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Lazio, Leiva dà la carica: possiamo fare grandi cose

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Umilta’ e disponibilita’: sono state le due parole chiave della conferenza stampa di Lucas Leiva ad Auronzo di Cadore (Belluno), dove la Lazio si tratterra’ fino al 27 luglio. Obiettivi non ne traccia. “E’ troppo presto, ma possiamo fare grandi cose con un po’ di pazienza” ribadisce in un paio di occasioni il centrocampista brasiliano che dopo una stagione difficile ha voglia di rimettersi al centro del progetto biancoceleste. “Lo scorso anno non ho potuto fare la preparazione, quest’anno si’ e cambia tutto. Fisicamente mi sento bene” ha continuato e le prime risposte nelle due amichevoli disputate sono state positive. Venerdi’ contro la Triestina e martedi’ contro il Padova ci saranno altri tue test prima di tornare a Formello per poi trasferirsi dal 2 agosto in Germania, a Marienfeld. La Lazio sta assorbendo le idee di calcio di Maurizio Sarri, ma Leiva a tutti chiede tempo. “Bisogna avere pazienza, stiamo lavorando bene ma e’ tutto nuovo: allenatore e idee. C’e’ comunque un gruppo umile che e’ disponibile a imparare” ha spiegato il regista biancoceleste che non ha voluto poi alimentare le polemiche intorno a Luis Alberto, presentatosi in ritardo al ritiro. “Io cerco di aiutare tutti i compagni, ma mi sembra che Luis si stia allenando bene” ha precisato Leiva dopo la tripletta di ieri dello spagnolo ai dilettanti del Fiori Barp Mas. Una prestazione che fa felice il tecnico, visto anche quelle di Milinkovic (tre assist) e dello stesso regista brasiliano. Insomma, la Lazio di Sarri sembra ripartire da una certezza chiamata centrocampo ma dal mercato il tecnico toscano si aspetta comunque dei ricambi perche’ la stagione vedra’ i biancocelesti impegnati su tre fronti. Per questo la trattativa per Toma Basic e’ in dirittura d’arrivo. Al Bordeaux andranno sette milioni che verranno pagati in due tranche e per la definizione dell’accordo resta solo da fissare il via libera per le visite mediche. Il centrocampista croato sara’ il vice Leiva, un ruolo che per Sarri era scoperto cosi’ come lo e’ l’esterno sinistro d’attacco. Correa, infatti, e’ in uscita e Moro non puo’ essere considerato un titolare. Il sogno proibito si chiama Lorenzo Insigne, ma il presidente, Claudio Lotito, non vuole lasciare nulla di intentato viste anche le difficolta’ del Napoli nel rinnovargli il contratto in scadenza tra un anno. Chi invece ha gia’ abbracciato la causa biancoceleste e’ Felipe Anderson che per Leiva e’ “come se non fosse mai andato via”. Non ha avuto bisogno di riambientarsi perche’ conosce gia’ tutti, ma il brasiliano, come il resto della squadra, sta per salutare Angelo Peruzzi, club manager della Lazio. Alla base del divorzio una diversita’ di visioni circa la sua mansione per la quale chiedeva maggiori responsabilita’. Sul piatto lascia un contratto fino al 2023.

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Napoli,mezza difesa out ma a Empoli non vuole subire gol

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Domenica scorsa la vendetta contro il Frosinone, che aveva eliminato il Napoli dalla Coppa Italia, non ha funzionato, ma domani la squadra azzurra ci riprova, tentando la rivincita contro l’Empoli che all’andata vinse 1-0 al Maradona. Un ko che fece capire il livello del Napoli di questa stagione e che fu anche l’ultima partita in panchina di Garcia, esonerato. Da allora la panchina è cambiata ancora con Mazzarri che ha poi lasciato il posto a Calzona, ma l’anno post scudetto è rimasto deludente: il Napoli è ottavo in classifica a due punti dall’Atalanta, che ha però giocato un match in meno, e stenta ancora a sentirsi davvero in rimonta verso almeno l’Europa League. Lo stimolo sulla carta c’è, ma va dimostrato, e Calzona questa settimana ha lavorato proprio su questo, ancora una volta nel riserbo e senza conferenza stampa alla vigilia della partita.

