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Cronache

L’Albania trema ancora, sono 47 i morti. E poi c’è la battaglia per il pane a Durazzo

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La tragedia di una mamma e dei suoi tre bambini uccisi dalle macerie della loro villetta a Durazzo. Mentre chi al terremoto e’ riuscito a scampare non ha piu’ nulla, neppure il cibo, tanto che tra gli sfollati e’ scoppiata la ressa per il pane. L’Albania e’ ancora sotto shock dopo il potente sisma di martedi’ scorso, che ha deciso di non dare tregua: un’altra forte scossa ha scatenato il terrore e la fuga in massa dalle zone piu’ colpite, Durazzo in testa. E il bilancio e’ salito a 47 morti. Poco prima di mezzogiorno, la terra ha tremato ancora, con una scossa di magnitudo 5.1 in Adriatico, a circa 40 chilometri a nord di Tirana. Da martedi’ sono state oltre 800 le scosse di assestamento. A Durazzo tutto ondeggiava, e la gente si e’ riversata di nuovo per le strade. Molti pazienti dell’ospedale della citta’, sulla cui facciata sono ben visibili i segni lasciati dal terremoto di martedi’, hanno abbandonato di corsa i loro letti per scendere in strada. Intasate le principali arterie dalle lunghe code di automobili di chi ha deciso di lasciare la citta’. Sulle macerie dell’hotel Miramare, dove i soccorritori ancora scavavano, si sono dovute interrompere le operazioni. Poi, quando i Vigili del Fuoco italiani e quelli turchi hanno portato via il corpo senza vita di un uomo di circa 50 anni, un suo familiare presente sul posto ha avuto un malore dopo essere scoppiato in lacrime.

Il viale che costeggia il lungomare, dove sorgeva il Miramare, e’ inquietante: praticamente ogni palazzina mostra le ferite del terremoto. Alcuni edifici, di oltre 12 piani, minacciano la strada, e a passarci sotto con l’auto o a piedi sembra di sfidare irresponsabilmente la sorte. I guai del terremoto si faranno certamente sentire anche sul piano economico. Nei primi nove mesi di quest’anno i turisti avevano fatto registrare numeri record, quasi 5 milioni e mezzo di ospiti, 380.000 gli italiani. E’ difficile pensare come e quando si potra’ tornare a queste cifre. A qualche chilometro di distanza dal lungomare c’e’ lo stadio, dove nei giorni scorsi era stato allestito un centro di primo soccorso, non lontano dal centro logistico realizzato dalla Protezione Civile. Le tende bianche si sono trasformate in improvvisati ripari. Tutto intorno i palazzi sono deserti, anche i caffe’ e le altre attivita’ in zona hanno chiuso. Davanti a una scuola decine di persone si accalcano attorno alle auto di volontari che portano aiuti, mentre altre si arrampicano lungo le inferriate. Tutti sono a caccia del pane, o ogni altro genere di prima necessita’, perche’ e’ in questa struttura che arrivano gli aiuti. Ma quando ripartono verso altre destinazioni si scatena la rabbia e la disperazione. “Siamo in strada da martedi’”, urla una ragazza, circondata dalla sua famiglia, donne, vecchi e bambini. In tutto sono 14. “Non sappiamo dove andare, vogliamo mangiare e ci serve l’acqua”.

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Carabiniere eroe salva una donna dal suicidio a Sassari

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L’ha vista scavalcare la ringhiera del ponte di Rosello, a Sassari, ha fatto uno scatto e l’ha afferrata prima che si lanciasse nel vuoto. Gesto eroico di un carabiniere della centrale operativa di Sassari, che oggi ha salvato una giovane dal suicidio. Il militare, vice brigadiere Andrea Torru, era fuori servizio e quando ha visto la donna oltrepassare la ringhiera di quello che a Sassari è noto come “il ponte dei suicidi”, non ci ha pensato un attimo. Dopo averla salvata e riportata al sicuro, l’ha tranquillizzata e ha chiamato i soccorsi. Un’equipe del 118 si è presa cura della donna e l’ha accompagnata al Pronto soccorso del Santissima Annunziata. “Un gesto davvero straordinario quello del vice brigadiere Torru Andrea, che dimostra non solo il coraggio, ma anche l’umanità e la dedizione al servizio che caratterizzano i carabinieri.

