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Lampo di Leao e il Milan prende i 3 punti col Verona

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Dopo la pioggia, arriva l’arcobaleno. Il Milan, in maglia multicolor, vince con Leao e supera il Verona, passando dal diluvio all’ultima di campionato, il derby poi perso con l’Inter, e la grandine poco prima della partita con l’Hellas. La partita slitta di 25 minuti, poi Pioli al 90′ irriga di tre punti la classifica grazie anche al nuovo schieramento. Che mette due esterni ad arare le fasce e abbandona la difesa a quattro che dallo 0-4 di Napoli era stato il riferimento pressoché unico per i rossoneri. Ma che il Verona per il Milan sia incrocio particolare – anche dopo la sorpresa dell’addio al calcio di Ibra dello scorso anno – non lo dice solo la contingenza, con le assenze per infortunio di Calabria e Theo Hernandez. E la rivalità delle tifoserie si incendia già durante il minuto di silenzio per Giorgio Napolitano e Giovanni Lodetti. I cori degli scaligeri in un San Siro raccolto, la risposta della Sud e i maxischermo dello stadio che inquadrano Pioli che scuote leggermente la testa.

Almeno fino all’applauso che parte da Florenzi e dagli altri giocatori a centrocampo e che coinvolge poi tutto lo stadio, azzittendo ogni altro rumore. Il boato, però, non tarda a farsi sentire. È infatti il minuto 8 quando Folorunsho gioca una palla sporca che mette nei guai Hien, finché Giroud lancia nello spazio Leao. Il 10, fascia al braccio, risponde così a quel tacco che aveva vanificato il possibile 1-0 con il Newcastle in Champions, martedì: allungo a campo aperto e rasoterra che supera Montipò e vale il vantaggio milanista. Folorunsho cerca di farsi perdonare al minuto 20 e per poco non ci riesce: bella sterzata su Reijnders, palla a Terracciano che con un tocco sotto d’esterno destro ritrova il colpo di testa in tuffo dello stesso centrocampista. Sportiello, proprio come era accaduto con Longstaff in coppa, vola e a mano aperta dice di no. Con un 20 per cento di possesso palla in più per i padroni di casa, la prima metà gara regala poco altro e rimanda a dopo l’intervallo per nuove annotazioni sul taccuino delle azioni degne di nota. Complice un ritmo più basso e un baricentro più alto degli ospiti, il Milan arretra e Bonazzoli all’11’ raccoglie una torre in area e in girata regala il mezzo voto in più a Sportiello.

Che innesta la ripartenza di Leao, servito a campo aperto da Florenzi, che se non concretizza ha però l’effetto di dimostrare quanto il Milan debba nella prima metà della ripresa debba affidarsi alle ripartenze. Pioli perde Krunic per un problema muscolare (dentro Loftus-Cheek, uscito per crampi contro gli inglesi) e trova un giallo, dopo il contatto tra Hien e proprio Loftus-Cheek in area, sul quale Maresca fa cenno di proseguire. In area ci entra e calcia bene a rete Pulisic, al 27′, con Montipò ancora ben posizionato. Nel far ruotare gli 11, il Milan riprende il pallino e non lascia sino al triplice fischio: esordio in A per Bartesaghi, in staffetta con Florenzi, poi nel finale spazio anche a Okafor, in campo insieme a Jovic. Bravissimo a lanciare Musah, che sbatte di nuovo contro Montipò. Nel recupero, altra gran giocata di Okafor per Jovic, che sbatte sull’estremo portiere veronese. Sul cielo di San Siro, non c’era già più traccia di nuvole.

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Calcio: super Zapata, il Torino ne fa tre all’Atalanta

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Il Toro più bello vince contro l’Atalanta più brutta, l’allievo Juric dà una lezione di calcio al suo maestro Gasperini: i granata si rialzano dopo la sconfitta di Bologna e battono i nerazzurri per 3-0. Tra la doppietta del grande ex Zapata, che sceglie di non esultare, c’è spazio per la rete di Sanabria dal dischetto, per uina vittoria che porta la squadra a quattro punti dalla Fiorentina sesta. Juric esclude dai convocati Radonjic e Pellegri e ripropone Milinkovic-Savic tra i pali dopo la panchina di Bologna. Per il resto è la stessa formazione del Dall’Ara con l’eccezione di Vojvoda, il quale vince il ballottaggio con Lazaro. Ricci recupera per la panchina, davanti il tandem Sanabria-Zapata, il colombiano è al primo confronto da ex contro l’Atalanta.

