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Le accuse dell’Onu: la reporter di al Jazeera Shireen Abu Akleh uccisa dagli israeliani

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L’Onu accusa, Israele respinge. La morte della reporter di al Jazeera Shireen Abu Akleh, uccisa in scontri tra miliziani palestinesi armati ed esercito israeliano lo scorso 11 maggio a Jenin, in Cisgiordania, resta terreno di scontro. Stavolta ad addossare all’esercito (Idf) la responsabilita’ dell’assassinio della giornalista palestinese – anche con passaporto Usa – e’ stato l’Ufficio dei diritti umani dell’Onu a Ginevra, che si e’ posto sulla stessa linea di indagini precedenti svolte dalla stessa emittente del Qatar, dal New York Times, dalla Cnn e dall’Autorita’ nazionale palestinese (Anp). “I colpi che hanno ucciso Abu Akleh e ferito il suo collega Ali Sammoudi – ha detto la portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite, Ravina Shamdasani – provenivano dalle forze di sicurezza israeliane e non dal fuoco indiscriminato di palestinesi armati, come inizialmente affermato dalle autorita’ israeliane. Non abbiamo trovato alcun riscontro che ci fosse qualsiasi attivita’ di palestinesi armati vicino ai giornalisti”. Poi ha denunciato che “e’ profondamente inquietante” che quelle stesse autorita’ “non abbiano condotto un’indagine penale. Noi dell’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite abbiamo concluso il nostro monitoraggio indipendente sull’incidente”. Shamdasani ha precisato che le informazioni usate per l’indagine provengono dall’esercito israeliano e dal procuratore generale palestinese. Questi – Akhram al-Khatib – lo scorso 26 maggio sostenne che la reporter era stata “uccisa da un soldato dell’Occupazione mentre stava tentando di fuggire assieme ad altri giornalisti” e che il proiettile era in dotazione ai militari israeliani. “Le forze di Occupazione – denuncio’ – hanno sparato verso i giornalisti, inclusa Abu Akleh, senza alcun preavviso, puntando direttamente al luogo dove si trovavano”. Le stesse forze, prosegui’, “avevano una chiara e diretta visione di dove si trovavano i giornalisti a Jenin, e che tutti questi indossavano la pettorina con la dicitura ‘Press'”. L’esercito israeliano ha respinto le conclusioni di allora come quelle di oggi. Lo ha fatto ricordando che l’Anp ha sempre rifiutato la richiesta di fornire la pallottola che ha provocato la morte della reporter e la proposta di un’indagine congiunta con gli Usa. “Dov’e’ la pallottola?”, ha chiesto il portavoce militare sottolineando che Shireen Abu Akleh “non e’ stata colpita in maniera intenzionale da nessun soldato israeliano”. Poi ha ribadito che “ancora non e’ possibile determinare se sia stata uccisa da miliziani palestinesi che sparavano indiscriminatamente o inavvertitamente da un soldato israeliano”. “Il rifiuto palestinese di consegnare il proiettile e di condurre indagini congiunte con gli Usa – ha concluso – la dice lunga sui motivi”. Anche il ministro della Difesa Benny Gantz ha rispedito al mittente le accuse avanzate dall’Onu: “Possiamo scoprire la verita’ solo conducendo un’indagine balistica e forense e non attraverso indagini infondate come quella pubblicata dall’Alto Commissario Onu per i diritti umani. Faccio di nuovo appello all’Anp – ha insistito Gantz – di consegnare ad Israele il proiettile che ha colpito la reporter. Questo e’ quello che va fatto per scoprire la verita’”.

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Esteri

Mosca, 2 morti per attacco ucraino con droni a Belgorod

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E’ di due morti il bilancio di un attacco ucraino con droni nella regione russa di Belgorod. Lo annuncia il governatore Vyacheslav Gladkov. – “In seguito al rilascio di due ordigni esplosivi, un edificio residenziale privato ha preso fuoco – ha scritto su Telegram il governatore Vyacheslav Gladkov -. Due civili sono morti, una donna che si stava riprendendo da una frattura al femore e un uomo che si prendeva cura di lei”.

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Cronache

Maxi incidente fra autotreni sulla A1, traffico bloccato, code fino a 18 km

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Uno scontro fra autotreni ha diviso l’Italia a metà per ore, con file di auto fino a venti chilometri. L’incidente sulla A1 Milano-Napoli, nel tratto compreso tra San Vittore e Caianello verso Napoli, all’altezza del km 691: quattro i mezzi pesanti coinvolti. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, i soccorsi sanitari e meccanici, le pattuglie della Polizia Stradale ed il personale della Direzione 6° Tronco di Cassino di Autostrade per l’Italia. Agli utenti in viaggio verso Napoli, è stato consigliato di uscire a Cassino e rientrare a Caianello dopo aver percorso la viabilità ordinaria: adesso l’incidente è stato risolto ma per chi sta tornando verso Napoli ci sono ancora più di 10 km di coda.

