipato alla marcia che si è svolta ad Afragola contro la camorra.

Che cosa dice Sorbillo a chi gli ha messo la bomba e che a breve sarà arrestato perchè l’identificazione è solo quesitone di ore? “Dico a chi ha fatto questo gesto vile di cambiare la propria testa, di non fermarsi ai pregiudizi e di pensare che non ce la si può fare. Io in questi anni ho creduto in tanti ragazzi della zona e di Forcella e di loro guardo più alla buona volontà che alla professionalità. Non si contano i ragazzi che ho aiutato a togliere dalla strada”.  Secondo Sorbillo, i malviventi ”sono di questa zona e ciò mi rende ancora più sconcertato perchè non riesco a comprendere come si possa fare male al proprio territorio dove abitano le reciproche famiglie”. “Queste persone – ha aggiunto – invece di aiutare la rinascita di Napoli, la vogliono distruggere, ma per fortuna è la mentalità di una minoranza perchè i buoni sono il 98 per cento della popolazione”.

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Operazione Antimafia a Napoli: 60 arresti per associazione mafiosa e traffico di droga

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Questa mattina la Polizia di Stato, attraverso l’intervento congiunto della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. Ponticelli, ha eseguito un’importante operazione antimafia. Su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e con un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, è stato disposto l’arresto di 60 persone, accusate di vari reati tra cui associazione di stampo mafioso, tentato omicidio, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti.

Le famiglie camorristiche coinvolte

Le indagini, condotte tra il 2021 e il 2022, hanno svelato la presenza di un sodalizio criminale attivo nell’area orientale di Napoli e in alcuni comuni della provincia. I clan coinvolti sono le famiglie De Micco (Bodo) e De Martino (XX), collegate al più noto clan Mazzarella, che si sono contrapposti al clan De Luca/Bossa, insieme ad altre famiglie camorristiche come i Minichini, Casella, Aprea e Cuccaro, appartenenti alla cosiddetta “Alleanza di Secondigliano”.

Faide e contrapposizioni armate

Gli investigatori hanno ricostruito come le lotte tra il clan D’Amico (Fraulella) e il clan De Micco (Bodo) abbiano lasciato un vuoto di potere, presto colmato dal clan De Luca/Bossa a Ponticelli. La fragile alleanza con il clan De Martino è stata minata da numerosi omicidi e atti di violenza, aggravati dalla scarcerazione di membri chiave delle due fazioni. Tra gli episodi più significativi, il tentato omicidio di Luigi Aulisio, del clan Casella, e vari attentati dinamitardi che hanno colpito le rispettive roccaforti dei clan.

Narcotraffico e armi

L’organizzazione criminale aveva pieno controllo del traffico di droga, gestendo l’intera filiera dallo smercio di cocaina, crack, marijuana e hashish. Durante l’operazione, sono stati sequestrati 200 kg di sostanze stupefacenti e smantellati laboratori per la produzione e il confezionamento di droga. Il sodalizio disponeva inoltre di un vasto arsenale, comprendente armi da fuoco, ordigni esplosivi e locali dedicati alla manutenzione delle armi. Particolare attenzione è stata posta al “grattacielo di Ponticelli”, dove è stato scoperto un deposito di armi modificato.

Estorsioni e racket

Le indagini hanno evidenziato come il clan controllasse anche il racket degli alloggi popolari, imponendo il pagamento di tangenti per l’assegnazione delle abitazioni e la gestione delle attività di pulizia dei complessi abitativi. Le minacce e le estorsioni ai danni degli inquilini erano all’ordine del giorno, con le famiglie criminali che gestivano il settore in modo monopolistico.

“Cavallo di ritorno” e sequestri

Tra le attività estorsive più frequenti vi era il cosiddetto “cavallo di ritorno”, una tecnica che prevedeva il furto di veicoli e la successiva restituzione ai proprietari dietro il pagamento di somme di denaro. Grazie al sequestro di documenti contabili, le forze dell’ordine sono riuscite a tracciare gli ingenti proventi del traffico di droga e delle estorsioni, ricostruendo il sistema di gestione dei pusher e delle attività illecite.

L’operazione, condotta su delega della Procura di Napoli, rappresenta un duro colpo per le attività criminali nel capoluogo campano, anche se gli arrestati rimangono presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

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Cronache

Auto sbanda e finisce contro un palo, morta donna nel cremonese

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Una donna di 42 anni è morta questa mattina in un incidente stradale alle porte di Calvatone, in provincia di Cremona. Lo schianto si è verificato alle otto, in un momento di pioggia battente. Ed è presumibilmente proprio per le condizioni di guida non ottimali, nello specifico per l’asfalto viscido, che la vittima potrebbe aver perso il controllo della sua auto, una Fiat Panda, per poi sbandare sulla destra e finire contro un palo della luce. Nonostante l’arrivo tempestivo dei soccorsi, non c’è stato nulla da fare. Sul posto i carabinieri che ora stanno conducendo le indagini per chiarire la dinamica del fuori strada fatale. Nessun altro veicolo risulta coinvolto.

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Brindisi, chiuso l’Aeroporto del Salento: evacuato volo Ryanair per principio d’incendio al motore

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L’Aeroporto del Salento di Brindisi è stato temporaneamente chiuso a causa di un principio d’incendio che ha interessato uno dei motori di un aeromobile Ryanair. Secondo quanto comunicato da Aeroporti di Puglia, l’incidente è avvenuto mentre l’aereo era già allineato in pista, pronto per il decollo.

Evacuazione in sicurezza dei passeggeri

Il problema al motore ha reso necessaria l’evacuazione immediata dei passeggeri, che è stata effettuata tramite gli scivoli di emergenza. In una nota ufficiale, Aeroporti di Puglia ha confermato che tutte le operazioni di evacuazione si sono svolte nella massima sicurezza, garantendo l’incolumità di passeggeri ed equipaggio. I passeggeri sono stati assistiti e trasferiti all’interno dell’aerostazione.

Lavori in corso per la riapertura dello scalo

Attualmente, i tecnici della compagnia aerea sono al lavoro per risolvere il guasto, mentre Aeroporti di Puglia sta effettuando le verifiche necessarie per garantire la sicurezza della pista e procedere alla riapertura dell’aeroporto. Non è ancora stata fornita una tempistica esatta per la ripresa delle normali operazioni dello scalo.

L’evacuazione tempestiva e le operazioni di soccorso hanno dimostrato l’efficacia delle misure di sicurezza in situazioni di emergenza. L’aeroporto di Brindisi rimarrà chiuso fino a quando non saranno completate tutte le verifiche necessarie per garantire la piena sicurezza dei voli.

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