La sfida sul campo dell’Empoli somiglia a quella contro il Frosinone (finita con un deludente 2-2), trattandosi di una squadra in lotta per evitare la retrocessione, ma che sa di poterci provare fino in fondo contro gli azzurri. Il primo obiettivo per il Napoli è finalmente riuscire a non subire gol, con un Empoli che finora è la squadra che ha segnato di meno in serie A, con 25 gol in 32 partite giocate. Ma la risposta deve arrivare dalla difesa azzurra, che finora di gol ne ha presi 40: la peggiore tra le prime dieci in campionato. La situazione per Calzona è resa ancora più complicata dagli uomini a disposizione, visto che Mario Rui e Rrahmani sono squalificati e Olivera infortunato: ci sarà quindi Di Lorenzo insieme a Juan Jesus e Ostigard, con Mazzocchi a sinistra, ma molto viene chiesto dal tecnico anche ai centrocampisti Anguissa e Lobotka, che non riescono più a fare filtro come accadeva nella scorsa stagione. Ritrovarsi resta quindi il tema caldo del Napoli, che punta a vincere per poi giocarsi lo sprint con il morale risalito nella sfida al Maradona contro la Roma, per poter continuare a sognare l’Europa.

Obiettivo che sembra lontanissimo ma che il tridente Politano-Osimhen-Kvaratskhelia vuole dimostrare almeno di poter inseguire, in una città in cui in realtà si pensa poco ai punti e molto alla ricostruzione della squadra da parte di De Laurentiis, che da giugno saluterà Osimhen e avrà a quel punto 200 milioni circa a disposizione, tra vendita e introiti di quest’anno. Nel silenzio di Calzona oggi ha parlato l’ex stella azzurra Mertens, tornato a Napoli per qualche giorno di vacanza nella casa sul mare che ha tenuto: “Sono stato a Castel Volturno – ha raccontato a Prima Tivvù – e ho trovato una bella atmosfera. Anche se quest’anno non è andata come volevamo io credo ancora nella qualificazione Champions e anche loro ci devono credere. Ho visto bene i ragazzi, io ho lavorato con Calzona e credo nella filosofia dello staff”.

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Grazie ad Atalanta e Fiorentina, 5 italiane in Champions 2024/25

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Il passaggio in semifinale di Atalanta e Fiorentina, rispettivamente in Europa League e Conference League, garantirà all’Italia di avere cinque club, e non quattro, nella prossima edizione della Champions League, allargata a 36 squadre. I risultati ottenuti, insieme alle eliminazioni delle squadre inglesi Liverpool e West Ham, permettono infatti all’Italia di mantenere un vantaggio decisivo sulle possibili rivali nel ranking Uefa, che la vede al primo posto considerando anche i punti messi in carniere grazie alla Roma, la quale ha eliminato il Milan nel derby dei quarti di Europa League. Altri potranno venire se le tre italiane dovessero proseguire ulteriormente il loro cammino.

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Europa League, gol di Mancini e Dybala: Milan ko e la Roma va in semifinale

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Una Roma bella e concreta vola in semifinale di Europa League nella magica serata dai due volti, nel solito Olimpico sold out. Nei primi venti minuti i giallorossi mettono alle corde il Milan e in cassaforte la qualificazione con i gol di Mancini (che fa il bis dopo San Siro dedicando l’1-0 al suo conoscente stretto e giovane calciatore morto lunedì) e Dybala, ma poi dalla mezz’ora restano in dieci per il fallaccio di Celik su Leao e sono costretti a dover resistere per tutto il match agli attacchi veementi dei rossoneri facendo anche a meno dei muscoli di Lukaku fuori per infortunio.