Anche Gasperini sceglie un centrocampista per fare il braccetto, De Roon, piazzato nel terzetto insieme a Scalvini e Djimsiti. De Ketelaere torna dalle noie muscolari e parte titolare, la sorpresa è Miranchuk dal primo minuto: il russo, ex Toro, viene scelto come partner d’attacco di Lookman, mentre Muriel siede in panchina e Scamacca è fuori uso per una lesione all’adduttore. E’ una sfida maschia, l’arbitro Piccinini non vuole perderla di mano e così nei primi dieci minuti sventola un cartellino giallo per parte, a Linetty e a Scalvini. Gasperini è costretto a cambiare già dopo 19 minuti, quando Djimsiti alza bandiera bianca e viene sostituito da Bakker. Il Toro comincia a prendere campo, il vantaggio arriva a metà tempo: Scalvini sbaglia il tempo sul passaggio di Vlasic per Zapata, il colombiano non perdona Musso e segna il più classico dei gol dell’ex, senza esultare.

I granata rischiano in una sola occasione, con Milinkovic-Savic che chiude lo specchio a De Ketelaere, e poi sfondando spesso con Bellanova, ma l’esterno si perde sempre al momento del cross. Nel complesso, però, è un bel Toro nel primo tempo, mentre Gasperini si sgola durante l’intervallo e per la ripresa sceglie le carte Muriel e Holm al posto di Lookman e Hateboer. La sua Atalanta, però, comincia male anche il secondo tempo: Piccinini deve ricorrere al monitor del Var per vedere la trattenuta di Scalvini su Buongiorno, Sanabria si presenta dal dischetto e spiazza Musso per il raddoppio. Il colpo è troppo duro per gli orobici, che non si rialzano più e permettono al Toro di gestire tempo e pallone, con i granata che concedono solo un tiro a Pasalic. E, anzi, nel recupero trovano anche il tris di Zapata. Il Toro tocca i 3000 punti in serie A nella sua storia, Gasperini colleziona la quarta gara di fila senza vittorie e scivola all’ottavo posto.

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Trionfo Napoli, Gran Galà Aic a tinte azzurre

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– È tripudio Napoli al Gran Galà del Calcio AIC. Nella serata dell’undicesima edizione del premio andato in scena a Milano, il club partenopeo si aggiudica il titolo di miglior società, Luciano Spalletti quello di allenatore e Victor Osimhen di miglior attaccante e giocatore dell’anno, con Khvicha Kvaratskhelia premiato per il miglior gol e ben cinque calciatori nella top 11 della stagione 2022/23, l’annata dello storico terzo scudetto per il Napoli.

“Lo scorso è stato un anno indimenticabile perché atteso da 30 anni. Siamo riusciti a regalare a questa città un sogno”, le parole del patron Aurelio De Laurentiis, ricevendo il premio per la miglior squadra. “Con Spalletti è stato un matrimonio felice”, ha aggiunto il patron azzurro che prima dell’evento ha anche salutato e abbracciato lo stesso allenatore, oggi ct dell’Italia. De Laurentiis dopo aver ricevuto il premio ha inoltre ringraziato Spalletti, la squadra, il direttore sportivo Giuntoli “con cui abbiamo condiviso otto anni” ma “soprattutto i tifosi del Napoli che meritano questo Scudetto.

La squadra era un gruppo fortissimo, senza individualismi”. Nessun individualismo anche se il premio come miglior giocatore è andato a Victor Osimhen, grande protagonista dell’annata che ha portato il Napoli allo scudetto, con le sue 26 reti decisive nella corsa verso il tricolore dei partenopei. Una serata a forte tinte azzurre, quindi, con il club partenopeo che ha fatto incetta di premi. Nella top 11 hanno trovato spazio Maignan in porta, poi difesa a 4 con Di Lorenzo, Kim, Bastoni e Theo Hernandez, una mediana con Calhanoglu, Lobotka e Barella e in attacco il trio formato da Leao, Osimhen e Kvaratskhelia (premiato anche come miglior gol per la rete all’Atalanta).

