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Le accuse della talpa, Facebook perde 6 miliardi di dollari

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Non si spengono i riflettori su Facebook, in quello che e’ stato definito il periodo piu’ buio dai tempi di Cambridge Analytica. Dopo il lunedi’ nero del blackout che ha fatto perdere all’azienda sei miliardi di dollari, continuano a piovere sulla societa’ le accuse di Frances Haugen, la ‘talpa’ chiamata a testimoniare al Congresso. “Sono qui perche’ credo che i prodotti di Facebook danneggino gli adolescenti, seminino divisioni e indeboliscano la nostra democrazia”: cosi’ l’ex manager apre la testimonianza al Senato Usa, sostenendo di non credere che Facebook sospendera’ Instagram Kids, la sua piattaforma per gli utenti adolescenti, e inviatado il governo ad agire. Le rivelazioni “evidenziano che l’autoregolamentazione non sta funzionando”, ammette la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki. Nell’audizione Haugen critica l’estrema segretezza e la carenza di trasparenza di Facebook (“nessuno al di fuori sa quello che succede all’interno”) nonche’ il funzionamento dei suoi algoritmi, chiedendo piena trasparenza. “Non c’e’ nessuno al momento che possa chiedere conto della responsabilita’ a Zuckerberg, tranne lui stesso, ha un controllo sproporzionato su Facebook e le sue politiche detenendo oltre il 55% delle azioni”, ha sottolineato l’ex manager, spiegando che le ricerche interne (al centro dell’inchiesta del Wsj, ndr) “mostrano che oltre il 6% dei bambini sono danneggiati materialmente dalla dipendenza”. “Frances Haugen non ha lavorato sulla sicurezza dei bambini o su Instagram o sulle ricerche, non ne ha alcuna conoscenza diretta dal suo lavoro in Facebook”, precisa via Twitter il portavoce dell’azienda, Andy Stone. “Big Tech ora si trova di fronte al momento della verita’ affrontato a suo tempo da Big Tobacco”, osserva il senatore dem Richard Blumenthal, presidente della commissione che audisce Haugen. Mentre e’ in corso l’audizione Facebook avanza a Wall Street, dopo il lunedi’ nero che e’ costato a Zuckerberg piu’ di sei miliardi di dollari, con la sua ricchezza – secondo il Bloomberg Billionaires Index – scesa a 121,6 miliardi di dollari facendo scivolare l’imprenditore alle spalle di Bill Gates. Ha contribuito il ‘down’ che ha coinvolto Facebook, WhatsApp, Instagram e Messenger: iniziato lunedi’ alle 17:30 circa ora italiana e’ durato piu’ di sei ore. E’ stato causato da un guasto interno provocato da modifiche alla configurazione nei router principali che coordinano il traffico tra i data center. “Un effetto a cascata che ha portato all’interruzione del servizio”, spiega il vicepresidente delle infrastrutture di Menlo Park, Santosh Janardhan. “E’ come se, con un errore di configurazione, qualcuno dall’interno avesse tolto le indicazioni per raggiungere tutte le strade che portano alle app di Facebook”, dice all’ANSA Stefano Zanero, professore associato del Politecnico di Milano. Di fatto Facebook “e’ sparita da Internet”. Alle difficolta’ tecniche, si sono poi aggiunte quelle organizzative. Secondo il New York Times, infatti, hanno smesso di funzionare i badge aziendali per cui gli addetti alla sicurezza di Facebook non riuscivano fisicamente ad accedere ai server per riparare il guasto. “Sappiamo quante persone fanno affidamento sui nostri servizi per restare connesse, ci scusiamo”, scrive Zuckerberg in un post. “Il blackout fa riflettere su quante nostre attivita’ sono centralizzate sui sistemi di una singola societa’ – sottolinea Zanero – Una volta Internet era una infrastruttura piu’ distribuita, ora le grandi aziende come Facebook, Amazon o Google, gestiscono un’alta percentuale di tutte le cose che ci sono in rete. Urge che aziende e cittadini abbiano sistemi alternativi, ecco perche’ in Italia e’ in auge il discorso sul cloud nazionale”. Durante il ‘down’ non e’ mancata l’ironia degli utenti su Twitter. Tra chi sperava in un ritorno agli ’90 per riprendere a parlarsi di persona e chi faceva battute su Zuckerberg che ha finito i giga, proprio dall’account principale di Twitter e’ partito un tweet per salutare quelli che di solito non lo usano: “Ciao, letteralmente a tutti”.

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Veto russo a bozza Usa contro armi nucleari nello spazio

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La Russia ha bloccato con il veto la risoluzione elaborata da Usa e Giappone sulla prevenzione delle armi nucleari nello spazio. La bozza intendeva “rafforzare e sostenere il regime globale di non proliferazione, anche nello spazio extra-atmosferico, e riaffermare l’obiettivo condiviso del suo mantenimento per scopi pacifici”. Il testo ha ottenuto 13 voti a favore, il veto della Russia e l’astensione della Cina.

Oltre a ribadire gli obblighi ai 115 Stati parte del Trattato sullo spazio extra-atmosferico – compresi tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – “di non posizionare in orbita attorno alla Terra alcun oggetto che trasporti armi nucleari o altre armi di distruzione di massa”. Mosca e Pechino volevano un emendamento che riecheggiava una proposta del 2008 delle due potenze, e aggiungeva un paragrafo che vietava “qualsiasi arma nello spazio”, ma e’ stato bocciato avendo ottenuto solo 7 voti a favore.