 

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Economia

Allarme Upb sul Superbonus, Parlamento studia deroghe

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La “generosità” dell’agevolazione, le ripetute proroghe, un sistema di controlli che ha favorito la “diffusione di comportamenti opportunistici e fraudolenti”, la concessione di deroghe. Nasce anche da qui il ‘vulnus’ con cui il Superbonus si è trasformato in una zavorra per i conti pubblici, lasciando “una pesante eredità sul futuro”. L’Ufficio parlamentare di Bilancio lancia l’allarme e invita a far tesoro di questa esperienza per ridisegnare le future agevolazioni. Il Parlamento intanto prepara nuove modifiche all’ultima stretta impressa dal governo, comprese nuove deroghe per altre aree colpite dal terremoto o il coinvolgimento dei Comuni nei controlli. E sul Superbonus si accende un faro anche oltreoceano, con il Fondo Monetario Internazionale che sprona l’Italia a ridurre il debito. La crescita, stimata allo 0,7% nel 2024 e 2025, è destinata a ridursi al lumicino nel 2026 (rivista al ribasso allo 0,2%) con il Superbonus e il Pnrr in via di esaurimento, avverte il Fondo.

Ma intervenire si può, ed è dal debito che bisogna partire: per ridurlo, bisogna partire dagli sgravi fiscali, “molti dei quali inefficienti” come il superbonus, suggerisce il Fmi, ed eliminare quelle “scappatoie” dal fisco e “numerosi programmi di sostegno anti-inflazione”. Il Superbonus, insieme al bonus facciate e, in misura minore, gli incentivi alle imprese Transizione 4.0 “hanno inciso marcatamente sui conti pubblici degli ultimi anni”, evidenzia l’Autorità dei conti pubblici in una memoria alla commissione Finanze del Senato che sta esaminando l’ultimo decreto sull’agevolazione. Superbonus e bonus facciate, in particolare, hanno avuto un impatto “rilevante e crescente” nel tempo: l’asticella del periodo 2020-23, secondo gli ultimi dati, è salita a circa 170 miliardi. Con un gap tra i risultati e le attese “macroscopica” nel caso del Superbonus, e che “non ha precedenti”, osserva l’Upb, che indica vari elementi che hanno contribuito a far lievitare la spesa: la generosità dello sconto e le modalità di fruizione, l’ampliamento degli obiettivi, proroghe e deroghe.

A farne le spese è il debito. Quanto rilevato in termini di competenza economica nel quadriennio 2020-23 inciderà soprattutto sul 2024-26, evidenzia l’Upb, che quantifica questa “pesante eredità”: un impatto in media annua pari allo 0,5% del Pil nel triennio 2021-23, che salirà a circa l’1,8% in quello successivo. Un’esperienza, quella del Superbonus, da cui “occorre trarre insegnamento per il disegno di future agevolazioni”, osserva l’Upb, che indica la rotta: selettività e stop agli automatismi. In prospettiva, dunque, la soluzione suggerita è “un trasferimento monetario” (un contributo diretto alla spesa), modulato in base alle condizioni economiche delle famiglie e alla classe energetica dell’edificio, sottoposto ad autorizzazioni preventive e soggetto a un limite di spesa, o con prestiti agevolati. E in vista delle prossime misure di sostegno per le case green, a mettere in guardia è anche la Banca d’Italia: le “criticità” emerse con il Superbonus sembrano “sconsigliare la riproposizione in futuro della cedibilità dei crediti”, se non in “forma limitata” e “circoscritta ad alcune categorie”.

Dopo l’ultima stretta sul Superbonus intanto, si studiano nuove deroghe. A proporle, per altre aree colpite dal sisma diverse da quelle per cui già si è fatta eccezione (a partire dall’Emilia Romagna) o dalle alluvioni e per il Terzo settore, sono sia la maggioranza che l’opposizione con diversi emendamenti al decreto Superbonus. Il termine per presentare le proposte di modifica è mercoledì 24 aprile, ma sul tavolo del relatore, Giorgio Salvitti, gli emendamenti cominciano ad arrivare. Si studia anche la possibilità di coinvolgere, su base volontaria, i Comuni nei controlli ai cantieri del Superbonus, garantendo loro un ritorno economico pari al 30% dell’eventuale recupero. Nulla sarebbe invece ancora arrivato sulla possibilità di allungare da 4 a 10 anni i tempi di utilizzo dei crediti del Superbonus. Ipotesi su cui però si è già detto favorevole il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. E che, secondo i calcoli dell’Upb, consentirebbe al debito di restare abbondantemente sotto quota 140%.

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