È iniziata un’altra settimana decisiva per il futuro del sistema bancario italiano, con particolare attenzione allo scontro tra Mediobanca e Monte dei Paschi di Siena. Gli investitori restano in attesa di nuovi segnali per decidere su quale strategia puntare. Al centro della contesa, da un lato, l’Ops lanciata da Mps su Mediobanca, ancora in attesa del via libera della Bce, e dall’altro, la difesa guidata dal ceo di Piazzetta Cuccia Alberto Nagel (foto in evidenza Imagoeconomica), che rilancia con una nuova visione fino al 2028.
Il piano di Mediobanca: crescita autonoma e focus sul wealth management
Venerdì Mediobanca comunicherà al mercato le nuove proiezioni al 2028, aggiornando le stime già riviste al rialzo nel piano al 2026. L’obiettivo è rafforzare la fiducia degli azionisti sulla solidità e sostenibilità del modello standalone.
Nagel punta tutto sul wealth management, ritenuto il vero asset strategico del gruppo, grazie all’integrazione sinergica con il corporate e investment banking, e soprattutto con un basso assorbimento di capitale.
Nel dettaglio, i target al 2026 confermati e potenziati includono:
- Ricavi a circa 4 miliardi (rispetto ai 3,7 precedenti);
- Utile netto sopra 1,4 miliardi (da 1,3 stimati);
- Pay-out al 100%, per una distribuzione complessiva superiore a 4 miliardi (inizialmente previsti 3,7 miliardi), con un dividendo extra di 300-400 milioni l’anno prossimo.
Monte dei Paschi attende la Bce e guarda al controllo di Mediobanca
Nel frattempo, Mps guidata da Luigi Lovaglio attende il via libera della Bce sulla propria Ops, per poi passare a Dg Comp e Consob, in vista dell’apertura ufficiale dell’offerta nella prima decade di luglio.
Secondo osservatori, da Francoforte potrebbero arrivare prescrizioni sulle soglie di controllo (in particolare il 51%), o vincoli operativi in caso di adesioni inferiori. La necessità per Mps è ottenere la maggioranza per attivare fin da subito i benefici fiscali delle Dta.
Lovaglio aveva già presentato il proprio piano al 2028 nell’agosto dello scorso anno, dopo aver superato i target del 2026. Le nuove previsioni per il Monte includono:
- Commissioni più che raddoppiate a 260 milioni;
- Ricavi a 4 miliardi;
- Utile pre-tasse in crescita da 1,4 a 1,7 miliardi;
- Cet1 sopra il 18%, confermando la solidità patrimoniale.
Le incognite legali e la sfida aperta
Resta aperta la partita giudiziaria, con esposti depositati da Mediobanca presso la Procura di Milano, nonché notifiche inviate a Consob, Bce e Dg Comp. La competizione tra il rilancio “difensivo” di Nagel e l’attacco strategico di Lovaglio è ormai giunta al momento decisivo.
Il mercato attende le prossime mosse e, soprattutto, i nuovi elementi che emergeranno nei prossimi giorni: saranno decisivi per guidare le scelte degli investitori in un contesto reso sempre più incerto da regolatori, geopolitica finanziaria e sfide di governance.