La prontezza con cui ha agito per salvare la vita di una donna in un momento di estrema disperazione è un chiaro esempio di come il senso del dovere possa andare oltre il semplice adempimento delle proprie mansioni. La reazione tempestiva e la capacità di mantenere la calma di fronte a una situazione così critica non solo hanno evitato una tragedia, ma hanno anche messo in luce il profondo impegno dei militari nel garantire la sicurezza e il benessere della comunità”, sottolineano il segretario generale per la Sardegna dell’Unione sindacale italiana (Usic) Salvatore Floris e il segretario provinciale Massimo Deriu.

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13enne morta dopo schianto, famiglia sporge denuncia

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Su mandato del papà di Jennifer Alcani, la ragazzina di 13 anni morta dopo sei giorni di agonia seguito dell’incidente stradale avvenuto venerdì 10 gennaio ad Abbadia Lariana (Lecco), l’avvocato Marcello Perillo ha depositato una querela in Procura a Lecco nei confronti del 22enne che era alla guida dell’auto: un atto deciso per chiedere esplicitamente giustizia per la figlia, anche se i magistrati procedono d’ufficio. Diversi gli aspetti su cui si stanno concentrando le indagini: accertamenti cinematici per accertare la velocità, le analisi delle immagini pubblicate sui social e poi cancellate, gli accertamenti sui telefoni cellulari, ma soprattutto gli esiti degli esami tossicologici disposti sul giovane al volante. L’auto guidata dal giovane, e con un altro amico a bordo, era finita contro un muretto. Ad avere la peggio era stata la tredicenne. Sulla base degli esiti delle indagini, potrebbero scattare misure restrittive nei confronti del conducente.

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Scatta pulsante emergenza,stop metro Roma per oltre un’ora

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Un pulsante di emergenza, scattato nel pomeriggio, ha fermato per più un’ora un’intera linea della metropolitana a Roma. Lo stop sulla linea B/B1 si è verificato poco prima delle 17.30, in un orario di punta con tantissimi passeggeri in attesa sulle banchine delle stazioni. Atac ha attivato le navette sostitutive per coprire la tratta mentre i tecnici si sono messi subito al lavoro per individuare e risolvere il problema. Hanno riscontrato un “intervento dei pulsanti di emergenza e hanno immediatamente attivato i controlli in linea necessari per isolare la tratta interessata” ha reso noto l’azienda capitolina che gestisce il trasporto pubblico nella Capitale. Intanto quando i treni si sono fermati si è provveduto a evacuare e chiudere tutte le stazioni della metro B.

I tanti passeggeri, tra studenti, lavoratori e turisti, sono stati fatti uscire all’esterno dove hanno letteralmente preso d’assalto le fermate degli autobus e le navette sostitutive messe a disposizione da Atac. Dopo più di un’ora, intorno alle 19, sono terminate le verifiche tecniche sul sistema di emergenza elettrica e la circolazione è tornata regolare. Resta da chiarire cosa abbia azionato uno dei pulsanti d’emergenza che sono diffusi su tutta la linea, nelle stazioni e lungo le gallerie. In particolare, se possa essere scattato a causa di uno sbalzo elettrico o, al contrario, se sia stato premuto da qualcuno. Solo qualche giorno fa, il 12 gennaio, è stato necessario chiudere per una ventina di minuti la metro Repubblica, sulla linea A, dopo che è stato azionato il sistema di allarme. Erano da poco passate le 16 e, a quanto ricostruito, qualcuno aveva azionato “indebitamente” il pulsante di emergenza facendo scattare l’allarme. Anche in quel caso i tecnici si sono messi subito al lavoro e poco dopo la stazione è stata riaperta.

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