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Indagini sulla moglie, Sanchez valuta le dimissioni

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E’ un leader abituato alla resilienza, rimasto al timone nelle condizioni più avverse. Ma per Pedro Sanchez ha avuto l’effetto di una bomba di profondità la notizia, anticipata da El Confidencial, di un’indagine aperta dal Tribunale di Madrid nei confronti di sua moglie, Begona Gomez, sulla base di un esposto presentato dal sindacato di estrema destra Manos Limpias, che ipotizza presunti reati di abuso di informazione privilegiata e corruzione. Tanto che il premier, pur confidando nella giustizia, sta valutando l’ipotesi di dimettersi: una decisione sarà presa lunedì.

L’attività professionale della primera dama all’African Center dell’Istituto di Impresa privato IE University e all’Università Complutense, e sui presunti rapporti con alcune imprese destinatarie di appalti e fondi pubblici, da settimane era al centro di una campagna mediatica, cavalcata dal Partito Popolare e dall’ultradestra Vox, che hanno minacciato di citare Begogna Gomez anche nella commissione parlamentare d’inchiesta sulle presunte tangenti sulle forniture di materiale sanitario durante la pandemia, che scuote l’esecutivo socialista.

“In un giorno come oggi, e dopo le notizie che ho conosciuto, nonostante tutto, continuo a credere nella giustizia del mio paese”, aveva affermato, scuro in volto e in tono grave Pedro Sanchez stamattina durante il question time alla Camera, senza fare riferimento diretto all’inchiesta. Poi, in serata, ha rotto il silenzio, in una lettera di 4 pagine alla cittadinanza su X, in cui ha annunciato di aver “cancellato l’agenda” per un “periodo di riflessione” in cui rifletterà “se valga la pena” restare alla guida del governo, davanti “alla campagna di intimidazione e demolizione” mossa dal Partito Popolare e dall’ultradestra Vox nei confronti della moglie, che sta soffrendo assieme alla sua famiglia. Si tratta, scrive il premier, che cita di nuovo “la macchina del fango”, “di attacchi senza precedenti” per “tentare di abbattermi politicamente e personalmente attaccando mia moglie”.

“Arrivati a questo punto, la domanda che mi pongo legittimamente è: vale la pena tutto questo?”, si chiede il capo dell’esecutivo. L’esposto di Manos Limpias – che si autodefinisce un sindacato, fondato nel 1995 da Miguel Bernard, ex responsabile del gruppo di estrema destra Forza Nuova – è l’ultimo di una lunga serie di denunce presentate contro il governo e la sinistra e spesso finite nel nulla. L’ultima si basa su una serie di articoli pubblicati da quella che Sanchez chiama “una costellazione di testate dell’ultradestra” ed è relativo a presunte riunioni avute nel 2020 da Begona Gomez con i responsabili di Globalia, proprietaria della compagnia aerea Air Europa.

Poi destinataria di un finanziamento 475 milioni da parte dell’esecutivo spagnolo mediante il fondo creato durante la pandemia per il salvataggio di imprese strategiche. Gli inquirenti stanno anche esaminando due lettere di raccomandazioni che Gomez avrebbe fornito per una joint venture per un appalto pubblico, secondo El Confidencial. Il principale azionista della joint venture era il consulente Carlos Barrabes, che ha legami con il dipartimento gestito da Gomez all’Università Complutense di Madrid ed ha vinto il contatto, battendo altri 20 rivali, per 10,2 milioni di euro. L’indagine preliminare, aperta il 16 aprile dal tribunale madrileno, è stata secretata dal giudice che ha citato a dichiarare vari testimoni, fra i quali due giornalisti. Non è stata citata per ora la moglie del premier, ma lo sarà.

“Abbiamo smentito queste falsità mentre Begogna ha intrapreso azioni legali”, spiega il premier nella missiva. “Begogna collaborerà con la giustizia e difenderà la sua onorabilità”, assicura. Ma “sono state superate tutte le linee rosse” ed è necessaria “una riflessione”. Il partito popolare per bocca della vicesegretaria nazionale Ester Munuz, ha chiesto a Sanchez di dare spiegazioni. E la segretaria del partito ha accusato il premier di “vittimismo e di sparire per 5 giorni invece di dare conto”. In difesa del premier e della moglie è invece intervenuta la sua vice, Maria Jesus Montero: “Non permetteremo che queste pratiche trumpiane per coprire la corruzione nel Pp minino la democrazia spagnola”. I quotidiani della costellazione dell’estrema destra da settimane danno Pedro Sanchez in partenza per Bruxelles in vista di un ruolo di primo piano nelle nuove istituzioni comunitarie dopo il voto di giugno.

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Blinken: Usa-Cina gestiscano relazioni responsabilmente

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Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato gli Stati Uniti e la Cina a gestire le loro differenze “responsabilmente”, iniziando oggi la sua visita nel Paese asiatico. “Abbiamo l’obbligo nei confronti del nostro popolo, e anzi nei confronti del mondo, di gestire le relazioni tra i nostri due paesi in modo responsabile”, ha detto Blinken a Shanghai incontrando il leader del Partito comunista locale.

Il segretario di Stato americano ha affermato che il presidente Joe Biden è impegnato nel dialogo “diretto e duraturo” tra le due maggiori economie del mondo, dopo anni di crescente tensione. “Penso che sia importante sottolineare il valore e anzi la necessità dell’impegno diretto, del parlarsi l’un l’altro; mettere in evidenza le nostre differenze, che sono reali, cercando di superarle”, ha detto Blinken. Il segretario del Partito comunista cinese per Shanghai, Chen Jining, ha dato il benvenuto a Blinken e ha parlato dell’importanza delle imprese americane per la città. “Sia che scegliamo la cooperazione o il confronto, influisce sul benessere di entrambi i popoli, di entrambi i paesi e sul futuro dell’umanità”, ha detto Chen.

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