Assenti tra i premiati Lazio e Juventus. In campo femminile, la miglior calciatrice è stata Tabitha Chawinga (all’Inter nel 2022/23, oggi al PSG), mentre il premio per la miglior rete è stato assegnato alla romanista Manuela Giugliano. Nella top 11 hanno trovato spazio invece Durante in porta, Boattin, Linari, Minami e Wenninger in difesa, Alves Da Silva, Caruso, Greggi, Grosso a centrocampo con Chawinga e Haavi in attacco. Tra gli altri, il miglior arbitro è stato Daniele Orsato, mentre il miglior giovane Serie B è Giovanni Fabbian della Reggina, oggi al Bologna. Infine, un riconoscimento speciale è stato assegnato a Gianluigi Buffon. Nella serata non è mancato anche un ricordo di Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli, grandi campioni scomparsi nei mesi scorsi.

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La maledizione del Maradona, Napoli sconfitto anche dall’Inter

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L’Inter si conferma in vetta alla Serie A grazie al successo in trasferta con un netto 3-0 al ‘Maradona’ sui campioni d’Italia in carica del Napoli. I nerazzurri sbloccano il match al 44′ del primo tempo con Calhanoglu e dilagano nella ripresa con Barella al 16′ e Thuram al 40′. In classifica la squadra di Inzaghi è prima con 35 punti, 2 in più della Juventus e 6 in più del Milan. Gli azzurri restano fermi a quota 24 in quarta posizione insieme alla Roma. Partono forte i padroni di casa e al 3′ sono pericolosi con un’azione manovrata che Elmas conclude con un tiro dalla distanza, Sommer si distende e devia in angolo.

Al 12′ rete annullata a Thuram dopo una bella combinazione con Lautaro: il francese è oltre la linea difensiva nerazzurra quando calcia in diagonale e batte Meret. Al 18′ un problema fisico costringe De Vrij a lasciare il campo, entra Carlos Augusto. Un minuto dopo altra bell’azione dei padroni di casa con Kvaratskhelia che premia l’inserimento di Elmas, il macedone calcia in diagonale e Sommer che respinge in tuffo. Al 27′ occasione anche per l’Inter, da Barella a Dumfries che mette in mezzo, Lautaro cerca l’anticipo sul primo palo ma viene fermato in angolo. Al 36′ Kvaratskhelia parte da sinistra e converge poi si fa chiudere e allora scarica il pallone a Politano che va al tiro che si stampa sulla traversa. Al 44′ si sblocca la partita. L’Inter va da sinistra verso destra, sponda di Dumfries fuori area, Barella lascia scorrere arriva Calhanoglu che calcia in maniera potentissima e fulmina Meret.

Al 13′ della ripresa azzurri aa un passo dal pari, Osimhen viene messo giù in area ma l’arbitro lascia proseguire, la palla finisce a Kvaratskhelia che calcia in diagonale, gran parata di Sommer che salva il risultato. Passano tre minuti e l’Inter raddoppia. Lautaro recupera palla sulla sinistra e vede l’inserimento di Barella che elude l’intervento di un difensore e poi batte Meret per la rete del 2-0. Primo gol in questo campionato per il centrocampista nerazzurro.

La squadra di Mazzarri accusa il colpo e al 22′ l’Inter sfiora il tris, questa volta con un’azione dalla destra di Dumfries, palla arretrata per Lautaro e conclusione di poco oltre la traversa. Al 24′ chance per il Napoli con un colpo di testa di Osimhen, palla che sfiora il palo. Comincia la girandola delle sostituzioni con Mazzarri che prima fa entrare Raspadori per Politano e poi Zielinski e Lindstrom, escono Elmas e Lobotka. Inzaghi risponde con Cuadrado e Frattesi al posto di Dumfries e Mkhitaryan. Al 40′ i nerazzurri calano il tris che chiude definitivamente la partita: azione manovrata dell’Inter, Cuadrado mette in mezzo una palla rasoterra e tesa, arriva Thuram che fa 3-0.

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