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Cronache

L’Aquila, cantiere aperto del Teatro da ricostruire con 50 persone al lavoro

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Cinquanta maestranze al lavoro ogni giorno per restituire all’Aquila il Teatro comunale entro il 2020, con alcune migliorie e riscoperte e una maggiore sicurezza sismica. È questo uno dei cantieri attivi nel più grande cantiere d’Europa che è L’Aquila, che si avvicina al decennale del terremoto del 2009. È tempo di bilanci, quindi. Il restauro del Teatro Comunale, cominciato nel 2015, ha affrontato un iter travagliato in anni passati per adempimenti procedurali, burocratici e controlli ma anche per le complessità delle lavorazioni. “Ora è in una fase avanzata per quanto riguarda il consolidamento murario, l’adeguamento funzionale e il restauro dei decori. Mancano l’impiantistica e gli arredi” spiega l’architetto Augusto Ciciotti, del Segretariato regionale Mibac. I restauri, come spesso accade, hanno portato alla luce particolari inaspettati: nel foyer sono riemersi l’antico pavimento e intonaci graffiti ottocenteschi sulla volta che nel passato erano stati occultati e che ora sono stati restaurati. È stata scavata una sala ipogea che verrà usata per le prove. L’impianto del teatro tornerà alle origini ottocentesche, con i miglioramenti sismici che le tecniche consentono.

 

In corso d’opera si è ritenuto necessario introdurre delle integrazioni, “entro gennaio definiremo un progetto di miglioramento sismico”, spiega l’architetto. Parlando dei costi del restauro, l’attuale rapporto contrattuale è di circa 7 milioni a fronte di un finanziamento lordo di 10 milioni. Per completare i lavori “servirà un’ulteriore delibera Cipe”, aggiunge l’architetto. “È un’emozione fortissima. Immagino questa sala piena di pubblico, di applausi e di spettacoli”, commenta Simone Cristicchi, direttore artistico del Teatro Stabile d’Abruzzo. L’ente teatrale nel 2009 ha perso la sede del Teatro Comunale, ma gli spettacoli non hanno mai conosciuto crisi e continuano ad andare in scena nel Ridotto accanto, che però ha una capienza di 200 posti e può ospitare solo il cartellone. Cristicchi ha invece presentato un programma che include attività importanti per una città da ricucire nel suo tessuto sociale, come laboratori di teatro e di drammaturgia per i giovani. “Oggi L’Aquila è una città ferita ma che non vuole morire. È la storia di una resurrezione, come per il Friuli. La bellezza di questa città è tangibile nelle strade piene di ricercatori o di musicisti del conservatorio che hanno scelto di non andare via: sono la linfa vitale ed è a loro che voglio regalare il sogno di questo teatro storico. Dobbiamo investire sui giovani”. Cristicchi ha definito il cartellone teatrale aquilano “I fiori tra l’asfalto” “per la vitalità che mette radici tra le difficolta”. Il teatro è eterno proprio perché mette al centro la comunità, la mantiene viva, pone interrogativi”. L’artista romano, che tra gli impegni ha anche Sanremo 2019, descrive il suo ultimo lavoro teatrale, Manuale di volo per Uomo: “Si sposa benissimo con questa citta’ che vuole spiccare il volo. È la storia di un “bambino” di 40 anni mai cresciuto che attraverso un percorso di sofferenza riesce a togliersi le zavorre. Lo fa attraverso l’arte, come tanti artisti. Anche io ho intrapreso questo percorso artistico dopo un grande dolore. Poi ho pensato che grazie a questo sono riuscito a trasformare quel dolore in bellezza. Tutto sta nel trasformare le ferite in feritoie da cui intravedere qualcosa di infinito”.

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Aveva contatti con l’Isis, 24enne tunisino espulso dall’Italia

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Intratteneva rapporti, attraverso i social, con tre suoi connazionali legati all’Isis, un tunisino di 24 anni, figlio di un’italiana, espulso dall’Italia per motivi di sicurezza nazionale e di prevenzione del terrorismo. Il giovane è stato ritracciato dagli uomini della digos e il questore di Torino ha ordinato l’accompagnamento immediato alla frontiera, con un provvedimento convalidato dal tribunale torinese. Il 24enne è stato scortato dagli agenti di polizia della questura del capoluogo piemontese fino all’aeroporto di Roma Fiumicino ed è stato rimpatriato a Tunisi. Regolare in Italia, secondo gli investigatori aveva nel tempo assunto comportamenti indicativi di radicalizzazione religiosa e manteneva contatti con i suoi connazionali che erano considerati una potenziale minaccia per la sicurezza dello Stato e per l’incolumità delle persone.

