L’Ue e la Nato come Adolf Hitler. L’ennesimo paragone col nazismo, usato dal principio per giustificare l’invasione dell’Ucraina, torna nelle parole del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. Questa volta per attaccare l’Occidente, reo di aver preso le difese di Kiev e di “preparare una guerra contro la Russia”, mentre a Mosca il via libera alla candidatura di Kiev e Chisinau all’Ue suscita reazioni discordanti, tra dimostrazioni di indifferenza e accuse di “accaparramento geopolitico”. “E’ un affare interno all’Europa”, ha minimizzato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, quasi a voler svilire il significato e la portata storica del percorso di adesione concesso a Ucraina e Moldavia (dove sono schierate truppe russe nella striscia di terra che e’ la Transnistria, autoproclamatasi indipendente da Chisinau) e riecheggiando le parole espresse da Vladimir Putin nei giorni scorsi. “L’Ue non e’ un’organizzazione militare, quindi la Russia non e’ contraria all’adesione dell’Ucraina”, aveva detto lo zar. Le candidature all’Ue “non sono una minaccia per Mosca”, ha detto anche Lavrov, al contrario della portavoce del suo stesso ministero, Maria Zakharova, che ha condannato “un approccio aggressivo da parte dell’Ue” con “il potenziale emergere di nuove e piu’ profonde divisioni”. “Una tale politica di Bruxelles non ha nulla a che fare con i reali bisogni degli abitanti dell’Ucraina e dei Paesi Ue”, ha aggiunto, denunciando appunto un “accaparramento geopolitico” per contenere la Russia. Insomma, a discapito di alcune dichiarazioni che vorrebbero dimostrare sicurezza e indifferenza, Mosca da’ segnali di nervosismo e parte all’attacco. Come Hitler riuni’ all’inizio della Seconda guerra mondiale “un numero significativo di Paesi europei sotto le sue insegne per una guerra contro l’Unione sovietica”, cosi’ oggi l’Ue e la Nato “stanno mettendo insieme una coalizione per, sostanzialmente, muovere guerra alla Russia”, ha accusato Lavrov in una conferenza stampa a Baku, denunciando ancora una volta l’ondata di “russofobia” che attraversa l’Occidente. “Terremo d’occhio la situazione”, ha ammonito il ministro a pochi giorni dal vertice Nato di Madrid. Alla vigilia del summit del G7 a guida tedesca, invece, e’ ancora l’ex presidente russo, Dmitri Medvedev, a dare l’ennesima stoccata ai Paesi occidentali via Telegram, rimpallando con l’abituale uso selettivo e propagandistico della storia le responsabilita’ sul blocco del grano ucraino e i suoi effetti sulla sicurezza alimentare mondiale. “La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha affermato che la Russia sta usando la fame come un’arma. E’ sorprendente ovviamente sentire questo da funzionari il cui Paese ha tenuto Leningrado sotto assedio per 900 giorni, dove quasi 700mila persone sono morte di fame”, ha scritto l’attuale vice segretario del Consiglio di sicurezza nazionale di Mosca, sempre piu’ falco nella guerra di Putin, per anni suo alter ego nell’avvicendamento del potere e ora in cerca di visibilita’ interna, anche in vista di un’agognata successione. (