Forcing milanista che porta all’unico gol di Gabbia nel finale per un 2-1 per la squadra di De Rossi, confermato proprio stamattina per il prossimo futuro sulla panchina giallorossa, che dovrà affrontare i campioni di Germania del Bayer Leverkusen per sognare la finalissima di Dublino. Nel Milan torta titolare Tomori che rientra dopo la squalifica, a sorpresa a centrocampo spazio a Musah al posto di Reijnders, mentre in avanti fiducia a Giroud e Leao. De Rossi si affida a Bove a centrocampo per sostituire Cristante squalificato e al tridente Dybala, Lukaku, El Shaarawy.

Pronti via con la Roma subito pericolosa con Lukaku e che nei primi minuti si mostra più presente nell’area del Milan costretto a fare subito due falli pesanti prima su Dybala e poi su Bove per frenare i giallorossi. Passano solo 12 minuti e la squadra di De Rossi passa in vantaggio ancora con Mancini che come all’andata firma l’1-0: destro a giro di Pellegrini che colpisce il palo, sulla respinta è lesto è il difensore giallorosso che di piatto a porta vuota spinge in rete. L’esultanza di Mancini è commovente con i suoi compagni che lo baciano e lo abbracciano per il lutto subito lcon la morte del fratello del fidanzato di sua sorella, il giovane calciatore Mattia Giani.

A lui il difensore della Roma dedica il gol mostrando una maglia con la scritta ‘Ciao Mattia per sempre con noi’. La reazione del Milan non si fa attendere: i rossoneri provano a pareggiare subito con il tiro di Loftus-Cheek che si infrange sulla traversa, ma si sbilanciano troppo e dieci minuti dopo aver subito lo svantaggio incassano il secondo gol con un bel contropiede della Roma. Lukaku vince il duello di fisico sulla sinistra dell’area, il belga prova il cross in mezzo, cross respinto proprio sui piedi di Dybala che con uno splendido sinistro a giro insacca.

E così dopo soli venti minuti, i giallorossi forti della vittoria 1-0 a San Siro ipotecano il passaggio del turno, con il Milan chiamato ora a segnare quattro gol per andare in semifinale. Pochi minuti e la Roma perde Lukaku per un problema muscolare al flessore della coscia destra: il belga viene sostituito da Abraham. Subito dopo aver dovuto fare a meno di Lukaku i giallorossi restano in dieci per il rosso a Celik: il terzino turco in recupero su Leao interviene in scivolata sulla caviglia del portoghese e viene espulso dall’arbitro polacco Marciniak. Il Milan sotto di due gol si ritrova in superiorità numerica e si riversa nell’area romanista sfiorando più volte il gol e vedendosi negare un rigore dal Var. De Rossi corre ai ripari e mette dentro un altro difensore, Llorente al posto di Dybala, mentre Pioli rinforza l’attacco lanciando in campo Jovic al posto di Bennacer.

Sono ben sette i minuti di recupero nel primo tempo decisi da Marciniak ma i rossoneri non riescono a bucare la difesa romanista. Mentre le squadre rientrano negli spogliatoi De Rossi aspetta l’arbitro polacco per chiedergli probabilmente spiegazioni sull’espulsione diretta di Celik. Doppia sostituzione per il Milan che prova a giocarsi il tutto per tutto con l’uomo in più nel secondo tempo: entrano Reijnders e Chukwueze, escono Calabria e Loftus Cheek. La squadra di Pioli è costantemente in attacco ma è la Roma a sfiorare il 3-0 prima con una ripartenza di El Shaarawy e poi con una clamorosa palla gol di Abraham a due passi da Maignan.

Pioli cambia ancora le sue carte: entrano Florenzi e Okafor, escono Musah e Pulisic, ma il gol per i rossoneri non arriva. Cambia anche De Rossi: fuori Pellegrini, autore di un super salvataggio nel finale di partita, per Renato Sanchez e Bove per Angelino. Nel finale il Milan accorcia con Gabbia, ma la Roma resiste con ordine fino alla fine festeggiando una semifinale strameritata in un Olimpico da impazzire insieme anche a N’Dicka sotto la curva sud dopo la paura di Udine.

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