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Chiusa l’inchiesta su Chiara Ferragni: truffa aggravata

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La Procura di Milano ha chiuso le indagini, in vista della richiesta di processo, nei confronti di Chiara Ferragni e di altre persone per l’accusa di truffa aggravata Al centro dell’inchiesta, coordinata dal pm Cristian Barilli e dall’aggiunto Eugenio Fusco e condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, ci sono i casi di presunta pubblicità ingannevole legata alle vendite, a prezzi maggiorati e mascherate con iniziative benefiche, avvenute tra il 2021 e il 2022, del pandoro ‘Pink Christmas’ Balocco e delle uova di Pasqua-Dolci Preziosi.

Oltre a Chiara Ferragni, l’atto di chiusura dell’inchiesta, notificato stamane, riguarda il suo ex stretto collaboratore Fabio Damato, Alessandra Balocco, titolare dell’azienda piemontese produttrice del Pandoro, Franco Cannillo della Dolci Preziosi. Come si legge in una nota della Procura sono stati ipotizzati i reati di truffa continuata e aggravata in relazione alle operazioni commerciali ‘Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni’ (Natale 2022) e ‘Uova di Pasqua Chiara Ferragni -sosteniamo i Bambini delle Fate’ (Pasqua 2021 e 2022). “Le indagini – è scritto nel comunicato firmato dal procuratore Narcello Viola – hanno permesso di ricostruire la pianificazione diffusione di comunicazioni di natura decettiva, volte a indurre in errore i consumatori in ordine al collegamento tra l’acquisto dei prodotti pubblicizzati e iniziative benefiche”.

“Riteniamo che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che i profili controversi siano già stati affrontati e risolti in sede di Agcom. Avvieremo al più presto un confronto con i Pubblici Ministeri e confidiamo in una conclusione positiva della vicenda. Chiara Ferragni ha fiducia nel lavoro della magistratura e che la sua innocenza venga acclarata quanto prima.”. Così gli avvocati di Chiara Ferragni hanno commentato la chiusura delle indagini per truffa aggravata nei confronti dell’influencer e di altre quattro persone per i casi del pandoro e delle uova di Pasqua.

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L’intelligenza artificiale rivoluziona la diagnosi genetica: basta una foto per individuare malattie rare

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L’intelligenza artificiale sta cambiando il modo in cui vengono diagnosticate le malattie genetiche. Secondo quanto emerso dal XXVII Congresso nazionale di genetica umana a Padova, è ora possibile rilevare indizi di malattie genetiche attraverso una semplice foto del paziente. Grazie a nuove applicazioni installabili su smartphone, i medici possono utilizzare questa tecnologia per analizzare le caratteristiche facciali e ottenere indicazioni utili per la diagnosi.

Diagnosi genetica con una foto: come funziona?

Il processo è semplice: puntando lo smartphone sulla foto del paziente o scattando direttamente una foto, l’algoritmo dell’intelligenza artificiale analizza i tratti facciali e fornisce al medico un elenco di possibili malattie genetiche. Questa innovazione risulta particolarmente utile per malattie rare, che spesso sono difficili da diagnosticare. Si stima infatti che circa un bambino su 200-250 possa essere affetto da una malattia genetica.

Un supporto prezioso per i genetisti clinici

Luigi Memo, pediatra e genetista dell’Irccs Burlo Garofolo di Trieste, ha evidenziato l’importanza di questo strumento nel supportare i medici. “Anche per le sindromi più rare e difficili da diagnosticare,” ha spiegato, “il genetista clinico può ora disporre di tecnologie avanzate come il cariotipo molecolare e il sequenziamento di nuova generazione, oltre a potenti motori di ricerca online. Questa app, inoltre, può essere utilizzata come una sorta di secondo parere per confermare una diagnosi o come punto di partenza nei casi più complessi.”

L’importanza della valutazione clinica

Nonostante il grande potenziale dell’intelligenza artificiale nella diagnosi genetica, i medici sottolineano che essa non può sostituire la valutazione clinica accurata del paziente. È infatti fondamentale che il genetista clinico continui a cercare quei segni diagnostici particolari, noti come “maniglie diagnostiche”, che indirizzano verso una diagnosi corretta.

Verso un futuro di diagnosi più rapide e precise

L’intelligenza artificiale è destinata a rivoluzionare il modo in cui vengono diagnosticate le malattie genetiche rare, offrendo ai medici strumenti preziosi per migliorare l’accuratezza delle diagnosi. Tuttavia, è essenziale che questa tecnologia venga utilizzata in combinazione con l’esperienza clinica per garantire i migliori risultati possibili.

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